Brindisi
comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Puglia / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Brindisi (ascoltaⓘ AFI: /ˈbrindizi/[4]; Brinnisi in dialetto brindisino) è un comune italiano di 82 382 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia in Puglia.
Brindisi comune | |
---|---|
Brindisi vista dall'alto | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Puglia |
Provincia | Brindisi |
Amministrazione | |
Sindaco | Giuseppe Marchionna (indipendente di centro-destra) dal 1-6-2023 |
Territorio | |
Coordinate | 40°38′18″N 17°56′45″E |
Altitudine | 13 m s.l.m. |
Superficie | 332,98 km² |
Abitanti | 82 382[1] (31-10-2023) |
Densità | 247,41 ab./km² |
Frazioni | Tuturano |
Comuni confinanti | Carovigno, Cellino San Marco, Latiano, Mesagne, San Donaci, San Pietro Vernotico, San Vito dei Normanni |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 72100;
72020 (Tuturano) |
Prefisso | 0831 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 074001 |
Cod. catastale | B180 |
Targa | BR |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 083 GG[3] |
Nome abitanti | brindisini |
Patrono | san Lorenzo da Brindisi, san Teodoro di Amasea |
Giorno festivo | primo fine settimana di settembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Brindisi nella provincia omonima | |
Sito istituzionale | |
Centro tra i più popolosi del Salento, la città riveste un importante ruolo commerciale e culturale, dovuto alla sua fortunata posizione sul mare Adriatico. È stata sede provvisoria del governo nel Regno d'Italia dal 1943 al 1944[5].
Brindisi sorge su un porto naturale, un'insenatura che si incunea profondamente nella costa adriatica della Puglia. All'interno dei bracci più esterni del porto vi sono le isole Pedagne, un arcipelago minuscolo attualmente non visitabile perché utilizzato per scopi militari (Gruppo Scuole Onu, base realizzata ai tempi dell'intervento in Bosnia).
Presentando una morfologia del territorio pianeggiante, l'intero territorio comunale rientra nella Piana di Brindisi e si caratterizza per l'elevata vocazione agricola dei suoi terreni. Si trova nella parte nord-orientale della pianura salentina, a circa 40 km dalla valle d'Itria e quindi dalle prime propaggini delle basse Murge. Poco distante dalla città si trova la Riserva naturale statale Torre Guaceto[6]. Il mar Ionio si trova, invece, a circa 45 km. Nel territorio comunale è compresa la frazione di Tuturano, distante dal capoluogo circa 10 km.
L'area comunale settentrionale è bagnata dal principale corso d'acqua del Salento, il Canale Reale, che sfocia presso Torre Guaceto.
Territorio
Il territorio brindisino[7] è caratterizzato da un'ampia area sub pianeggiante dalla quale emergono depositi calcarenitici e sabbiosi di origine marina; i quali a loro volta presentano un livello più profondo argilloso del pleistocene inferiore, e uno ancora successivo carbonatico composto da calcari mesozoici e da terreni del ciclo sedimentario della Fossa bradanica. Lo sviluppo dell'agricoltura, soprattutto intensiva, ha causato un aumento dell'utilizzo delle risorse idriche comportando però un aumento indiscriminato degli utilizzi.
Clima
In base alle medie di riferimento trentennale (1961-1990), la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9,6 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +25 con picchi che possono raggiungere anche i +35-40 °C. Le precipitazioni medie annue, inferiori ai 600 mm, presentano un minimo in primavera-estate ed un picco in autunno-inverno[8][9][10].
BRINDISI | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 12,7 | 13,2 | 15,0 | 18,0 | 22,0 | 25,8 | 28,5 | 28,6 | 25,9 | 21,6 | 17,4 | 14,1 | 13,3 | 18,3 | 27,6 | 21,6 | 20,2 |
T. min. media (°C) | 6,3 | 6,6 | 7,9 | 10,1 | 13,7 | 17,6 | 20,4 | 20,6 | 18,2 | 14,7 | 10,5 | 7,6 | 6,8 | 10,6 | 19,5 | 14,5 | 12,9 |
Precipitazioni (mm) | 60,2 | 63,1 | 73,4 | 35,0 | 28,7 | 19,4 | 10,3 | 25,3 | 45,6 | 71,0 | 74,2 | 68,1 | 191,4 | 137,1 | 55,0 | 190,8 | 574,3 |
Giorni di pioggia | 9 | 8 | 8 | 6 | 4 | 3 | 2 | 3 | 4 | 6 | 7 | 9 | 26 | 18 | 8 | 17 | 69 |
Umidità relativa media (%) | 78 | 75 | 74 | 72 | 70 | 71 | 70 | 72 | 74 | 76 | 77 | 77 | 76,7 | 72 | 71 | 75,7 | 73,8 |
Eliofania assoluta (ore al giorno) | 3,9 | 4,4 | 5,3 | 6,7 | 8,6 | 9,9 | 10,8 | 9,8 | 8,0 | 6,2 | 4,4 | 3,6 | 4,0 | 6,9 | 10,2 | 6,2 | 6,8 |
- Classificazione climatica di Brindisi[11]:
- Zona climatica C;
- Gradi giorno 1083.
