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Major League Baseball

serie maggiore della lega professionistica di baseball nordamericana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Major League Baseball
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La Major League Baseball, comunemente nota come MLB, è una lega professionistica di baseball nordamericana e grazie al livello tecnico dei suoi giocatori viene considerato il campionato numero uno al mondo.

Disambiguazione – "MLB" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi MLB (disambigua).
Disambiguazione – Se stai cercando il videogioco omonimo, vedi Major League Baseball (videogioco).
Dati rapidi Sport, Tipo ...

È la più vecchia tra le maggiori leghe sportive professionistiche degli Stati Uniti e Canada ed è stata fondata nel 1903 grazie all'unione delle due leghe già esistenti, la National League (fondata nel 1876) e l'American League (fondata nel 1901). È governata dalla "Major League Constitution", un patto stipulato per imporre regole morali alle squadre e ai giocatori che con gli anni ha subito numerose modifiche, le più recenti delle quali sono datate 2012. Esiste un'unica commissione fondata nel 1920 che si occupa di garantire il corretto svolgimento del campionato e di salvaguardare l'immagine della lega; l'attuale commissioner è Rob Manfred. La MLB gestisce anche il campionato delle Minor League e ogni quattro anni organizza il campionato del mondo di baseball (World Baseball Classic).

Le squadre partecipanti sono trenta e ognuna gioca 162 incontri durante la stagione regolare che inizia generalmente la prima domenica di aprile e finisce nel primo weekend di ottobre. I playoff cominciano qualche giorno dopo e si concludono dopo circa un mese con le finali chiamate World Series, che assegnano il titolo.

Prima dell'inizio di ogni campionato, solitamente tra febbraio e marzo, i giocatori e le squadre si preparano al meglio effettuando un allenamento primaverile chiamato spring training nel quale vengono giocate una serie di partite in località dal clima mite.

La MLB è la terza lega sportiva professionistica più ricca al mondo per fatturato dopo la National Football League (NFL) e la National Basketball Association (NBA).[3][4][5] Le partite di baseball vengono trasmesse in televisione, radio e Internet in tutto il Nord America e in molti altri paesi. La MLB ha la più alta partecipazione stagionale totale di qualsiasi lega sportiva al mondo; nel 2024, ha attirato 71,4 milioni di spettatori.[6]

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Storia

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I Cincinnati Red Stockings furono la prima squadra professionistica della Major League.

Negli anni '60 del XIX secolo, con l'aiuto dei soldati che giocavano negli accampamenti durante la Guerra Civile, il baseball in stile "New York" si espanse fino a diventare uno sport nazionale e diede vita al primo organo di governo del baseball, la National Association of Base Ball Players (NABBP). La NABBP esistette come lega dilettantistica per 12 anni. Nel 1867, più di 400 club ne erano membri. La maggior parte dei club più forti rimasero quelli con sede nel nord-est degli Stati Uniti. Per l'anno di fondazione del baseball professionistico, la MLB utilizza il 1869, anno in cui fu fondata la prima squadra professionistica, i Cincinnati Red Stockings.[7]

Dopo la fondazione del club di Cincinnati, si sviluppò una frattura tra giocatori professionisti e dilettanti. La NABBP si divise in un'organizzazione dilettantistica e un'organizzazione professionistica. La National Association of Professional Base Ball Players, spesso nota come National Association (NA), fu fondata nel 1871.[8] La sua controparte dilettantistica scomparve dopo solo pochi anni.[9] Le moderne franchigie dei Chicago Cubs e degli Atlanta Braves fanno risalire la loro storia alla National Association of Professional Base Ball Players degli anni '70 del 1800.[10]

Nel 1876, dopo che la NA si era dimostrata inefficace, fu fondata la National League of Professional Base Ball Clubs (in seguito nota come National League o NL). La lega poneva l'accento sui club piuttosto che sui giocatori. I club potevano ora far rispettare i contratti dei giocatori, impedendo loro di passare a club con salari più alti. I club erano tenuti a giocare l'intero calendario di partite invece di rinunciare alle partite programmate quando il club non era più in lizza per il campionato, cosa che accadeva frequentemente sotto la NA. Fu compiuto uno sforzo concertato per limitare il gioco d'azzardo sulle partite, che metteva in dubbio la validità dei risultati. La prima partita della NL, sabato 22 aprile 1876 (al Jefferson Street Grounds di Philadelphia), è spesso indicata come l'inizio della MLB.[11]

