Andora
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Andora (Andȍa, Andeua, Andȍ(r)a, o Andȍra, in ligure[4][5][6]) è un comune italiano di 7 188 abitanti[1] della provincia di Savona in Liguria.
Andora comune | |
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Panorama di Andora e del promontorio di Capo Mele da Capo Mimosa | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Liguria |
Provincia | Savona |
Amministrazione | |
Sindaco | Mauro Demichelis (lista civica di centro-destra Andora Più) dal 26-5-2014 (3º mandato dal 10-6-2024) |
Data di istituzione | 1861 |
Territorio | |
Coordinate | 43°57′30.8″N 8°08′22.05″E |
Altitudine | 10 m s.l.m. |
Superficie | 31,8 km² |
Abitanti | 7 188[1] (31-5-2022) |
Densità | 226,04 ab./km² |
Frazioni | Castello, Colla Micheri, Conna, Rollo, San Bartolomeo, San Giovanni, San Pietro |
Comuni confinanti | Alassio, Cervo (IM), Garlenda, Laigueglia, San Bartolomeo al Mare (IM), Stellanello, Villa Faraldi (IM), Villanova d'Albenga |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 17051 |
Prefisso | 0182 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 009006 |
Cod. catastale | A278 |
Targa | SV |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 195 GG[3] |
Nome abitanti | andoresi |
Patrono | san Giacomo il Minore e san Filippo apostolo |
Giorno festivo | 3 maggio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Andora nella provincia di Savona | |
Sito istituzionale | |
Andora è situata nella parte più occidentale della Riviera delle Palme, al confine amministrativo con la provincia di Imperia, tra le insenature di Capo Mele (a levante) e Capo Mimosa (a ponente), alla foce del torrente Merula che l'attraversa. I suoi vasti arenili sono considerati tra i più belli del ponente ligure e si estendono per quasi 2 km di lunghezza. Lungo la costa si sviluppa la località di Marina di Andora.
Il nome della città sarebbe legato ad una tradizione popolare[7], un racconto che narra la triste storia di Andalora. La leggenda vuole che il principe saraceno Al Kadir, durante una razzia lungo le coste liguri, vide la bella Andalora (che significa landa d'oro) e la volle rapire, legandola all'albero maestro della propria nave.
Il promesso sposo di lei, Stefanello, la raggiunse nottetempo, mentre la nave era ormeggiata presso Capo Mele, ma nel vano tentativo di liberarla venne scoperto e ucciso. Andalora, per il dolore, e per non restare in mano dei Saraceni, si gettò in mare. Il sacrificio dei due giovani, sempre secondo la leggenda, spinse il principe Al Kadir a convertirsi alla fede cristiana. Da allora i due paesi limitrofi di Andora e Stellanello portano questi nomi in memoria dei due giovani.
Secondo le fonti storiche il castrum Andoræ fu un antico possedimento d'epoca romana[8] che, durante l'età dell'alto medioevo, trasferendosi dall'originaria ubicazione lungo la piana del torrente Merula si stanziò lungo l'altura del Castello[8]. Il feudo dall'XI secolo fu in possesso dei monaci benedettini dell'abbazia di San Martino dell'isola Gallinara fino al XII secolo quando passò ai marchesi di Clavesana[8] che fecero del castello un caposaldo e locale residenza marittima, che fortificarono e ricostruirono innalzadovi il loro castello, circondato da un nucleo fortificato.
Nel 1252[8] il feudo di Andora venne venduto alla Repubblica di Genova che promosse il territorio a sede di podesteria[8], dipendente dal vicariato di Porto Maurizio[8], e dando vita ad un nuovo impulso economico e sociale per tutto il XIII e XIV secolo. Fu nel corso del Quattrocento che il territorio e il castello andorese patì devastazione e danneggiamenti per la discesa in Liguria delle truppe dei Visconti, al comando del capitano Niccolò Piccinino[8], negli anni della dedizione della repubblica genovese verso il Ducato di Milano.
Le distruzioni del borgo causarono, inoltre, un lento ma progressivo abbandono[8] dello stesso in favore dei nascenti nuclei lungo la piana del Merula. Nei secoli successivi però epidemie di malaria e di peste[8], e l'impaludamento del corso d'acqua[8], portò ad un lento fenomeno di spopolamento del territorio di Andora in favore del vicino centro costiero di Laigueglia[8]. Lo stesso podestà trasferì, nel 1723[8], la sede della podesteria nella città laiguegliese, però con l'obbligo di recarsi almeno tre volte al mese ad Andora per amministrarvi la giustizia[8].
