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Acido linoleico

composto chimico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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L'acido linoleico è un composto chimico di formula [5] che in condizioni standard si presenta come un liquido incolore o giallo paglierino.[6]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Fatti in breve Nome IUPAC, Nomi alternativi ...
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Storia

L'acido linoleico venne isolato per la prima volta nel 1844 da Fritz Sacc, dall'olio di semi di lino.[7][8] L'importanza dell'acido linoleico nella dieta emerse nel 1930 dagli studi condotti da George Burr e sua moglie sulla vitamina E.[9]

I risultati di Burr furono successivamente confermate da studi di Schoenheimer e Rittenberg svolti alla fine degli anni '30.[10][11] La struttura chimica del composto fu determinata da T. P. Hilditch nel 1939, mentre fu sintetizzato per la prima volta nel 1950 da R. A. Raphael e F. Sondheimer.[12]

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Caratteristiche strutturali e fisiche

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L'acido linoleico è un acido ottadecadienoico in cui i due doppi legami si trovano nelle posizioni 9 e 12 e hanno stereochimica Z (cis).[13] È il più diffuso e principale rappresentante degli acidi grassi omega 6 (o n-6), nei quali il primo dei due doppi legami è posto a 6 atomi di carbonio dal termine della catena carboniosa.[14]

Il composto risulta:[15][16][17]

Quando viene riscaldato fino alla decomposizione emette fumi acri ed irritanti.[18]

Caratteristiche strutturali[5]
N: di atomi pesanti 20
N. di donatori di legami a idrogeno 1
N. di accettori di legami a idrogeno 2
N. di legami ruotabili 14
N. di legami stereogenici 2
Massa monoisotopica 280,240230259 u
Superficie polare 37,3 Ų
Sezione d'urto 175,6 Ų [M-H]-[19]

177 Ų [M+Na]+[20]

Indice di rifrazione[16][21] 1,4715 a 11,5 °C

1,4710 a 15 °C 1,4699 a 20 °C 1,4683 a 21,5 °C 1,4588 a 50 °C

Caratteristiche fisiche
Gravità specifica[6] 0,9007 a 22,2 °C
Pressione di vapore 8,68 x 10−7 mm Hg a 25 °C
Potere caliorifico[22] -1,03 x 10+10 J/kmol
Entalpia di fusione[23] 51,50 kJ/mol
Costante della legge di Henry[24] 2,0 × 10⁻⁷ atm·m³/mol
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Abbondanza e disponibilità

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Il composto è naturalmente presente nei grassi animali, di pesci e vegetali.[24] L'involucro di tutti i cereali è particolarmente ricco di acido linoleico così come le uova, mentre zucchero, miele e dolcificanti non lo contengono. Per 100g di prodotto, il contenuto di acido linoleico si attesta pari a:[25]

Le specie vegetali in cui il composto è presente appartengono a diverse famiglie, tra cui:

L'acido linoleico è presente nei seguenti grassi e oli con le seguenti percentuali in peso (wt%):[52][53]

Sintesi

L'acido linoleico può essere preparato da grassi e oli commestibili attraverso vari metodi, tra cui idrolisi e saponificazione, il metodo Twitchell, la scissione a bassa pressione con catalizzatore, la scissione continua ad alta pressione in controcorrente, e la scissione in autoclave a pressione media con catalizzatore.[54]

In passato la sintesi prevedeva di saponificare l'olio di lino con carbonato di potassio, decomporre il composto ottenuto con acido solforico, sciogliere gli acidi grassi in alcol e lasciar solidificare il risultato ottenuto. L'acido linoleico rimaneva nella componente liquida e poteva dunque essere facilmente separato.[55] Il composto può inoltre essere ottenuto a partire dall'acido linolico trattato con acido esabromato.[56]

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Reattività e caratteristiche chimiche

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Il composto è sensibile all'aria e alla luce. L'acido linoleico assorbe facilmente l'ossigeno[57] ossidandosi in corrispondenza dei doppi legami. Reagisce neutralizzando le basi. Può reagire vigorosamente con gli agenti ossidanti. Inoltre, può reagire esotermicamente con gli agenti riducenti, rilasciando idrogeno in fase gassosa.[6] Il composto non si altera a contatto con l'acido nitroso.[58]