I primi anni della NL furono tumultuosi, con minacce da parte delle leghe rivali e una ribellione dei giocatori contro l'odiata "clausola di riserva", che limitava la libera circolazione dei giocatori tra i club. Le squadre arrivarono e scomparvero; il 1882 fu la prima stagione in cui il numero di membri della lega rimase lo stesso della stagione precedente, e solo quattro franchigie sopravvissero fino al 1900. Leghe concorrenti si formarono regolarmente e si sciolsero regolarmente. La più riuscita fu l'American Association (1882-1891), a volte chiamata "lega della birra e del whisky" per la sua tolleranza verso la vendita di bevande alcoliche agli spettatori. Per diversi anni, i campioni della NL e dell'American Association si incontrarono in una serie di finali di playoff, il primo tentativo di World Series.[12]

Altri campionati riconosciuti

Diverse altre leghe di baseball defunte sono considerate major league e le loro statistiche e i loro record sono inclusi in quelli delle due major league moderne. Nel 1969, lo Special Baseball Records Committee della Major League Baseball ha riconosciuto ufficialmente sei major league: la National League, l'American League, l'American Association, la Union Association (1884), la Players' League (1890) e la Federal League (1914-1915).[13] Lo status della National Association come major league è stato oggetto di controversia tra i ricercatori di baseball; sebbene le sue statistiche non siano riconosciute dalla Major League Baseball, sono incluse con quelle di altre major league da alcuni siti web di riferimento sul baseball, come Retrosheet.[14]

Era della palla morta

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Cy Young, carta da baseball del 1911

Il periodo tra il 1900 e il 1919 è comunemente definito "era della palla morta". Le partite di quest'epoca tendevano ad avere punteggi bassi ed erano spesso dominate da lanciatori come Walter Johnson, Cy Young, Christy Mathewson, Mordecai Brown e Grover Cleveland Alexander. Il termine descrive anche accuratamente le condizioni della palla da baseball stessa. La palla da baseball utilizzava filato di lana americano anziché quello moderno australiano e non era avvolta così strettamente, il che influenzava la distanza che avrebbe percorso.[15] Ancora più significativamente, le palle venivano tenute in gioco finché non erano rovinate, morbide e talvolta sbilenche. Durante quest'epoca, una palla da baseball costava 3 dollari, (equivalenti a 54 dollari nel 2024), e i proprietari erano riluttanti ad acquistare nuove palle.

Dopo le World Series del 1919 tra i Chicago White Sox e i Cincinnati Reds, il baseball fu scosso dalle accuse di un sistema di truccatura noto come lo scandalo Black Sox. Otto giocatori – "Shoeless" Joe Jackson, Eddie Cicotte, Claude "Lefty" Williams, George "Buck" Weaver, Arnold "Chick" Gandil, Fred McMullin, Charles "Swede" Risberg e Oscar "Happy" Felsch – persero intenzionalmente le World Series in cambio di un anello del valore di 100.000 dollari (equivalenti a 1.810.000 dollari nel 2024).[16][17]

Aumento di popolarità

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Babe Ruth, spesso considerato il più grande giocatore di baseball di tutti i tempi, nel 1920

La popolarità del baseball aumentò negli anni '20 e '30. La stagione 1920 fu segnata dalla morte di Ray Chapman dei Cleveland Indians. Chapman, colpito alla testa da un lancio e morto poche ore dopo, divenne l'unico giocatore della MLB a morire per un infortunio sul campo.[18] Entrambe le leghe iniziarono rapidamente a richiedere l'uso di nuove palle da baseball bianche ogni volta che una palla si rovinava o si sporcava, contribuendo a porre fine all'era delle "palle morte".

L'anno successivo, i New York Yankees fecero la loro prima apparizione alle World Series.[19] Entro la fine degli anni '30, la squadra aveva partecipato a 11 World Series, vincendone otto.[20]

Seconda Guerra Mondiale

L'inizio della Seconda Guerra Mondiale determinò una carenza di giocatori di baseball professionisti, poiché oltre 500 uomini lasciarono le squadre della MLB per prestare servizio militare. Molti di loro giocarono in squadre di baseball di servizio che ospitavano il personale militare negli Stati Uniti o nel Pacifico. Le squadre della MLB di quel periodo erano composte in gran parte da giovani, giocatori più anziani e giocatori con una classificazione militare di 4F, che indicava l'inadeguatezza mentale, fisica o morale al servizio. Uomini come Pete Gray, un esterno con un braccio solo, ebbero la possibilità di avanzare nelle major league. Tuttavia, i roster della MLB non includevano giocatori di colore fino alla fine della guerra.[21]

Rompendo la barriera

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Fumetto di Jackie Robinson, 1951

Branch Rickey, presidente e direttore generale dei Brooklyn Dodgers, iniziò a impegnarsi per introdurre un giocatore di baseball nero nei campionati professionistici di baseball, precedentemente riservati esclusivamente ai bianchi, a metà degli anni '40. Scelse Jackie Robinson da una lista di promettenti giocatori della Negro League. Dopo aver ottenuto da Robinson l'impegno di "porgere l'altra guancia" a qualsiasi antagonismo razziale nei suoi confronti, Rickey accettò di firmargli un contratto da 600 dollari al mese (equivalenti a 9.675 dollari nel 2024). In quello che in seguito fu definito "The Noble Experiment", Robinson fu il primo giocatore di baseball nero nell'International League dagli anni '80 dell'Ottocento, unendosi al club di baseball dei Dodgers, i Montreal Royals, per la stagione 1946.[22]

L'anno successivo, i Dodgers convocarono Robinson nelle Major League. Il 15 aprile 1947, Robinson fece il suo debutto nella Major League all'Ebbets Field davanti a una folla di 26.623 spettatori, tra cui più di 14.000 clienti neri.