Durante questo periodo si svilupparono le coltivazioni dell'ulivo - da cui si ricaverà poi l'olio - nonché la pesca, e nacquero i primi cantieri navali.
Caduta la Repubblica di Genova, la nuova municipalità di San Giovanni d'Andora[8] (nome ereditato dall'antica e omonima pieve) rientrò dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Letimbro, con capoluogo Savona, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798[8] fece parte del II cantone, con capoluogo Laigueglia, della Giurisdizione del Capo delle Mele e dal 1803[8] centro principale del V cantone di Alassio nella Giurisdizione degli Ulivi. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814, ed inserito nel Dipartimento di Montenotte, riottenne il nome di Andora[8].
Nel 1815 fu inglobato nella provincia di Albenga del Regno di Sardegna, così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861[8]. Dal 1859 al 1926[8] il territorio fu compreso nel III mandamento omonimo del circondario di Albenga facente parte della provincia di Genova; nel 1927 con la soppressione del circondario ingauno passò, per pochi mesi, nel circondario di Savona e, infine, sotto la neo costituita provincia di Savona[8].
Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana Ingauna. Dal 2014 al 2019 ha fatto parte dell'Unione dei comuni della Val Merula e di Montarosio, ospitandone la sede.
«D'azzurro; al capo di Genova; alla banda d'oro sul tutto. Ornamenti esteriori da Comune.[9]»
«Drappo di azzurro…[9]»
«Drappo di azzurro caricato al centro dello stemma comunale privo di ornamenti...[9]»
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 3 novembre 1987.[10][11]
Nelle rappresentazioni ufficiali e di Araldica Civica lo stemma è più simile ad un partito, che ad un capo di genova, nei cartelli del comune è presente anche uno stemma con solo lo scudo e la corona.
Abitanti censiti[13]
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti ad Andora sono 616[14], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[15]:
Il territorio comunale è costituito, oltre al capoluogo, dai nuclei storici di Castello, Colla Micheri, Conna, Rollo, San Bartolomeo, San Giovanni e San Pietro per una superficie territoriale di 31,80 km²[16].
Confina a nord con i comuni di Garlenda, Villanova d'Albenga e Alassio, a sud con Cervo (IM), ad ovest con Stellanello, Villa Faraldi (IM) e San Bartolomeo al Mare (IM) e ad est con Laigueglia e il mar Ligure.
L'economia andorese, centro balneare della riviera di Ponente, si basa principalmente sul turismo e l'attività diportistica. La località ha ottenuto dalla FEE-Italia (Foundation for Environmental Education) il conferimento della Bandiera blu per la qualità dei servizi del porto turistico ("Marina di Andora").
Il territorio di Andora è attraversato, nel tratto più interno, dalla strada provinciale 13 che permette il collegamento stradale della località di Marina di Andora, lungo la costa, con il territorio comunale di Stellanello e Testico. Verso la zona costiera è la strada statale 1 Via Aurelia ad attraversare il centro andorese collegandolo con Laigueglia, ad est, e il comune imperiese di Cervo ad ovest.
Inoltre è raggiungibile anche grazie al proprio casello autostradale sull'autostrada A10.
Andora è dotata di una nuova e propria stazione ferroviaria sulla linea ferroviaria Genova-Ventimiglia, che è andata a sostituire la vecchia stazione del 1872, a seguito del raddoppio e dello spostamento a monte della tratta tra San Lorenzo al Mare e Andora.
Andora è dotata di uno degli approdi turistici più importanti della Liguria: il porto turistico "Marina di Andora" che dispone di 900 posti barca (il 5º porto turistico per grandezza della regione dopo Lavagna, Imperia, Sanremo e Marina degli Aregai). Il porto si trova a levante vicino al promontorio di Capo Mele.
All'inizio degli anni 60 in un periodo che segna la realizzazione e lo sviluppo delle vie di comunicazione stradali principali, come l'ampliamento della via Aurelia e la realizzazione dell'Autostrada, nasce una delle opere che innoveranno la considerazione del territorio andorese: il porto.
Il Sindaco di Allora, Walter Momigliano crede fermamente nel progetto poiché avrebbe portato lustro alla cittadina, che iniziava a formarsi sul litorale con intense trasformazioni edilizie.