Il toponimo cittadino deriva dal latino Brundisium, a sua volta derivato, tramite il greco antico Brentesion, dal messapico Brention, traducibile in "testa di cervo" (vedasi il collegamento filogenetico all'albanese bri, brî - pl. brirë, brinë, cioè "corno", "ramificazione", dal proto-albanese *brina, *brena)[12], con riferimento alla forma caratteristica del suo porto, che parrebbe richiamare la forma della testa dell'animale. Tuttavia, poiché toponimi più o meno simili sussistono in varie parti d'Europa, secondo il linguista Giovanni Alessio le sue origini sarebbero in realtà preindoeuropee[13].
Nel suo De verborum significatione Sesto Pompeo Festo, grammatico romano del II secolo, ci fa sapere che esisteva una forma poetica del nome, cioè Brenda (prob. Brunda), usata per brevità (Parte I, p. 24. Budapest, 1889).
Città antichissima, considerata uno dei porti naturali più grandi di tutto il Mar Mediterraneo e definita la "porta d'Oriente" per via della sua strategica posizione geografica, in un crocevia di culture e genti, ha vissuto una storia altalenante, caratterizzata da periodi aurei e momenti di decadenza, sempre in stretta correlazione con l'importanza del suo porto.
Origine
Nel promontorio di Punta le Terrare, che si trova nel porto esterno, è stato individuato un villaggio dell'età del bronzo media (XVI secolo a.C.) dove un gruppo di capanne, protette da un terrapieno di pietre, ha restituito frammenti di ceramica micenea. Lo stesso Erodoto aveva parlato di un'origine micenea per queste popolazioni. La necropoli di Tor Pisana (a sud dell'attuale centro storico di Brindisi) ha restituito vasi protocorinzi della prima metà del VII secolo a.C. La Brindisi messapica intrattenne certamente rapporti commerciali intensi con l'opposta sponda adriatica e con le popolazioni greche dell'Egeo: tali rapporti sono oggi documentati da numerosi reperti archeologici[14] mentre fu in contrasto con la vicina Taranto.
Il periodo romano
Nel 266 a.C. Brindisi fu conquistata dai Romani divenendo un importantissimo scalo per la Grecia e l'Oriente, e venne elevata a rango di municipio optimo iure nel 240 a.C., status che riconosceva ai brindisini la cittadinanza romana. In quel periodo la città visse la sua età aurea e godette di importanti collegamenti stradali con Roma attraverso le consolari Appia (la Regina Viarum) e Minucia (la futura Appia Traiana)[15]. Crocevia culturale, soprattutto per chi si recava in Grecia per motivi culturali, diede i natali al poeta Marco Pacuvio, il più grande tragediografo latino, nipote del leccese Quinto Ennio, che era considerato da Cicerone il "padre della letteratura latina"; Giulio Cesare ed Ottaviano si imbarcarono da Brindisi per raggiungere l'Egitto[16]; Marco Tullio Cicerone vi sostò in quanto ospite di Lenio Flacco e qui scrisse le Lettere Brindisine[17]; a Brindisi si trattenne Orazio, accompagnato da Mecenate; fu meta dello sbarco di Agrippina con le ceneri di Germanico (Q. Orazio Flacco, Sermones, I.5); il celebre poeta Virgilio vi morì il 21 settembre 19 a.C. proprio tornando da un viaggio in Grecia. Nel periodo di massimo splendore di Roma, Brindisi rappresentava forse il porto più importante di tutto l'impero; proprio il suo scalo sarà importante anche nel Medioevo per le crociate in Terrasanta, e nel XIX secolo per il collegamento tra Londra e le Indie Orientali (nel principale cimitero comunale ci sono molte tombe inglesi risalenti alla seconda metà dell'Ottocento).
Medioevo
Sede episcopale sin dall'età apostolica[18], Brindisi fu un centro importante per l'evangelizzazione della zona. Esaurito il fortunato periodo sotto l'Impero romano, la città era già desolata nel VI secolo quando fu occupata dai Goti[19]; nel 674 fu presa dai Longobardi guidati da Romualdo[20] e assaltata dai Saraceni nell'838[21]; ritornò quindi stabilmente sotto il controllo degli imperatori bizantini che si preoccuparono di ricostruirla, forse agli inizi dell'XI secolo, affidandone l'incarico al protospatario Lupo[senza fonte].
Nel 1070 fu presa dai Normanni divenendo parte del Principato di Taranto e del Ducato di Puglia e Calabria; fu prima signoria dei conti di Conversano e poi, dopo la rivolta baronale del 1132, città demaniale per volere di Ruggero II; la città pugliese recuperò in parte il fasto del passato durante il periodo delle Crociate, quando riottenne la sede episcopale, vide la costruzione della nuova cattedrale e di un nuovo castello con un importante arsenale, divenne porto privilegiato per la Terra santa e anche sede di una delle due zecche del Regno di Sicilia[senza fonte].