Espansione

Dal 1903 al 1952, le Major League erano composte da due leghe da otto squadre, le cui 16 squadre erano dislocate in dieci città, tutte nel nord-est e nel centro-ovest degli Stati Uniti: New York City ne aveva tre e Boston, Chicago, Philadelphia e St. Louis ne avevano due ciascuna. St. Louis era la città più a sud e a ovest con una squadra della Major League. Il viaggio più lungo possibile, da Boston a St. Louis, richiedeva circa 24 ore di treno. Dopo mezzo secolo di stabilità, a partire dagli anni '50, le squadre iniziarono a trasferirsi dalle città con più squadre in città che prima non le avevano.

La stagione 1958 iniziò a trasformare la Major League Baseball in un campionato nazionale. Walter O'Malley, proprietario dei Brooklyn Dodgers e "forse il proprietario più influente della prima era di espansione del baseball",[23] trasferì la sua squadra a Los Angeles, segnando la prima franchigia della major league sulla costa occidentale. O'Malley contribuì anche a convincere i rivali New York Giants a trasferirsi a ovest per diventare i San Francisco Giants. Il proprietario dei Giants Horace Stoneham stava contemplando un trasferimento in Minnesota a causa del calo di presenze al vecchio stadio Polo Grounds[24] quando O'Malley lo invitò a incontrare il sindaco di San Francisco George Christopher a New York.[25] Dopo che Stoneham fu convinto a trasferirsi in California, la rivista Time mise O'Malley in copertina.[26] Il commissario della MLB Ford C. Frick si era opposto all'incontro,[27] ma la doppia mossa si rivelò vincente per entrambe le franchigie e per la MLB.[28]

Era moderna

Negli ultimi anni, con l'avvento di tecnologie come Statcast e il suo utilizzo di Hawk-Eye a partire dal 2020[29], nonché con statistiche avanzate fornite da siti come FanGraphs e Baseball Savant, la MLB si è evoluta. Grazie alla possibilità di visualizzare i movimenti precisi di lanciatori e battitori, le squadre possono valutare la meccanica di un giocatore e aiutarlo a migliorare. Statcast offre anche alcune funzionalità come il tracciamento delle traiettorie della maggior parte delle palle battute, il tracciamento della velocità della maggior parte delle palle battute e il tracciamento della velocità di uscita della maggior parte delle palle battute. Statcast ha consentito analisi difensive avanzate che non erano possibili prima del tracciamento dei giocatori a causa della soggettività del fielding.

La percentuale di squadre che utilizzano un cambio difensivo è aumentata dal 13,7% nel 2016 al 33,6% nel 2022, poiché le statistiche avanzate supportano questo come un modo efficace per impedire ai battitori di ottenere valide.[30] Poiché lo spostamento riduce il numero di palle in gioco che si traducono in valide e la MLB desidera aumentare l'interesse per il baseball, nel settembre 2022 la MLB ha annunciato che gli spostamenti estremi della difesa interna sarebbero stati vietati a partire dal 2023. Per essere conformi, devono esserci due giocatori difensori su ciascun lato della seconda base e questi giocatori devono avere entrambi i piedi sulla terra interna al momento del lancio. Se questa regola non viene rispettata, la scelta tra una palla automatica o l'esito della giocata viene lasciata alla squadra in battuta.[31]

Anche il baseball ha subito un rallentamento significativo a causa dell'aumento del numero di strikeout e basi su ball – due risultati che generalmente richiedono molti lanci per essere completati – e del tempo impiegato da un lanciatore per lanciare. Nel 2020, ci sono volute in media tre ore e sei minuti per completare una partita di 9 inning, un numero che è in costante aumento da anni.[32] Oltre alle restrizioni sui turni difensivi, la MLB ha annunciato l'introduzione di un cronometro per i lanci a partire dalla stagione 2023, un esperimento in corso nella MiLB da alcuni anni. Il cronometro parte da 15 secondi. Quando il cronometro raggiunge i 10 secondi, il ricevitore deve essere accovacciato dietro casa base.

