Caldogno
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Caldogno (Caldonjo in veneto[5]) è un comune italiano di 11 303 abitanti[1] della provincia di Vicenza in Veneto.
Caldogno comune | |
---|---|
Villa Caldogno | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Provincia | Vicenza |
Amministrazione | |
Sindaco | Nicola Ferronato (lista civica Insieme per Caldogno) dal 5-6-2016 (2º mandato dal 4-10-2021) |
Territorio | |
Coordinate | 45°36′42.61″N 11°30′27.29″E |
Altitudine | 52 m s.l.m. |
Superficie | 15,88 km² |
Abitanti | 11 303[1] (31-10-2023) |
Densità | 711,78 ab./km² |
Frazioni | Cresole, Rettorgole |
Comuni confinanti | Costabissara, Dueville, Isola Vicentina, Vicenza, Villaverla |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 36030 |
Prefisso | 0444 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 024018 |
Cod. catastale | B403 |
Targa | VI |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 395 GG[3] |
Nome abitanti | calidonensi o calidoniesi[4] |
Patrono | san Bartolomeo |
Giorno festivo | 8 settembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Caldogno all'interno della provincia di Vicenza | |
Sito istituzionale | |
Caldogno sorge su un territorio completamente pianeggiante in cui scorre il Timonchio.
Caldogno confina a:
In epoca romana Caldogno era il villaggio che distava sei miglia dalla città, posto in corrispondenza del decumano inferiore dell'Agro Centuriato Vicentino di Thiene[6][7]. Per questo motivo, diversamente da altri comuni che condividono tale particolare ubicazione (come Sesto San Giovanni in provincia di Milano, ma anche Quarto d'Altino a Venezia o Noventa Vicentina a Vicenza), è molto particolare che il nome del comune sia completamente diverso o comunque non derivato da Sesto[8] e per questo sono stati diversi gli storici che hanno cercato di spiegare l'etimologia nel nome[9].
Primo fra tutti il Mantese[10], che lo considera derivante da "Carturnium": un'analisi puramente filologica però, vorrebbe che mentre l'alternarsi delle dentali r > l potrebbe essere accettata, l'alterazione di vocali e consonanti che ne consegue sia rara da incontrare in una parola sola.[11]
Il Benetti[12] lo collega a "Calidarium" presupponendo che vi fossero nel territorio alcune sorgenti termali o uno stabilimento di bagni caldi. Due però sono le critiche che possono essere mosse contro tale ipotesi, vista la mancanza di evidenze dell'esistenza di tale luogo: era sensato che fossero presenti delle terme in una città non in un piccolo villaggio agricolo e Caldogno, con buona probabilità, era sede di sorgenti che alimentavano l'acquedotto romano[13] e quindi era un posto fornito di sorgenti di acque fresche, non calde.[11]
Il Dani[14] afferma invece che il nome derivi dal sostantivo calleu, storpiatura di valleus (vallis) nella sua forma aggettivale calloneus che significherebbe "zona valliva". Oltre al fatto che Caldogno non sorge in una valle, c'è da considerare anche l'aspetto del grande numero di storpiature che il nome dovrebbe aver subito per arrivare all'attuale seguendo questa strada.[11]
Pendin, invece, sostiene che il cambio di nome da Sesto sia da ricercare in qualche fatto avvenuto dopo l'epoca romana. In Storia di Caldogno porta quindi altre due possibili ipotesi entrambe da ricondurre al periodo longobardo:
L'Olivieri, grande studioso della toponomastica della regione, assicura un'origine latina legata al nome dell'antico proprietario, "Cresius", che per primo ha fatto costruire nella zona prospiciente alle rive del Bacchiglione le capanne che costituiscono il primo nucleo abitativo[17].
Pendin, ricordando alcune voci del luogo, spiega come il nome potrebbe derivare da cretulae, una specie di canne palustri presenti nella zona in origine acquitrinosa e paludosa[16].
