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Doronicum pardalianches

specie di pianta della famiglia Asteraceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Doronicum pardalianches
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Il doronico medicinale (nome scientifico Doronicum pardalianches L., 1753) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

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Etimologia

Il nome generico (Doronicum) potrebbe derivare da un termine dell'Arabia: Doronigi o Doronidge.[3] L'epiteto specifico (pardalianches) significa “strangola-pantere” ed è di derivazione greca, ma in realtà non è una pianta velenosa.[4]

Il binomio scientifico attualmente accettato (Doronicum pardalianches) è stato proposto da Carl von Linné nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.[5]

Descrizione

Riepilogo
Prospettiva
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Descrizione delle parti della pianta
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Tipologia di peli sulle foglie e sull'involucro
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Il portamento
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Le foglie basali
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Il capolino

Habitus. Le piante di questa specie sono erbacee perenni provviste, soprattutto nelle parti alte e sul bordo delle foglie, di peli pluricellulari semplici ma ghiandolari. La determinazione esatta della forma e lunghezza dei peli è molto importante per definire la specie nell'ambito del genere. Purtroppo alcuni peli sono distinguibili solamente con un buon microscopio a 20-50 ingrandimenti. La tavola a fianco indica il tipo di peli presenti sul bordo delle foglie e sulla superficie delle brattee dell'involucro del doronico medicinale.[4] L'altezza di queste piante varia da 3 a 7 dm (minimo 3 cm, massimo 90 cm). La forma biologica è geofita rizomatosa (G rhiz), ossia sono piante che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati rizomi, dei fusti sotterranei dai quali, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei.[6][7][8][9][10][4][11]

Radici. Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto.

Foglie. Le foglie hanno una lamina intera con bordo debolmente dentellato (o anche intero) e provviste di peli (vedere tabella con disegno dei peli). Si distinguono due tipi di foglie:

  • foglie basali: generalmente è presente una rosetta basale con foglie provviste di un lungo picciolo e con lamina di tipo cuoriforme o ovale o rotonda (lunghezza del picciolo: 1 - 3 dm; diametro delle foglie: 7 – 15 cm);
  • foglie cauline: le foglie cauline sono poche (da 3 a 7), a disposizione alterna; sono sessili (quelle superiori) e amplessicauli (la base delle foglie è divisa in due lobi fra i quali è inserito il picciolo); la forma della lamina in generale è di tipo ovato-lanceolata o semplicemente lanceolata; quelle inferiori hanno la tendenza ad assumere una forma “panduriforme”; le dimensioni delle foglie si accorciano verso l'infiorescenza.


La forma delle foglie “panduriformi” è molto particolare: nella parte basale della foglia sono presenti delle profonde insenature laterali che bruscamente raggiungono la rachide e quindi il picciolo che in questo caso è alato. La lamina a volte è asimmetrica: da un lato è completa mentre dall'altro già a metà lunghezza si restringe fino alla nervatura centrale.

Infiorescenza. L'infiorescenza è formata da grandi capolini in formazioni corimbose (con 2 – 5 capolini, raramente uno solo; massimo 12) color giallo-oro che normalmente sovrastano l'apparato fogliare. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro a forma di disco composto da più brattee lineari-lanceolate disposte in più serie (2-3) spiralate, che fanno da protezione al ricettacolo basale (che in questo caso è nudo – senza pagliette) sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati (di colore giallo chiaro) e quelli interni tubulosi (di colore giallo accentuato). I peduncoli sono cosparsi da fitti peli ghiandolari. Lunghezza dei peduncoli: 12 – 85 mm. La lunghezza delle squame è di 11 – 14 mm. Diametro dei capolini: 3 – 6 cm.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati e zigomorfi) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi e actinomorfi) sono bisessuali.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[12]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame; nella fruttificazione sono persistenti.
  • Corolla: la parte inferiore dei petali è saldata insieme e forma un tubo. In particolare quelli del disco centrale (tubulosi) terminano con delle fauci dilatate e a raggiera con cinque lobi; i lobi sono 5 volte più lunghi che larghi. Nei fiori periferici (ligulati) il tubo si trasforma in un prolungamento nastriforme terminante più o meno con cinque dentelli. Lunghezza dei fiori ligulati: 16 – 24 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo (sono inoltre prive di appendici filiformi). La forma delle antere è arrotondata o appena sagittata. Il polline è tricolporato (tipo "helianthoid").[13]
  • Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma profondamente bifido e con un ciuffo di peli alla sommità; l'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concrescenti e contenente un solo ovulo.
  • Antesi: da (maggio) giugno a luglio.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno delle forme oblunghe con dei solchi o nervi longitudinali (da 5 a 10). Sono inoltre provvisti di pappo persistente i cui peli (da 40 a 50) sono disposti in serie multiple. Il pappo è formato da soli peli senza coroncina se il frutto è generato dai fiori centrali (tubulosi), altrimenti sono senza (o quasi) pappo se il frutto è generato dai fiori periferici.

