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Pandemia di COVID-19 in Macedonia del Nord
pandemia virale in Macedonia del Nord Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il primo caso della pandemia di COVID-19 nella Macedonia del Nord è stato confermato il 26 febbraio 2020.[3]
La Macedonia del Nord ha visto un forte aumento dei casi nelle settimane successive dal primo caso riscontrato, mandando in tilt il sistema sanitario causando la prima morte il 22 marzo 2020.[4] Nel mese di marzo 2020, la Macedonia del Nord ha messo in atto un piano di quarantena nazionale per contrastare la diffusione della COVID-19 nel Paese. A luglio 2020, il Paese ha registrato una seconda ondata, causata anche dai ricongiungimenti familiari durante l'Id al-Fitr tra la minoranza musulmana e dalla riapertura complessiva del Paese per organizzare le elezioni parlamentari.[5][6][7]
Il 5 maggio 2023, l'Organizzazione mondiale della sanità dichiara ufficialmente la fine della pandemia[8][9][10][11][12].
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Antefatti
Il 12 gennaio 2020, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha confermato che un nuovo coronavirus era la causa di una nuova infezione polmonare che aveva colpito diversi abitanti della città di Wuhan, nella provincia cinese dell'Hubei, il cui caso era stato portato all'attenzione dell'OMS il 31 dicembre 2019.[13][14]
Sebbene nel tempo il tasso di mortalità della COVID-19 si sia rivelato decisamente più basso di quello dell'epidemia di SARS che aveva imperversato nel 2003,[15] la trasmissione del virus SARS-CoV-2, alla base della COVID-19, è risultata essere molto più ampia di quella del precedente virus del 2003, e ha portato a un numero totale di morti molto più elevato.[16]
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Cronologia
Riepilogo
Prospettiva

Il primo cittadino macedone a essere contagiato dal coronavirus fu un membro dell'equipaggio del translatlantico Diamond Princess, che il 13 febbraio 2020 si trovava in quarantena presso il porto di Yokohama, in Giappone. Sebbene il suo caso non fosse grave, il paziente venne trasferito in un ospedale della città nipponica. Altri due macedoni facevano parte dell'equipaggio, ma non furono contagiati.[17]
Il 26 febbraio, venne confermato il primo caso sul suolo macedone: si trattava di una donna che tornava dall'Italia, dopo essere stata per un mese dalla sua famiglia. La donna venne portata all'ospedale di Skopje, dove risultò essere positiva al virus.[18]
Due nuovi casi, una coppia sposata tornata da Brescia, vennero rilevati il 6 marzo a Debar, un comune nella parte occidentale della nazione. I due anziani erano tornati in Macedonia del Nord in un autobus che aveva fatto scendere dei passeggeri anche a Skopje e Kumanovo.[19] Il 9 marzo, tre membri della famiglia della coppia si ammalarono di SARS-CoV-2, oltre alla direttrice di una clinica dermatologica scopiese che era tornata dalle vacanze invernali in Italia.[20] La direttrice non si era messa in quarantena fiduciaria al ritorno dalle vacanze, come raccomandato, e il ministro della sanità annunciò che l'indomani sarebbe stata licenziata.[21]
Il 10 marzo, il governo annunciò le prime misure restrittive per limitare la propagazione del virus, come il divieto di assembramenti tra più di mille persone, la continuazione degli eventi sportivi senza il pubblico in presenza e la chiusura di tutte le scuole e le università per almeno due settimane.[22] I viaggi nei paesi dove c'era un alto numero di casi, come l'Italia, la Cina, la Corea del Sud, la Francia e la Germania, vennero vietati.
Quattro nuovi casi di coronavirus vennero rilevati nella regione di Debar e, il 13 marzo, il governo decise di mettere il comune di Debar e la vicina Centar Župa in quarantena. La circolazione venne limitata: venne vietata l'uscita o l'entrata nei due comuni in zona rossa e gli spostamenti al loro interno vennero limitati. I trasgressori sarebbero stati arrestati. Due posti di frontiera limitrofi vennero chiusi, inclusa la stazione sciistica di Mavrovo e Rostuša. Al 13 marzo 2020 c'erano 13 casi attivi nel paese, 11 dei quali nella regione di Debar. A Skopje, venne registrata la prima guarigione dal SARS-CoV-2.[23]
Il 16 marzo, l'aeroporto internazionale di Skopje e tutti i punti di accesso ai confini della nazione vennero chiusi.[24] Il giorno dopo nel paese si registrono cinque nuovi casi, quattro dei quali a Debar. Lo stesso giorno il governo decise di rinviare le elezioni legislative che si sarebbero dovute svolgere ad aprile.[25][26] Il 18 marzo, il presidente Stevo Pendarovski proclamò lo stato di emergenza a livello nazionale per una durata di 30 giorni. Una volta sciolto il parlamento in previsione delle elezioni legislative anticipate, tutti i poteri esecutivi e legislativi tornarono al governo provvisorio guidato da Oliver Spasovski. Era la prima volta che il paese si trovava in stato d'emergenza dai tempi dell'indipendenza.[27]
Il 20 marzo, il numero totale dei casi in Macedonia del Nord ammontava a 67, e Skopje superò per la prima volta Debar per numero di casi. Il primo decesso venne registrato a Kumanovo il 22 marzo: si trattava di una donna di 57 anni.[4] Il 30 marzo nel paese si registravano 285 casi, 164 dei quali solo nella capitale Skopje.[28] Il 3 aprile 2020, il governo decise di mettere in confinamento Kumanovo e di adottare pure il coprifuoco, a causa del numero di casi in crescita nella regione.[29] In seguito, il confinamento venne esteso a tutta la nazione.[30]
Il 16 aprile 2020 il numero dei casi superò quota 1000 per un totale di 1081 casi dall'inizio della pandemia, 46 decessi e 121 guarigioni. Nella capitale si trovavano 177 casi registrati, ma il focolaio più grande si trovava a Kumanovo (306 casi). Un altro focolaio emerse a Prilep (100 casi) mentre quello di Debar rimaneva contenuto (51 casi).[31]
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Andamento dei contagi
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Note
Voci correlate
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Collegamenti esterni
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