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Hugo Cabret

film del 2011 diretto da Martin Scorsese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Hugo Cabret
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Hugo Cabret (Hugo) è un film del 2011 diretto da Martin Scorsese.

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Il film, realizzato in 3D, racconta, attraverso la storia romanzata di Hugo Cabret e del suo automa, la riscoperta ed il riconoscimento dell'opera (reale) del pioniere della cinematografia Georges Méliès.

La pellicola ha come interpreti protagonisti Asa Butterfield, Chloë Grace Moretz, Ben Kingsley, Helen McCrory, Christopher Lee, Sacha Baron Cohen e Jude Law ed è direttamente tratta dal romanzo La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick, del 2007. Hugo Cabret è il primo film in 3D girato da Scorsese, il quale ha utilizzato di sua scelta tale tecnica per dare un'ulteriore impronta stilistica al film ed ha fatto uscire il film in 3D anche per il mercato domestico.[1]

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Trama

Riepilogo
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Negli anni trenta, Hugo Cabret è un orfano di dodici anni che vive nascosto in una stazione ferroviaria a Parigi (presumibilmente la stazione di Paris Montparnasse). Hugo, che aveva perso la madre da piccolo, viveva con il padre, un orologiaio. Quest' ultimo però è morto a causa di un incendio avvenuto al museo dove lavorava. Rimasto orfano, Hugo inizialmente rimane a vivere con lo zio Claude, manutentore degli orologi della stazione.

Il ragazzo, per sopravvivere, si è ritrovato costretto a mettere in atto continui furti e sotterfugi ed a diventare egli stesso manutentore degli orologi (in quanto lo zio, dopo avergli insegnato a manovrare gli orologi, lo ha abbandonato) e riparatore di ogni sorta di congegni e meccanismi. Di suo padre gli è rimasta la passione per il cinema e un automa meccanico che il padre aveva trovato nel museo e che aveva tentato di riparare (avendo visto che aveva un pennino in mano e credendo quindi che potesse scrivere). Per sua sfortuna, alla stazione ferroviaria vive anche Gustav, un reduce della grande guerra e ispettore ferroviario, responsabile della sicurezza pubblica nella stazione, che arresta e fa imprigionare senza pietà chiunque sorprenda a compiere anche il più piccolo gesto illecito, tra cui anche diversi bambini, monelli e orfani che, vivendo di espedienti, cercano di sottrarsi all'orfanotrofio. Per non essere scoperto da Gustav, Hugo deve vivere nascosto, spostarsi attraverso i cunicoli della stazione ed occuparsi degli orologi al posto dello zio, in modo che nessuno sospetti nulla.

Passando gran parte del tempo da solo, Hugo osserva le vicende che si intrecciano nella stazione ed instaura un rapporto speciale con l'automa, una relazione dai risvolti misteriosi, e in seguito fa amicizia con Isabelle, una ragazzina adottata dal proprietario del chiosco di giocattoli della stazione, l'anziano Georges Méliès, a cui Hugo ha rubato molti pezzi meccanici per riparare l'automa, venendo infine scoperto dall'uomo e costretto a lavorare per lui. Grazie ad Isabelle, Hugo riesce a finire di riparare il meccanismo dell'automa: a quel punto si scopre che in realtà l'automa è stato costruito proprio da “papà Georges” (in quanto, una volta riparato ed azionato, non scrive ma disegna un'immagine di un film di Méliès e firma il disegno con il nome dell'uomo), che grazie alle ricerche effettuate dai due ragazzi si rivelerà essere stato il più famoso e importante regista dell'anteguerra, inventore delle più strabilianti tecniche cinematografiche, al confine tra il sogno e la magia. Méliès ha abbandonato l'attività cinematografica proprio a seguito dello scoppio del conflitto, evento che lo ha indotto a far distruggere le sue pellicole, a comprare il chiosco dei giocattoli con il denaro guadagnato ed a ritirarsi a vita privata, venendo creduto morto da tutti. L' incontro con Hugo costringe Méliès a fare i conti con il suo passato, che aveva sepolto nella memoria perché troppo doloroso.

Quando lo zio Claude viene ritrovato morto nella Senna, l' ispettore Gustav scopre che è il giovane Hugo ad occuparsi degli orologi, per cui lo arresta e tenta di farlo trasferire in orfanotrofio, ma lui riesce a scappare prima.

George Méliès lo salverà dall' orfanotrofio prendendolo con sé, e lo stesso Ispettore smetterà di perseguitare Hugo, anche perché convinto da una giovane fioraia della stazione di cui é innamorato.

Infine, grazie ad Hugo, Méliès troverà la forza di uscire dall' oblio e mostrarsi di nuovo al pubblico, proiettando ciò che rimane delle sue pellicole.

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Accoglienza

Ai Golden Globe 2012 il film ha fatto guadagnare a Martin Scorsese il premio come miglior regista, mentre ai Premi Oscar 2012 si è aggiudicato 5 statuette su 11 nomination.

Il dizionario di cinema Il Mereghetti assegna al film tre stellette e mezzo su quattro. Invece il critico Roger Ebert gli ha assegnato 4 stelle su 4, definendolo il film più personale di Martin Scorsese.

Riconoscimenti

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Citazioni e omaggi

Riepilogo
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Sono poi citati ed omaggiati numerosi film usciti negli anni in cui il cinema costituiva una grande innovazione tecnologica:

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Note

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Collegamenti esterni

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