Timeline
Chat
Prospettiva

Cappuccetto Rosso

fiaba Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Cappuccetto Rosso
Remove ads

Cappuccetto Rosso è una delle fiabe europee più popolari al mondo, di cui esistono numerose varianti. Le versioni scritte più note sono quella di Perrault (col titolo Le Petit Chaperon Rouge) del 1697 e quella dei fratelli Grimm (Rotkäppchen) del 1857. Nel sistema di classificazione ATU è indicata come numero ATU 333.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Cappuccetto Rosso (disambigua).
Thumb
Cappuccetto Rosso e il lupo in un dipinto di Carl Larsson (1881).
Thumb
Cappuccetto Rosso in un'illustrazione di Otto Kubel (1932).
Remove ads

Trama comunemente conosciuta

Riepilogo
Prospettiva

Cappuccetto Rosso, così chiamata perché indossa sempre una mantellina con un cappuccio rosso che le è stata regalata dalla nonna, è una bambina che vive con la madre in una casetta vicino ad un grande bosco. Un giorno la mamma le consegna un cestino pieno di buon cibo da portare alla nonna malata, che vive al di là della foresta, e raccomanda a Cappuccetto Rosso di fare attenzione durante il tragitto e non allontanarsi dalla strada. Nel bosco, però, la bambina incontra un lupo, che con l'inganno le si avvicina, si fa rivelare dove abita la nonna e la invita a raccogliere fiori, per farle perdere tempo. Il lupo quindi arriva prima di lei alla casetta, bussa alla porta, si presenta alla nonna come la nipotina in modo che l'anziana signora gli apra la porta e se la mangia in un sol boccone.

Cappuccetto Rosso arriva più tardi alla casetta, e una volta entrata, trova il lupo nel letto travestito come la nonna. Notando però che la nonna ha un aspetto strano, le fa delle domande finché il lupo non si smaschera e divora anche lei in un sol boccone. Successivamente un cacciatore, amico della nonna di Cappuccetto Rosso, passa di là, si accorge di quello che è accaduto, si precipita nella casa e apre la pancia del lupo addormentato, dalla quale fuoriescono immediatamente la nonna e Cappuccetto Rosso sane e salve; i tre riempiono poi la pancia del lupo di pietre. Una volta svegliatosi, il lupo si sente appesantito, così decide di fare una passeggiata per digerire, ma dopo aver fatto appena pochi passi, cade a terra affannato e muore. La nonna, il cacciatore e Cappuccetto Rosso festeggiano e la piccola può tornare a casa senza ulteriori preoccupazioni, ripromettendosi di non commettere più l’imprudenza di allontanarsi nel bosco, e anche l'uomo si allontana portando il corpo del lupo con sé per farne delle pellicce.

Tempo dopo Cappuccetto Rosso torna di nuovo a far visita alla nonna e lungo la strada incontra un altro lupo, che cerca di ingannarla come ha fatto il precedente, ma Cappuccetto Rosso, memore dell'esperienza vissuta, gli dà indicazioni sbagliate e, arrivata a casa della nonna, la avvisa del pericolo. L'anziana quindi chiude la porta per evitare altre disgrazie. Quando il lupo arriva a casa della nonna, dal momento che non riesce ad entrare dalla porta, tenta di passare dal camino, nel quale però la nonna mette a bollire un pentolone d'acqua: il lupo ci finisce dentro e muore.

Remove ads

Origini e varianti

Riepilogo
Prospettiva
Thumb
Cappuccetto Rosso e il lupo travestito da nonna in un'illustrazione di Gustave Doré.

Cappuccetto Rosso, nelle sue varianti, può essere messa in relazione con altre fiabe e miti analoghi. I temi principali della fiaba, che rimandano all'antropofagia e alla pedofilia, possono essere riscontrate in un'antica fiaba Taiwanese dal titolo traducibile come Zia Tigre; anche in questo caso un animale feroce prende il posto di un parente con l'intento di mangiare dei bambini, ma si tratta in realtà di uno spirito maligno che ha assunto le sembianze di una tigre; inoltre la bambina protagonista riesce a sfuggire al nemico senza aiuti esterni, contando solo sulla propria astuzia. La fiaba è stata trascritta per la prima volta nel XIII secolo, ma gli studiosi la ritengono una rielaborazione di leggende già in circolo nel I secolo a.C.[1].

