Tremezzo
centro abitato del comune di Tremezzina Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Tremezzo[4] (Tremezz in dialetto comasco[5][N 1], AFI: /treˈmɛts/), è un municipio[6] di 1.288 abitanti del quasi omonimo comune di Tremezzina, nella provincia di Como in Lombardia. Fino al 3 febbraio 2014 costituiva un comune autonomo.
Tremezzo municipio | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Como |
Comune | Tremezzina |
Territorio | |
Coordinate | 45°59′N 9°14′E |
Altitudine | 200 m s.l.m. |
Superficie | 7,81 km² |
Abitanti | 1 260[1] (31-12-2010) |
Densità | 161,33 ab./km² |
Sottodivisioni | Susino, Pozzuolo, Balogno, Volesio, Viano, Intignano, Rogaro, Portezza, Bolvedro, Villa Carlotta. |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22019 |
Prefisso | 0344 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cod. catastale | L371 |
Targa | CO |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 253 GG[3] |
Nome abitanti | tremezzini |
Cartografia | |
Sul territorio di Tremezzo sono stati riportatti alla luce reperti di epoca preromana e, nella località di Intignano, alcune tombe romane.[7]
Durante la guerra decennale, Tremezzo subì per ben due volte un saccheggio da parte delle truppe di Como.[7]
Dal 1808 al 1816 e dal 1928 al 1947 Tremezzo fu già due volte la sede dell'ampliato Comune di Tremezzina.
Nella notte fra il 29 e 30 aprile 1945 un aereo bombardò la costa occidentale del lago di Como antistante la Tremezzina distruggendo a Tremezzo l'albergo Bazzoni e uccidendo sedici civili presenti nell'edificio[8]. La nazionalità del bombardiere sembrerebbe sconosciuta[9]. Secondo i racconti di abitanti di Griante, paese dell'area bombardata, il bombardiere si avvalse di bengala per illuminare l'area sulla quale effettuò due passaggi; dopo il bombardamento gli abitanti temettero che si fosse trattato di un aereo tedesco, cui le voci del tempo aggiunsero la presenza, impossibile, a bordo del figlio di Mussolini[10]. L'ipotesi di un bombardamento tedesco, per rappresaglia contro l'uccisione di Mussolini, è contenuta anche in un lancio di agenzia della Australian Associated Press (AAP) intitolato Germans Avenge Mussolini's Execution (I tedeschi vendicano l'uccisione di Mussolini), pubblicato il 3 maggio 1945[N 2]. Secondo ipotesi avanzate da alcuni storici, il bombardamento sarebbe stato una rappresaglia degli inglesi, indispettiti dal fatto che la cattura e l'esecuzione di Mussolini fosse avvenuta al di fuori del controllo delle forze alleate, causando anche il mancato recupero del presunto carteggio "Churchill Mussolini"[11]. La cronologia dell'attività dell'aviazione americana indica che, quella notte, vicino al lago di Como, vennero compiuti, da parte del Twelfth Air Force, degli attacchi tattici con A-20 e A-26 contro dei convogli motorizzati[12].
Lo stemma e il gonfalone del comune di Tremezzo erano stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 7 ottobre 1977.[13]
«D'azzurro, alla fenice d'argento, nella sua immortalità di rosso, su uno specchio d'acqua ondato d'argento, fissante un sole di rosso nel primo cantone.»
Il gonfalone era un drappo partito di bianco e di azzurro.
Villa Carlotta, costruzione del XVIII secolo,[14] appartenne a Gian Battista Sommariva che vi raccolse importanti opere di Antonio Canova[15] e di Luigi Acquisti.
Citata da Cesare Cantù come "Gioconda",[16][17] Villa Sola Busca, fu costruita nei primi del Settecento[18] per volere dei duchi Del Carretto.[16] Da questi ultimi, la villa fu venduta ai Brentano Grianta (originari di Griante), fautori della realizzazione di un primo imbarcadero.[18] Da questi la villa passò a Gabrio Serbelloni.[16][18] Presso la villa dimorarono il poeta Giuseppe Parini, che vi lavorò per nove anni come precettore,[16][18] e il matematico Paolo Frisi.[18] Agli inizi del XIX secolo, Gian Galeazzo Serbelloni, figlio di Gabrio, commissionò una ristrutturatazione in stile neoclassico, che risultò nelle forme attuali della villa.[18] Al 1813 risale la ristrutturazione dell'imbarcadero, curata da Bernardino Francesco Ferrari.[16][18] La villa, nota anche come "Villa Serbelloni Sola Cabiati"[19] o come "La Quiete",[16][18] è introdotta da un vasto giardino all'italiana[18].