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Biologia

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

Riepilogo
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Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[14] – Distribuzione alpina[15])

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Ovest-Europeo (Subatlantico).

Distribuzione: in Italia il doronico medicinale è presente soprattutto nella parte nord-occidentale. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, è presente in Francia (dipartimenti di Alpes-de-Haute-Provence, Hautes-Alpes, Alpes-Maritimes, Drôme, Isère, Savoia e Alta Savoia) e in Svizzera (cantoni Vallese, Ticino e Grigioni). Sugli altri rilievi europei è presente nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale e Pirenei.[15]

Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono le forre e i boschi (faggete, abetine, aceri, carpineti, leccete, betuleti e castagneti). Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.

Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1.400 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano e collinare (oltre a quello planiziale – a livello del mare).

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico alpino Doronicum pardalianches appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]

Formazione: delle comunità forestali
Classe: Carpino-Fagetea
Ordine: Fagetalia sylvaticae
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Tassonomia

Riepilogo
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La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[16], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[17] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[18]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][9][10]

Filogenesi

Il genere Doronicum non è molto numeroso, comprende 29 specie, distribuite quasi unicamente nell'emisfero boreale (Vecchio Mondo), delle quali 8 sono proprie della flora italiana. Il genere appartiene alla sottofamiglia delle Asteroideae e, da un punto di vista filogenetico, si trova in posizione "basale" rispetto all'intera sottofamiglia.[10]

All'interno del genere, D. pardalianches appartiene alla sezione Eudoronicum caratterizzata dall'avere i frutti acheni esterni calvi (senza pappo) e le foglie radicali dentellate e radici non tuberose.[3]

Ulteriori caratteri distintivi per questa specie sono:[11]

  • i rizomi all'apice sono bianco-lanosi;
  • le foglie basali hanno una lamina a forma ovale e rotonda o cordata;
  • le foglie mediane sono progressivamente ristrette nel picciolo.

Il numero cromosomico di D. pardalianches è: 2n = 60.[11]

Sinonimi

La specie di questa voce, in altri testi, può essere chiamato con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2]

  • Doronicum cordatum Lamarck (1779)
  • Doronicum cordifolium Stokes (1812)
  • Doronicum latifolium Bubani (1899)
  • Doronicum matthioli Tausch
  • Doronicum procurrens Dumort. (1829)
  • Doronicum scorpioides Lapeyr. ex Willk. & Lange
  • Doronicum toxicarium Salisb. (1796)
  • Arnica scorpioides L.

Specie simili

Negli areali di contatto (Centro Italia) il doronico medicinale con un solo capolino è difficilmente distinguibile dalla specie Doronicum orientale Hoffm. monocefala (una certa differenza si ha nella forma delle brattee dell'involucro: nel doronico medicinale le squame sono larghe fin verso l'apice).[4] È da notare comunque che l'antesi delle due specie non dovrebbero avere periodi di sovrapposizione (“orientale” = marzo-maggio; “medicinale” = giugno-luglio). In generale tutti i “doronici” montani sono di difficile determinazione; questo vale per le seguenti specie: Doronicum columnae, Doronicum grandiflorum, Doronicum glaciale e Doronicum clusii (per le varie differenze morfologiche consultare le rispettive voci).

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Usi

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Farmacia

Secondo la medicina popolare la radice di questa pianta ha delle proprietà cardiotoniche e nervine (contro la depressione nervosa).[19]

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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