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Aster alpinus
specie di pianta della famiglia Asteraceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'astro alpino (Aster alpinus L., 1753) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Astereae (Aster lineage) e sottotribù Asterinae).[1][2]
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Etimologia
Il nome del genere (Aster) deriva dal greco e significa (in senso ampio) "fiore a stella". Fu introdotto da Linneo nel 1735 ma sicuramente tale denominazione era conosciuta fin dall'antichità. Dioscoride fa riferimento ad un Astro attico (un fiore probabilmente dello stesso genere)[3]. Il termine specifico (alpinus) fa riferimento al suo habitat abituale.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Aster alpinus) è stato proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione ”Species Plantarum” del 1753[4].
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Descrizione
Riepilogo
Prospettiva






Portamento. Sono piante non molto alte. La forma biologica della pianta è definita come emicriptofita scaposa (H scap): ossia è una pianta perennante per mezzo di gemme al livello del terreno e con asse fiorale di tipo cespitoso e subcaule.[5][6][7][8][9][10]
Fusto. Altezza media: 5 –20 cm.
- Parte ipogea: consiste in un rizoma a portamento orizzontale; può essere legnoso e strisciante. Le radici sono secondarie da rizoma.
- Parte epigea: il fusto è cilindrico e pubescente, poco foglioso, e terminante inferiormente in una rosetta basale. Nella parte superiore, sotto il capolino, s'ingrossa lievemente. Raramente è ramoso e con più capolini.
Foglie. Le foglie sono di due tipi: basali e cauline.
- Foglie basali: le foglie basali sono disposte a rosetta; sono intere, lievemente scanalate a forma oblanceolata (e quindi attenuate alla base) con pubescenza appressata nella pagina inferiore. Dimensioni: larghezza 6 – 8 mm; lunghezza 30 – 40 mm.
- Foglie cauline: le foglie lungo il fusto sono disposte in modo alterno e sono scarse (2 - 5); quelle mediane sono a forma spatolato-lanceolata; le superiori (progressivamente ridotte) sono lineare-lanceolate.
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono uniflore, composte da un unico capolino con la tipica forma di una margherita di tipo radiato con fiori eterogami. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: il peduncolo sorregge un involucro conico composto da diverse brattee che fanno da protezione al ricettacolo nudo e piano nella parte terminale sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: i fiori esterni ligulati, e i fiori centrali tubulosi. Le brattee sono verdi a forma lineare (lesiniformi) appressate all'involucro e disposte in modo embricato su più serie. Diametro del capolino: 4 – 5 cm. Diametro dell'involucro: 1 mm. Dimensioni della squame: larghezza 1,4 – 1,8 mm; lunghezza 5 – 7 mm.
Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:
- fiori del raggio (esterni zigomorfi) da 20 a 40 per capolino: sono femminili e sono disposti su una sola serie; la forma è lungamente ligulata terminante con alcuni denti;
- fiori del disco (centrali attinomorfi): sono più numerosi con forme tubulose terminanti con dei lobi triangolari da eretti a patenti; sono ermafroditi.
- */x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: i petali della corolla sono 5; i fiori di tipo tubuloso sono saldati a tubo e terminano in cinque dentelli (o lacinie) appena visibili, quelli ligulati sono saldati a tubo nella parte basale e si prolungano in una ligula nastriforme lanceolata o quasi lineare. I fiori periferici (ligulati) sono azzurri (violetto pallido o purpureo tenue, ma anche bianco più raramente); quelli centrali (tubulosi) sono giallo-arancio. Lunghezza della ligula: 15 mm. Lunghezza dei fiori tubulosi: 7,5 mm.
- Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) alla base sono troncate e sono lievemente auricolate (molto raramente sono speronate o hanno una coda); le appendici apicali delle antere hanno delle forme piatte e lanceolate; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).[9][12]
- Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.[5] Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate.[13] I due bracci dello stilo hanno una forma da lanceolata a deltoide e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.
- Antesi: da maggio ad agosto.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Il frutto è un achenio bruno - nerastro, lungo 3 mm che matura fine estate. Si presenta sormontato da un pappo giallastro con peli disuguali disposti su due serie e con la superficie pluri-solcata longitudinalmente. Lunghezza del pappo: 4 – 5 mm.
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Biologia
Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[6][7]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Distribuzione e habitat
Riepilogo
Prospettiva
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orofita - Circumboreale.
Distribuzione: è una specie montana delle zone fredde - temperate dell'Europa, Asia e Nordamerica. In Italia è una specie frequente nelle Alpi, meno comune negli Appennini dove, verso sud, raggiunge gli acrocori abruzzesi. In Europa è distribuita sui principali sistemi montuosi centro-meridionali come Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Carpazi, Balcani, fino a raggiungere il Caucaso. È presente anche in Asia centrale, in Siberia orientale e in Alaska, da dove verso sud irradia nei principali sistemi montuosi del Canada occidentale e del Nord-Ovest degli Stati Uniti.
