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specie di fungo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Clitocybe nebularis (Batsch) P. Kumm, 1871,[1] comunemente noto come fungo delle nebbie, è un fungo tossico; lo stesso viene purtroppo ancora consumato da molti per la sua carne dal sapore aromatico ed intenso, anche se non da tutti gradito perché piuttosto forte.
Fungo delle nebbie | |
---|---|
Clitocybe nebularis | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Fungi |
Divisione | Basidiomycota |
Classe | Agaricomycetes |
Sottoclasse | Agaricomycetidae |
Ordine | Agaricales |
Famiglia | Tricholomataceae |
Genere | Clitocybe |
Specie | C. nebularis |
Nomenclatura binomiale | |
Clitocybe nebularis (Batsch) P. Kumm, 1871 | |
Sinonimi | |
Lepista nebularis (Batsch) Harmaja, 1974 |
Tuttavia questo fungo contiene tossine che si accumulano nell'organismo. presenta tracce di una tossina denominata nebularina [2], con proprietà mutagene molto blande (nei topi di laboratorio ne occorrono concentrazioni elevatissime per osservare la mutagenesi)[senza fonte].
Come per il Lyophyllum connatum, tuttavia, ci si basa su test effettuati in vitro e pertanto non esiste alcuna prova concreta che questo fungo possa provocare mutazioni genetiche negli individui che lo consumano, anche perché la nebularina è idrosolubile e pertanto una prebollitura prolungata dovrebbe far svanire quasi completamente questa molecola.
Questa specie contiene anche altre tossine, fra cui:
Inoltre la C. nebularis, durante la cottura, sprigiona un vapore che sembra possa scatenare improvvisi attacchi di mal di testa nelle persone che si trovano nelle vicinanze, in quanto le tossine termolabili vaporizzate vengono accidentalmente inalate. Il micologo Riccardo Mazza, nel libro I funghi dal vero, sostiene che questi vapori possano risultare addirittura pericolosi; è comunque sufficiente aerare il locale. Nebularis è stato inserito, a livello ministeriale, tra i funghi tossici, non commercializzabili nel 1998.
Moser, Bon ed altri autori avevano collocato questo fungo nel genere Lepista anziché nel genere Clitocybe poiché le spore, pur essendo color crema e cianofile, presentano, al microscopio elettronico, una parete sottilmente verrucosa.
Altri autori come Kuyper, invece, preferiscono mantenerlo nel genere Clitocybe poiché la parete sporale, al microscopio ottico, si presenta liscia come in altre specie di questo genere.
Dal latino nebularis = nebbioso o nuvoloso, per il colore grigio del suo cappello.
Convesso, poi piano, talvolta depresso al centro; margine involuto, color grigio-bruno, biancastro, non igrofano, ma pallido a secco, ricoperto da una finissima pruina biancastra; 8–20 cm di diametro, con cuticola color grigio di diverse tonalità e se il fungo non è umido, brillante.
Strette, ineguali, fitte, decorrenti, biancastre infine con sfumature color crema; separabili abbastanza facilmente dalla carne del cappello.
Cilindrico, elastico, ingrossato alla base e attenuato verso il cappello, biancastro o grigio, striato-fibrilloso, spesso cavo, 6-9 x 1,5–3 cm.
Compatta, soda, poi molle; bianca.
Si tratta di un fungo saprofita che ha bisogno di un substrato ricco di vegetali in decomposizione. Parte di questi residui vegetali rimangono nel gambo quando viene raccolto.[3]
Cresce molto spesso in gruppi di numerosi esemplari, nei boschi di latifoglie e di conifere, in tardo autunno ed in inverno (se non troppo rigido). Il micelio scorre su foglie morte e piccoli frustuli.
Spesso i carpofori crescono formando delle lunghe "linee rette" sul terreno, occasionalmente anche fino a 30 metri! Altre volte i folti gruppi formano i ben noti "cerchi delle streghe".
L'impressione che si può provare nel reperire questi funghi è quella di vedere tante piccole "nuvole" che fuoriescono dal fogliame.
Vivamente sconsigliato. Se non trattato adeguatamente e/o se viene consumato in quantità eccessive, può causare intossicazioni da accumulo a lungo termine con danni epatici.
Sono stati registrati diversi casi di intolleranza soggettiva a questa specie, con disturbi all'apparato digerente che si manifestano attraverso brevi episodi di nausea e vomito; pertanto coloro che non hanno mai consumato la C. nebularis dovrebbero mangiarne solo un frammento per prova.
Da sottolineare inoltre che:
Se l'intenzione è quella di consumare comunque questo fungo nonostante tutte le controindicazioni, è bene attenersi ad alcune precauzioni.
È conveniente consumare la C. nebularis con molta cautela, ovvero pochi esemplari alla volta e in pasti abbastanza distanziati nel tempo.
L'operazione di prebollitura non è ristretta alla sola C. nebularis, ma dovrebbe essere estesa anche a tanti altri funghi, tra i quali si menzionano i seguenti:
Moltissimi sono i nomi con cui viene chiamato:
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