Timeline
Chat
Prospettiva

Commissione provinciale

gruppo mafioso Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Commissione provinciale
Remove ads

La Commissione provinciale (spesso detta semplicemente Commissione e ribattezzata dagli organi di stampa anche come Cupola[N 1]) è un organo direttivo che riunisce i leader dell'organizzazione mafiosa denominata Cosa nostra nella provincia di Palermo. Ne fanno parte tutti i capimandamento della provincia. È caratterizzata dalla nomina di un capo Commissione eletto dai capimandamento stessi per elezione diretta, anche se più che di un capo si tratta di un segretario, un coordinatore.[1]

Thumb
I mandamenti mafiosi della città di Palermo, che hanno un seggio nella Commissione provinciale.
Remove ads

Storia

Riepilogo
Prospettiva

La prima Commissione

Dal 12 al 16 ottobre 1957 si tennero una serie di incontri presso il Grand Hotel et des Palmes di Palermo tra mafiosi americani (Lucky Luciano, Joseph Bonanno, John Bonventre, Carmine Galante, Frank Garofalo, Santo Sorge, Vito Vitale e John Di Bella) e siciliani (Gaspare Magaddino, Vincenzo Rimi, Cesare Manzella e Giuseppe Genco Russo ma si sospetta che parteciparono anche Salvatore "Cicchiteddu" Greco, Angelo La Barbera, Rosario Mancino, Pietro Davì, Totò Minore e Calcedonio Di Pisa[2])[3]: secondo il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta, durante tali incontri il boss Joseph Bonanno discusse insieme ad alcuni mafiosi siciliani venuti ad incontrarlo sulla creazione di una «Commissione» sul modello di quella dei mafiosi americani, che doveva assicurare l'ordine nelle file dell'organizzazione e risolvere i conflitti interni[4].

Salvatore "Cicchiteddu" Greco (capo della cosca di Ciaculli[5]) venne incaricato di dirigere la nuova Commissione[6] ed, insieme agli altri mafiosi, definì le nuove regole fondamentali: il "capomandamento", scelto da due o tre cosche contigue, doveva essere un personaggio di secondo rango all'interno della cosca di appartenenza e non un capo-famiglia[4], il quale le avrebbe rappresentate nella Commissione, che da quel momento avrebbe pure avuto il compito di deliberare sull'uccisione di "uomini d'onore" e di persone esterne, togliendo ai capi delle singole cosche il potere di vita e di morte sugli altri mafiosi[7]. Infatti negli anni successivi il collaboratore di giustizia Antonino Calderone dichiarerà che «[...] originariamente a Palermo, come in tutte le altre province siciliane, vi erano le cariche di "rappresentante provinciale", "vice-rappresentante" e "consigliere provinciale". Le cose mutarono con Salvatore Greco "Cicchiteddu" poiché venne creato un organismo collegiale, denominato Commissione, e composto dai capi-mandamento»[8]. Quindi la prima Commissione venne così composta:

Tuttavia il divieto di congiungere in una sola persona il ruolo di capo della cosca di appartenenza e quello di capomandamento non venne rispettato da tutti (Calcedonio Di Pisa, Michele Cavataio, Antonino Matranga, Mariano Troia, Salvatore Manno) e ciò provocò il risentimento dei fratelli Angelo e Salvatore La Barbera (capimafia di Palermo Centro), i quali stavano acquisendo molta autorità in seno alla Commissione per via della loro spregiudicatezza: tali rivalità sfoceranno nella cosiddetta "prima guerra di mafia", che culminerà nella strage di Ciaculli del 30 giugno 1963, in cui morirono sette uomini delle forze dell'ordine[9][10].

Il "triumvirato" e la seconda Commissione

Nel 1963, in seguito alla strage di Ciaculli e alla conseguente repressione operata dalle autorità nei confronti dei mafiosi, la Commissione venne sciolta. Nel 1969, dopo la fine dei grandi processi contro i protagonisti dei conflitti mafiosi, si cercò di ricostruire la Commissione ma il boss Michele Cavataio cercò di intromettersi, venendo assassinato perché lo si riteneva il principale responsabile della prima guerra di mafia e della strage di Ciaculli[11]. Dopo l'uccisione di Cavataio, si tennero una serie d'incontri tra i principali mafiosi siciliani a Zurigo, Milano e Catania per discutere sulla ricostruzione della Commissione e venne costituito un "triumvirato" provvisorio che doveva dirimere le dispute tra le varie cosche della provincia di Palermo; il "triumvirato" era composto dai boss Stefano Bontate, Gaetano Badalamenti e Luciano Leggio, benché si facesse spesso rappresentare dal suo vice Salvatore Riina[4][12][13].

