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Allium fistulosum

specie di pianta della famiglia Liliaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Allium fistulosum
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La cipolla d'inverno (Allium fistulosum L., 1753)[1], detta anche cipolletta,[2][3] cippolletta[4] o cipollotto,[5] è una pianta della famiglia Amaryllidaceae.[6][7]

Disambiguazione – "Negi" rimanda qui. Se stai cercando il paroliere italiano, vedi Riz Samaritano.
Fatti in breve Come leggere il tassoboxCipolla d'inverno, Stato di conservazione ...
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Tassonomia

La specie è descritta da Linneo e pubblicata per la prima volta in Species Plantarum nel 1753.[8] In base alla recente classificazione APG III, la cipolla d'inverno appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae (ex Alliaceae)

Descrizione

Riepilogo
Prospettiva

Originaria dell'Asia centrale[2][4][9], Cina nord-occidentale[10], Asia orientale[11] o Siberia, Allium fistulosum è una pianta erbacea perenne[12], sempreverde in climi temperati[12] e annuale in quelli rigidi, che forma cespugli alti fino a una quarantina di centimetri[9] e larghi fino a mezzo metro[13].

La cipolla d'inverno si differenzia dalla cipolla:

  • per gli scapi fiorali più corti. Mostra infiorescenze ombrelliformi di forma sferica (dai 2 ai 7 cm di diametro[13]), con fiori viola, e piccoli semi neri simili a quelli della cipolla[9].
  • per i bulbi più piccoli, che sono oblungo-ovoidei, non troppo più larghi dello stelo[13], leggermente asimmetrici, bianchi o rosa e di norma proliferi.
  • per le foglie, che si sviluppano in cespi dal bulbo e sono fistolose (ovvero cave[14], da cui il nome scientifico) di color verde scuro con sfumature di blu[2] (verde glauco).

Ne esistono varie cultivar, che si caratterizzano per la resistenza al freddo, il colore della buccia (rossa o bianca) e la larghezza dei gambi. Alcuni ibridi sterile sono stati ottenuti incrociando la specie con altre del suo genere, in particolare la cipolla[13].

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Traduzione in altre lingue

In inglese viene indicata come Welsh onion[1][13] (dove l'aggettivo Welsh non significa gallese, ma mantiene il significato originale dell'anglo-sassone welisc, straniero[9][11]), Japanese bunching onion (cipolla a fascio giapponese)[12], e i più ambigui green onion, salad onion, spring onion (in inglese britannico) scallion (in inglese USA[13]), escallion (in Inglese giamaicano), anche se questi termini si possono riferire anche a altre piante dello stesso genere. In francese i suoi nomi comuni sono ciboule, cive, oignon d'Espagne (cipolla di Spagna), chiboule o ail fistuleux (aglio fistoloso). Viene indicata sotto i nomi di Schnittzwiebel (cipolla tagliata), Winterzwiebel (cipolla di inverno) o Frühlingszwiebel (cipolla di primavera) in tedesco, di cebolleta in spagnolo e di cebolla china (cipolla cinese) in Perù, (pinyin: cōng ; pronunciato « tsong » in tono elevato) in cinese, negi (葱 / ネギ?) in giapponese e (pa) in coreano.

Coltivazione

Riepilogo
Prospettiva

Sebbene in Europa la cipolla d'inverno sia soprattutto una pianta ornamentale, in altre aree del mondo è coltivata principalmente a scopo alimentare, ma non è mai divenuta un vero prodotto industriale, ed è principalmente prodotta in loco e consumata fresca[10].

Attestata in Cina fin dal II secolo a.C. e in Giappone dal VI secolo d.C.[11], la sua area di coltivazione principale si estende attualmente dall'Indonesia fino alla Siberia[10]. Risulta anche molto diffusa in Africa, nelle aree attorno al fiume Congo e negli stati che si affacciano sul Golfo di Guinea[10].

Si tratta di una specie rustica, adatta a tutti i climi (resiste al gelo, se opportunamente protetta[15], ma cresce bene anche ai tropici), che in genere cresce raramente allo stato spontaneo, e si adatta bene alla coltura in vaso[12], sui terrazzi

Richiede un suolo fresco e friabile, leggermente acido e ben drenabile, ma in generale si adatta meglio a qualsiasi tipo di suolo rispetto alla cipolla[15].

Si moltiplica per semina, per divisione dei cespi o tramite bulbo[4]. I semi si piantano in primavera[15] a dimora (fine marzo, inizio aprile) o i bulbi in autunno. Nessun trattamento pregerminativo è necessario. Se si piantano i semi, la raccolta avviene l'anno successivo quando si formano dei cespi. A lato delle piante che montano a seme, inutilizzabili per il consumo, se ne formano altre che possono essere raccolte. Ogni tanto è opportuno estirpare i cespi e ripiantare le migliori piante a 25 cm di distanza l'una dall'altra, rincalzando periodicamente le file[4].

Varietà più adatte ai climi rigidi tendono a perdere le foglie in inverno[9].

Fra i suoi parassiti più comuni compaiono tripidi, la mosca della cipolla (Delia antiqua), la falena porro (Acrolepiopsis assectella).

In colture commerciali, la raccolta viene fatta tirando i ciuffi ed i cipollotti sono venduti in fasci.

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Conservazione

La cipolla d'inverno deve essere consumata fresca[1], perché non può essere essiccata. Le foglie si congelano facilmente.

In cucina

Riepilogo
Prospettiva

Spesso viene cotta (in fritti, zuppe e minestre), anche se è consigliato non in modo eccessivo, ma può essere utilizzata cruda (comprese le foglie) per insaporire un piatto dopo la cottura come si farebbe con l'erba cipollina o per la preparazione di insalate[10]. Le sue foglie aromatiche sono consumate sia come condimento che in insalata[2]; come quelle di altre specie possono essere servite ripiene di fiocchi di latte.[12]

Russia

Il bulbo è usato tagliato o tritato, come condimento o al posto della cipolla.

Estremo oriente

È particolarmente amato in estremo oriente (Cina, sud-est asiatico), dove è secondo per importanza soltanto alla cipolla[10][11], venendo impiegato in piatti a base di pasta, riso fritto, carne in wok, insalate, zuppe. Serve anche, tritato e servito in frittelle, come accompagnamento all'anatra alla pechinese.

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Negi tagliato a fettine guarnisce il nattō con karashi e salsa di soia

Giappone

In Giappone, dove viene chiamata negi, la cipolla d'inverno è un ingrediente della zuppa misoshiru, del negimaki (involtini di carne di vitello e cipolla)[16], e spesso è utilizzata affettata come condimento in svariati piatti tra i quali teriyaki, takoyaki, zaru soba, nattō e tofu. È l'ingrediente principale del negiyaki, una versione più fina dell'okonomiyaki in cui il cavolo viene sostituito dal negi.

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Utilizzi terapeutici

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Possiederebbe proprietà antiscorbutiche, antisettiche, bechiche, ipoglicemizzanti[4], diuretiche, espettoranti e lassative[17].

In Cina è un ingrediente della medicina tradizionale[11].

Note

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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