Fu nella Cattedrale di Brindisi che ebbero luogo le nozze del principe normanno Ruggero, figlio di re Tancredi (che nel 1192 vi lasciò a ricordo una fontana monumentale) e quelle dell'imperatore Federico II di Svevia, con l'erede alla corona di Gerusalemme, Isabella (o Jolanda) di Brienne (9 novembre 1225)[22] e, sempre Federico II, partì proprio dal porto brindisino nel 1227 per la Sesta crociata[23].
Fu fortemente colpita dalla peste nera e riguadagnò, lentamente, le antiche dimensioni demografiche grazie a importanti flussi migratori di slavi, albanesi e greci che giungevano d'oltremare.
Storia moderna
Dal 1496 al 1509 appartenne a Venezia per poi passare sotto il dominio spagnolo. Proprio sotto il periodo vicereale iniziò un lungo periodo di declino, di pari passo al progressivo impaludamento del porto. Questo malgoverno portò Brindisi in una situazione alquanto critica, mentre la dominazione spagnola aveva fatto della città un polo strategico per la religione cattolica (infatti la città contava circa 36 conventi); l'aristocrazia viveva nella dissolutezza più assoluta, il popolo viveva nella povertà più disperata. Stanchi di questa drammatica situazione, il 5 giugno 1647 due piccoli commercianti navali, Teodoro e Donato Marinazzo, organizzarono e aizzarono la folla in una rivolta che vide la prigionia del sindaco, l'incendio del palazzo della zecca, l'assalto alle dimore dei nobili al servizio della Spagna e culminò con l'instaurazione di una specie di "governo autonomo"; la rivolta fu sedata solo un anno dopo, quando fu inviata una flotta ad espugnare la città. I fratelli Marinazzo vennero catturati e impiccati a Napoli il 29 gennaio 1650.
Con la successiva dominazione borbonica si ebbe un periodo di crescita economica: nel 1775, sotto Ferdinando I delle Due Sicilie, fu riattivato il canale d'uscita del porto interno e furono risanate le paludi adiacenti alla città.
Storia contemporanea
L'annessione al Regno d'Italia, nel 1860, e l'apertura del canale di Suez, nel 1869, portarono a Brindisi una linfa vitale nuova, che permise di diventare il terminale preferenziale per la Valigia delle Indie e importante snodo mercantile per la grande ex colonia britannica.
Durante la seconda guerra mondiale Brindisi divenne sede del comando alleato per il basso Mare Adriatico, acquisendo una notevole importanza strategica e pagando tale ruolo con diversi bombardamenti nella zona storica.[24][25]
Tra il settembre 1943 e il febbraio 1944, successivamente alla fuga di Vittorio Emanuele III da Roma[26], la città offrì rifugio all'intera dinastia[27][28] divenendo per sei mesi sede temporanea di governo.
Simboli
«Vespero è già colà dov'è sepolto lo corpo dentro al quale io facea ombra: Napoli l'ha, e da Brandizio è tolto.»
Lo stemma, riconosciuto con decreto del capo del governo del 10 agosto 1924[29], è blasonato[30]:
«Di rosso, al massacro di cervo d'oro, ramoso d'argento, sormontato da due colonne dello stesso, con basi, capitelli e corona all'antica d'oro. Lo scudo è sormontato dalla corona di città, fregiato dalle insegne della croce di guerra, araldicamente disposte.»
Lo stemma della città di Brindisi, trae origine da alcune caratteristiche peculiari dell'antica città di Brindisi, alcune di esse ancora oggi visibili. La testa di cervo deriva dal toponimo messapico della città "Brention", toponimo ispirato dalla forma del porto cittadino, che ricorda, appunto, le ramificazioni delle corna di un cervo: ciò è chiaramente visibile ancora oggi nelle foto satellitari, che evidenziano i due seni, di levante e di ponente, in cui il porto è diviso. Nello stemma sono inoltre raffigurate le cosiddette "colonne terminali" della Via Appia, visibili oggi in cima a quella che è comunemente denominata la "Scalinata Virgilio".
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 2 agosto 1929, è costituito da un drappo di azzurro. È attestato anche l'uso di una bandiera, un drappo di azzurro caricato dello stemma comunale[31]
Onorificenze
— Roma, 19 ottobre 1919. Il capo di stato Maggiore della Marina Italiana, Thaon di Revel
La città di Brindisi conserva interessanti testimonianze monumentali dall'antichità all'età moderna. Di seguito i luoghi di maggiore interesse.
Architetture religiose
Periodo medievale
- La chiesa di San Benedetto, costruita nel 1090 circa per le monache benedettine con la intitolazione di Santa Maria Veterana. Il campanile è in puro stile romanico pugliese. Particolarmente suggestivo il chiostro romanico dell'XI secolo.
- La chiesa di San Giovanni al Sepolcro ha una pianta circolare risalente forse agli inizi del XII secolo e tracce di affreschi lungo le pareti interne. Di particolare interesse il portale, sormontato da un protiro con decorazioni in bassorilievo.
- La Cattedrale, eretta in stile romanico tra l'XI e il XII secolo, conserva di quel periodo solo alcuni tratti interessanti del pavimento musivo originale (XII secolo).
- La chiesa della Santissima Trinità o di Santa Lucia, risale alla fine del XII secolo: di questo periodo conserva la cripta quasi completamente affrescata; è stata modificata nei secoli successivi.