Villa Meier, che presenta un'architettura neoclassica, venne costruita attorno alla metà del XIX secolo, su commissione di alcuni avvocati milanesi, i quali diedero all'edificio il nome di Villa Ortensia (od Hortensia[20]).[21] Conosciuta anche come Villa Mainona, è situata all'interno di un parco romantico progettato da Pietro Lingeri, al quale l'industriale svizzero Roberto Meier aveva affidato l'incarico di ristrutturare l'intero complesso che, nel 1919, era stato danneggiato da un incendio divampato durante una smilitarizzazione dell'area: durante la prima guerra mondiale, la villa era infatti stata impiegata per finalità belliche.[21] Il parco, che oggi costituisce un giardino pubblico, si compone di due parti, collegate tramite un ponte progettato da Lingeri per scavalcare la strada statale Regina. Tra le altre opere architettoniche ideate da questo progettista per il complesso si trovano anche l'imbarcadero, la doppia scala a valle del ponte (ispirata alla scalinata di Villa Colonna a Roma[20]) e la tribuna monumentale che delimita la parte più a monte del parco.[21]
A Tremezzo, Pietro Lingeri curò anche i progetti di due edifici in stile razionalista,[22][23] costruzioni legate entrambe alla vita dell'Associazione Motonautica Italiana Lario (AMILA).
Villa Albertoni, nota anche come Villa Carlia[30] (o, semplicemente, "La Carlia"[31]) venne iniziata attorno al 1676,[30] su progetto di Antonio de Carli.[31][32] Terminata nel 1684, la villa deve il proprio aspetto neoclassico ad alcuni interventi di rimaneggiamento implementati agli inizi del XIX secolo.[32] Solo sulla carta restò invece probabilmente un progetto di ristrutturazione iniziato sul finire degli anni 1940, commissionato a Pietro Lingeri da Maria Giovanna Albertoni Pirelli, in quel tempo proprietaria della villa.[32] Dal 1988, l'edificio ospita una serie di appartamenti indipendenti.[32]
Degni di menzione sono anche:
Rogaro ospita i ruderi di una torretta militare risalente al tempo della guerra decennale[7]. La fortificazione aveva le funzioni di torre semaforica[38].
La chiesa parrocchiale di San Lorenzo è un edificio eclettico neoromanico-neogotico[39] a pianta centrale ottagonale, realizzato in blocchi sbozzati di una pietra calcarea tipica della zona del lago di Como, detta pietra di Moltrasio[40].
La chiesa fu eretta in luogo della precedente parrocchiale[39], che dal 1637 costituiva la sede della parrocchia di Tremezzo[41][7]. I lavori di costruzione della nuova chiesa iniziarono tra il 1775 e il 1776 ma si fermarono un paio di anni dopo per via della morte dei principali finanziatori, residenti fuori paese[39]. La costruzione fu ripresa dopo quasi cento anni e terminò nel 1894[40].
L'oratorio Sommariva[42], situato a lato dell'ingresso di villa Carlotta, è un edificio neoclassico realizzato su progetto di Giacomo Moraglia[43] (1855)[44] al posto di una preesistente cappella dedicata a San Francesco Saverio[45].
Al suo interno si trova il monumento funebre di Giovanni Battista Sommariva, opera dello scultore Pompeo Marchesi. Affrescato da Raffaele Casnedi, l'oratorio conserva inoltre una serie di statue eseguite da Benedetto Cacciatori, Camillo Pacetti e Pietro Tenerani[44].
In località Rogaro[26] si trova la chiesa della Madonna nera, realizzata tra il 1733 e il 1736[46] da una famiglia di mercanti in contatto con la città svizzera di Rapperswil, costituisce l'unico esempio italiano di oratorio dedicato alla Madonna di Einsiedeln, della cui statua conserva una copia databile alla fine del Seicento[47]. Secondo la tradizione, la statua proverrebbe direttamente dall'Abbazia territoriale di Einsiedeln[26].
La chiesa di San Bartolomeo, documentata a partire dal XII secolo[48] e ristrutturata in stile barocco a cavallo dei secoli XVII e XVIII[49], contiene un altare tardo-secentesco con colonne tortili proveniente dall'antico oratorio di San Francesco Saverio di Villa Carlotta[48].
La chiesa di San Vincenzo[50], situata in frazione Portezza lungo quella che era la via Regina, presenta un campanile di origine medievale[51], decorato con fasce di archetti pensili e motivi a denti di sega tipici dello stile romanico che lasciano presumere una datazione tra i secoli XI e XII[52].
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo, eretta tra il 1644 e il 1659[53] al posto di un precedente oratorio già attestato durante la visita del vescovo Ninguarda del 1593[54], presenta un edificio ad aula preceduto da pronao[55].
Internamente, la cappella dell'Assunta ospita una tela di Carlo Innocenzo Carloni (1734), opera raffigurante la Vergine tra i santi Michele, Giuseppe, Antonio da Padova, Giovanni Evangelista e un santo francescano giapponese.
La chiesa di San Rocco, anch'essa dotata di pronao,[56] fu realizzata intorno al 1690 dagli abitanti della frazione di Viano.[57]
Abitanti censiti[58]
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