Habitat: predilige i pascoli alpini e le praterie aride, non disdegna ambienti rupestri o detritici e tollera bene anche substrati e litosuoli ofioliti ultrafemici. Sandro Pignatti nella sua “Flora d'Italia” si dilunga alquanto su vari habitat di questa pianta; qui ne riportiamo alcuni[16]: ha una certa preferenza per le zone esposte a mezzogiorno; nelle Dolomiti è presente su substrati tipo marne ed arenarie raibliane[17] e su tufi ladino-carnici (quindi non ha particolari preferenze sia su terreni calcarei che silicei); è inoltre scollegato ad una particolare fascia alpina altitudinale visti i ritrovamenti sia a quote basse (quasi da pianura) che alte.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini italiani queste piante si possono trovare fino a quote comprese tra 1400 - 2800 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e alpino. In particolari condizioni ecologiche può scendere fin verso i 300 – 400 m s.l.m. di altitudine o risalire di poco oltre i 3000 m s.l.m..
Fitosociologia
Areale alpino
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
- Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
- Classe: Elyno-Seslerietea variae
- Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Areale italiano
Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
- Macrotipologia: vegetazione casmofitica, glareicola ed epifitica
- Classe: Asplenietea trichomanis (Br.-Bl. in Meier & Br.-Bl. 1934) Oberdorfer, 1977
- Subordine: Asplenienalia lancolato-obovati Loisel,1970
- Alleanza: Asplenion serpentini Br.-Bl. & Tüxen ex Eggler, 1955
- Subordine: Asplenienalia lancolato-obovati Loisel,1970
- Classe: Asplenietea trichomanis (Br.-Bl. in Meier & Br.-Bl. 1934) Oberdorfer, 1977
- Macrotipologia: vegetazione casmofitica, glareicola ed epifitica
Descrizione. L’alleanza Asplenion serpentini è relativa alle comunità casmofitiche che si sviluppano sulle rocce serpentine. I serpentini sono rocce ultramafiche, con un alto contenuto di magnesio e metalli pesanti, che hanno una influenza tossica su molte specie di piante. Questa alleanza si trova nell’Italia settentrionale e in genere nell’Europa.[19]
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Sistematica
Riepilogo
Prospettiva
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[20], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[21] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[22]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][8][9]
Filogenesi
Il genere di questa voce è descritto nella sottotribù Asterinae, una delle quasi 40 sottotribù della tribù Astereae. In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 5 principali lignaggi. Il genere Aster (insieme alla sottotribù Asterinae) è incluso nel Aster lineage i cui caratteri principali sono: la base delle antere sono prive di code e non sono calcarate (speronate); le linee stigmatiche dei bracci dello stilo sono totalmente separate; i due bracci dello stilo hanno una forma breve o allungata da lanceolata a deltoide e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli (all'esterno, mentre all'interno sono glabri).[8][23]
La sottotribù Asterinae comprende una trentina di generi suddivisi in 4 rami principali: Psychrogeton - Hersileoides - Asterothamnus - Aster. Il genere di questa voce è incluso nel ramo denominato "Aster branch" e, per il momento, è distribuito nel sottogruppo "Amellus group".[23]
I caratteri distintivi della specie A. alpinus sono:[10]
- il capolino generalmente è unico (sinflorescenze uniflore);
- le brattee involucrali inferiori sono distese.
Il numero cromosomico delle specie di questa voce è: 2n = 18 e 36.[10]
Variabilità
Per questa specie sono riconosciute le seguenti sottospecie:[2]
- Aster alpinus subsp. alpinus (è l'entità presente in Italia)
- Aster alpinus subsp. bohemicus (Rchb.) Dostál, 1984 - Distribuzione: Cecoslovacchia
- Aster alpinus subsp. breyninus (Beck) Hayek, 1913 - Distribuzione: Cecoslovacchia e Austria
- Aster alpinus subsp. cebennensis (Braun-Blanq.) Braun-Blanq., 1952 - Distribuzione: Francia
- Aster alpinus subsp. cylleneus (Boiss. & Orph.) Hayek, 1931 - Distribuzione: Penisola Balcanica
- Aster alpinus var. diversisquamus Y.Ling, 1985 - Distribuzione: Cina
- Aster alpinus subsp. glabratus (Herbich) Dostál, 1984 - Distribuzione: Cecoslovacchia
- Aster alpinus var. serpentimontanus (Tamamsch.) Y.Ling, 1985 - Distribuzione: Euroapa orientale e Asia centrale e orientale.
- Aster alpinus subsp. subvillosus (Schur) Dostál, 1984 - Distribuzione: Cecoslovacchia
- Aster alpinus var. vierhapperi (Onno) Cronquist, 1955 - Distribuzione: America settentrionale e Asia centro-orientale
Sinonimi
Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
- Diplactis alpina (L.) Semple
Specie simili
- Aster amellus L. - Astro di Virgilio: si differenzia in quanto è più alto e più ramificato verso le infiorescenze composte da più capolini.
- Aster bellidiastrum (L.) Scop. - Astro falsa pratolina (chiamato anche Bellidiastrum michelii Cass.): si differenzia soprattutto per i fiori esterni (ligulati) che sono bianchi.
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Usi
Giardinaggio
Sono piante molto ornamentali per cui sono coltivate nei giardini a carattere roccioso, ma anche consigliate per una coltivazione in vaso per decorare (al momento della fioritura) balconi e finestre. La moltiplicazione può avvenire per divisione dei cespi in autunno, o per seme in primavera.
Altre notizie
In molte regioni italiane è una specie protetta.
Galleria d'immagini
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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