Nel 1974 una nuova Commissione divenne operativa e Gaetano Badalamenti venne incaricato di dirigerla, abbandonando il vecchio divieto che impediva ai capi delle cosche di diventare anche capimandamento[4]. La seconda Commissione venne così composta:

Nel 1978 Badalamenti venne messo in minoranza nella Commissione da Salvatore Riina ed espulso[2]. Per queste ragioni, l'incarico di dirigerla passò a Michele Greco, il quale consolidò i suoi legami con lo schieramento dei Corleonesi capeggiati da Riina[15]. Dopo la sostituzione di Badalamenti, i Corleonesi e Stefano Bontate fecero nominare nuovi capimandamento tra i loro associati attraverso Greco e quindi la Commissione venne così composta:

Nel 1981 Riina fece uccidere Stefano Bontate e Salvatore Inzerillo, scatenando la seconda guerra di mafia, in cui numerosi capimandamento e altri mafiosi furono eliminati e i loro mandamenti e relative cosche vennero accorpate, affidandoli a mafiosi fedeli a Riina. Alla fine della seconda guerra di mafia (1982), la Commissione venne così composta:

A causa degli arresti dovuti al maxiprocesso e in seguito alle dichiarazioni di pentiti come Tommaso Buscetta, Salvatore Contorno, Francesco Marino Mannoia e Antonino Calderone, negli anni '80 molti membri della Commissione finirono dietro le sbarre e furono sostituiti dal cosiddetto reggente, tra essi ci furono: Michele Greco, Giuseppe Calò, Bernardo Brusca, Francesco Madonia, Salvatore Montalto e Giuseppe Giacomo Gambino. A sostituirli furono:

Commissione dopo il 1993

Nel 1993, dopo l'arresto di Riina, inizialmente doveva prendergli il posto Benedetto Santapaola, ma perché catanese dovette abdicare in favore di Leoluca Bagarella, che divenne il nuovo capo della Commissione, ma venne arrestato nel 1995[17]. In seguito la leadership passò a Bernardo Provenzano, che verrà arrestato nel 2006.

La nuova mafia di Provenzano

Tentativo di una terza Commissione

Nel 2006 s'insediò un triumvirato composto da Antonino Rotolo (capomandamento di Pagliarelli), Antonino Cinà (capomandamento di San Lorenzo) e Francesco Bonura (capomandamento dell'Uditore), che era in contatto diretto con Provenzano e governava Cosa nostra in sostituzione della Commissione provinciale[18]. I tre furono arrestati nel corso dell'Operazione Gotha.[19]

Nel 2008, in seguito agli arresti di Provenzano e Salvatore Lo Piccolo, i mafiosi della provincia di Palermo si accordarono per rifondare la Commissione provinciale decimata dagli arresti attuati dalle forze dell'ordine, cercando di individuare la nuova strutturazione dei mandamenti. I nuovi capimandamento trovarono anche l'approvazione del vecchio Gerlando Alberti, esponente di spicco della cosca di Porta Nuova.[20]

Nel dicembre 2008 però un'inchiesta dei Carabinieri, denominata «Operazione Perseo», riuscì ad intercettare le conversazioni di numerosi boss e portò all'arresto di 99 mafiosi, tra capimandamento, capi delle famiglie e gregari, facendo fallire il tentativo di ricostruzione della Commissione, che doveva essere presieduta da Benedetto Capizzi, capomandamento di Villagrazia, e doveva essere così composta:

Quarta Commissione

Il 4 dicembre 2018 viene arrestato Settimo Mineo, ritenuto oltre che capo del mandamento di Pagliarelli, il nuovo capo di Cosa nostra, dopo la morte di Riina. Nell'operazione dei Carabinieri, denominata "Cupola 2.0", sono finiti in manette 46 persone, tra cui tre componenti della Cupola[23][24]. Mineo è stato eletto capo durante una riunione, il 29 maggio 2018, in una località ancora sconosciuta[25][26]. La nuova Commissione provinciale avrebbe dovuto essere così composta:

  • Settimo Mineo (capomandamento di Pagliarelli), capo della Commissione, arrestato il 4 dicembre 2018. Viene sostituito, come capo del mandamento di Pagliarelli, da Giuseppe Calvaruso, arrestato il 5 aprile 2021.[27]
  • Gregorio Di Giovanni (capomandamento di Porta Nuova), arrestato il 4 dicembre 2018.
  • Filippo Salvatore Bisconti (capomandamento di Misilmeri-Belmonte), arrestato il 4 dicembre 2018. Subito dopo l'arresto ha iniziato a collaborare con la giustizia.[26]
  • Francesco Colletti (capomandamento di Villabate), arrestato il 4 dicembre 2018 e diventato anch'egli un collaboratore di giustizia.[28]
Remove ads

Capi della commissione

Remove ads

Note

Voci correlate

Loading related searches...

Wikiwand - on

Seamless Wikipedia browsing. On steroids.

Remove ads