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Squadre

Ubicazione delle squadre MLB alla stagione 2022. Le squadre dell'American League sono indicate in rosso (East Division), in rosa (Central Division), in giallo (West Division). Le squadre della National League sono indicate in blu (East Division), in marrone (Central Division), in viola (West Division)
Ulteriori informazioni American League, East ...
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Nomi delle squadre e colori

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Nello sport professionistico statunitense esiste una struttura standardizzata e orientata al mercato, evolutasi nel tempo, per nomi e colori delle squadre, incidendo sull'identità delle squadre stesse. Sono coinvolti tre fattori: un designatore geografico, cioè il nome delle città o della regione, un soprannome, e colori rintracciabili nello stemma. Questo approccio è tipico dello sport americano, mentre altrove gli schemi possono essere molto differenti.

La componente geografica è necessaria a differenziare formazioni diverse: ad esempio i New York Rangers, dell'hockey, dai Texas Rangers del baseball; gli Arizona Cardinals del football dai Saint Louis Cardinals del baseball, eccetera.

Originariamente i club atletici dei gentleman erano attori chiave nello sviluppo del baseball organizzato, così i primi team più importanti furono semplicemente chiamati col nome del club stesso: Athletic Club, Mutual Club, Olympic Club, Forest City Club, Kekionga Club, Atlantic Club, Western Club. Dal 1871 con la nascita della National Association le squadre iniziarono a competere non solo con rivali locali ma con altre formazioni del nord-est. Ai nomi dei club furono quindi aggiunti i toponimi: Athletic of Philadelphia, Mutual of New York, Olympic of Washington, Forest City of Cleveland, Kekionga of Fort Wayne, Atlantic of Brooklyn, Western of Keokuk.

Dal 1876, quando si avviò l'attività agonistica della NL, le squadre di baseball non furono più associate direttamente ai club atletici e la maggior parte delle squadre originali venivano chiamate in base ai colori della loro divisa. Ne sono esempi: Boston Red Stockings, Chicago White Stockings, Cincinnati Red Stockings, Hartford Dark Blues, Louisville Grays, St. Louis Brown Stockings. Le formazioni di New York e Filadelfia invece conservarono ancora il tradizionale Mutual e Athletic.

In questo periodo furono inventati ad hoc soprannomi, usati secondo il piacimento di giornalisti sportivi e spettatori. I soprannomi furono associati a particolari città e i tifosi si rivolgevano a loro in quel modo, seppur non legato a prodotti o elementi tipici locali né alle precedenti squadre di quella località.

All'inizio del XX secolo i soprannomi cominciarono a divenire più importanti, a livello societario ma anche di marketing. A volte accadde che una squadra cambiasse il proprio nome o ne adottasse uno ufficiale che si sovrapponesse a quello passato. Un esempio sono i Boston Braves, che prima di assumere questa denominazione avevano molti soprannomi. Spesso i nomi vennero cambiati per lo scarso successo fra stampa e pubblico. Gli originali Washington Senators si chiamavano "Washington Nationals" e questo fu il nome ufficiale per decenni; poi però Senators, nickname già usato da tempo, prese il sopravvento a fine anni 1950.

Al contrario i Brooklyn Dodgers iniziarono adottando il vecchio nome "Atlantic", per passare ad essere i "Bridegrooms" prima e i "Trolley Dodgers" poi; la trasformazione continuò in "Superbas", "Robins" (per il nome del manager Wilbert Robinson). In questa girandola di nomi il soprannome "Dodgers" però persistette fino agli anni 1930 quando finalmente fu adottato, venendo scritto sulle maglie della squadra. Nel 1958 la squadra si trasferì in California diventando Los Angeles Dodgers. Un esempio di cambio di nome per ragioni commerciali è quello degli Houston Colt .45, che nel 1965 divennero Houston Astros, quando la città divenne il simbolo della corsa allo spazio, essendo sede del centro di controllo delle missioni NASA.

I colori sociali sono talvolta legati al nome della società e in certe occasioni sono cambiati per motivi di marketing. Un esempio accadde nel 1963 quando il presidente Charles O. Finley cambiò i colori dei Kansas City Athletics dal tradizionale bianco-grigio con strisce blu e rosse ad un giallo-bianco-oro, in concomitanza con l'avvento della televisione a colori.

