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scrittore, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Elmore John Leonard Jr. (New Orleans, 11 ottobre 1925 – Detroit, 20 agosto 2013) è stato uno scrittore, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense.
«Probabilmente non smetterò finché non smetterò con tutto, non lascerò questa vita, perché è tutto quello che so fare. Ed è divertente. Mi diverto a scrivere e molto tempo fa ho detto a me stesso: "Questa cosa deve divertirti, altrimenti ti farà impazzire"»
Sebbene nato a New Orleans, Leonard visse nella città natale solo in tenera età. Nel 1934, dopo aver abitato in moltissime località come Dallas, Oklahoma City e Memphis (il padre lavorava per la General Motors, cercando località idonee all'apertura di nuove concessionarie di auto), la sua famiglia si trasferì a Detroit, città in cui sarebbero stati ambientati moltissimi suoi romanzi e nei cui sobborghi Leonard risiedette. Di educazione cattolica (e singolari tematiche religiose sarebbero state da lui affrontate in alcuni romanzi come Imbroglio e Il tocco), nel 1943 si arruolò in Marina e combatté nel Pacifico. Tornato in patria alla fine della guerra, approfittò delle agevolazioni universitarie per gli ex combattenti (il cosiddetto GI Bill), e nel 1950 si laureò in lettere e filosofia all'Università di Detroit.[2]
Nel 1950 Leonard si laureò presso l'University of Detroit Mercy in Inglese e Filosofia.[3]
Influenzato da scrittori poco noti in Italia, come Richard Bissell e George V. Higgins, un sostituto procuratore distrettuale di Boston dalla notevole attività di romanziere (suo è il celebrato Gli amici di Eddie Coyle, un caposaldo della narrativa poliziesca che lo stesso Leonard citava come la sua più grande ispirazione e del quale scrisse la prefazione alla ristampa dell'edizione statunitense), Leonard lavorò per molti anni in un'agenzia pubblicitaria, alzandosi alle cinque di mattina per scrivere i propri racconti e romanzi prima di recarsi in ufficio. Esordì nel 1951 con un racconto western, genere diffusissimo sulle riviste popolari degli anni cinquanta. Dal 1951 al 1961 riuscì a piazzare ben ventinove racconti su una decina di diverse riviste. Il suo primo romanzo, sempre western, è The Bounty Hunters, pubblicato nel 1953.
Solo nel 1967 Leonard decise di lasciare il suo lavoro (dal 1961 si era messo in proprio, aprendo un'agenzia pubblicitaria e fornendo testi per brevi film di carattere promozionale e didattico, anche per l'Enciclopedia Britannica) e diventare scrittore a tempo pieno. Nel 1969, con l'inaridirsi del mercato editoriale in campo western, ritenne arrivato il momento di dedicarsi al crime novel scrivendo Il grande salto (The Big Bounce), romanzo che sarebbe riuscito a pubblicare con estrema difficoltà, dopo averlo visto rifiutare da oltre ottanta case editrici. Il grande successo di pubblico giunse solo nel 1985 con il romanzo Casino (Glitz), anche grazie a una calorosa recensione di Stephen King sul New York Times[4]. Saltuariamente, però, Leonard tornò alla narrativa "di frontiera" pubblicando qualche sparso racconto e un romanzo western, come Gunsights, e debuttando nel romanzo storico vero e proprio con Cuba Libre, ambientato a Cuba tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento.
Leonard vinse il prestigioso premio F. Scott Fitzgerald Literary Award for Achievement in American Literature, tra i cui passati vincitori figurano, tra gli altri, William Styron, John Barth, Joyce Carol Oates, E. L. Doctorow, Norman Mailer, John Updike.
Leonard, che si sposò tre volte (l'ultima nell'agosto 1993), visse per lungo tempo a Bloomfield Hills, una cittadina della Oakland County, nel Michigan. Anche uno dei suoi figli, Peter Leonard, ha intrapreso la carriera di scrittore di polizieschi dopo una lunga attività di pubblicitario, esordendo nel maggio 2008 con il romanzo Brivido (Quiver). Alla fine di luglio del 2013 lo scrittore venne colpito da un ictus che lo portò poi alla morte, avvenuta il 20 agosto dello stesso anno all'età di 87 anni.
Nel 1970 Leonard donò parte dei suoi archivi personali alla biblioteca dell'University of Detroit Mercy.[3]
Leonard è sempre stato considerato un maestro del dialogo ed uno dei suoi tratti distintivi era difatti quello di portare avanti la trama dei suoi libri non tanto attraverso passaggi descrittivi, quanto per mezzo delle conversazioni tra i personaggi. Non a caso la quasi totalità dei suoi libri (fatta eccezione per qualche racconto western degli esordi) è scritta in terza persona. Per questo aspetto potenzialmente "cinematografico", infatti, numerosi sono i film tratti dai suoi crime novels (così lo stesso Leonard amava definire le proprie opere), anche se gran parte di tali film non seppe ben riprodurre su pellicola il vero spirito dei romanzi originali, fatte salve alcune eccezioni come Jackie Brown di Quentin Tarantino e Out of Sight di Steven Soderbergh.
Ricercatore meticoloso delle ambientazioni e delle atmosfere dei suoi romanzi (per i cui dettagli si avvalse per molti anni del lavoro del "ricercatore" Greg Sutter), Leonard era irresistibilmente attratto dalle modificazioni della cultura popolare e della lingua, cosa che ben si riflette nel suo linguaggio compositivo; ciò, unito ad una narrazione ellittica e costruita sul fitto intreccio cronologicamente non lineare di punti di vista multipli, lo rese uno degli autori più difficili da tradurre efficacemente in altre lingue.
Leonard era uno degli scrittori preferiti di Saul Bellow, così come di Martin Amis, che ne fu intimo amico e lo intervistò più volte, anche in pubblico, definendolo "il Dickens di Detroit". Nel 1991 la BBC realizzò un documentario su di lui, Elmore Leonard's Criminal Records.
Questa la lista dei premi letterari di cui fu insignito:
Film e telefilm sceneggiati o prodotti da Leonard, oppure tratti dai suoi romanzi.
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