Sia il Formenton che l'Olivieri concordano sul fatto che il nome della frazione derivi da Rivus turgulus, cioè "rivo o fiumicello torbido", dall'aspetto che doveva avere l'acqua che confluiva nei vari torrentelli. Già in un atto del 1499 la zona di Rettorgole è chiamata "villa de Roturgule".[17]
Sono pochi i ritrovamenti che permettono di identificare la presenza dell'uomo nella preistoria nel territorio di Caldogno e dintorni. Quasi certamente, per via delle caratteristiche acquitrinose, malsane e inospitali[18] non era un luogo abitato, ma frequentemente battuto durante la caccia dalle popolazioni neolitiche[19]. Testimonianza di ciò sono i ritrovamenti di frecce dalla punta di pietra e un'amigdala che, insieme a un manico di legno, veniva utilizzata come ascia da guerra[19]. Nei secoli successivi, ma sempre di natura incerta, sorsero i primi piccoli insediamenti agricoli che trovarono sede nelle zone prosciugate in mezzo ai corsi d'acqua in via di formazione[19].
Dopo una parentesi Euganea e Paleoveneta, Caldogno entrò tra i possedimenti romani. Le tappe della romanizzazione che interessarono Vicenza, e quindi anche i territori adiacenti, furono senza dubbio la costruzione della via Postumia nel 148 a.C, l'acquisizione del diritto romano nel 49 a.C. grazie a Giulio Cesare e la distribuzione ai veterani delle terre vicentine nel 30 a.C. da parte di Ottaviano Augusto[6][20]. La zona pianeggiante dell'alto vicentino venne divisa da cardi e decumani formando l'agro centuriato vicentino di Thiene[6][7]. Caldogno sorgeva al limite sud di tale lotto, distante sei miglia da Vicenza e costituendo per questo la contrada detta ad sextum lapidem, presente ancora oggi come Contrà del Sesto in Via Roma[7].
Nell'ambito dei ritrovamenti vi sono la massicciata stradale e resti di tegole ed embrici romani al limite nord del territorio, sotto l'attuale via Scartezzini, una massicciata stradale sotto l'attuale via Zanella vicino alla chiesa parrocchiale e alcune monete di epoca imperiale nella campagna verso il Pozzetto[7].
Anche Caldogno era collegata all'antico acquedotto romano che portava l'acqua a Vicenza, il cui percorso è ormai abbastanza chiaro anche grazie ai ritrovamenti in Lobbia: seguiva un decorso rettilineo che partiva dalla città nelle vicinanze di Porta Santa Croce, fiancheggiava Villa Cà Gardellina, passava poi in località Villaraspa terminando in prossimità del capitello di Sant'Antonio a Motta di Costabissara. In questo luogo alcuni hanno ipotizzato che vi fosse la presa d'acqua e che sorgesse la cisterna collettore. Gli autori antichi, però, riportano che la provenienza dell'acqua fosse da Caldogno e non da Motta[21]. Basandosi sulla struttura degli acquedotti romani si può ragionevolmente supporre che a Motta ci fosse la grande cisterna-collettore alla quale affluivano, tramite condutture minori (soprattutto sotterranee), le acque provenienti da altre sorgenti (tra cui quindi Caldogno)[13][22]. Il rinvenimento di alcuni tubi d'argilla sotterranei sembrano confermare tale ipotesi[22].
Caldogno fu anche sede di un insediamento longobardo, portando alla costruzione della chiesetta dedicata a San Michele[23]. Se i Longobardi contribuirono alla costruzione, gli Ungari si preoccuparono soprattutto della devastazione: durante il dominio carolingio di Berengario conquistarono Vicenza e, seminando il terrore, distrussero la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista e danneggiarono quasi sicuramente la chiesa longobarda del cimitero[24]. Nel 961 l'Italia settentrionale divenne parte dell'Impero di Germania i cui imperatori concedettero spesso privilegi e onorificenze. È in questo momento che è da inquadrare la nascita del titolo di "conte di Caldogno"[25].