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Uniformi

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Cleveland Indians uniforme

Attualmente le regole ufficiali della MLB prevedono che tutti i giocatori della stessa squadra indossino uniformi di ugual colore e stile consistenti in un cappellino con visiera, una camicia piuttosto larga per agevolare i movimenti, pantaloni lunghi e scarpe con tacchetti. Durante i primi anni della lega questo non accadeva infatti le squadre erano distinte solamente in base al colore di una parte dell'abbigliamento, per esempio i Cincinnati Red Stockings divennero famosi grazie al fatto che tutti i giocatori indossassero calzettoni rossi e nel 1876 i giocatori dei Chicago White Stockings indossavano cappelli con colori differenti. A partire dal 1882 la National League assegnò un colore distintivo per ogni team ad esempio il rosso per Boston, il bianco per Chicago, il grigio per Buffalo e così via.[33]

Tradizionalmente le squadre che giocavano in casa indossavano uniformi prevalentemente bianche e quando giocavano in trasferta predominava il grigio, seppur con cuciture e strisce che riprendevano i colori societari. Queste convenzioni sono nate oltre che per distinguere le squadre sul campo di gioco, anche per il fatto che non era semplice lavare continuamente le divise soprattutto quando un team giocava parecchie partite di seguito in trasferta; il grigio permetteva di nascondere lo sporco che si accumulava durante ogni partita e questa tradizione è durata nel tempo nonostante la diffusione dei lavaggi automatici. Dagli anni settanta in poi, con l'avvento delle fibre sintetiche, le squadre inserirono molto di più i colori nelle uniformi e a partire dagli anni novanta il marketing delle squadre della MLB si fece sempre più intenso tramite la vendita al pubblico di cappellini e magliette. Questi fatti hanno portato la lega a creare una vasta gamma di uniformi per ogni team che al giorno d'oggi non hanno più una sola tenuta di casa e una da trasferta, ma possono scegliere tra diverse combinazioni, ad esempio esistono divise da riscaldamento, da precampionato, divise della domenica, da amichevole e infine durante il campionato si giocano partite chiamate "Turn Back the Clock Day" o "Throwback Games" in cui le squadre indossano le loro divise storiche e più significative.

George Carlin, famoso comico e attore statunitense, durante il suo spettacolo chiamato "Baseball & Football" osservava che nel baseball, a differenza che nel football, l'allenatore deve indossare la stessa uniforme dei giocatori anche se questo non accadeva durante i primi anni della lega. Era frequente vedere allenatori seduti in panchina vestiti in modo formale ma con il passare degli anni, soprattutto quando ex giocatori andavano a ricoprire il ruolo di allenatore, si è vista nascere la moda di continuare a vestire l'uniforme della squadra anche in panchina e questa particolarità è esplosa negli anni quaranta. Oggi è diventata una regola non scritta e tutti gli allenatori presenti sul campo (capo allenatore, suggeritori sulle basi e coach dei lanciatori) indossano la stessa uniforme dei giocatori.

Dal 2020 è presente come sponsor tecnico delle divise per la Major League l'azienda statunitense Nike, che detta all'azienda Fanatics, che materialmente fornisce le divise, come realizzarle.[34][35]

Le regole ufficiali prevedono che:

  • I giocatori della stessa squadra devono indossare uniformi identiche e ognuno deve avere un numero diverso sulla schiena per il riconoscimento
  • Sul retro possono esserci scritti i nomi dei giocatori (anche se non obbligatori) e ogni scritta supplementare deve essere approvata dal presidente di Lega
  • Se l'abbigliamento sottostante è visibile (scaldamuscoli, tutori, maglie traspiranti...) tutti i giocatori di una squadra devono averlo dello stesso colore
  • Non devono essere presenti annunci pubblicitari su qualsiasi parte della divisa tranne in uno spazio sulle maniche; questa regola è stata aggiunta dalla stagione 2023
  • Le maniche possono avere lunghezza differente per ogni braccio ma la differenza dev'essere minima e non devono essere ripiegate o rovinate in alcun modo
  • Deve esserci un'uniforme bianca per le partite casalinghe e una di color grigio per le trasferte (spesso sostituita con una di colore scuro dei colori societari).
  • Non ci deve essere nulla che richiami l'immagine della pallina da baseball. Parecchie squadre hanno inserito nel proprio logo forme di palline o del campo di gioco ma sono talmente piccole o coperte, camuffate con altri simboli o con il nome della squadra che vengono tollerate dalla lega.
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Calendario

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Le squadre appartenenti al campionato della Major League sono 30 (29 statunitensi e 1 canadese, i Toronto Blue Jays) e sono suddivise in due leghe principali, 15 giocano nella più antica chiamata National League (NL) e 15 nell'American League (AL). Ognuna ha una sua divisione interna chiamata "division" e le squadre sono raggruppate in gruppi da cinque secondo uno schema geografico in East, Central e West (5 NL East, 5 NL Central, 5 NL West, 5 AL East, 5 AL Central, 5 AL West). Nel 2013 la squadra degli Houston Astros è passata dalla NL Central alla AL West e quindi oggi entrambe le leghe hanno 15 squadre con 3 divisioni da 5 team ciascuna.

