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Premio Viareggio

premio letterario italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Il Premio letterario internazionale Viareggio Rèpaci è un riconoscimento letterario che venne fondato nel 1929 nella città omonima da Leonida Rèpaci.[1]

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Storia

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Luisa Trimarchi, autrice della Storia dei fratelli Rupe, scriverà in seguito i motivi per cui si era decisa di fondare il nuovo premio letterario.

Alla festa di inaugurazione del premio parteciparono Luigi Pirandello e Massimo Bontempelli e la prima edizione del premio fu vinta a pari merito da Lorenzo Viani con Ritorno alla patria pubblicato dalla Alpes, la casa editrice di Benito Mussolini e da Anselmo Bucci con Il pittore volante, dalla casa editrice Ceschina.

Ma evidentemente questo non fu sufficiente a fermare l'irritazione del regime per un premio che, per volontà diretta di Rèpaci, nasceva a vocazione antifascista, così nel 1931 Lando Ferretti sostituì Rèpaci e nel 1934 fu addirittura il gerarca Galeazzo Ciano ad assumere la supervisione del premio.

Nel 1933 il Festival di Venezia non ha luogo, ma, su impulso di Lando Ferretti, si svolge a Viareggio, nell'ambito del Premio letterario Viareggio, un "Premio Cinematografico", composto da una sezione italiana e una per i film stranieri, al quale partecipano celebrità del calibro di Vittorio De Sica, Clark Gable, Fredric March, Wallace Beery, James Cagney, Ronald Colman, Greta Garbo, Loretta Young e Joan Crawford. I film premiati sono Camicia Nera di Giovacchino Forzano e Il Campione di King Vidor. Secondo lo storico Franco Pocci, Galeazzo Ciano, che ha presenziato con interesse alla manifestazione, decide di trasferire al festival di Venezia il formato competitivo, per potervi partecipare senza la moglie Edda, residente nella cittadina versiliese[2].

Allo scoppio della seconda guerra mondiale il premio fu interrotto per poi rinascere per volontà di Rèpaci che lo tenne in vita con forte volontà fino alla morte avvenuta nel 1985.

Fin dall'inizio quasi tutte le premiazioni del Viareggio furono costellate da polemiche vivaci perché Rèpaci spesso interveniva in modo pesante nelle decisioni prese dalla giuria che lui stesso nominava.

Nel 1946, ad esempio, la giuria aveva deciso di dare il premio ad Umberto Saba, ma quando il presidente venne a conoscenza del fatto che Giacomo Debenedetti aveva dato la notizia al poeta prima della premiazione, volle riconvocare la giuria e la tenne "blindata" fino a che non si arrivò ad un giudizio di equità tra Il canzoniere di Saba e Pane duro di Silvio Micheli, entrambi pubblicati da Einaudi.

Nel 1947 sorse un'altra polemica. Tutti erano convinti che avrebbe vinto Alberto Moravia, invece si decise per Lettere dal carcere di Antonio Gramsci, anche se il regolamento diceva che dovevano essere premiati solamente autori viventi e Gramsci era morto dieci anni prima.

Celebri furono anche i rifiuti come quello di Italo Calvino che era stato proposto per il premio con la sua opera Ti con Zero e che spedì il seguente telegramma:

«Ritenendo definitivamente conclusa epoca premi letterari rinuncio al premio perché non mi sento di continuare ad avallare con il mio consenso istituzioni ormai svuotate di significato»

Altrettanto celebri furono le critiche per l'aggiunta al premio di un numero esagerato di targhe, encomi e segnalazioni.

Finché Rèpaci fu in vita il Viareggio si identificava con il suo fondatore. In seguito, a reggere il premio, furono Natalino Sapegno e Cesare Garboli. Il premio è stato presieduto da Rosanna Bettarini fino al febbraio 2012. Le è succeduta alla presidenza Simona Costa, restata in carica per oltre nove anni. Il 29 marzo 2021 è stato eletto presidente il giornalista Paolo Mieli.[3]

Il premio è attualmente suddiviso in quattro sezioni ("Opera prima", "Narrativa", "Poesia", "Saggistica"). Per ciascuna sezione vengono designati un numero variabile di finalisti, tra i quali vengono quindi scelti cinque titoli (le storiche "cinquine") e infine tra questi viene proclamato il vincitore. Inoltre viene assegnato dalla giuria il "Premio Internazionale Viareggio-Versilia" ad una personalità di grande fama che abbia speso la vita in favore dell'intesa tra i popoli, il progresso sociale e la pace.

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Vincitori

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Memoria del conferimento del premio Viareggio a Gramsci, presso La Capannina del Marco Polo di Viareggio

Questa è la lista dei vincitori delle diverse sezioni del premio[4]:

In un primo tempo il premio fu assegnato ex aequo ad Alba de Céspedes con Nessuno torna indietro e a Vincenzo Cardarelli ma la decisione della giuria fu annullata per ordine di Mussolini a causa dei precedenti politici antifascisti della prima e del reiterato mancato rinnovo della tessera d'iscrizione al partito del secondo.[5]

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La Collezione Premio Viareggio

Il Premio, nel corso della sua esistenza, ha raccolto una serie di opere donate da pittori e scultori che a vario titolo sono stati coinvolti nelle diverse manifestazioni collaterali. Dalle opere utilizzate come premio per i vincitori a quelle oggetto di esposizioni (dal 1974 al 1993 viene organizzata, nell'ambito del premio, una personale di un grande artista italiano, “Omaggio al maestro”).

La Collezione è composta da circa duecento opere di grafica, pittura e scultura, dei maestri che hanno attraversato gli anni del Premio, tra cui: Ugo Attardi, Enrico Baj, Antonio Bueno, Corrado Cagli, Primo Conti, Pietro De Laurentiis, Pericle Fazzini, Emilio Greco, Piero Guccione, Renato Guttuso, Leonida Repaci, Mino Maccari, Mario Marcucci, Francesco Messina, Augusto Murer, Adolfo Saporetti, Alberto Sughi, Sergio Vacchi, Renzo Vespignani, Lorenzo Viani, Alberto Ziveri.

Nel 2016, La GAMC Galleria Comunale di Arte Moderna e Contemporanea di Viareggio, dedica alla Collezione la mostra intitolata: Lo sguardo e la parola 1974/1983. Opere dalla Collezione Premio Viareggio.

Note

Altri progetti

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