Timeline
Chat
Prospettiva
Hatefi
poeta iraniano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Remove ads
ʻAbdallâh Hâtefi (in persiano عبد الله هاتفى; Khar Gerd, 1454 – Khar Gerd, 1521) è stato un poeta persiano, nipote di Giami.

Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Hatefi nacque nel villaggio di Khar Gerd, nei pressi di Torbat-e-Jam, nel Khorasan. Qui trascorse tutta la sua vita lavorando come custode del mausoleo di Qasim-i Anvar commissionato da Ali-Shir Nava'i. Entrò nella cerchia dei letterati timuridi dopo essere stato messo alla prova da suo zio Giami, il quale gli chiese di rispondere ad alcuni versi di Firdusi basati su una poesia di Abu-Shakur Balkhi.[1]
Di fede sciita, Hatefi venne onorato dalla visita dello Scià Isma'il I nel chahar bagh della sua casa a Khar Gerd, ed è possibile che avesse fatto da mediatore tra la popolazione locale, che era sunnita, e il sovrano stesso. A metà del XV secolo viaggiò in Azerbaigian e in Iraq con il poeta Amir Homāyun Esfarāini.[1]
Hatefi è noto per il suo Khamsa, che accolse i favori della critica anche al di fuori della Persia, a tal punto da riscontrare diffusione in India e nell'Impero ottomano (in particolare grazie alla traduzione in lingua turca di Lâmiî Çelebi). A esso si ispira anche il Layla e Majnun di Fuzûlî.[1]
La scrittura di Hatefi è realistica e diretta, in netto contrasto con la maggiore complessità strutturale e l'erudizione letteraria presenti nelle opere di poeti come Nizami Ganjavi e Amir Khusrow, per quanto quest'ultimo avesse influenzato notevolmente la penna di Hatefi. Questo stile divenne un modello per autori successivi come il suo allievo Mohammad Ghasem Ghasemi Gonabadi, che nel suo Shāh-Nāmeh dedicato allo Scià Isma'il I menzionò proprio Hatefi.[1]
Remove ads
Opere
Riepilogo
Prospettiva
Delle cinque opere che compongono il Khamsa di Hatefi ne sono state pubblicate solo quattro:[1]
- Layla e Majnun, scritto prima del 1484, il cui manoscritto più antico è conservato presso la British Library di Londra. Pubblicato a Calcutta (1788) e, in edizione critica riveduta, a Dušanbe (1962), pare che il primo distico di questo componimento sia stato scritto da Giami;[1]
- Khosrow e Shirin, il cui primo manoscritto risale al 1490 ed è conservato nel Dār al-kutub al Cairo. Nel 1977 ne venne pubblicata un'edizione da Saadullo Asadulloev, accompagnata da un'approfondita biografia di Hatefi;[1]
- Haft manẓar, scritto probabilmente nel 1492, data deducibile dal suo manoscritto più antico conservato alla Biblioteca nazionale di Francia. Dedicata al principe timuride Shah Gharib, questa opera venne pubblicata in lingua tagika (1976) e in lingua persiana con una traduzione in italiano (I sette scenari, 1995). Riscosse successo in Occidente grazie al Peregrinaggio di tre giovani figliuoli del re di Serendippo di Cristoforo Armeno;[1]
- Timur-Nāmeh (talvolta noto come Zafar-Nāmeh), la più celebre delle opere di Hatefi, glorifica le gesta di Tamerlano rompendo la tradizione del precedente Zafar Nama di Sharaf al-Din Ali Yazdi, che invece esalta il Romanzo di Alessandro. Scritto nel 1498, il Timur-Nāmeh venne pubblicato due volte in India (1869, 1958);[1]
- Fotuḥāt-e šāhi, opera commissionata da Scià Isma'il I rimasta incompiuta. Ne rimangono solo mille versi in pochi manoscritti, il più antico dei quali si trova a San Pietroburgo.[1]
Remove ads
Opere tradotte in italiano
- I sette scenari; introduzione, edizione e traduzione a cura di Michele Bernardini, Napoli, Istituto universitario orientale, 1995
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
Wikiwand - on
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Remove ads
