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Bromus benekenii

specie di pianta Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Bromus benekenii
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Il forasacco di Beneken (Bromus benekenii (Lange) Trimen, 1872 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia delle Poacee (o Gramineae, nom. cons.), sottofamiglia Pooideae.[1][2]

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Etimologia

Il nome generico (bromus) deriva dalla lingua greca ed è un nome antico per l'avena.[3] L'epiteto specifico (benekenii) è stato dato in ricordo del farmacista germanico e florista F. Beneken (1800 - 1859).[4]

Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Johan Martin Christian Lange (Ødstedgaard, 20 marzo 1818 – Copenaghen, 3 aprile 1898), botanico e micologo danese e Henry Trimen (Paddington, 26 ottobre 1843 – Kandy, 16 ottobre 1896), botanico inglese, nella pubblicazione "Journal of Botany, British and Foreign. London" (J. Bot. 10: 333. 1872)[5] del 1872.[1]

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Descrizione

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Spighetta generica con tre fiori diversi

Queste piante arrivano ad una altezza di 6 - 15 dm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[4][6][7][8][9][10][11][12]

Radici

Le radici sono per lo più fascicolate; a volte sono secondarie da rizoma.

Fusto

La parte aerea della pianta è densamente cespugliosa con stoloni orizzontali. I culmi sono cavi a sezione più o meno rotonda, ginocchiato-ascendenti e robusti; all'apice sono incurvati. La superficie è finemente pubescente o scabrosa.

Foglie

Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.

  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e priva di auricole (o raramente auricolata); è densamente villosa per peli incurvati verso il basso (lunghezza dei peli 0,1 - 0,4 mm).
  • Ligula: la ligula è membranosa e a volte cigliata; gli apici sono acuti. Lunghezza della ligula: 1,5 mm.
  • Lamina: la lamina ha delle forme generalmente lineari e piatte; i margini sono densamente pelosi. Dimensioni della lamina nelle foglie inferiori: larghezza 8 – 13 mm; lunghezza 3 dm.

Infiorescenza

Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, terminali e ramificate, sono formate da alcune spighette (1 - 4) ed hanno la forma di una pannocchia ampia e unilaterale; è annuente all'apice. I rami sono incurvati; gli inferiori sono riuniti a 2 - 4 e possono essere brevi. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Dimensione dell'infiorescenza: 10 – 25 cm.

Spighetta

Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, con forme lanceolato-acuminate e compresse lateralmente, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 3 a 5 fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla tra i fiori o sopra le glume. Lunghezza delle spighette compresa le reste: 25 – 30 mm.

  • Glume: le glume, scabrose e con forme lanceolato-lineari, sono poco disuguali. Le venature sono da 1 a 3. Lunghezza delle glume: 8 –10 mm.
  • Palea: la palea è un profillo con alcune venature; può essere cigliata (le brattee basali non sono ciliate); è più corta del lemma.
  • Lemma: il lemma, strettamente lanceolato, pubescente sul dorso e villoso in genere, ha una resta apicale. Lunghezza del lemma: 10 – 12 mm. Lunghezza della resta: 6 – 7 mm.

Fiori

I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.

*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.

Frutti

I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti colorati di scuro, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.

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Biologia

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[13]

Distribuzione e habitat

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Distribuzione regionale[14] – Distribuzione alpina[15]

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico alpino Bromus benekenii appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]

  • Formazione: delle comunità forestali
    • Classe: Carpino-Fagetea
      • Ordine: Fagetalia sylvaticae
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Tassonomia

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La famiglia delle Poacee comprende circa 800 generi e oltre 9.000 specie[9][17]. È una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni. La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, il genere Bromus fa parte della sottofamiglia Pooideae.[6][7]

Il basionimo per questa specie è: Schedonorus benekenii Lange, 1871.[15]

Filogenesi

La tribù Bromeae fa parte della supertribù Triticodae T.D. Macfarl. & L. Watson, 1982. La supertribù Triticodae comprende tre tribù: Littledaleeae, Hordeeae e Bromeae. All'interno della supertribù, la tribù Bromeae forma un "gruppo fratello" con la tribù Hordeeae.[18]

I Bromus della flora spontanea italiana sono suddivisi in tre gruppi distinti: Festucaria G. et G., Anisantha Koch e Bromus s.s. La specie di questa voce appartiene al gruppo Festucaria: il ciclo biologico di queste piante è perenne con un aspetto simile alle specie del genere Festuca (tribù Poeae, sottotribù Loliinae[19]). A maturità le spighette si restringono all'apice. Le nervature delle due glume sono diverse: quella inferiore ha una sola nervatura; quella superiore è trinervia. La resta del lemma (breve o nulla) è inserita tra i due dentelli apicali del lemma stesso.[4]

Altri studi descrivono questa specie nella sezione Bromopsis Dumort. (le spighette hanno delle forme strettamente lanceolate; i lemmi sono arrotondati o leggermente carenati con punta singola).[20]

Il numero cromosomico della specie B. benekenii è: 2n = 28.[21]

Specie simili

La specie di questa voce può essere confusa con la specie Festuca gigantea Vill. (non è stolonifera). Nell'ambito dello stesso genere, la specie Bromus benekenii spesso è confusa con la specie Bromus ramosus Huds. (forasacco maggiore); si distingue per le setole patenti delle guaine e la pannocchia a forma piramidale con un unico ramo inferiore portante diverse spighette.[4]

Sinonimi

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[22]

  • Bromopsis atlantica (H.Lindb.) Holub
  • Bromopsis benekenii (Lange) Holub
  • Bromopsis ramosa subsp. atlantica (H.Lindb.) H.Scholz & Valdés
  • Bromopsis ramosa subsp. benekenii (Lange) Tzvelev
  • Bromus asper var. benekenii (Lange) Syme
  • Bromus atlanticus H.Lindb.
  • Bromus benekenii var. dalmaticus Degen & B.Lengyel
  • Bromus benekenii var. villosus Podp.
  • Bromus ramosus var. algeriensis Maire & Weiller
  • Bromus ramosus subsp. benekenìi (Lange) Schinz & Thell.
  • Bromus ramosus var. benekenii (Lange) Asch. & Graebn.
  • Schedonorus benekenii Lange
  • Zerna atlantica (H.Lindb.) Holub
  • Zerna benekenii (Lange) Lindm.
  • Zerna ramosa subsp. benekenii (Lange) Tzvelev
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Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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