Helichrysum pendulum
specie di pianta della famiglia Asteraceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Helichrysum pendulum Presl, 1826 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae).[1][2]
Elicriso pendulo | |
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Gnaphalieae |
Sottotribù | Gnaphaliinae |
Genere | Helichrysum |
Specie | H. pendulum |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Gnaphalieae |
Genere | Helichrysum |
Specie | H. pendulum |
Nomenclatura binomiale | |
Helichrysum pendulum Presl, 1826 | |
Nomi comuni | |
Perpetuini penduli |
Etimologia
Il nome del genere deriva da due parole greche "helios" (= sole) e "chrysos" (= oro) e fa riferimento alla luminosità dei capolini.[3] L'epiteto specifico (pendulum) indica un portamento pendente.[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Carl Bořivoj Presl (1794-1852) nella pubblicazione " Flora Sicula [Presl]" (Fl. Sicul. [Presl] 1: p. xxix) del 1826.[5]
Descrizione
Riepilogo
Prospettiva

Habitus. La specie di questa voce ha un habitus di tipo erbaceo sub-arbustivo. La forma biologica è camefita suffruticosa (Ch suffr), sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). Il fusto e le foglie sono di colore grigio-cenerino e ricoperte da una fitta peluria lanuginosa. I cauli di queste piante sono provvisti del floema, ma non di canali resiniferi; mentre i sesquiterpeni lattoni sono normalmente assenti (piante senza lattice).[6][7][8][9][10][3][11]
Fusto. La parte aerea in genere è ben sviluppata e eretta. Normalmente il fusto, ghiandoloso, è unico e densamente ramoso. La superficie è lanoso-tomentoso, solitamente anche stipitata o sessile-ghiandolare. I rami fioriferi sono lunghi fino a 60 cm. La parte ipogea è provvista di una modesta radice a fuso e numerose radichette da cui partono vari fusticini ramosi. Altezza media: 3 - 6 dm.
Foglie. Le foglie, cauline, in genere sono disposte in modo alternato e sono sessili. La lamina è intera con forme generalmente da strette (lineari); i margini sono continui (a volte sono revoluti). Spesso la superficie è tomentosa o lanosa (a volte anche stipitato o sessile-ghiandolare).
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono composte da diversi capolini raccolti in formazioni corimbose. Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale peduncolato di tipo discoide (con fiori omogami) o disciforme (con fiori eterogami). I capolini sono formati da un involucro, con forme emisferiche, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee, glabre e colorate di giallo, a consistenza cartacea e lucide (a volte chitinose), sono disposte in modo più o meno embricato su più serie e sono libere o connate alla base (gli strati di stereoma sono divisi o indivisi); talora possono avere un margine ialino. Il ricettacolo è nudo ossia senza pagliette (raramente ne è provvisto) a protezione della base dei fiori; la forma è piatta. Lunghezza delle brattee: 5 – 6 mm.
Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre tubulosi, attinomorfi e si distinguono in:
- fiori del disco esterni: sono femminili e filiformi o sub-radiati; oppure sono assenti;
- fiori del disco centrali: sono ermafroditi.
In questo gruppo di piante i fiori radiati (ligulati o del raggio) sono assenti; a volte sono confusi con i fiori femminili (tubulosi) del disco esterno più o meno sub-zigomorfi con un lembo piatto e possono essere interpretati come fiori del raggio.
- */x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[12]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: la forma della corolla normalmente è tubolare con 5 lobi (raramente 4); i lobi hanno una forma deltata o più o meno lanceolata. I colori della corolla sono generalmente giallo-dorati.
- Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) sono prive di sperone, ma hanno la coda (una sola); le appendici apicali delle antere hanno delle piatte; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è di tipo echinato (con punte sporgenti) a forma sferica è formato inoltre da due strati di ectesine, mentre lo strato basale è spesso e regolarmente perforato (tipo “gnafaloide”).[8]
- Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è intero o biforcato con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi hanno una forma troncata; possono essere ricoperti da minute papille o avere dei penicilli apicali. Le superfici stigmatiche sono separate.[8]
- Antesi: da maggio a luglio.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono piccoli a forma variabile da oblunga a obovoidale (o colonnare); la superficie è glabra oppure percorsa da peli lunghi o corti, clavati o doppi; il pericarpo può essere percorso longitudinalmente da alcuni fasci vascolari o creste. Il pappo, prontamente caduco, in genere ridotto, è formato da una serie di diverse setole capillari (piumose o barbate; ma mai nella parte inferiore) connate o libere.
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Distribuzione e habitat
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico.
Distribuzione: in Italia il suo areale è ristretto alla Sicilia occidentale (distretto drepano-panormitano)[13] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo si trova in Spagna e nel Magreb.[2]
Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono gli ambienti di gariga e su pareti rocciose calcaree.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi montani queste piante si possono trovare fino a quote comprese tra 600 e 1.600 m s.l.m..
