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Giulio Cesare nell'eredità storica culturale

generale e politico romano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Giulio Cesare nell'eredità storica culturale
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Gaio Giulio Cesare (100 a.C. - 44 a.C.) è stato un generale e politico romano ed uno degli uomini più influenti della storia. Inoltre, egli è apparso frequentemente in opere letterarie ed artistiche sin dall'antichità.

Voce principale: Gaio Giulio Cesare.
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Gaio Giulio Cesare in Via dei Fori Imperiali a Roma (copia dell'originale, conservato presso i Musei Vaticani)

L'Umanesimo e il Rinascimento tramandarono nella cultura classica europea un'immagine assai forte della storia romana e dei suoi personaggi, che per secoli furono vissuti come modello, esempio e paradigma di sentimenti sia privati sia politici (basti pensare al Giulio Cesare di William Shakespeare), che perdurò fino al periodo romantico. Ciò è particolarmente vero nel caso di Cesare, come si può vedere nella foto qui a lato, unico tra i romani antichi a ricevere ancor oggi piccoli omaggi floreali, deposti sulle rovine della sua ara nel Foro romano.

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La grandezza di Cesare nella storia

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Non sovrano ma Cesare

Lo stesso argomento in dettaglio: Cesare (titolo).
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Foro Romano, omaggi al tempio del Divo Giulio.

Giulio Cesare non ebbe mai il titolo di "principe del senato" o di "augusto" come Ottaviano. Tuttavia fu dittatore dal 49 a.C. al 44 a.C., come non era mai successo in precedenza, e il titolo di imperatore nel suo significato moderno corrispose al titolo di Caesar (Cesare) nella storia di Roma almeno fino all'inizio della tetrarchia. Svetonio infatti, nelle sue Vite dei dodici Cesari (De vita Caesarum), chiama per l'appunto Cesari (Caesares) i dodici imperatori di cui tratta, e comincia la sua narrazione proprio a partire da Giulio Cesare.

Il nome "Cesare" rimane in molte lingue come sinonimo di "comandante", "leader"; il tedesco Kaiser e il russo Zar hanno la stessa radice del nome di Cesare, e ci furono in tempi successivi molti imperatori con quel nome. Infatti, la pronuncia latina del nome, nel I secolo a.C., era Cáisar: consonante velare e dittongo si sono mantenuti in tedesco.

Nei centri urbani islamici viene chiamato qaysāriyya il quartiere dei commercianti cristiani. La parola deriva dal greco καισάρεια (kāīsàreia, "imperiale"), abbreviazione dell'espressione ἡ καισάρεια ἀγορά (hē kāīsàreia agorà), "Il mercato imperiale".

A Cesare divinizzato venne anche dedicato il settimo mese del calendario: luglio (originariamente "quintile", il quinto mese nel calendario cosiddetto di Romolo, che iniziava a marzo) deriva infatti da Iulius.

Frasi celebri di Cesare

Celebri rimangono alcune sue frasi come:

  • Veni, vidi, vici (venni, vidi, vinsi) è la frase che Cesare pronunciò per annunciare la vittoria su Farnace II a Zela.[1]
  • Alea iacta est (il dado è tratto) è la frase che Cesare pronunciò nel varcare il Rubicone.
  • Tu quoque, Brute, fili mi! (anche tu, Bruto, figlio mio) oppure in greco καὶ σύ, τέκνον? (anche tu, figlio?), secondo Svetonio, è la frase che Cesare pronunciò rivolto al suo assassino e "figlio adottivo" Bruto mentre questi gli veniva incontro.
  • Gallia est omnis divisa in partes tres (la Gallia nel suo insieme è divisa in tre parti) è il celebre incipit del De bello Gallico.
  • Gli uomini credono in ciò che desiderano è una delle frasi con cui Cesare commentò alcuni momenti della campagna contro i Veneti.[2] Essa sottolinea come, specialmente in tempo di guerra, gli uomini siano portati a giudicare vera anche una semplice diceria, se questa afferma quanto essi desiderano.
  • Vorrei essere il primo tra costoro piuttosto che il secondo a Roma è la frase che Cesare pronunciò, riferendosi a una tribù barbara particolarmente malridotta, rivolto ai suoi amici, durante la propretura in Spagna.[3]
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Tra arte e letteratura, nel ricordo di Cesare

