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scultore, pittore e ceramista italiano (1919-1990) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Andrea Cascella (Pescara, 10 gennaio 1920 – Milano, 27 agosto 1990) è stato uno scultore, pittore e ceramista italiano.
Rappresenta la terza generazione della nota famiglia di artisti dei Cascella, il cui capostipite fu Basilio Cascella.[1] Figlio di Tommaso Cascella[1], nipote di Michele Cascella, come il fratello Pietro[1] si è affermato come scultore dapprima grazie ad una collaborazione con Domenico Rambelli, anche se all'inizio si dilettava nella pittura, e nelle ceramiche. Tra gli incarichi ricordiamo la direzione dell'Accademia di Brera.
Negli anni della guerra partecipò attivamente alla Resistenza[1] nelle formazioni garibaldine dell'Ossola in qualità di comandante di formazione a fianco del Commissario politico Edoardo Gino Vermicelli.
Frequentò l'Osteria Fratelli Menghi, noto punto di ritrovo per pittori, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni '40 e '70, e nel 1949 espose le sue opere alla sua "prima", presso la Galleria dell'Obelisco romana, per poi presenziare alla Biennale,[1] alla Galleria Grosvenor londinese, al museo Guggenheim newyorkese[1] ed a molte "personali" milanesi.[2]
Agli inizi degli anni sessanta risalirono gli altorilievi per la struttura Olivetti di Düsseldorf e il bassorilievo per quella di Buenos Aires. Nel 1967 progetta la chiesa di San Lorenzo a Porto Rotondo (Olbia),[3] avvalendosi della collaborazione di Mario Ceroli, dal 1971.
Esponente dell'Astrattismo europeo,[4] tra le sue opere più belle ricordiamo il Monumento ai caduti di Auschwitz,[1] che progettò insieme al fratello Pietro,[1] dopo aver vinto il concorso per il Monumento al Prigioniero Politico Ignoto nel 1958. Alcune sue opere sono conservate nel Museo civico Basilio Cascella di Pescara.[5]
A Pescara l'opera più significativa è il gruppo di 4 cippi cilindrici con rivestimento in placche bronzee, del ponte Risorgimento, opera realizzata nel 1946.[6] Il ponte fu costruito sopra il fiume, a collegare piazza Unione con corso Vittorio Emanuele, realizzato nel 1947 sopra il ponte del Littorio, distrutto dai tedeschi nel 1944.[7] Le sculture in rilievo mostrano le allegorie della vita tradizionale abruzzese, la pastorizia, il lavoro nei campi, la pesca. Nella vicina Francavilla al Mare, Andrea e Pietro realizzarono intorno al 1959 delle sculture presso il sagrato della chiesa di San Franco,[8] e il pannello di facciata della Madonna col Bambino. Di uno giovane Andrea (1940-1960) anche le pregevoli formelle in pietra della Via Crucis custodite nella cappella laterale destra della stessa chiesa francavillese.
Arredi sacri in ceramica, Chiesa di Nardo di Pace (Vibo Valentia): (anni cinquanta)
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