Tassonomia
Riepilogo
Prospettiva
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]
Filogenesi
Il genere della specie di questa voce è descritto nella tribù Gnaphalieae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae) e in particolare nella sottotribù Relhaniinae. Da un punto di vista filogenetico, la tribù Gnaphalieae fa parte del supergruppo (o sottofamiglia) "Asteroideae grade"; l'altro è il supergruppo "Non-Asteroideae" contenente il resto delle sottofamiglie delle Asteraceae. All'interno del supergruppo è vicina alle tribù Senecioneae, Calenduleae, Astereae e Anthemideae.[17][18]
Helichrysum, comprendente oltre 500 specie (è il più grande genere della tribù Gnaphalieae), appartiene al clade Hap, un gruppo informale della sottotribù Gnaphaliinae che occupa una posizione più o meno "basale" ed è "fratello" ai cladi Flag e Australasian. Le specie di questo clade sono caratterizzate dalla divisione dello stereoma sulle brattee involucrali (hanno la base libera) e differiscono dalle "gnaphalie s.s." per i pochi e piccoli capolini, con forme cilindriche e con poche serie di brattee involucrali.[19]
Tutte le specie del genere Helichrysum della flora spontanea italiana appartengono al clade dell'areale congiunto Mediterraneo-Asia e alla sez. Stoechadina (gruppo monofiletico). Si ipotizza che il genere, dall'Africa meridionale (probabile origine del gruppo) giunto nella regione mediterranea, si sia diversificato ed espanso ad est fino all'Asia occidentale e centrale e contemporaneamente abbia subito una riduzione del portamento legnoso.[20]
Sandro Pignatti, nella pubblicazione "Flora d'Italia" (seconda edizione) ha diviso il genere (sempre in relazione alle specie presenti in Italia) in tre gruppi.[11] La specie di questa voce appartiene al gruppo "B-1" caratterizzato da piante inodori, da foglie rigide ricoperte da un tomento fitto (altre specie del gruppo sono: H. panormitanum, H. nebrodense e H. archimedeum). In particolare in questa flora la specie di questa voce è a capo del "Complesso di H. pendulum" comprendente oltre alle specie citate anche H. saxatile e H. errerae. I caratteri più distintivi per questo gruppo sono: il portamento è perenne suffruticoso, le piante sono robuste con base legnosa, l'altezza varia da 3 - 4 dm, il tomento è bianco, grigio o giallastro, le foglie sono consistenti con forme lineari, i capolini (emisferici) sono lunghi quanto sono larghi.[11]
I caratteri distintivi per la specie Helichrysum pendulum sono:[11]
- i fusti sono ghiandolosi;
- le foglie inferiori sono lineari;
- i capolini sono lunghi 5 - 7 mm e larghi 5 - 8 mm;
- le brattee dell'involucro sono ottuse con colorazioni giallo-paglierino;
- gli acheni sono lunghi 0,7 - 1 mm e sono ghiandolosi.
Il numero cromosomico della specie è: 2n = 28.[11]
Variabilità
Per questa specie sono riconosciute le seguenti sottospecie:[2]
Sinonimi
Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
- Gnaphalium pendulum C.Presl
- Helichrysum rupestre subsp. pendulum (C.Presl) Arcang.
Sinonimi della sottospecie boissieri
- Helichrysum boissieri Nyman
- Helichrysum rupestre Boiss.
Sinonimi della sottospecie fontanesii
- Helichrysum fontanesii Cambess.
- Gnaphalium conglobatum Viv.
- Gnaphalium crassifolium Guss. ex Ten.
- Helichrysum fontanesii var. latifolium Font Quer
- Helichrysum rupestre f. latifolium (Font Quer) O.Bolòs & Vigo
Sinonimi della sottospecie pendulum
- Gnaphalium ambiguum Guss. ex Ten.
- Gnaphalium glutinosum Ten.
- Gnaphalium glutinosum var. medium Kuntze
- Gnaphalium glutinosum var. puberulum Kuntze
- Gnaphalium glutinosum var. viscosissimum Kuntze
- Gnaphalium lanceolatum Mottet
- Gnaphalium pedunculare L.
- Gnaphalium tomentosum S.Mottet
- Helichrysum glutinosum Ten. ex Nyman
- Helichrysum pendulum var. compactum Guss.
- Helichrysum porcarii Tineo ex Lojac.
- Helichrysum rupestre subsp. glutinosum (Ten.) Nyman
- Helichrysum rupestre subsp. rouyi Mateo & M.B.Crespo
- Helichrysum wickstromii Tineo ex Lojac.
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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