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Prolemur simus
specie di animali della famiglia Lemuridae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il prolemure dal naso largo (Prolemur simus Gray, 1871) è un primate della famiglia dei Lemuridae. È l'unica specie nota del genere Prolemur.[2]
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Tassonomia
Questa specie in passato era stata assegnata al genere Hapalemur, ma recentemente, sulla base di caratteristiche morfologiche e di studi genetici, è stata assegnata ad un genere a sé stante, il genere Prolemur[2][3].
Descrizione
È un lemure di taglia medio-grande, lungo 25–45 cm, con una coda di 25–55 cm. Pesa 1-2.5 kg.
La pelliccia è di colore grigio-bruno sulla testa, il dorso e gli arti superiori, mentre il ventre e gli arti inferiori sono color crema; la caratteristica distintiva della specie sono i ciuffi di peli bianco-grigiastri che ricoprono le orecchie.
Biologia
È una specie con abitudini crepuscolari.
Vive in gruppi di 7-11 individui, in prevalenza femmine, che occupano un areale di circa 60 ettari[4].
Il P. simus ha una dieta estremamente specializzata: oltre il 95% della sua dieta è costituita da germogli, foglie e midollo di una specie particolare di bambù, noto in malgascio come volohosy (Cathariostachys madagascariensis)[5]. Altre fonti di cibo sono i fiori dell'albero del viaggiatore (Ravenala madagascariensis), i frutti di Artocarpus integrifolia, Ficus spp. e Dypsis spp., e le foglie del Pennisetum clandestinum[6].
Distribuzione e habitat

Studi storici e di resti fossili mostrano che il P. simus era in passato diffuso in gran parte del Madagascar[7][8][9][10].
Attualmente l'areale della specie è ridotto all'1-4% dell'areale storico e comprende poche aree di foresta pluviale, per lo più isolate una dall'altra, nella parte sud-orientale e centro-meridionale dell'isola, in un range altitudinale che va da 120 a 1.600 m s.l.m.[11].
Recenti segnalazioni ne indicano la presenza anche nell'acquitrino di Torotorofotsy, 10 km a nord-ovest di Andasibe (regione di Moramanga), che rappresenta il limite settentrionale del suo areale.[12].
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Status e conservazione
L'areale della specie si è notevolmente ristretto e si è pensato che si fosse estinto. È stato riscoperto nel 1972 e attualmente si stima sopravvivano non più di un migliaio di individui; la IUCN Red List la considera una specie in pericolo critico di estinzione[1].
La Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera Hapalemur simus una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.[13]
Parte del suo areale ricade nel territorio del Parco Nazionale di Ranomafana e del Parco Nazionale di Andringitra, ma esistono numerose popolazioni in aree di foresta pluviale non protetta.
Ne sono stati censiti 39 esemplari allevati in cattività.[1]
La specie è compresa nell'Appendice I della CITES (Convention on International Trade of Endangered Species).[14]
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Note
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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