- La chiesa del Cristo, ultimata intorno al 1232, ha una facciata di stile romanico con un grande rosone (di restauro). All'interno presenta due sculture lignee interessanti: un Crocefisso e una Madonna col Bambino, entrambi riconducibili alla scultura gotica francese del XIII secolo.
- La chiesa di San Paolo Eremita, raro esempio di gotico pugliese, fu costruita agli inizi del XIV secolo. Notevoli gli altari barocchi conservati.
- La chiesa di Santa Maria del Casale fuori dal centro abitato, pregevole esempio di architettura di passaggio dal romanico al gotico, fu costruita intorno al 1300. Nell'interno è possibile ammirare affreschi trecenteschi.
Dal Rinascimento all'Unità d'Italia
- La chiesa di Santa Maria degli Angeli, fu costruita nel 1609 per iniziativa di San Lorenzo per le clarisse di Brindisi.
- La chiesa di Santa Teresa, costruita nel 1671 nel quartiere detto "degli spagnoli", è tipico esempio di architettura barocca.
- La facciata e il campanile della Cattedrale risalgono alla seconda metà del Settecento, quando l'edificio venne ricostruito a seguito del terremoto del 1743.
- La Chiesa Ortodossa di san Nicola, edificata nel 1891, situata in Via Indipendenza.
Il suolo di proprietà di Salvatore Perrone, su cui doveva erigersi la Chiesa greco-ortodossa, dedicata a San Nicola, fu acquistato il 12 aprile 1891 da Malvina Omero sposa di Giuseppe Nervagna e Socrate Cocotò, vice console ellenico a nome e per conto della comunità greca di Brindisi. Poté costruirsi per volontaria sottoscrizione e grazie ad una contribuzione dello zar Alessandro III (1881-94). Ne fu primo archimandrita Nicandro: nel 1910 ricopriva l'ufficio Macario Papinikos. Era allora frequentata da alcune decine di greco-ortodossi abitualmente in Brindisi domiciliati. La chiesa fu inizialmente compresa giurisdizione ecclesiastica corfiota: successivamente come tutte le parrocchie in territorio non greco passò sotto la dipendenza del vescovo di Londra che aveva pertinenza sull'intera Europa occidentale. Costituitosi,l'esarcato d'Italia fu compreso nella metropolia d'Austria-Italia con sede in Vienna e sempre riferentesi al patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Dal 5 novembre 1991 la chiesa di San Nicola è parte della metropolia d'Italia ed esarcato dell'Europa del sud con sede in Venezia. La parrocchia brindisina è il punto di riferimento più importante per i greco-ortodossi di Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Il progetto, se come quello di altre fabbriche coeve appare scandito su cadenze neoclassiche, si volge però a movenze neo-gotiche con l'inserto del campanile la cui cella si apre sui quattro lati con eleganti trifore. L'interno, ad unica navata, è stato arricchito con i restauri del 1987, ricordati dall'iscrizione sulla controfacciata e voluti dall'archimandrita padre Eftimios Kulumbis e dal preposto Giorgio Manolas, dalle rappresentazioni dei profeti sulla fascia superiore delle pareti di mezzogiorno, ponente e settentrione e del Cristo Pantocratore sul soffitto, ad opera del pittore ellenico Crità. L'inconostasi, che separa il presbiterio dalla navata, presenta un triplice ordine di icone: sul primo da sinistra verso destra, sono le immagini di Santa Marina Martire, San Michele Arcangelo, Madre di Dio con Bambino, Cristo in trono, San Gabriele Arcangelo, San Giovanni Battista. La prima e l'ultima delle immagini elencate sono state completate il 18 ottobre 1903 da un anonimo; le altre sono state dipinte dal sacerdote Crisanto di Plateo, sull'isola di Corfù. Questi è autore anche del San Spiridione, molto venerato a Corfù come anche santa Marina e del San Nicola che salvano quasi le pareti dell'aula dell'inconostasi. Il secondo ordine di icone comprende la rappresentazione dei Quattro Evangelisti, il terzo la Nascita del Cristo, il Battesimo nel Giordano, il Mistico banchetto, la Crocifissione, la Pietà. L'abside è stata con gli interventi del 1987 dipinta dal Crità: su di essa campeggia ora l'immagine della Vergine Platitera, ossia più ampia dei cieli. Più in basso sono le immagini di San Basilio, San Giovanni Crisostomo, San Gregorio Nasianzeno. Una Natività fedele ai consueti canoni agiografici di tradizione bizantina dallo stesso Crità è stata infine dipinta sul concavo della nicchia che ha funzione di preparazione delle specie e che porta il nome di prothesis. L'edificazione del San Nicola può dirsi coronasse una remota aspirazione; la colonia greca aveva avuto nel settecento come propria chiesa quella abbaziale di Sant'Antonio Abate che, acquisita dalla Casa di Ammortizzazione e del Demanio Pubblico era stata venduta a don Oronzo Catanzaro. La conseguente rendita a godere dal 1º gennaio 1821 a favore della colonia greca non risultò tuttavia mai incassata tant'è che nel 1828 la civica amministrazione ne chiese la conversione a proprio favore. Segno delle difficoltà incontrate dalla comunità ellenica, nella fase che porta all'indipendenza della Grecia, perché indiziate da simpatie liberali da parte del governo borbonico. Nel 1877 i sudditi ottomani di rito greco ortodosso, prevalentemente commerciati, chiedono di poter utilizzare San Giovanni dei Greci, demaniale per “compiervi gli uffici della lor religione, mentre essi si offrirebbero a sostenere la spesa necessaria onde ridurre in stato decente il richiesto tempio”. La richiesta non fu accolta in quanto determinò l'alienazione di San Giovanni a vantaggio del comericante greco Spiros Cocotò.
