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Il curioso indiscreto è un dramma giocoso di Pasquale Anfossi su libretto di Giovanni Bertati,[1] il quale usa come fonte letteraria il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes.[2]
Il curioso indiscreto | |
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Lingua originale | italiano |
Genere | dramma giocoso |
Musica | Pasquale Anfossi |
Libretto | Giovanni Bertati |
Fonti letterarie | Don Chisciotte di Miguel de Cervantes |
Atti | tre |
Prima rappr. | febbraio 1777 |
Teatro | Teatro delle Dame, Roma |
Versioni successive | |
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Personaggi | |
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Fu messo in scena per la prima volta durante il carnevale nel febbraio 1777 al Teatro delle Dame di Roma, con interpreti esclusivamente maschili: Agostino Lipparini (marchese Calandrano), Tommaso Galeazzi (Clorinda), Vincenzo Calvesi (Contino di Ripaverde), Gaetano Quistapace (Emilia), Pietro Natali (Aurelio), Luigi Tasca (Prospero) e Lorenzo Neroni (Serpina). Riscosse subito un grande successo, soprattutto in Italia settentrionale e centrale, tanto che fra il 1777 e il 1792 fu ripreso ben 34 volte, anche al di fuori dei confini italiani: debuttò a Dresda e a Parigi nel 1778, a Barcellona nel 1780, a Praga e in Ungheria nel 1782, a Vienna nel 1783, a Londra nel 1784 e a Varsavia nel 1792.[3]
Tra le numerose riprese si ricordano in particolare:
In tempi moderni le uniche rappresentazioni di questo lavoro si sono tenute presso il Mozarteum di Salisburgo il 20 gennaio 1984 e al Festival di Fermo il 28 e 30 luglio 1991.[6] Numerose al contrario le proposte concertistiche e da segnalare la produzione teatrale del 2011, fra goliardia e sperimentalismo, dello Schweizer Opernstudio dell'Hochschule der Künste di Berna.[7]
L'opera, ambientata a Genova e dintorni, è un intreccio di equivoci, incroci sentimentali e peripezie amorose fra amanti diversi. Clorinda, dama milanese, è destinata in matrimonio al marchese Calandrano di Genova, uomo curioso di carattere. Non appena Clorinda giunge nella capitale ligure per i preparativi delle nozze, è messa subito alla prova dal suo promesso sposo, curioso di verificare la fedeltà e la costanza della sua futura consorte: perciò il marchese induce l'amico Contino di Ripaverde a fingersi innamorato di lei. In effetti Clorinda s'innamora di Contino, che però è già impegnato in una relazione con Emilia, nipote di Calandrano. Quest'ultima, a sua volta, rientra nelle mire di Aurelio. Alla fine il marchese Calandrano sarà punito dalla sua stessa curiosità: infatti nel terzo e ultimo atto verrà sancita la triplice unione fra Clorinda e Contino, Emilia e Aurelio, Serpina e Prospero.
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