L'idea era di costruire un porto turistico per l'attracco di natanti turistici di piccole dimensioni che avrebbe portato nel tempo un turismo d'elite.
Inizialmente l'idea era di costruire un Porto turistico, solo che all'epoca non era ancora ben definito e normato e il comune all'epoca povero economicamente non avrebbe mai potuto sostenere in modo autonomo tutte le spese necessarie per la realizzazione. Allora venne un'idea: l'organizzazione di una cena presso il locale Rocce di Pinamare di proprietà del Sindaco Momigliano. La cena, preparata nel periodo estivo con maestria e con il pieno rispetto delle regole del galateo in merito alla realizzazione di una cena reale, aveva come ospiti rappresentanti politici, il Sindaco Momigliano e l'Onorevole Paolo Emilio Taviani insieme al suo Segretario personale. A quella cena, si decise la tipologia di porto a costruire e la cifra economica che lo stato avrebbe dato per la realizzazione. La Categoria scelta per la costruzione del porto fu la IV Categoria, categoria di porto legata alla Pesca e ai pescatori e la cifra che lo stato avrebbe stanziato fu di 40.000.000 di lire. Venne quindi deciso di lanciarsi nell'impresa.
La morfologia del territorio, le Correnti e i venti dettavano elementi oggettivi importanti da essere considerati.
Il Libeccio, soffiando praticamente ogni giorno, portava a prendere in considerazione il fatto che un porto costruito a Ponente del golfo potesse essere un elemento di riparo per il Litorale.
Contemporaneamente, si sollevava il dubbio che le Correnti marine agissero con moto in direzione da Levante, costituendo un elemento alternativo alla direzione ventosa frequente.
Si fece ricorso a due studi di professionisti esperti del settore, i quali giunsero a risultati perfettamente contrapposti.
Si decise allora di effettuare delle prove pratiche e sperimentali per prendere atto della situazione, secondo i comportamenti reali delle forze naturali in campo: Mare e Vento.
Vennero posizionate al largo dalla Costa delle Boe, distanziate tra loro di un paio di centinaia di metri; tali boe erano dotate di una corda di immersione, alla cui estremità sottomarina era stata ancorata una sorta di pala, in struttura semirigida, simile ad una pala eolica, in modo che le posizioni delle boe fossero libere di adattarsi alle sollecitazioni atmosferiche e naturali a cui venivano sottoposte.
Dopo alcuni giorni il risultato era evidente: molte delle Boe, quasi tutte, erano state trasportate sotto il versante collinare di Ponente e tale constatazione portò a valutare e definire che la migliore protezione del golfo andorese fosse quella di realizzare il Porto a Levante, in modo che il litorale fosse più protetto dalle correnti marine.
Tale soluzione permetterà, nel giro di pochi anni dalla realizzazione del Porto, di ricevere il progressivo Insabbiamento "naturale" dell'intero litorale, con l'originaria formazione delle prime vere e proprie spiagge.
Grazie alla costruzione dell'autostrada,si è riuscito ad utilizzare parte degli enormi massi e blocchi rocciosi derivati dai trafori, dagli scavi e dalle movimentazioni stradali sulle alture circostanti. Grazie alla creazione di un punto di scarico dei detriti sulla Via Aurelia a fianco del neo nato porto, si dà il via all’accatastamento di enormità di materiale detritico in un tratto di mare antistante la via Aurelia che aiuterà la formazione della spiaggia.
Tale “discarica” assumerà, in breve tempo, la storica forma a “L”, dell’originario molo di sopraflutto, con il molo di sottoflutto in corrispondenza dell’apertura del Porto stesso, modificando l’estetica del paese ed aprendo nuovi sbocchi di sviluppo turistico – commerciale, modificando in parte le correnti marine ed aiutando il fenomeno di Ripascimento degli arenili che progressivamente si trasformeranno da distese di ciottoli a vere e proprie spiagge sabbiose naturali.
La struttura portuale sarà completata, all’interno dell’area di mare occupata, da tre pontili: il primo verso Ponente sarà costituito da una passerella in tavolame, in parte poggiata su enormi blocchi di calcestruzzo armato utilizzati come piedritti;
gli altri due saranno realizzati quali sorta di palafitte, costituite da passerella in tavolame su struttura tubolare metallica. La cordonatura esterna del molo di sopraflutto sarà irrobustita e completata con l’assemblaggio ed accatastamento di tetrapodi, i famigliari “ometti” in Calcestruzzo armato.
