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Metropolia di Pisidia

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Metropolia di Pisidia
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La metropolia di Pisidia (in greco: Ιερά Μητρόπολις Πισιδίας; Ierá Mitrópolīs Pisidías) è una diocesi del patriarcato di Costantinopoli. Costituisce una delle circoscrizioni ecclesiastiche attive del patriarcato in territorio turco, benché quasi spopolata.[1]

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Mappa delle sedi metropolitane del patriarcato di Costantinopoli in Anatolia attorno al 1880.
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Rovine della città di Antiochia di Pisidia.
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Resti della basilica di San Paolo vista dall'anfiteatro di Antiochia di Pisidia.
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Rovine della chiesa di San Giorgio nel centro storico di Alanya.
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Storia

Riepilogo
Prospettiva

Antiochia, nei pressi del villaggio di Yalvaç nella provincia turca di Isparta, è un'antica sede metropolitana della provincia romana della Pisidia nella diocesi civile di Asia e nel patriarcato di Costantinopoli.

La comunità cristiana di Antiochia ha origini antiche, che risalgono agli albori del cristianesimo. Come raccontano gli Atti degli Apostoli, furono gli apostoli Paolo e Barnaba ad annunciare per primi il vangelo nella città (13,13-52[2]). Ed ancora ad Antiochia, per la prima volta gli Atti descrivono l'istituzione di un gruppo dirigente della comunità, chiamati anziani (14,21-23[3]). Antiochia fu visitata altre volte da san Paolo (16,4-6[4] e 18,23[5]). Gli scavi archeologici hanno portato alla luce una grande basilica, chiamata "chiesa di San Paolo", dall'iscrizione "Aghios Paulos" trovata nei pressi dell'altare, costruita su una sinagoga, identificata dagli archeologici come quella in cui l'Apostolo predicò per la prima volta ad Antiochia.[6]

L'arcidiocesi è documentata da tutte le Notitiae episcopatuum del patriarcato di Costantinopoli fino al XV secolo.

Nella Notitia dello pseudo-Epifanio, composta durante il regno dell'imperatore Eraclio I (circa 640), la sede di Antiochia è elencata al 24º posto nell'ordine gerarchico delle metropolie del patriarcato di Costantinopoli[7]. In questa Notitia le sono attribuite 18 diocesi suffraganee: Filomelio, Sagalasso, Sozopoli, Apamea Ciboto, Tirieo, Baris, Adrianopoli, Limne, Neapoli, Laodicea Combusta, Seleucia Ferrea, Adada, Zarzela, Timbriade, Timando, Giustinianopoli, Metropoli e Pappa.[8] Sono documentate, benché assenti nelle Notitiae patriarcali, anche le diocesi di Prostanna e di Atenia, sedi scomparse prima del VII secolo.

Nella Notitia attribuita all'imperatore Leone VI (inizio X secolo) Antiochia è scesa al 25º posto fra le metropolie del patriarcato[9], e le diocesi suffraganee sono diventate 21: sono scomparse le sedi di Filomelio, Neapoli (elevata al rango di arcidiocesi) e Giustinianopoli, e si sono aggiunte quelle di Binda, Conana, Parlais, Malo, Siniando e Titiasso.[10]

In seguito alla conquista dei Selgiuchidi verso la fine del XII secolo e poi degli ottomani (1380)), la diminuzione della popolazione cristiana portò alla scomparsa di tutte le diocesi suffraganee nel XV secolo. Nel XIII secolo i metropoliti spostarono la loro sede a Isparta. Nel corso del XVI secolo, la metropolia si ampliò con l'incorporazione del territorio di tre antiche sedi ormai svuotate dalla presenza cristiana, Mira, Side e Attalea di Pamfilia. Questi accorpamenti portarono alla modifica del nome della sede, nota da questo momento come "metropolia di Pisidia". Dopo il 1661 i metropoliti spostarono nuovamente la loro sede a Antalya, l'antica Attalea.[11]

La metropolia era ancora attiva all'inizio del XX secolo, ma, in seguito agli accordi del trattato di Losanna del 1923 che ha imposto obbligatoriamente lo scambio delle popolazioni tra Grecia e Turchia, ha perso tutta la sua popolazione residente ortodossa.[12] La sede tuttavia non fu mai canonicamente soppressa dal patriarcato.[13]

Successivamente il titolo di metropolita di Pisidia è stato ancora assegnato, ma come semplice titolo vescovile non residenziale.

A partire dagli Anni Duemila, tramite accordi con le autorità turche, sono state recuperate, restaurate e riaperte al culto alcune chiese ortodosse.[14] Oggi la metropolia è censita tra le metropolie attive del patriarcato sul territorio turco.[1]

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Cronotassi

Periodo romano e bizantino

Periodo selgiuchide, ottomano e turco

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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