L'ambientazione del bosco vista come fonte di pericoli e di smarrimento, di origine molto antica, è riscontrabile in fiabe come Hänsel e Gretel e Pollicino; il tema delle vittime ingoiate intere da un animale ed estratte vive dal suo ventre rielabora thopoi riscontrabili già nel Libro di Giona, riprese poi nella Storia Vera di Luciano di Samosata, nel poemetto medievale Within Piscator e nei canti espunti dall'Orlando Furioso; lo stesso tema si trova quasi identico nella fiaba russa Pierino e il lupo, oppure in Il lupo e i sette capretti. Un concetto analogo è riproposto in Pinocchio, dove il burattino di legno trova il padre Geppetto nella pancia del Pesce-cane.

La storia di Cappuccetto Rosso nella sua forma più conosciuta è presente nella tradizione orale di diverse regioni europee. Si sa che la fiaba era narrata già nel XIV secolo in Francia.

La versione di Charles Perrault

La versione scritta più antica della fiaba è Le Petit Chaperon Rouge, apparsa nella raccolta di fiabe I racconti di Mamma l'Oca di Charles Perrault nel 1697.[2][3] La versione di Perrault è molto più breve di quella successiva dei Grimm e non contiene un lieto fine: non è infatti presente la figura del cacciatore che salva nonna e nipote. Vi sono inoltre espliciti riferimenti sessuali: una volta giunta al cospetto del lupo travestito da nonna, Cappuccetto viene indotta da lui a togliersi i vestiti e giacere nel letto insieme a lui. Perrault conclude la narrazione con una spiegazione esplicita della morale:

«Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena. Dico Lupo, perché non tutti i lupi sono della stessa sorta; ce n'è un tipo dall'apparenza encomiabile, che non è rumoroso, né odioso, né arrabbiato, ma mite, servizievole e gentile, che segue le giovani ragazze per strada e fino a casa loro. Guai! a chi non sa che questi lupi gentili sono, fra tali creature, le più pericolose!»

La versione di Perrault della fiaba, incluse le conclusioni morali, fu tradotta in italiano da Collodi nel 1875 e inclusa nella sua raccolta di fiabe I racconti delle fate. Voltati in italiano, Firenze, Paggi, 1875. Questa traduzione è riportata fedelmente da Wikisource italiana.[4]

La versione dei Fratelli Grimm

Nel XIX secolo due versioni tedesche della fiaba furono raccontate ai fratelli Grimm da Jeanette Hassenpflug (17911860) e Marie Hassenpflug (17881856). I Grimm trasformarono una delle due versioni nella storia principale, la seconda in un seguito. La prima, col titolo Rotkäppchen, fu inclusa nella prima edizione della loro raccolta Kinder- und Hausmärchen (1812). Dalla prima edizione è registrata come fiaba numero 26. In questa versione, la bambina e sua nonna venivano salvate da un cacciatore interessato alla pelle del lupo. Nella seconda storia, Cappuccetto Rosso incontra un secondo lupo che tenta di ingannarla con lo stesso stratagemma del precedente, ma, grazie all'esperienza acquisita con il primo lupo, lo inganna a sua volta, dandogli indicazioni sbagliate per raggiungere la casa della nonna; la bambina rimane invece sulla strada maestra e arriva dalla nonna, barricandosi con lei in casa. Quando il lupo sopraggiunge, tenta di penetrare in casa dalla canna fumaria, ma la nonna mette nel camino un pentolone d'acqua bollente e il lupo vi cade dentro, annegando, in una maniera analoga a ciò che accade al lupo de I tre porcellini.

I Grimm continuarono a rivedere la storia nelle edizioni successive; quella meglio nota è la revisione finale, del 1857, con il taglialegna che sostituisce il cacciatore.

La versione di Italo Calvino

La finta nonna è il titolo di un'antica versione italiana della fiaba trascritta fra gli altri da Italo Calvino nella raccolta Fiabe italiane [La finta nonna, N. 116 (Abruzzo), pp. 653–655 (ed. de I Meridiani)]. In questa versione la bambina va a trovare la nonna ma al suo posto nel letto trova un'orchessa. La bimba si accorge che non si tratta di sua nonna, e con l'astuzia riesce a far uscire dalla casa l'orchessa e a farla cadere nel fiume[5]. In un’altra un lupo obbliga tre sorelle a dargli il cibo che le tre, a turno portavano alla madre ammalata, la terza furbamente impasta una torta con dei chiodi e il lupo, mangiatala, promette di vendicarsi: va a casa della madre, la divora viva, inscena la stessa commedia del lupo di Cappuccetto Rosso con la figlia, e appena divorata lei viene ucciso dai vicini di casa, che salvano madre e figlia.