La riduzione del gruppo carbossilico produce linoleil alcool.[59] Dalla reazione tra l'acido linoleico e il permanganato in soluzione alcalina si ottiene l'acido linusico:[56]

Spettri analitici

Derivati

Indici di ritenzione di Kovats[68]
Standard apolare 2095, 2156, 2113, 2106, 2112, 2109, 2130, 2125, 2111, 2107, 2115, 2105
Semi standard apolare 2140, 2145.8, 2130, 2131, 2095.2, 2104, 2144, 2170, 2173, 2126, 2159, 2114, 2152, 2134, 2179, 2113, 2147, 2128, 2136, 2133, 2135, 2097, 2154, 2146, 2156, 2122, 2132, 2150, 2118, 2130.1, 2123, 2119
Polare 3157, 3160, 3215, 3168, 3176
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Biochimica

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È uno degli acidi grassi essenziali e appartiene al gruppo degli omega 6.[6] Il composto è essenziale per lo sviluppo del tessuto mammario, almeno in parte perché fornisce il precursore merabolico necessario per la biosintesi di eicosanoidi chiave (trombossano A2, leucotrieni B4, prostaciclina A2).[69][70] Alcuni acidi linoleici coniugati sembrano essere incorporati nei fosfolipidi delle membrane cellulari,[71] ad esempio la membrana cellulare dei linfociti T, B e dei monociti contengono il 6 - 10% di acido linoleico.[72]

L'acido linoileico è il più abbondante acido grasso presente nella pelle umana ed è direttamente coinvolto nel mantenimento della barriera epidermica all'acqua, nell'integrità strutturale dello strato corneo e nella proliferazione cellulare.[73] Il nostro organismo è infatti in grado, grazie a enzimi specifici, di allungare la catena carboniosa dell’acido linoleico e di introdurre nella catena stessa altri doppi legami, dando origine ad acidi grassi polinsaturi, sempre della serie omega-6 a 20 e 22 atomi di carbonio:[14] viene prima trasformato in acido γ-linoleico dalla Δ6 desaturasi attivata dall'insulina e dall'elongasi, quindi in acido diomo-γ-linoleico dalla Δ5 desaturasi attivata dall'insulina e inibita dall'EPA, il quale viene infine trasformato in acido arachidonico.[25][72]

L'acido linoleico è anche convertito da varie lipossigenasi, cicloossigenasi, enzimi di citocromo P450 e meccanismi di autoossidazione non enzimatica con acido mono-idrossile, in acido 13-idrossioctadecadienoico e acido 9-idrossioctadenoico. Questi due metaboliti idrossilati sono a loro volta ossidati enzimaticamente nei i loro metaboliti chetonici, acido 13-oxo-octadecadienoico e acido 9-oxo-octadecdienoico. Le epossigenasi del CYP, catalizzano l'ossidazione dall'acido linoleico a prodotti epossidici: l'acido vernolico e l'acido coronarico.[74]

Gli effetti più rilevanti riguardano probabilmente il profilo lipidico e lipoproteico e i parametri infiammatori, mentre trascurabili, nonostante alcune segnalazioni favorevoli, si sono dimostrati quelli sui valori pressori. L’effetto di controllo della colesterolemia da parte dell’acido linoleico è riconosciuto da EFSA, che ha rilasciato al proposito un claim specifico.[14]

L’apporto dietetico di acido linoleico si associa in genere a una progressiva riduzione del rischio di eventi coronarici e cardiovascolari nel tempo. La riduzione sfiora il 25-30% in alcuni degli studi di maggiore durata, confrontando i gruppi di soggetti con maggiore apporto dietetico con quelli ad apporto minore, ed è osservata sia negli studi condotti nel mondo anglosassone che in quelli svolti in Europa.[75][76]