Fino al 2022 le due leghe avevano regole leggermente diverse, nello specifico nella National League vigeva l'obbligo per i lanciatori di essere anche battitori, e quando due formazioni di leghe opposte si incontravano si usavano le regole della squadra di casa. A partire dalla stagione 2022 le regole furono uniformate e anche nella National League i lanciatori vengono ora sostituiti dal "battitore designato" quando è il loro turno di battuta.

La stagione regolare di ogni squadra è formata da 162 partite, una durata stabilita nel 1961 (dal 1898 al 1960 le gare erano 154). Il calendario delle partite prevede che ogni squadra disputi più partite contro squadre vicine geograficamente alla propria città, ossia della stessa division. Nel 1997 la Major League Baseball introdusse per la prima volta gli "interleague play" ovvero gli scontri fra squadre di leghe diverse.

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Struttura della stagione

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Regular season

Ogni squadra gioca 162 partite a stagione. Il calendario di una squadra è in genere organizzato in serie da tre partite, ovvero serie di partite consecutive contro lo stesso avversario, con occasionali serie da due o quattro partite.[36] Le partite rinviate o la continuazione di partite sospese possono dare luogo a una serie ad hoc di una o cinque partite. Tutte le partite di una serie sono solitamente ospitate dalla stessa squadra e più serie sono solitamente raggruppate insieme. Ad esempio, una squadra di solito ospita diverse serie di fila, chiamate homestand, e segue questa disputando diverse serie in trasferta di fila. Le squadre generalmente giocano da cinque a sette giorni alla settimana. La maggior parte delle partite è programmata di notte, anche se le squadre spesso giocano partite diurne il giorno di apertura, nei giorni festivi e per l'ultima partita di una serie per consentire alle squadre di avere più tempo per raggiungere il loro prossimo avversario. Le partite della domenica si giocano generalmente nel pomeriggio, consentendo alle squadre di raggiungere la loro destinazione successiva prima di una partita del lunedì sera.

Nell'attuale struttura a tre divisioni, ogni squadra gioca 13 partite contro ciascuna delle sue quattro avversarie di divisione. Gioca una serie in casa e una in trasferta, per un totale di sei o sette partite, contro le altre 10 squadre del suo campionato. Una squadra gioca anche serie di tre partite con tutte le altre squadre dell'altro campionato, alternando le squadre di casa ogni anno. Inoltre, ogni squadra ha un "rivale naturale" interlega (in alcuni casi la sua controparte nella stessa area metropolitana) con cui gioca due partite in casa e due in trasferta ogni anno.

Con un numero dispari di squadre in ogni campionato (15), è necessario che due squadre partecipino alle partite interlega per la maggior parte dei giorni della stagione, tranne quando due o più squadre hanno un giorno di riposo. Ogni squadra gioca 20 partite interlega durante la stagione, di solito con una sola partita interlega al giorno, ma per un fine settimana a fine maggio tutte le squadre parteciperanno a una serie interlega. Prima del 2013, le partite interlega erano strutturate in modo diverso: c'era un fine settimana a metà maggio e un altro periodo, solitamente costituito dagli ultimi due terzi di giugno, in cui tutte le squadre giocavano partite interlega (tranne due squadre della NL ogni giorno) e al di fuori di quelle date non erano previste partite interlega.

A partire dalla stagione 2023, la formula di programmazione è cambiata, con ogni squadra che gioca almeno una serie contro ogni altra squadra ogni anno. Ogni squadra gioca 13 partite contro squadre della stessa divisione, con una serie da 3 partite e una da 4 partite in ogni stadio, sei o sette partite contro squadre della stessa lega ma di altre divisioni, con una serie da 3 partite (o da 4 partite) in ogni stadio e una serie da 3 partite contro squadre dell'altro campionato, alternando le squadre di casa ogni anno, ad eccezione della rivale interlega designata da ogni squadra, che continuerà a consistere in due serie da 2 partite in ciascuno degli stadi di casa delle squadre.

All-Star Game

Lo stesso argomento in dettaglio: Major League Baseball All-Star Game.

Agli inizi di luglio la stagione raggiunge la metà e viene interrotta per tre giorni, durante i quali si disputa il Major League Baseball All-Star Game. La partita si disputa tra i migliori giocatori della National League e della American League, in uno stadio scelto anno per anno delle leghe. A guidare le due selezioni sono i due coach che si sono affrontati l'anno prima nelle World Series, i quali hanno anche il compito di convocare i lanciatori, scegliendoli fra le varie squadre. Oltre alla "partita delle stelle" il programma comprende altre esibizioni, come l'Home run derby, molto apprezzato dai tifosi.[37]

La kermesse ha avuto la sua prima edizione nel 1933 e si è disputata con continuità, con l'unica eccezione del 1945 a causa del conflitto mondiale. Fino all'edizione del 2002 si è trattato di una mera esibizione, senza nulla di concreto in palio. Proprio quella sfida tuttavia finì in parità, dopo 11 inning, per carenza di lanciatori, esito molto criticato dal pubblico. Come risposta nel 2003 e 2004 venne tentata una nuova formula per incentivare i giocatori: la squadra vincitrice della partita avrebbe avuto il beneficio del vantaggio di campo nelle World Series, superando così la precedente alternanza fra AL e NL. Per il successo riscosso tale regola è stata poi adottata a tempo indeterminato.