Remove ads

Analisi e interpretazioni

Riepilogo
Prospettiva
Thumb
Cappuccetto Rosso e il lupo in un'illustrazione di J. W. Smith

Nel tempo si sono susseguite analisi e interpretazioni presenti nel sottotesto della storia. Erich Fromm[6] e successivamente Bruno Bettelheim hanno evidenziato come la fiaba si presti a un'interpretazione freudiana[7]. Se è evidente la presenza di contenuti sessuali nella storia (si veda il passo di Perrault citato sopra), le interpretazioni discordano sostanzialmente solo su quello che potrebbe essere inteso come significato principale (ovviamente, è soprattutto verosimile che numerosi significati si siano sommati durante l'evoluzione storica della fiaba). La maggior parte delle proposte enfatizza uno dei seguenti temi:

  • La prostituzione. La fiaba potrebbe essere intesa come un'esortazione a non esercitare il "mestiere". Quella della "giovane donna nel bosco" è uno stereotipo che in molte tradizioni viene metaforicamente associato alla prostituzione; nella Francia del XVII secolo, tra l'altro, la "mantellina rossa" era un segnale esplicito in questo senso.[8]
  • La maturità sessuale. In questa interpretazione, la mantella rossa rappresenta le mestruazioni e l'ingresso nella pubertà, che conduce la bambina nella "profonda e oscura foresta" della femminilità; il lupo rappresenta, quindi, l'uomo visto come predatore sessuale da cui guardarsi.[9]
  • L'antropofagia. Altre interpretazioni si focalizzano sull'elemento antropofago: la fiaba ha origine nel contesto di un'Europa periodicamente flagellata da terribili carestie durante le quali si segnalarono diversi casi di cannibalismo (siano d'esempio il caso della carestia francese del X secolo e della Grande carestia del 1315-1317). Il fatto che nelle versioni più antiche della fiaba la figura antropofaga fosse interpretata da un'orchessa, un elemento mostruoso ma antropomorfo e di sesso femminile, anziché da un lupo (un animale di sesso maschile, la cui antropofagia, pur connotata negativamente, rientra nell'ordine naturale delle cose) danno supporto a queste interpretazioni e al fatto che la fiaba, nella sua forma orale, si sia evoluta nel corso del tempo, per andare a rispondere a diverse esigenze formative.[10]
Remove ads

Nella cultura di massa

Opera

Cinema

Televisione

Videogiochi

Letteratura

  • Nei fumetti Marvel, il malvagio lupo Fenrir attacca la dea Idunn per rubarle le mele dell'immortalità, che la dea stava portando a Odino. Tale avvenimento avrebbe in seguito ispirato la celebre fiaba.
  • Nel 1962, all'interno di Favole al telefono, Gianni Rodari pubblica A sbagliare le storie, una versione parodistica della fiaba dei Grimm: Cappuccetto Rosso è raccontata da un nonno svogliato e distratto che sbaglia tutta la storia e viene corretto dalla nipotina.
  • Nel 1981 Bruno Munari scrive e illustra (con la collaborazione di Enrica Agostinelli) Cappuccetto rosso, verde, giallo, blu e bianco, dal quale verrà tratto lo spettacolo Cappuccetto Bianco della compagnia di teatro ragazzi Teatro del Buratto.
  • L'antologia Gioventù cannibale contiene il racconto Cappuccetto splatter, una versione pulp della fiaba, scritta da Daniele Luttazzi.
  • Nel 2012 Roberto Innocenti pubblica una riscrittura illustrata della storia di Cappuccetto Rosso con il titolo Cappuccetto Rosso, una fiaba moderna. L'albo illustrato riprende in parte la fiaba classica e i suoi protagonisti, trasponendola in età contemporanea e con diversi elementi innovativi e divergenti.[11]
  • Nel 2024 R. Gabrjel Perròlt pubblica Ombre di Luna: La leggenda oscura di Cappuccetto Rosso , una rivisitazione in chiave dark-fantasy della fiaba.[12]

Gioco di carte e da tavolo

Sculture

Remove ads

Filatelia

A Cappuccetto Rosso, il 7 dicembre 1975, è stato dedicato un francobollo policromo e dentellato, emesso dalla Repubblica Italiana dal valore nominale di L. 100, compreso nella serie della XVII Giornata del Francobollo.[13]

Nel 2004, la sua immagine è stata riprodotta nel francobollo, policromo e dentellato, dal valore nominale di 0,60 €, emessa dalla Repubblica di San Marino, il 20 agosto dello stesso anno, dedicata alle "Favole".[14] Alla stessa serie appartengono anche francobolli che ritraggono le immagini di Hänsel e Gretel, Pinocchio e Il gatto con gli stivali.[15]

Remove ads

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

Loading related searches...

Wikiwand - on

Seamless Wikipedia browsing. On steroids.

Remove ads