Periodo recente
- La chiesa del Sacro Cuore, costruita in stile neoromanico nel (1934) è retta dalla Congregazione salesiana.
- Santuario di Santa Maria Madre della Chiesa, realizzato nel 1965 per ricordare le Apparizioni di Jaddico del 1962/63.
Altre chiese di Brindisi
- Ave Maria Stella
- Cristo Salvatore
- Cuore Immacolato di Maria
- San Nicola
- Santissima Addolorata
- Santissima Annunziata
- San Francesco d'Assisi
- San Giustino de Jacobis
- San Leucio
- San Lorenzo da Brindisi
- Spirito Santo
- Santissima Resurrezione
- San Vito Martire
- Madonna della Scala
- Madonna di Loreto
- Sant'Antonio da Padova
- San Michele Arcangelo (detta delle Scuole Pie)
- San Sebastiano (detta delle Anime)
- Santa Maria della Fontana o dei Cappuccini
- Santa Maria del Romitorio
- Santissima Addolorata (a Tuturano)
- Madonna del Giardino (a Tuturano)
Architetture civili
Età antica
- Le vasche limarie dell'antico acquedotto.
- Le colonne romane, da sempre il simbolo della città di Brindisi, riferimento portuale per gli antichi naviganti. Furono costruite forse nel II secolo d.C. (o anche successivamente) con marmo proconnesio.
Età medioevale
- La fontana Tancredi, sull'antica via Appia, restaurata da Tancredi, ultimo re normanno, nel 1192, a ricordo del matrimonio tra suo figlio Ruggero e Irene Angela.
- Il cosiddetto portico dei Cavalieri Templari, loggia del più antico palazzo vescovile realizzata nel XIII secolo, e oggi ingresso del Museo archeologico provinciale Francesco Ribezzo.
- La loggia del palazzo Balsamo è in realtà un balcone su mensole decorate appartenente alla zecca di fine del XIII secolo in stile gotico.
- La Porta Mesagne che è la più antica porta d'ingresso alla città.
Età moderna
- Il Palazzo Dionisi, che affaccia sulla Piazza Dionisi[32], così intitolata in onore di Engelberto Dionisi, imprendiore e banchiere (fondatore della Banca Dionisi), nonché sindaco della città di Brindisi dal 12 luglio 1890 al 12 luglio 1895. Tra i tanti visitatori illustri dell’elegante dimora in stile veneziano, anche il poeta indiano e premio Nobel per la letteratura Rabindranath Tagore nel 1925, e sir Winston Churchill: nel gennaio del 1927 lo statista britannico sbarcò a Brindisi durante una crociera nel Mediterraneo, prima di recarsi a Roma per incontrare Mussolini[33][34].
- Il Palazzo Granafei-Nervegna, è un esempio di architettura tardo-rinascimentale con influenze catalane.
- Il Palazzo Montenegro, oggi sede del Prefetto; fu edificato nella seconda metà del XVII secolo da un'agiata famiglia di commercianti di origine montenegrina.
- La Fontana De Torres, voluta nel 1619 dal governatore spagnolo Pedro Aloysio de Torres per condurre l'acqua nella piazza del Mercato, ha una bella vasca di marmo, forse un fonte battesimale di epoca medievale.
- Il Palazzo del Seminario, realizzato nel 1720 su progetto di Mauro Manieri, ospita il Museo diocesano Giovanni Tarantini e la prestigiosa Biblioteca arcivescovile Annibale de Leo.
Età contemporanea
- Il Monumento ai Caduti (1926-1931) è una interessante scultura in marmo bianco di Carrara dell'artista brindisino Edgardo Simone.
- Il Monumento al Marinaio disegnato da Luigi Brunati (1933-1934), ha la forma di un timone alto 53 m in pietra di càrparo che spicca sul porto della città.
- Il Collegio navale Niccolò Tommaseo è un edificio razionalista (1934-1937) dell'architetto Gaetano Minnucci: è destinato a sede universitaria.
- Il Palazzo di Giustizia è opera degli architetti Sergio Lenci e Carlo Aymonino.
- Il Monumento a Virgilio nel giardinetto posto sul lungomare è una scultura di Floriano Bodini del 1988.
- Il Teatro Verdi, realizzato su progetto dell'architetto Nespega (1970 circa, ma inaugurato solo nel 2006), è un grande edificio moderno che incombe sui resti archeologici della Brindisi romana.
- La Fontana delle Ancore di Piazza Cairoli (1937).
