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regista britannico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Gareth James Edwards (Nuneaton, 1º giugno 1975) è un regista, sceneggiatore ed effettista britannico.
Nella sua carriera come regista è noto per aver diretto diversi blockbuster di successo, tra cui Godzilla (2014), primo film del franchise e universo condiviso MonsterVerse, Rogue One: A Star Wars Story (2016) dell'universo di Guerre Stellari e The Creator (2023).
Nato nel 1975 a Nuneaton, Warwickshire. Fin da bambino voleva lavorare nel cinema a dirigere film affermando: «Guerre stellari è sicuramente la ragione per cui ho voluto diventare un regista»[1]. Ha iniziato la propria carriera lavorando nel campo degli effetti speciali per serie TV e documentari per quali ha anche ricevuto dei riconoscimenti internazionali.
Nel 2005 con alle spalle vari lavori negli aspetti tecnici di piccole produzioni televisive, esordisce sceneggiando e dirigendo il docu-drama sempre per la televisione End Day in cui vengono analizzate varie cause d'estinzione umana (megatsunami, asteroide killer, pandemia globale, esplosione di un supervulcano e nuova malattia). In seguito nel 2006 dirige le prime due puntate della serie di documentari di Discovery Channel intitolata Perfect Disaster: in una viene analizzato un tornado di grado F5 sulla Scala Fujita che ha colpito Dallas mentre nella seconda viene analizzata la tempesta solare che avrebbe colpito New York nel 2011.
Nel 2007 cura gli effetti speciali del documentario di David Sington e Christopher Riley intitolato In the Shadow of the Moon, premiato al Sundance Film Festival, mentre nel 2008 dirige la puntata della serie documentaristica Heroes and Villains dedicata al condottiero Attila. Nello stesso anno dirige infine il cortometraggio Factory Farmed.
Dopo tutte queste esperienze, nel 2010, Edwards era alla ricerca di un progetto che potesse fungere da sbocco per il cinema in cui poter convogliare le esperienze avute e le tematiche, soprattutto catastrofiche, trattate anche nei suoi precedenti lavori.
Ispirandosi a film come 28 giorni dopo di Danny Boyle, Cloverfield di Matt Reeves, District 9 di Neill Blomkamp e Jurassic Park di Steven Spielberg, il regista nel 2009 iniziò a lavorare a una sceneggiatura dai toni horror fantascientifici, dando una premessa su ciò che sarebbe stato il suo film di debutto: «Sei anni fa, una sonda della NASA è tornata nel Nuovo Messico con un contenuto alieno, che improvvisamente ha preso a crescere e a proliferare, contagiando e occupando tutto il sud degli Stati Uniti e il nord del Messico. Ora, un giornalista americano accetta di scortare un turista USA da questa terra di nessuno alla salvezza».
Occupandosi oltre che della sceneggiatura, anche di regia, effetti speciali, fotografia, scenografia e, in parte, del montaggio potendo contare su una troupe solitamente composta, compresi Edwards stesso e gli attori, da solo 7 persone data l'esiguità del budget a disposizione. Edwards si è infatti aiutato con il limitato fondo finanziario offertogli dalla Vertigo Films (approssimativamente quindicimila $ nella lavorazione, circa 500 000 $ totali[2][3]) per il sostentamento della lavorazione nell'America centrale, tra Messico, Guatemala, Belize e in parte negli Stati Uniti stessi[4][5][6]. Ad aiutarlo nella realizzazione, furono incaricati dalla Vertigo, Allan Niblo e James Richardson come supervisori della produzione[7].
Edwards per questo film non ha scritto una vera e propria sceneggiatura, stendendo tutt'al più degli scena per scena assenti di dialogo, lasciando agli attori libera creatività riguardo alle battute. Secondo il regista, dall'idea originale fino al concepimento finale, l'opera è essenzialmente un road movie che intreccia in esso amore (il rapporto tra i due protagonisti) e fantascienza, mescolando a sé elementi romantici e di film di mostri. Comunque, l'intenzione di Edwards era di realizzare «qualcosa come un Lost in Translation che incontra La guerra dei mondi»[8].
Quando il film uscì nelle sale cinematografiche nel 2010, si rivelò un successo sia in termini di incassi, con quasi 5 milioni di dollari al botteghino in tutto il mondo, che in termini di critica, consacrandolo nella scena di Hollywood[9][10]. Moviefone classificò Monsters alla terza posizione nella lista dei migliori film di fantascienza del 2010[11].
Nel 2014 è la volta del suo primo lungometraggio di Hollywood. Si tratta del reboot di Godzilla, un blockbuster prodotto dalla Warner Bros. e dalla Legendary Pictures che nuovamente riscuote grande successo sia di critica, che ha lodato la rappresentazione dei mostri e la regia della parte finale del film, che di pubblico con 529 milioni di dollari di incassi a fronte di un budget di 160.
Nel 2016 dirige Rogue One: A Star Wars Story, primo spin-off ufficiale della saga di Guerre stellari. Il film è ambientato poco prima degli eventi di Una nuova speranza, ed è incentrato su un gruppo di spie ribelli in missione per rubare i piani della nuova arma dell'Impero Galattico, la Morte Nera.
Durante le riprese è stato visitato dal creatore della saga George Lucas e Gareth per alleggerire la tensione sul set aveva appeso nella sua stanza i poster dei precedenti spin-off di Guerre stellari, quelli dell'Holiday Special e L'avventura degli Ewoks e per questo li avrebbe fatti sparire[12]. Visitò anche il set del secondo spin-off Solo: A Star Wars Story raccontando di essere rimasto geloso dell'operato sul film e che fosse la pellicola più difficile da realizzare per i nuovi film della saga[13].
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