Dal 1970 sono i fan a determinare i partecipanti all'All Star game, indicando con apposite votazioni i preferiti per ognuna delle otto posizioni della formazione iniziale (esclusi i lanciatori); il voto avviene su cartoncini prestampati, con uno spazio riservato per i voti scritti. Il voto dei fan totale è stato abolito dal 1957 dopo uno scandalo avvenuto a Cincinnati: un giornale locale con schede preparate appositamente riuscì a far giocare titolari sette giocatori della città sugli otto totali. Nel 1970 fu ripristinato il voto e da qualche anno si può partecipare anche via Internet.[38]

Per gli altri giocatori delle formazioni sono state usate diverse formule. Per un lungo numero di anni vennero scelti dagli allenatori delle due selezioni. Nel 2004 però la MLB ha istituito un sistema di voto per cui alcuni sono scelti dal voto fra giocatori della lega e altri dall'allenatore dopo essersi consultato con l'ufficio del commissioner. Inoltre ogni squadra deve essere rappresentata da almeno un giocatore, in modo da aumentare l'interesse dell'All-Star Game fra i tifosi.[39]

Post-season

Lo stesso argomento in dettaglio: World Series.
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Il Commissioner's Trophy viene assegnato ogni anno alla squadra vincitrice delle World Series, la serie di campionati della lega che conclude la postseason.

Le regole di accesso alla post-season, cioè quella porzione della stagione durante la quale si disputano confronti ad eliminazione diretta per guadagnare il diritto di accedere alle World Series che mettono in palio titolo di campione, sono state modificate più volte nel corso degli anni. Dal 1995 al 2011 le regole in vigore prevedevano che, alla fine della stagione, si qualificassero per i playoff in ciascuna lega i tre campioni di division insieme alla squadra (la "Wild Card") con il miglior punteggio fra le rimanenti. Nel 2012 si decise che per ottenere la Wild Card fosse necessario superare un turno preliminare di playoff ad eliminazione diretta tra le due migliori squadre non vincitrici di division. Nel 2020, una stagione iniziata molto in ritardo e ridotta a causa dalla pandemia, la formula fu cambiata, aggiungendo wild card e portando il totale di squadre nei playoff a 16. Nel 2021 si tornò alla formula a dieci squadre.

Nel 2022 fu adottato un nuovo formato esteso e permanente, con 12 squadre, sei per lega. Si qualificano le vincitrici di division più le migliori tre di ogni lega non vincitrici. La post-season prosegue articolata in quattro turni:[51]

  • il turno wild card, che vede affrontarsi in ogni lega le tre squadre non vincitrici di divisione e la peggiore vincitrice di divisione. Le due squadre migliori vincitrici invece hanno un turno di riposo (bye) e accedono al turno successivo. Le serie sono al meglio di tre partite.
  • due serie ALDS (American League Division Series) e due serie NLDS (National League Division Series), ogni serie al meglio delle cinque partite fra le quattro rimanenti di ogni lega.
  • ALCS (American League Championship Series) e NLCS (National League Championship Series), ogni serie al meglio delle sette partite fra le qualificate delle Division Series. La Championship Series assegna il titolo di campione di lega, rappresentato da una tipica bandiera di forma triangolare (il pennant).
  • World Series, serie al meglio delle sette partite tra i campioni delle due leghe. La vittoria nella serie assegna il titolo di campioni del mondo.
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Politica anti-doping

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Nella storia della Major League Baseball i test antidoping sono stati sempre ben poco considerati. Tuttavia, dopo lo scandalo BALCO sull'uso di steroidi, che ha messo in risalto come molti dei migliori giocatori di baseball usassero droghe per migliorare le proprie prestazioni, la MLB ha deciso di punire più severamente i colpevoli e attuare controlli più severi. La politica è stata accettata da atleti e manager ed è entrata in vigore nel 2005.[52]

Dopo la prima positività si è sospesi 10 partite, alla seconda 30 incontri, alla terza 60, alla quarta un anno, alla quinta la punizione è a discrezione del commissioner. I giocatori sono testati almeno una volta all'anno, ma molti sono controllati diverse volte.[53] Questo programma rimpiazza quello precedente, con il quale nessuno era stato sospeso nel 2004. Con questa politica, istituita nel 2002, una prima positività avrebbe comportato solo un trattamento per l'atleta, senza rendere pubblico il suo nome.

