Mostro di Firenze
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Il Mostro di Firenze è stato un assassino seriale autore di sette duplici omicidi commessi fra il 1974 e il 1985. Un possibile ulteriore duplice omicidio del 1968 venne collegato ai crimini del Mostro nel 1982.[1][2] Le vittime delle aggressioni erano coppie appartate nelle campagne dei dintorni di Firenze.[1][3] Fu il primo caso conosciuto di omicidi seriali ai danni di coppie in Italia ed ebbe vasta copertura mediatica sia durante l'epoca dei delitti che durante i diversi processi contro i presunti responsabili.[4] Influenzò abitudini della popolazione residente nella provincia di Firenze negli anni '80, la quale iniziò a evitare di appartarsi in luoghi isolati, e il fatto che le vittime fossero giovani fidanzati stimolò il dibattito nei media sull'opportunità di concedere con maggiore disinvoltura ai figli la possibilità di trovare l'intimità a casa, evitando così i luoghi isolati e pericolosi.[5][6][7][8][9]
Mostro di Firenze | |
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Identikit di un uomo sospetto, eseguito dopo il delitto del 22 ottobre 1981 | |
Soprannomi | Mostro di Firenze, Maniaco delle coppiette |
Vittime accertate | 14 |
Vittime sospettate | 16 |
Luoghi colpiti | Toscana, campagne intorno a Firenze |
Metodi uccisione | Colpi di arma da fuoco, accoltellamento |
Altri crimini | Atti di mutilazione |
Provvedimenti | Processo Pietro Pacciani
Processo ai "Compagni di merende" (Mario Vanni, Giancarlo Lotti, Giovanni Faggi: imputati degli omicidi in concorso con Pietro Pacciani - Alberto Corsi per favoreggiamento personale nei confronti di Mario Vanni).
Processo Francesco Calamandrei (presunto mandante degli omicidi)
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Un'inchiesta avviata agli inizi degli anni '90 dalla procura di Firenze ha portato alla condanna in via definitiva nel 1999 di due uomini identificati come autori materiali di quattro duplici omicidi, i cosiddetti "compagni di merende" Mario Vanni e Giancarlo Lotti (reo confesso e chiamante in correità dei presunti complici), mentre un terzo, Pietro Pacciani, condannato in primo grado a più ergastoli per i duplici omicidi commessi dal 1974 al 1985 e successivamente assolto in appello, morì prima di essere sottoposto a un nuovo processo di appello dopo l'annullamento nel 1996 della sentenza di assoluzione da parte della Cassazione.[4]
Al di là di quanto sancito dalla sentenza definitiva del 1999, sulle numerose scene del crimine del Mostro non sono mai state riscontrate prove fisiche quali DNA e impronte digitali riconducibili ai compagni di merende, né sono state mai rintracciate l'arma da fuoco del serial killer (una presunta pistola Beretta con cui firmava i suoi delitti) così come le parti anatomiche asportate ad alcune delle sue vittime femminili.[10][11]
Le procure di Firenze e, nei primi anni 2000, di Perugia, sono state impegnate in numerose indagini volte a individuare i responsabili esecutori materiali dei duplici omicidi e poi i possibili mandanti. Le indagini si sono focalizzate anche su un possibile movente di natura esoterica, che avrebbe spinto una o più persone a commissionare i delitti,[12][13] senza però arrivare ad alcun riscontro oggettivo.