Dopo le distruzioni causate dagli Ungari, in tutto il nord Italia venne affidato ai vescovi, da parte del re d'Italia Berengario, il compito di erigere le difese del territorio. Fu in questo periodo storico che sorsero i tanti castelli vescovili della provincia di Vicenza (tra cui Brendola, Sovizzo, Costabissara, Caldogno e molti altri)[26]. Il castello di Caldogno sembra che non sia da inquadrare in questo periodo storico, perché già presente: venne solo restaurato o riedificato a causa dei danni provocati dagli Ungari[26].
I comuni sotto l'egemonia imperiale della Germania vissero un periodo di relativo benessere in cui poterono organizzarsi e rendersi più indipendenti visto i continui conflitti all'interno della Germania[26]. Questo almeno fino all'elezione di Federico Barbarossa che decise di far rispettare la propria autorità anche nei territori italiani. Ma, mentre i Comuni si organizzavano per guerreggiare contro di lui formando prima la Lega Veronese e poi quella Lombarda per farsi riconoscere l'indipendenza rimanendo comunque sotto l'Impero, il Conte di Caldogno ha sempre mantenuto una posizione filo-imperiale che gli ha valso benefici e privilegi[27][28]. È probabilmente per questo motivo che, durante le continue guerre fra famiglie vicine alla politica papale e a quella imperiale, il dominio di Ezzelino III non portò a gravi devastazioni nel territorio calidonense come invece fece in molti altri territori più vicini al potere ecclesiastico[29].
Già nel 1262 Caldogno, Cresole e Rettorgole si erano dati un ordinamento comunale con tanto di statuti[27].
Dopo le depredazioni di Ezzelino III, nel 1266 il territorio vicentino passò sotto l'egemonia padovana fino al 1312 quando, dopo la discesa in Italia, Enrico VII di Lussemburgo nominò Vicario Imperiale di Vicenza Cangrande della Scala portando i padovani ad opporsi agli Scaligeri saccheggiando e distruggendo i paesi vicini a Vicenza[29]. Fu così che molte località della Riviera Berica furono bruciate e, nell'estate del 1312, Villaverla fu devastata[30] per otto giorni con un'opera di saccheggio di tutti i paesi contigui, tra cui Caldogno e la piccola chiesa longobarda di San Michele[31].
Nel 1337, durante la dominazione scaligera, il territorio di Caldogno fu sottoposto, sotto l'aspetto amministrativo, al Vicariato civile di Thiene e tale rimase sino alla fine del XVIII secolo[32].
Nel 1356, dopo che Luigi d'Ungheria decise di invadere il Veneto per vendicarsi dell'appropriazione di Zara da parte di Veneziani, Venezia chiamò alcune compagnie mercenarie tedesche di circa 600 cavalieri guidate da Artemanno di Warstein e Arnoldo di Crichinbec che si stanziarono a Caldogno. Dopo un tentativo di raggiungere Treviso per attaccare gli Ungheresi fallito a causa di un fiume Brenta colmo d'acqua, tornarono a Caldogno dove vennero colti di sorpresa da un contingente di circa 1000 volontari Ungheresi che vinsero sui mercenari e lasciarono il paese e la popolazione devastati[31].
Il 4 ottobre 1511 Caldogno venne saccheggiata dai soldati di Ramon de Cardona, il generale spagnolo che guidò le truppe contro Bartolomeo d'Alviano nella Battaglia de La Motta, svoltasi poco distante il 7 ottobre 1513 a Motta[33] (la frazione del comune di Costabissara), nell'ambito della Guerra della Lega di Cambrai[33].
L'invasione francese del Veneto nel 1797 portò numerosi cambiamenti, sia burocratici[34] che economici: furono molte le tasse salate che i calidonensi, come tutti i veneti, si trovarono a dover pagare per far fronte alle dispendiose campagne militari francesi[35].
I cambiamenti che portarono all'attuale definizione del territorio di Caldogno avvennero nel 1816, quando l'annessione all'Impero Austroungarico portò all'abolizione di oltre 150 comuni con pochi abitanti. Per i calidonensi ciò si concretizzò con una prima unificazione di Cresole con Rettorgole e poi con la fusione definitiva nel comune di Caldogno[36].
