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Gisant

scultura funeraria dell'arte cristiana, raffigurante un personaggio sdraiato Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Gisant
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Un gisant (pronuncia: jisàn//ʒi.zɑ̃/) è una scultura funeraria dell'arte cristiana raffigurante un personaggio sdraiato (contrapposto all'"orante") supino, vivo o addormentato (contrapposto al "transi"). Quando è presente, costituisce l'elemento principale della decorazione di una tomba. Per estensione, un gisant inciso o scolpito in basso o altorilievo su una pietra tombale può ugualmente rappresentare l'effigie di un grande personaggio.

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Gisant di Riccardo Cuor di Leone (in primo piano) e d'Isabella d'Angoulême (in secondo piano) nell'abbazia di Fontevrault.
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Etimologia

Gisant è il participio presente del verbo francese gésir: star sdraiato, disteso (in genere malato o morto). Lo stesso verbo è impiegato nella formula francese «ci-gît» (qui riposa).

Evoluzione dello stile

Riepilogo
Prospettiva

I gisant più antichi, realizzati nella pietra, rappresentano il personaggio stante, come mostra il modo con cui è resa la caduta delle pieghe degli abiti. A partire dal XIII secolo vengono realizzati a volte nei materiali più preziosi (bronzo dorato o smaltato)[1]. Da allora in poi, il personaggio è raffigurato sdraiato, ma vivente, supino, eccezion fatta per i cavalieri inglesi del XIII e XIV secolo rappresentati "in movimento" (sdraiati sul fianco, gambe incrociate e nell'atto di sguainare le spade)[1]. Nel Medioevo, per far fronte alla difficoltà di conservare i corpi durante il loro trasporto, li si priva delle viscere e si procede all'ablazione del cuore. In questo caso, viscere e cuore vengono sepolti separatamente dal resto del corpo e per ciascuna di queste sepolture si realizza un gisant differente: gisant di viscere per la sepoltura delle viscere, gisant del cuore per la sepoltura del cuore e gisant del corpo per la sepoltura del resto del corpo. Questi differenti tipi di gisant si riconoscono perché la statua del defunto tiene in una mano un sacchetto (nel caso della sepoltura delle viscere), o un cuore o un piccolo sacchetto destinato a contenerlo nella mano sinistra poggiata sul petto all'altezza del cuore[2]. Nel corso dell'ultimo terzo del XIV secolo verranno rappresentati dei cadaveri realistici, i cosiddetti transi (dal francese transi: "trapassato").

Il gisant può raffigurare sia il personaggio stesso, in genere rappresentato in un atteggiamento pio (con le mani giunte, come per pregare, o mentre legge un libro sacro), regale (una mano tiene lo scettro regale) o di riposo, così come il Cristo.

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Esempi di gisant

XI secolo

XII secolo

XIII secolo

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Gisant di Riccardo Cuor di Leone a Rouen
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La tomba di Guglielmo Durante, in Santa Maria sopra Minerva

XIV secolo

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Gisant d'Isabella d’Artois a Eu
  • Gisant di Guglielmo Spadalunga nella cattedrale di Rouen
  • Gisant d'Isabelle d’Artois nella Collegiata d'Eu

XV secolo

XVI secolo

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Il doppio volto della Prudenza, dettaglio della tomba di Francesco II di Bretagna

XVII secolo

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Gisant di Gillion-Ottone di Trazegnies e della moglie Jacqueline de Lallaing scolpito da Lucas Fayd'herbe (1669)
  • Gisant in marmo nero di Theux di Conrad de Gavre (1602), prevosto di San Martino, nella basilica di San Martino (Liegi)
  • Gisant di Gillion-Ottone I di Trazegnies e della moglie Jacqueline di Lallaing nella chiesa di San Martino (Trazegnies), in Belgio, scolpito da Lucas Fayd'herbe (1669).

XVIII secolo

XIX secolo

  • Nel 1891 le spoglie di Victor Noir, divenuto un simbolo repubblicano, sono trasferite al cimitero di Père-Lachaise. Jules Dalou ne realizzò il gisant in bronzo, che lo raffigura subito dopo il colpo di pistola mortale. La bocca è aperta e le mani sono distese.
  • Nel 1893 lo scultore nancéien Victor Huel realizza il gisant di Simon Moycet (morto nel 1520) per la basilica di Saint-Nicolas-de-Port.
  • Nel 1864 Aimé Charles Irvoy realizza il gisant dell'abate Jean-Baptiste Gerin, arciprete per quasi trent'anni della cattedrale di Grenoble soprannominato il curato d'Ars di Grenoble[5], il suo gisant, sempre ornato di fiori, è raffigurato sotto un baldacchino a forma di cappella aperta.

XX secolo

  • Nel XX secolo, i gisant sembrano essere appannaggio dei grandi personaggi, o dei principi. In particolare, a Roma possiamo vedere i gisant dei papi Benedetto XV (1922) e Pio XI (1939).
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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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