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Fenice (costellazione)

costellazione Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Fenice (costellazione)
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La Fenice (in latino Phoenix) è una costellazione meridionale minore, introdotta dai navigatori danesi Pieter Dirkszoon Keyser e Frederick de Houtman, e ripresa da Johann Bayer nella sua opera Uranometria del 1603.

Fatti in breve Nome latino, Genitivo ...
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Osservazione

Riepilogo
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L'Uranometria di Bayer; la Fenice è rappresentata a sinistra.

La Fenice è una costellazione di medie dimensioni caratteristica dei cieli del sud; la sua stella più brillante, Ankaa, è di magnitudine 2,3 ed è dunque facilmente individuabile anche sotto cieli non completamente bui. Ankaa costituisce il vertice meridionale di un triangolo i cui restati due vertici sono Fomalhaut (nel Pesce Australe) e Deneb Kaitos (nella Balena). Il resto della costellazione si estende in particolare a sud e ad est di questa stella.

La Fenice si estende da -40° a -57° di declinazione, e da 23,5h a 2h di Ascensione Retta. Questo significa che è completamente invisibile per chi vive sopra il 50º parallelo dell'emisfero nord, e rimane comunque bassa nel cielo dell'autunno per chi vive a nord dei tropici. È invece facilmente visibile da luoghi come l'Australia e il Sudafrica, in cui è una figura caratteristica dei cieli primaverili e dell'inizio dell'estate australe.

La Fenice è associata con lo sciame meteorico minore delle Fenicidi di dicembre, che incontra la Terra il 5 dicembre.

Stelle principali

Lo stesso argomento in dettaglio: Stelle principali della costellazione della Fenice.

Stelle doppie

la Fenice contiene alcune stelle doppie osservabili con un telescopio amatoriale.

  • β Phoenicis è un sistema multiplo costituito da una coppia stretta di astri di quarta e settima grandezza, separati da soli 6,6", più una stella di undicesima a quasi un primo d'arco; per la sua osservazione occorre un telescopio di medie dimensioni.
  • θ Phoenicis è formata da due stelle di sesta e settima grandezza, con una separazione molto ridotta, al punto che occorrono dei forti ingrandimenti per poterla risolvere.
Ulteriori informazioni Nome, Magnitudine ...

Stelle variabili

Alcune delle stelle variabili della costellazione sono osservabili anche con piccoli strumenti, o in certi casi pure ad occhio nudo.

Fra le variabili a eclisse, la più brillante è la ζ Phoenicis, che è pure una delle variabili più brillanti della costellazione; le sue oscillazioni fra la terza e la quarta magnitudine sono apprezzabili nell'arco di meno di due giorni anche senza l'ausilio di strumenti, prendendo come riferimento la luminosità delle stelle vicine.

Le Mireidi sono in generale piuttosto deboli; la più brillante in fase di massima è la R Phoenicis, che arriva alla magnitudine 7,5.

Una variabile facile da osservare al binocolo è la SX Phoenicis, una variabile pulsante che oscilla fra la sesta e la settima grandezza in poche decine di minuti; durante una sessione osservativa è possibile apprezzare diversi cicli completi di pulsazione.

Ulteriori informazioni Nome, Magnitudine ...
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Oggetti del profondo cielo

Lo stesso argomento in dettaglio: Oggetti non stellari nella costellazione della Fenice.

Gli oggetti del profondo cielo contenuti nella Fenice sono tutti molto deboli per essere alla portata di piccoli strumenti amatoriali; essendo lontana dalla scia della Via Lattea, è possibile osservare solo oggetti extragalattici, fra i quali nessuno supera la magnitudine 11.

Ulteriori informazioni Nome, Tipo ...
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Sistemi planetari

Nella Fenice sono noti alcuni sistemi planetari, in cui è noto, in tutti i casi, solo un pianeta. WASP 4 e WASP 5 sono due stelle simili al Sole che ospitano entrambe un pianeta gioviano caldo dalla massa di poco superiore a quella di Giove; altre stelle della costellazione ospitano un sistema con altri pianeti gioviani.

Ulteriori informazioni Nome del sistema, Numero di pianeti confermati ...

Ammassi di galassie

Nella costellazione è stato osservato anche il protoammasso di galassie SPT-CL J2349-5638, la cui luce ha percorso oltre 12 miliardi di anni luce per giungere sino alla terra. Questo ammasso si è formato approssimativamente quando l'Universo aveva circa un decimo dell'età attuale e pone nuovi interrogativi sui meccanismi di formazione degli ammassi di galassie che si riteneva potesse avvenire non prima di tre miliardi di anni dopo il Big Bang.[6][7][8].

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Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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