Durante la prima guerra mondiale, Caldogno si trovò nelle retrovie e dovette ospitare alcuni reparti militari che insediarono il comando nella villa Fogazzaro-Arnaldi[36]. Durante la seconda guerra mondiale venne organizzato un ospedale militare negli edifici attigui a villa Caldogno e l'adesione di vari paesani al movimento partigiano portò a numerosi rastrellamenti nazi-fascisti[36].
La storia di Caldogno fu legata alle vicende della famiglia omonima che possedeva buona parte del territorio. La prima investitura è da far risalire a poco dopo l'Anno Mille e venne poi riconfermata da numerosi imperatori[37]. Dalle cronache, il primo Caldogno ad essere citato è Villanello Caldogno, che nel 1176 era uno dei consiglieri del Pretore di Vicenza e nel 1190 fu eletto console della città[37].
Il membro della famiglia Caldogno che ricevette le più alte onorificenze dagli imperatori fu Calderico Caldogno, consigliere militare di Federico Barbarossa e suo compagno d'armi nella guerra contro Milano e le truppe papali. Calderico fu ferito in battaglia nel 1183 e per questo nominato cavaliere aureato e conte palatino, confermato di tutti i possessi e i privilegi. Gli fu concesso in quella occasione di adottare lo stemma dell'aquila imperiale nera su campo rosso lasciando per un ramo laterale della famiglia quella rossa su scudo d'argento.[37] L'aquila dei Caldogno costituisce ancora oggi lo stemma araldico del Comune.
Per vari secoli i Caldogno possedettero gran parte del suolo comunale e la loro prima residenza sembra essere stata l'attuale villa Todescato, sorta sui resti del castello di Caldogno, la cui origine, anche se dai documenti non ci viene segnalata, risulta essere precedente all'invasione longobarda del 569. Tale villa appartenne alla famiglia almeno dal 1100 al 1700.[38]
Le proprietà della famiglia subirono molte modifiche, sia in chiave espansiva che non. Nel 1225 venne acquistato il castello di Isola Vicentina con tutto il contado, possedimento che durò fino al 1306[38]. Un atto del 1785 descrive come i possedimenti non erano limitati a Caldogno e Capovilla, ma si estendevano anche in alcuni appezzamenti a San Pietro in Gu, in provincia di Padova, che erano affittati a Domenico Quadri e Giovanni Casarotto[38].
«IOANNES FLAMINIUS ET ANGELUS FRATRES FLORIANI A FUNDAMENTIS EREXERUNT ANNO DOMINI MDCCXIII»
«I fratelli Giovanni, Flaminio e Angelo Floriani eressero dalle fondamenta nell'anno del Signore 1713[90]»
Abitanti censiti[100]
A Caldogno sono presenti 4 scuole statali: una scuola dell'infanzia (Giovanni Pascoli), due scuole primarie (San Giovanni Bosco a Caldogno e Carlo Collodi a Rettorgole) e una scuola secondaria di primo grado (Dante Alighieri)[101].
Nel capoluogo vi è la Biblioteca civica, che fa parte della rete di biblioteche vicentine "Bibioinrete", insieme alla maggior parte della biblioteche appartenenti alla Rete Bibliotecaria Vicentina[102].
A Caldogno vi è una delle 22 sedi dell'Università degli adulti/anziani del Vicentino[103].
Nel 1987 è avvenuta un cessione di alcuni territori a Vicenza e un'annessione di territori appartenenti al capoluogo. Si tratta di zone disabitate.[104]
Rettorgole è la maggiore frazione di Caldogno. Il santo patrono è San Bartolomeo. Conta circa 3 000 abitanti e comprende il quartiere di Lobbia/Aeroporti.
Cresole è una piccola frazione del comune di Caldogno attraversata dal fiume Bacchiglione. Conta 1 200 abitanti circa e il suo santo patrono è San Gaetano. La frazione è stata colpita da una devastante alluvione il 1º novembre 2010. Pochi giorni dopo è stato trovato il corpo senza vita di un uomo nella cantina della propria abitazione, completamente allagata. Dopo la distruttiva alluvione gli sfollati nel Comune sono stati più di 1500.