L’apporto di acido linoleico è inoltre associato alla riduzione del rischio di sviluppare la cosiddetta sindrome metabolica ed esiste una forte associazione statistica protettiva tra l’apporto dietetico o i livelli tissutali dell’acido linoleico e la riduzione del rischio di diabete mellito tipo 2.[14]

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Farmacologia e tossicologia

Farmacodinamica

L'acido linoleico è in grado di legarsi ai recettori degli estrogeni α e β andando ad agire sull'equilibrio estrogeni/progesterone.[70]

Effetti del composto e usi clinici

Viene utilizzato per il controllo della colesterolemia.[14] Nei pazienti affetti da sclerosi multipla (SM) la dose giornaliera consigliata di acido linoleico non deve superare i 1.800 mg. In pazienti affetti da SM infatti, durante fase acuta dell'infiammazione, si evidenzia un deficit di acido linoleico e acido arachidonico.[25] Secondo uno studio americano il composto sarebbe in grado di ridurre l'infiammazione tipica del colon irritabile.[72]

Tossicologia

I sintomi dell'esposizione a questo composto possono includere lieve irritazione degli occhi, della pelle e delle membrane mucose, oltre a nausea e vomito.[6] Il composto è inoltre classificato come un potenziale interferente endocrino.[77]

È stato dimostrato che il composto stimola la crescita tumorale, poiché viene convertito in un mitogeno, l'acido 13-idrossiottadecadienoico, dall'epatoma 7288CTC.[78]

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Applicazioni

Il composto viene usato:

Impatto ambientale

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Atmosfera

In base alla pressione di vapore, qualora il composto venga rilasciato nell'aria esisterà sia nella fase gassosa sia legato al particolato atmosferico. La frazione in fase di vapore viene degradata dall'atmosfera attraverso la reazione con radicali idrossilici prodotti fotochimicamente, con un'emivita stimata di 3 ore. Inoltre può essere degradata dall'ozono con un'emivita stimata di 1,1 ore. La frazione legata al particolato viene invece rimossa tramite deposizione umida o secca. L'acido linoleico assorbe lunghezze d'onda superiori a 290 nm, quindi potrebbe essere suscettibile alla fotolisi diretta causata dalla luce solare.[24]

Suolo

Se rilasciato nel suolo, l'acido linoleico non dissociato è praticamente immobile, con un Koc stimato di 1,2×10⁴. Il suo pKa è 4,77, il che indica che esiste principalmente in forma anionica nell'ambiente, e gli anioni generalmente non si adsorbono fortemente ai suoli contenenti carbonio organico e argilla rispetto alle loro controparti neutre. La volatilizzazione dal suolo umido non è considerata un processo significativo, basandosi sulla costante della legge di Henry. Inoltre, l'acido linoleico non dovrebbe volatilizzarsi dalle superfici di suolo asciutto, data la sua pressione di vapore.[24]

Acqua

Secondo il test MITI giapponese, l'80-100% della domanda biochimica di ossigeno teorica è stato raggiunto in 4 settimane, indicando che l'acido linoleico è facilmente biodegradabile e che la biodegradazione potrebbe essere un processo ambientale importante nel suolo e nell'acqua. Se rilasciato in acqua, l'acido linoleico tende ad adsorbirsi ai solidi sospesi e ai sedimenti, basandosi sul Koc stimato. La volatilizzazione dalle superfici acquatiche non è considerata un processo significativo, basandosi sulla sua costante di Henry.[24]

Un fattore di bioconcentrazione stimato di 56 suggerisce che il potenziale di bioconcentrazione negli organismi acquatici è moderato. L'esposizione dell'acido linoleico nell'acqua di mare alla luce solare per 5 ore ha portato a una fotodegradazione del 4%. La foto-ossidazione tramite radicali idrossilici e ossigeno nelle acque naturali esposte alla luce solare potrebbe avere una certa rilevanza ambientale. L'idrolisi non è considerata un processo ambientale significativo, poiché l'acido linoleico non possiede gruppi funzionali che si idrolizzano facilmente nelle condizioni ambientali.[24]

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Note

Altri progetti

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