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Statua a Rimini

Opere letterarie antiche

  • Cesare è nominato in alcuni carmina di Catullo (circa 84-54 a.C.).
  • Nell'Eneide di Virgilio (ca. 29-19 a.C.) si trova una sua descrizione.
  • Appare come personaggio del Pharsalia di Lucano (AD 61), un poema epico nel quale vi è un'operazione di tenace condanna della tirannide di Cesare, nella quale non solo è individuato l'inizio del principato (con la dinastia Giulio-Claudia regnante fino a Nerone, imperatore alla corte del quale era presente lo stesso Lucano) ma anche la fine del Repubblica.
  • Appare anche come personaggio nei Cesari o I Saturnali di Giuliano l'Apostata (ca. 350-360 d.C.), un dialogo satirico.

Opere medievali

Rinascimento e prime opere moderne

Teatro

  • La tragedia di William Shakespeare Giulio Cesare (1599) descrive l'omicidio di Cesare e le sue conseguenze; essa è stata adattata numerose volte per il cinema.

Opera

Opere moderne

Teatro

  • Cesare e Cleopatra (1901), una rappresentazione di George Bernard Shaw
  • Giulio Cesare (2009) di Giuseppe Paolo Mazzarello è la riscrittura libera e condensata della tragedia Shakespeariana. Vi sono riferimenti alla realtà attuale con gli annosi aspetti della lotta politica ed i passionali contrasti della vita amorosa[4]

Opera

Romanzi

Cinema e TV

Sono qui riportati esclusivamente i film cinematografici e televisivi storici nei quali appare il personaggio di Giulio Cesare. Sono pertanto assenti i film commedia nei quali compare come personaggio secondario, come ad esempio i film su Asterix e Obelix.

Ulteriori informazioni Anno, Film ...

Fumetti

Musica

  • Cesare è protagonista dell'album a tema intitolato Caesar (Roma vol. I) del gruppo musicale italiano Hesperia

Giochi

Galleria d'immagini sul mito di Cesare

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Cesare e San Cesareo di Terracina: cristianizzazione del culto

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Cesario di Terracina, il santo che ha sostituito e cristianizzato la figura pagana di Cesare.

Fin dalla prima età cristiana, Cesario di Terracina fu il santo scelto per il suo nome a sostituire il culto pagano di Cesare. Infatti, il nome Caesarius significa “devoto a Cesare” ed è legato, quindi al grande condottiero romano, Gaio Giulio Cesare, e agli imperatori romani in quanto il loro appellativo era appunto Cesare.

Secondo l'archeologo Giuseppe Lugli, Cesareo di Terracina fu il santo designato a consacrare alla fede di Cristo tutti quei luoghi che già appartennero ai Cesari pagani[5]. Non si tratta, però, di una sostituzione meccanica a qualunque genere di memoria riconducibile a Cesare e agli imperatori in quanto la vita stessa del santo ed il tipo di devozione tributatogli dopo la sua morte mostrano qualcosa in più[6].

Nella "Passio S. Caesarii", tramandatoci in quattro versioni, si fa riferimento all'antichissima gens romana da cui il giovane Cesareo sarebbe disceso, la Gens Julia (una chiara allusione al legame che sarebbe intercorso tra la famiglia di Giulio Cesare e quella del diacono). Cesareo, già opponendosi in vita ai Cesari pagani, diventa il nuovo "Cesare cristiano" della storia ed il primo santo tutelare (protettore) della famiglia imperiale convertita al cristianesimo a partire dal IV secolo, quando avvenne la traslazione delle sue spoglie da Terracina a Roma, intro Romanum Palatium, in optimo loco, imperiali cubicolo, ossia nella Domus Augustana di Roma sul colle Palatino, nel sito di Villa Mills, distrutta. Il nome del martire era una opportuna dedica là dove avevano risieduto gli Autocratori, i Cesari. Non senza ragione, il culto del martire di Terracina fu importato nel palazzo dei Cesari. E la ragione è nel nome stesso del Martire[7].

All'interno di questo palazzo imperiale venne eretto un oratorio in onore del martire chiamato “San Cesareo in Palatio”. Secondo Hartmann Grisar, il nome di questo oratorio sembra sia stato scelto, secondo il gusto dell'epoca, per l'eco che conteneva del nome di Cesare e dell'abitazione dei Cesari, così quindi il titolo di San Cesario anche da solo annunciava il nuovo carattere cristiano della potenza dei Cesari[8].

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