I dati sono stati presi dagli elenchi delle amministrazioni nel sito del Ministero degli Interni e, per questi, si è inserito la data di elezione, anche quando non combaciava con la data di cessazione del sindaco precedente. Per i dati prima del 1985 non c'è stato riscontro con i database del ministero e si è utilizzato l'elenco di sindaci presente nel libro Storia di Caldogno di Galdino Pendin.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1900 | 1910 | Luigi Ziggiotto | Sindaco | [105] | |
1910 | 1914 | Ascanio Pagello | Sindaco | [105] | |
1915 | 1920 | Francesco Zenere | Sindaco | [105] | |
13 marzo 1920 | 8 novembre 1920 | Luigi Lovato | Commissario prefettizio | [105] | |
1920 | 1923 | Eugenio Ballardin | Sindaco | [105] | |
1923 | 1925 | Achille Lovisetto | Sindaco | [105] | |
1925 | 1926 | Luigi Dal Toso | Commissario prefettizio | [105] | |
1926 | 1935 | Luigi Dal Toso | Podestà | [105] | |
23 luglio 1935 | 20 agosto 1935 | Mario Cimino | Commissario prefettizio | [105] | |
1935 | 1940 | Egelio Altissimo | Podestà | [105] | |
1940 | 1944 | Pietro Lovisetto | Podestà | [105] | |
1º ottobre 1944 | 15 novembre 1944 | Luciano Gobbato | Commissario prefettizio | [105] | |
1944 | 1945 | Alessandro Giovanni Toffanin | Commissario prefettizio | [105] | |
26 aprile 1945 | 18 giugno 1945 | Riccardo Trevisan | Sindaco | [105] | |
1945 | 1946 | Michele Camporeale | Sindaco | [105] | |
27 gennaio 1946 | 9 aprile 1946 | Rino Manni | Sindaco | [105] | |
1946 | 1951 | Giovanni Rech | Sindaco | [105] | |
1951 | 1960 | Rino Manni | Sindaco | [105] | |
1960 | 1965 | Silvio Bergamin | Sindaco | [105] | |
1965 | 1975 | Dorino Massignani | Sindaco | [105] | |
1975 | 1980 | Gianfranco Toniolo | Sindaco | [105] | |
1980 | 1985 | Giuseppe Pieropan | Sindaco | [105] | |
1985 | 1986 | Luigi Lago | Sindaco | [105] | |
6 luglio 1986 | 2 luglio 1992 | Gaetano Lazzari | DC | Sindaco | [105][106] |
7 giugno 1992 | 28 aprile 1997 | Aldo Cunico | DC | Sindaco | [105][107] |
27 aprile 1997 | 14 maggio 2001 | Costantino Toniolo | Centro | Sindaco | [105][108] |
13 maggio 2001 | 30 maggio 2006 | Costantino Toniolo | Centro | Sindaco | [105][108] |
28 maggio 2006 | 16 maggio 2011 | Marcello Vezzaro | Lista civica | Sindaco | [105][109] |
15 maggio 2011 | 5 giugno 2016 | Marcello Vezzaro | Lista civica Amministrare insieme | Sindaco | [105][109] |
6 giugno 2016 | 4 ottobre 2021 | Nicola Ferronato | Lista civica Insieme per Caldogno | Sindaco | [105][110] |
4 ottobre 2021 | in carica | Nicola Ferronato | Lista civica Insieme per Caldogno | Sindaco | [110] |
La principale squadra di calcio è l'U.S.D. Caldogno Calcio[111] che milita in Promozione ed è affiliata al L.R. Vicenza[112] mentre l'altra squadra del comune di Caldogno è il Cresole 80 con la quale c'è una grande rivalità sportiva.
Grande seguito anche nel volley, attraverso la società A.S.D. Pallavolo Caldogno, operante sul territorio dal 1989 e attualmente milita in 2 Divisione È noto per essere il luogo d'origine di Roberto Baggio, celebre calciatore italiano.
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.