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Governo Boselli

51º Governo del Regno d'Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Governo Boselli
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Il governo Boselli è stato il cinquantunesimo esecutivo del Regno d'Italia, guidato da Paolo Boselli.

Fatti in breve Stato, Presidente del Consiglio ...

Esso, nato in seguito alle dimissioni del governo precedente, è stato in carica dal 18 giugno 1916[1] al 29 ottobre 1917[2] (sebbene già dimissionario dal precedente 26 ottobre), per un totale di 496 giorni, ovvero 1 anno, 4 mesi e 9 giorni.

Essendo stato un governo di unità nazionale (che per giunta dovette per primo affrontare oltre alle tematiche inerenti alla guerra anche la diffusione dell’Influenza spagnola), esso vide, per la prima volta, anche la partecipazione al governo di una parte dei socialisti (Partito Socialista Riformista Italiano - PSRI), sebbene il Partito Socialista Italiano (PSI) ne rimase, per il momento, fuori.

In questo governo furono istituiti per via di necessità belliche e politiche, tramite regio decreto, una serie di ministeri e commissariati generali. Nello specifico:

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Compagine di governo

Riepilogo
Prospettiva

Appartenenza politica

Ulteriori informazioni Partito, Presidente ...

Con l’appoggio esterno di unità nazionale di Partito Democratico Costituzionale Italiano, Unione elettorale cattolica italiana, Partito Democratico, Radicali dissenzienti, Cattolici Conservatori, Repubblicani dissenzienti e Associazione Nazionalista Italiana.

Provenienza geografica

Ulteriori informazioni Regione, Presidente ...

Situazione parlamentare

NOTA: Nonostante ormai le dinamiche parlamentari sulla fiducia (che venivano spesso attuate indirettamente e tramite vari ordini del giorno), avevano ormai portato ad una prassi di forte rilevanza stratificata e abbastanza consolidata dell’organo legislativo e della Monarchia parlamentare, con un’evidente evoluzione in senso democratico della responsabilità politica, essa fu ciononostante solo una convenzione costituzionale. Ufficialmente infatti, ai tempi del Regno d'Italia, poiché secondo lo Statuto Albertino il governo rispondeva concretamente al solo Re (il quale, dando egli stesso una prima fiducia al governo, aveva il potere di far resistere l’esecutivo ad un voto della Camera dei deputati, come alcune volte fece), il rapporto con il Parlamento in senso moderno non era pienamente obbligatorio (ed in tal senso vari sono stati i casi di formazione o sopravvivenza di un governo palesemente privo di tale supporto), pur diventato oramai fondamentale (e più affine alla forma moderna solo successivamente, specie con l’ascesa dei partiti di massa e con l’introduzione del sistema proporzionale). Per questo motivo, il grafico sottostante espone, secondo ricostruzioni e dichiarazioni, nonché secondo la composizione del governo ed anche secondo il voto effettivamente subìto, il supporto che questo ha ottenuto a fini puramente enciclopedici e storici, tenendo conto della facile mutevolezza delle forze politiche e del contesto storico-politico.

Al momento della sua formazione, il 18 giugno 1916:

Ulteriori informazioni Camera, Collocazione ...

Al momento della sua caduta, il 25 ottobre 1917:

Ulteriori informazioni Camera, Collocazione ...
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Composizione

Ulteriori informazioni Carica, Titolare ...
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Cronologia

1916

1917

  • 16 ottobre - Alla riapertura della Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio Boselli comunica un rimpasto, ma poiché non fece dichiarazioni politiche, i socialisti, per il tramite di Claudio Treves, promossero un ordine del giorno per “risolvere la crisi extra-parlamentare”. Esso fu respinto con 228 contrari (51 favorevoli, 15 astenuti, 214 non votanti).
  • 17 ottobre - Inizia la discussione sulla domanda di estensione dell’esercizio provvisorio.
  • 24 ottobre - Con la linea intorno a Gorizia al collasso, le truppe dell’Impero tedesco vengono in soccorso agli austriaci, portando alla sconfitta di Caporetto ed al ritiro (con l’ordine di fare terra bruciata) oltre il Piave di tutte le tre armate italiane. Poco dopo, dunque, giungono a Montecitorio le notizie relative alla drammatica disfatta, causando un enorme dibattito. Si scoprì, infatti, che non solo l’arretramento era stato enorme, ma anche che, nel mese di preparazione, Cadorna decise di sottovalutare la minaccia.
  • 25 ottobre - Sugli strascichi del disastro bellico, la domanda di estensione finanziaria viene minata da discussioni sull’opportunità di mantenere il governo in carica. È dunque proposto un ordine del giorno che unisce i due voti, ma che su volere del Presidente del Consiglio viene svolto per divisione: la prima parte (riguardante la fiducia parlamentare) viene respinta con 314 contrari (96 favorevoli, 5 astenuti, 93 non votanti), mentre la seconda viene approvata. Boselli, dunque, tenuto conto del voto, si reca dal Re per rassegnare le dimissioni. Questi, dopo averle accolte, conferisce l’incarico a Vittorio Emanuele Orlando: oltre alla batosta militare, Paolo Boselli pagava per la fiducia che aveva sempre accordato al generale Luigi Cadorna.[9]
  • 29 ottobre - Con il giuramento del nuovo esecutivo, termina ufficialmente l’esperienza di governo.
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Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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