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Megachile sicula

specie di animale della famiglia Megachilidae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Megachile sicula
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Megachile sicula (Rossi, 1792) è un imenottero apoideo appartenente alla famiglia Megachilidae.[1]

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Descrizione

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Sono apoidei di medie dimensioni.

Il torace è ricoperto da una fitta peluria bruno-rossastra, l'addome è glabro e di colore bruno-nerastro e le zampe sono anch'esse rossastre.

Le femmine posseggono una struttura di raccolta del polline formata da frange di peli, posta sotto l'addome (scopa addominale).

Biologia

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Nido di M. sicula

Sono api solitarie che costruiscono nidi a forma di palla, di solito attaccati a ramoscelli o su pareti rocciose, ottenuti impastando sabbia e terra con una secrezione delle ghiandole labiali.
Analisi chimiche del secreto delle ghiandole labiali hanno evidenziato un alto contenuto di idrocarburi a catena lunga, principalmente entriacontene (C31H62) e tritriacontene (C33H66). Ciò garantisce al nido impermeabilità e capacità di resistere alle piogge per diversi anni.[2]
All'interno del nido sono presenti diverse celle allungate che vengono riempite con miele e polline; all'interno di ogni cella viene deposto un uovo, da cui si sviluppa la larva; essa trascorre l'inverno all'interno del nido per fuoriuscirne, a sviluppo completato, la primavera successiva.[3]

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Ecologia

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M. sicula è l'insetto impollinatore di Ophrys × flavicans

Megachile sicula è stata individuata come insetto impollinatore di Ophrys × flavicans[4][5]. La forma a sella del labello di queste orchidee si adatta a quella assunta dall'addome questi insetti durante la copula.

Tra i parassiti delle larve di M. sicula si possono citare gli imenotteri calcidoidei Leucospis gigas (Leucospidae)[6] e Monodontomerus aeneus (Torymidae).[7]

Distribuzione

La specie ha un areale mediterraneo occidentale che comprende l'Europa sud-occidentale (Portogallo, Spagna, Francia e Italia) e il Nord Africa (Marocco, Algeria e Libia).[8][9]
In Italia la sua presenza è limitata a Italia meridionale, Sicilia e Sardegna.[10]

Tassonomia

Sono state descritte le seguenti sottospecie:[8]

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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