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Papa Alessandro I

6° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 105 al 115 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Papa Alessandro I
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Alessandro I (Roma, ... – Roma, 3 maggio 115/116) è stato il 6º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, all'incirca tra il 105/106 e il 115/116.

Fatti in breve 6º papa della Chiesa cattolica, Elezione ...
Fatti in breve Sant'Alessandro I, Nascita ...
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Biografia

Riepilogo
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Ireneo di Lione, alla fine del II secolo, lo indicò come il quinto papa.[1] Il suo pontificato è stato variamente datato dagli storici: secondo Eusebio di Cesarea[2] nell'Historia Ecclesiastica [3] regnò dal 108 al 119, mentre il Catalogo Liberiano afferma che il pontificato di Alessandro sia durato sette anni, due mesi e un giorno, dal 109 al 116; infine il Liber pontificalis riporta solo l'ultimo anno di pontificato, il 116, ma indica la durata del medesimo in dieci anni, sette mesi e due giorni.[4][5][6]

Secondo una tradizione della Chiesa di Roma, risalente alla fine del V secolo e riportata sul Liber pontificalis, era romano di nascita e svolse il suo ufficio durante il regno di Traiano (98-117). La stessa tradizione afferma che patì il martirio per decapitazione sulla Via Nomentana, a Roma, il 3 maggio.

Gli si attribuisce l'introduzione nel canone del Qui Pridie, le parole commemorative dell'istituzione dell'Eucaristia. Si dice anche che abbia introdotto l'uso di benedire con acqua e sale le case dei cristiani per preservarle dal maligno (constituit aquam sparsionis cum sale benedici in habitaculis hominum, trad: istituì l'aspersione di acqua col sale per benedire le abitazioni degli uomini).

Traiano e Plinio il Giovane

Durante il suo pontificato intercorse (circa 112) la nota corrispondenza fra Plinio il Giovane, procuratore in Bitinia, e l'imperatore Traiano a seguito di denunce anonime contro i cristiani:

«Coloro che negavano di essere cristiani, o di esserlo stati, ritenni di doverli rimettere in libertà...tutti costoro venerarono la tua immagine e i simulacri degli dei, e imprecarono contro Cristo. Affermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva nel riunirsi prima dell'alba e intonare a cori alterni un inno a Cristo come se fosse un dio, e giurare di non perpetrare delitti, a non commettere furti, frodi, adulteri, a mantenere la parola data e a restituire i depositi, qualora ne fossero richiesti. Poi, avevano l'abitudine di riunirsi nuovamente per prendere del cibo, ad ogni modo comune e innocente, cosa che cessarono di fare dopo il mio editto nel quale, secondo le tue disposizioni, avevo proibito l'esistenza di sodalizi...»

Traiano rispondeva che

«...Non può essere stabilita una regola generale che abbia un carattere rigido. Non li si deve ricercare; qualora vengano denunciati e riconosciuti colpevoli, li si deve punire, ma in modo che colui che avrà negato di essere cristiano dimostrandolo con i fatti, cioè rivolgendo suppliche ai nostri dei, quantunque abbia suscitato sospetti in passato, sia perdonato per il suo ravvedimento. Quanto ai libelli anonimi messi in circolazione, non devono godere di considerazione in alcun processo; infatti è prassi di pessimo esempio, indegna dei nostri tempi.»
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Sepolcro e culto

Riepilogo
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Nel 1855, nel luogo dove un'antica tradizione faceva avvenire il martirio di Alessandro, fu scoperto un cimitero semisotterraneo dei santi martiri Alessandro, Eventolo, e Teodolo. Secondo alcuni archeologi questo Alessandro corrisponderebbe al Papa e quest'area funeraria segnerebbe il luogo del suo martirio. Duchesne, tuttavia, negava l'identità tra il martire ed il papa, affermando che la confusione fra i due personaggi risalirebbe agli inizi del VI secolo, data di compilazione del Liber Pontificalis. Anche Sant'Ireneo di Lione non faceva alcuna menzione di un suo martirio.

Si dice che le sue reliquie siano state traslate a Frisinga, in Baviera nell'834. La catena con cui secondo la tradizione fu tenuto prigioniero è stata invece collocata a Lucca attorno al 1060, nella chiesa di Sant'Alessandro Maggiore dal vescovo di Lucca Anselmo da Baggio, divenuto poi papa col nome di Alessandro II.

Tradizionalmente venerato come santo, è riportato alla data del 3 maggio in tutti i vecchi martirologi (Martirologio geronimiano, martirologio di Usuardo e Martirologio romano del Baronio), tuttavia la sua memoria non compare più nel nuovo Martirologio romano. La sua festa liturgica viene celebrata il 3 maggio a Barrafranca, ad Alessandria del Carretto, a Corfinio e Mosciano Sant'Angelo dove è venerato come santo patrono.

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Note

Bibliografia

Altri progetti

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