- La Fontana dell'Impero ai piedi di piazza Santa Teresa (1940).
Architetture militari
- Il Castello svevo voluto da Federico II, risale al 1227, ma al nucleo originario fu aggiunto un antemurale con poderosi torri angolari ad opera degli Aragonesi.
- Il Castello alfonsino (o Aragonese), più conosciuto come Forte a mare, è una fortezza realizzata sull'isola di Sant'Andrea antistante il porto di Brindisi, da Ferrante d'Aragona (1445) e ampliata nel XVI-XVII secolo.
- Fanno parte dell'antico muro di difesa della città: il Bastione inferno, Porta Mesagne, Bastione San Giacomo, Porta Lecce, Bastione Levante.
- Torre Testa, Torre Penna e Torre Mattarelle sono delle Torri costiere di difesa ancora visibili.
Siti archeologici
- L'area archeologica di San Pietro degli Schiavoni sotto il nuovo Teatro Verdi, in cui si riconoscono una strada lastricata di età romana e le abitazioni, le botteghe e le terme che vi si affacciano.
- Nell'area archeologica di via Casimiro, all'angolo con via Muscettola, si sono riportati alla luce i resti di un edificio pubblico e alcuni reperti conservati presso il Museo archeologico provinciale Francesco Ribezzo.
Aree naturali
Nell'ambito territoriale del comune di Brindisi sono dislocate alcune aree ambientali protette, alcune di recente istituzione:
Aree ambientali protette
- Il Parco naturale regionale Salina di Punta della Contessa[35]: zona umida, ampia 214 ettari, che si sviluppa tra Capo di Torre Cavallo e Punta della Contessa;
- L'Oasi di protezione dell'invaso artificiale e del parco del Cillarese[36]: invaso artificiale a nord-ovest di Brindisi di circa 170 ettari;
- La Riserva naturale regionale orientata Bosco di Cerano[37]: un'area naturale protetta che ricade nel territorio di Brindisi e San Pietro Vernotico;
- La Riserva naturale regionale orientata Boschi di Santa Teresa e dei Lucci[38]: è un'area naturale protetta composta dai due boschi di cui porta il nome. Con la Direttiva dell'Unione europea 92/43 CEE, è stata inserita nell'elenco dei Siti di interesse comunitario (SIC)[39];
- La Riserva naturale statale Torre Guaceto[40] e la Riserva naturale marina Torre Guaceto[41]: ricadenti in massima parte nel territorio del comune di Carovigno, sono gestite da un Consorzio di cui fanno parte i Comuni di Brindisi, Carovigno e il WWF.
Parchi comunali
- Parco comunale e Centro Polisportivo R. Buscicchio (Quartiere Sant'Elia).
- Parco Cesare Braico.
- Parco comunale di Brindisi Tonino Di Giulio (Parco Palmarini - Patri).
- Parco comunale di Brindisi 19 maggio 2012 (Parco urbano del Cillarese).
- Parco comunale di Brindisi Sbitri.
- Parco naturale comunale di Brindisi Punta Penne Punta del Serrone.
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[42]
Migrazioni
Brindisi è stata oggetto di un'ampia emigrazione durante il Novecento, così come tutte le città del Mezzogiorno. L'emigrazione riguardava soprattutto le fasce sociali più basse che abbandonavano le campagne[43]. L'emigrazione può essere ricondotta in due grandi ondate. La prima, che ha il suo picco negli anni immediatamente precedenti e seguenti la prima guerra mondiale, ha per meta esclusiva le Americhe (Stati Uniti, Argentina, Brasile), per poi dirigersi verso l'Europa centro-settentrionale, che diviene così la destinazione principale dell'emigrazione pugliese. Quella dopo la seconda guerra mondiale, attratta dallo sviluppo industriale di alcune aree settentrionali del Paese: il Piemonte e la Lombardia, in particolare Milano.
A partire dagli anni sessanta con la realizzazione del grande petrolchimico che andava ad aggiungersi alle imprese meccaniche e aeronavali, Brindisi poté garantire opportunità di lavoro a tecnici e operai. La città conobbe quindi una piccola immigrazione regionale, attirando famiglie dalle province e regioni limitrofe.
Un altro importante capitolo nella demografia cittadina fu sicuramente l'esodo albanese del 1990-1991 (che in realtà durò almeno un decennio) che portò nel porto di Brindisi ondate di sbarchi immigrati[44]. Nell'emergenza i cittadini di Brindisi si distinsero per la grande solidarietà. Moltissimi portarono beni di prima necessità, offrirono cibo e acqua ai migliaia di Albanesi che giungevano in navi-rottame super affollate dopo l'attraversamento del canale d'Otranto.
Se durante gli anni novanta l'emigrazione verso il nord si era affievolita, nell'ultimo decennio la crisi dell'industria labour intensive, non supportata da una diffusione di piccole e medie imprese nel territorio, e gli anni di stasi dell'economia italiana e, ancor più, meridionale hanno fatto sì che il fenomeno, soprattutto giovanile, si riaccendesse. A beneficiarne maggiormente sono stati i poli più attrattivi del Paese: le industrie del nord est, le grandi città come Roma, Milano e Bologna che, tutt'oggi, sono sia per motivi di lavoro, che per motivi di studio le mete privilegiate di migliaia di brindisini. Il circolo vizioso di Brindisi nonché del Mezzogiorno è che, essendo luogo di partenza di lavoratori e studenti universitari in movimento, si impoverisce di capitale umano, provocando nel medio e nel lungo periodo un ritardo di sviluppo nel tessuto economico e sociale.