Quindi nel novembre 2005 proprietari e giocatori approvarono persino regole più severe per i positivi all'antidoping rispetto a quelle appena accettate. Sotto le nuove norme una prima positività comporta una sospensione di 50 partite, una seconda 100, una terza squalifica a vita dalla MLB. Questa politica porta finalmente la MLB vicina alle regole internazionali, da cui si era tenuta a lungo a distanza. Proprio questa riluttanza a adeguarsi nella lotta al doping è stata una delle cause per cui il baseball è stato escluso dal programma olimpico a partire dal 2012.

Il 30 marzo 2006 Bud Selig ha lanciato un'inchiesta sull'uso di steroidi da parte di giocatori come Barry Bonds, Jason Giambi, Tom Moglia e Gary Sheffield, sulla scia di polemiche lanciate da libri come Game of Shadows.

Il 13 dicembre 2007 è uscito il Rapporto Mitchell, stilato dall'ex senatore statunitense Mitchell. Ben 89 giocatori professionisti della Major League Baseball sono stati citati in questo resoconto. Essi sono stati accusati per uso di steroidi o droghe. Tra i tanti nomi citati spiccano quelli di Barry Bonds, fresco vincitore del titolo di Fuoricampo, Roger Clemens, Andy Petitte, Miguel Tejada, Eric Gagne e Alexander Rodriguez.[54]

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Trasmissione in televisione e altri mezzi

Riepilogo
Prospettiva

Politiche di oscuramento

La Major League Baseball ha numerose regole di oscuramento delle dirette televisive, applicate in base a due criteri:

  • Un'emittente locale ha la priorità a trasmettere partite della squadra della propria area rispetto alle emittenti nazionali. Per esempio la TBS manda in onda molte partite degli Atlanta Braves negli USA e in Canada. Fox Sports Net (FSN) mostra partite anche in molte altre aree. Se i Braves giocano un incontro che FSN o un'altra emittente locale trasmette, TBS sarà "oscurata" per la durata dell'incontro per chiunque nel codice postale dell'area della squadra che gioca contro i Braves. L'area di una squadra che gioca in una partita infrasettimanale su ESPN o ESPN2 ed è mostrata su una TV locale, vedrà ESPNEWS o, in passato, un'altra partita in onda su ESPN o ESPN2 alla stessa ora (se ESPN o ESPN2 opera una copertura regionale delle trasmissioni e se effettua una scelta degli incontri), o sarà soggetta ad un'altra programmazione. La trasmissione via Internet è caratterizzata dalle stesse regole.
  • La Fox ha determinati diritti sulle partite del sabato ed ESPN ha gli stessi su quelle notturne della domenica. Le emittenti non possono mostrare partite delle proprie aree, indipendentemente dal fatto che la partita sia in casa o in trasferta, se la partita stessa ha un certo orario di inizio (generalmente non vi sono altre partite previste in quei momenti). Questo, almeno teoricamente, avviene per fare in modo che il pubblico veda le partite non locali su ESPN o su FOX.[55]

Ogni punto degli Stati Uniti continentali, eccetto alcune zone isolate, rientra in almeno un'area di oscuramento per una certa squadra. Alcune zone geografiche fanno parte di due o più aree. L'area di una squadra è generalmente costituita dalla città della squadra e dalle sue immediata vicinanze, ma anche qui ci sono eccezioni.

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MLB in televisione in Italia

Riepilogo
Prospettiva

A partire dal 2008 e fino all'estate 2013 la Major League Baseball è stata trasmessa con commento originale in inglese sulla pay TV Sky Italia su ESPN America. Fino al 2012 veniva anche trasmessa con commenti in italiano da parte di Elio e Faso (membri della band Elio e le Storie Tese) insieme a Pietro Colnago su Sky Sport. Inoltre settimanalmente per una parte della stagione e per tutta la stagione Regular Season e Post Season dal 2008 viene trasmesso un match MLB in sintesi di un'ora circa (solitamente il Sunday Night Baseball o il Monday Night Baseball) su un circuito di più di 20 TV locali italiane con commento in italiano. Dalle World Series 2013 la MLB torna ad essere trasmessa con commento in lingua italiana su Sky Sport, grazie a una partnership con Fox International Channels, per poi essere trasmessa su Fox Sports dalla stagione 2014 fino al 30 giugno 2018, giorno in cui il canale italiano ha cessato di esistere. Dal luglio 2018 è DAZN a trasmettere in esclusiva la Major League Baseball, con l'aggiunta del feed di MLB Network e delle partite trasmesse da questo canale a quelle proposte in diretta dalla piattaforma streaming. Dal 2020 la MLB torna su Sky Sport, con almeno due partite a settimana. I telecronisti sono Pietro Nicolodi, Michele Gallerani, Danilo Freri e Roberto Gotta.

Note

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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