Con la sola realizzazione di piccole opere di manutenzione e sistemazione generale, il Porto manterrà detta consistenza fino al 1995. Nel dicembre del 1994 viene stipulato l’Atto di Sottomissione che prevede l’ampliamento del porto esistente sino alla forma dell’attuale bacino. Nel 1997 iniziano i lavori legati al Primo Lotto delle opere interessanti l’ampliamento portuale, che prevedono la sistemazione di servizi ed impianti:
Inoltre, la soprintendenza delle belle arti impone che i tetrapodi vengano eliminati, mediante sostituzione e/o copertura degli stessi con massi rocciosi: materiale ritenuto architettonicamente ed esteticamente più idoneo per l’inserimento paesaggistico - ambientale dell’intera struttura.
Dopo il 1997 partono le grandi opere che modificano sostanzialmente la consistenza e l’aspetto dell’originario impianto portuale, fino a trasformare il complesso nella struttura oggi esistente:
Nel complesso le nuove opere eseguite permettono di ottenere un numero di 900 posti barca. Un lungo e pesante sforzo a carico dell’intero Comune, costato dal 1997 al 2005 oltre dieci milioni di Euro.
Nell’ultimo decennio sono state sviluppate le opere a terra ed i servizi, con la realizzazione di aree espositive all’aperto e la creazione di un “Solarium” panoramico estivo sopra a quello che in origine e per lungo tempo era per tutti semplicemente il “muraglione del porto”.
Ubicata a Capo Mele si trova la base dell'Aeronautica militare che oltre la salvaguardia dello spazio aereo fornisce dati e bollettini meteorologici.[17]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1914 | 1915 | Giuseppe Maglioni | Sindaco | ||
1916 | 1920 | Giacomo Trevia | Sindaco | ||
1921 | 1922 | Gio Batta Musso | Partito Nazionale Fascista | Podestà | |
1922 | 1923 | Nicolò Marchiano | Partito Nazionale Fascista | Podestà | |
1923 | 1925 | Tullio Musso | Partito Nazionale Fascista | Podestà | |
1945 | 1946 | Vittorio Stalla | Sindaco | [20] | |
1946 | 1951 | Pier Giovanni Testa | Sindaco | ||
1951 | 1956 | Guido Siffredi | Sindaco | ||
1956 | 1960 | Angelo Porcella | Sindaco | ||
1960 | 1975 | Walter Momigliano | Sindaco | ||
1975 | 16 agosto 1985 | Francesco Bruno | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
16 agosto 1985 | 10 luglio 1990 | Francesco Bruno | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
10 luglio 1990 | 24 aprile 1995 | Francesco Bruno | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Pierluigi Pesenti | Indipendente | Sindaco | |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Pierluigi Pesenti | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Franco Floris | lista civica | Sindaco | |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Franco Floris | Vivi Andora (lista civica di centro-sinistra) |
Sindaco | |
26 maggio 2014 | 27 maggio 2019 | Mauro Demichelis | Andora Più (lista civica di centro-destra) |
Sindaco | |
27 maggio 2019 | 10 giugno 2024 | Mauro Demichelis | Andora Più (lista civica di centro-destra) |
Sindaco | |
10 giugno 2024 | in carica | Mauro Demichelis | Andora Più (lista civica di centro-destra) |
Sindaco |
Andora è gemellata[21] con:
Tra le società calcistiche del passato l'A.S. Val Merula e l'Andora Calcio.
Ad Andora sono presenti due associazioni tennistiche affiliate alla Federazione Italiana Tennis che giocano presso i due circoli di tennis.
La squadra andorese di pallapugno è la Don Dagnino Andora, nata nel 1960. Nel suo palmarès ci sono numerosi scudetti, ultimo dei quali nel campionato di Serie B 2009 con Matteo Levratto. Disputa le partite casalinghe allo sferisterio "San Bartolomeo".
Ogni anno, a febbraio, si svolge la "Ronde Val Merula" (in precedenza denominate "Rally di Andora" e ancora "Ronde di Andora"), della quale la prima edizione si è svolta l'8 e il 9 febbraio 2014 dalla A.S.D. Sport Infinity. Nel 2011 ci fu speciale partecipazione del pilota di Formula 1 Robert Kubica il quale rimase gravemente ferito durante il trasferimento da un punto ad un altro.
Ad Andora viene inoltre disputato un importante trofeo nazionale di Nuoto per salvamento, il Trofeo Città Di Andora.
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