Oggi Brindisi è una città che conosce anche una regolare immigrazione extracomunitaria, sebbene i valori siano lontani dalle città del Nord Italia.
Etnie e minoranze straniere
Al 31 dicembre 2019 gli stranieri regolari residenti sono 2 656[45] pari al 3,1% della popolazione brindisina. La più grande comunità è stata per molto tempo quella albanese, attualmente superata da quella rumena. Il numero di albanesi che hanno deciso di rimanere nella città pugliese è, comunque, molto trascurabile rispetto al totale di immigrati che vi sono transitati. Brindisi, infatti, ha rappresentato, e rappresenta ancora oggi, per questo popolo balcanico il primo passo verso l'Italia e l'Europa occidentale.
Il gran numero di statunitensi è spiegato dal fatto che, tra Brindisi e San Vito dei Normanni fu installata, e ha operato in tutta la seconda metà del Novecento, una stazione dell'aeronautica militare statunitense[46]. Nonostante la base non sia più operativa da anni, molti militari hanno deciso di restare a vivere nella città pugliese.
La presenza britannica è il risultato di un fenomeno che, da almeno un decennio a questa parte, sembra consolidarsi nel territorio: un'immigrazione da parte di famiglie del Nord Europa, soprattutto inglesi e irlandesi[47]. Queste famiglie, di solito composte da pensionati, decidono di comprare delle ville nella campagna brindisina e godere tutto l'anno delle gradevoli temperature locali. Tale fenomeno, relativamente recente in Puglia, è conosciuto come "Salentoshire", neologismo scherzoso sulla falsariga del "Chiantishire", relativo al consolidato turismo britannico in Toscana[48].
Di seguito i dati statistici della composizione migratoria nella città di Brindisi[45]:
- Romania: 479 (18,0%)
- Albania: 288 (10,8%)
- Iraq: 141 (5,3%)
- Nigeria: 140 (5,3%)
- Cina: 110 (4,1%)
- Afghanistan: 105 (4,0%)
- Marocco: 101 (3,8%)
- Regno Unito: 88 (3,3%)
- Pakistan: 82 (3,1%)
- Mali: 75 (2,8%)
Lingue e dialetti
«Tutti li cristiani tì 'lu mundu nascunu libberi e li stessi pì tignità e tiritti. Tutti tennu capu e cuscenza e tocca cu'ssi portunu comu frati l'uni cu l'atri.»
Il dialetto brindisino[49] è una variante del salentino e, pur esistendo delle differenze minime tra i vari comuni, la radice resta invariata. Esso è parlato, oltre che a Brindisi, nel territorio di alcuni comuni limitrofi e, con piccole differenze, in alcuni comuni della provincia di Taranto. Il brindisino, inoltre, influenza alcuni dialetti del nord leccese e del sud brindisino.
Dal dialetto salentino standard si distingue, oltre che per la pronuncia di alcune parole, la caratteristica di trasformare la "e" finale di parola in italiano in "i". Ad esempio:
- Il mare diventa lu mare in salentino standard e lu mari in brindisino. Il melone diventa lu milune in salentino standard e lu muloni in brindisino.
Il gruppo della doppia ll in italiano, diventa dd in brindisino. Ad esempio:
- Il Cavallo diventa lu cavaḍḍu in salentino standard e lu cavaddu in brindisino.
Religione
- Brindisi, insieme a Ostuni, è sede dell'omonima arcidiocesi (Archidioecesis Brundusina-Ostunensis in latino)[50], sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Lecce e appartenente alla regione ecclesiastica Puglia. La diocesi fu eretta nel IV secolo, il suo primo vescovo fu san Leucio. Nel X secolo in seguito alla distruzione della città ad opera dei saraceni, i vescovi stabilirono la propria residenza ad Oria. Fu in questo secolo che fu stabilita la diocesi di Ostuni, dapprima unita alla diocesi di Monopoli e probabilmente erede dell'antica diocesi di Egnazia. Sempre nel X secolo o in quello successivo che la sede di Brindisi fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana. Già nel 1010 comunque Brindisi aveva due suffraganee: Ostuni e Monopoli. Nel 1591 l'arcidiocesi oritana e brindisina venne smembrata: Brindisi conservò il titolo di arcidiocesi mentre Oria divenne sede vescovile indipendente. Il 30 settembre 1986, con decreto della Congregazione per i vescovi, l'arcidiocesi di Brindisi e la diocesi di Ostuni furono unite sede plena nell'arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. La nuova diocesi fu riconosciuta civilmente il 20 ottobre 1986, con decreto del Ministero dell'Interno. Il santo patrono della città di Brindisi è san Teodoro di Amasea, le cui reliquie sono conservate nella pontificia basilica Cattedrale in piazza Duomo. Per questa ragione, la città è da secoli meta di pellegrinaggi, anche da parte dei cristiani ortodossi. Nella seconda metà del Novecento anche san Lorenzo da Brindisi, a seguito della sua proclamazione a dottore della Chiesa, è divenuto patrono assieme a san Teodoro di Amasea.
- Resta viva traccia della presenza dell'antica Chiesa ortodossa della parrocchia di San Nicola di Myra di rito bizantino, la presenza del rito greco a Brindisi è stata a lungo maggioritaria durante il dominio dell'Impero bizantino con una fortissima diffusione dei Monaci basiliani.
- Solo alcune tracce archeologiche e documentarie restano della presenza ebraica. Gli ebrei sono attestati in città con una piccola ma laboriosa comunità dal 53 d.C. sino alla seconda metà del XVI secolo.
- I nuovi flussi migratori ha portato al riproporsi dopo il XVI secolo della religione islamica e alla presenza per la prima volta di Induisti.
Tradizioni e folclore
Significativo in terra di Brindisi è il culto del tarantismo, che mescola tradizioni pagane e cristiane in passato si credeva, infatti, che le donne che mostravano forme di isteria, fossero contaminate dalle punture di tarantola. L'unico rimedio conosciuto era quello di ballare ininterrottamente per giorni, in modo che il veleno non facesse effetto.
Attraverso la musica e la danza era, quindi, possibile dare guarigione ai tarantati, realizzando un vero e proprio esorcismo a carattere musicale. Ogni volta che un tarantato esibiva i sintomi associati al tarantismo, i suonatori di tamburello, violino, mandolino, chitarra e organetto si recavano nell'abitazione del tarantato e cominciavano a suonare la pizzica, musica dal ritmo sfrenato. La pizzica brindisina, a differenza di quella leccese, si presenta scevra da riferimenti cristiani[51] e con un repertorio terapeutico-musicale particolare.
- Il Cavallo parato si svolge nel giorno del Corpus Domini.
Installazioni militari
La città di Brindisi ha da sempre costituito un importante avamposto delle Forze armate italiane, in particolare della Marina militare e dell'Aeronautica Militare. Attualmente ospita le seguenti installazioni militari:
- Comando Stazione navale marittima;
- Distaccamento dell'Arsenale militare marittimo di Taranto, presso il Castello Svevo, in via Dei Mille;
- Comando Terza Divisione Navale del CINCNAV della Marina Militare, con alle dirette dipendenze le navi da assalto anfibio della Classe San Giorgio e la portaelicotteri Giuseppe Garibaldi. Si tratta della componente della Marina Militare che costituisce la forza di proiezione dal mare;
- Comando Forze da sbarco della Marina Militare;
- Comando Brigata marina "San Marco";
- Battaglione Comando della Brigata marina "San Marco";
- 1º Reggimento "San Marco"; acquartierato presso la Caserma "Ermanno Carlotto";
- 2º Reggimento "San Marco";
- Compagnia Servizio Difesa Installazioni di Brindisi del Battaglione SDI Sud di Taranto;
- Gruppo mezzi da sbarco;
- Distaccamento Aeroportuale dell'Aeronautica Militare.
La presenza delle Nazioni Unite
A Brindisi hanno sede una base logistica delle Nazioni Unite (UNLB) e la prima delle Basi di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite. L'UNLB, attivo dal 1994, riceve materiale proveniente dalle missioni in chiusura o ridimensionamento, ispeziona, ripara, immagazzina e invia tale materiale alle operazioni di pace che ne fanno richiesta; appronta e mantiene in condizioni di efficienza i cosiddetti start up kits, ossia tutti quei materiali ed attrezzature necessarie all'apertura di una nuova missione; opera da centro di smistamento, o hub, delle telecomunicazioni satellitari per le Nazioni Unite.
La base UNHRD, attiva dal 2000, è parte dell'agenzia ONU World Food Programme. Attraverso il pre-posizionamento di beni di prima necessità, come ad esempio tende, coperte, medicine, kit da cucina ed igienici, e di attrezzature logistiche, UNHRD permette alle organizzazioni umanitarie (governative, non-governative ed altre agenzie ONU) di intervenire nelle aree di crisi per assistere le popolazioni colpite da disastri naturali o da altro tipo di emergenze umanitarie.
Per anni Brindisi ha rappresentato un punto nevralgico del traffico di sigarette di contrabbando e, in misura minore, di droga proveniente dai Paesi balcanici[52].
La città pugliese era la soglia che permetteva l'accesso illecito di sigarette, di fattura per lo più cinese, in Italia e in altre destinazioni comunitarie (in particolare Francia, Belgio, Gran Bretagna). Fortunatamente lo Stato, in questo caso, è riuscito a decapitare la criminalità pugliese e a inferire un grosso colpo al contrabbando brindisino. Il fenomeno, infatti, è considerato quasi del tutto scomparso, mentre, secondo la Direzione Investigativa Antimafia[53] oggi la criminalità organizzata pugliese è stata molto indebolita e marginalizzata, presentando ad oggi un'alta frammentazione e frequenti ricambi interni.