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Prostantheroideae

sottofamiglia di piante Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Prostantheroideae
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Prostantheroideae Luerss., 1882 è una sottofamiglia di piante angiosperme dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Lamiacee (ordine Lamiales).[1][2][3]

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Etimologia

Il nome della sottofamiglia deriva dal genere tipo Prostanthera Labill., 1806 il cui nome deriva dal greco antico e fa riferimento alle particolari appendici cui le antere sono provviste.[4]

Il nome scientifico della sottofamiglia è stato definito per la prima volta dal botanico Christian Luerssen (Brema, 6 maggio 1843 – Charlottenburg, 28 giugno 1916) nella pubblicazione "Handbuch der Systematischen Botanik - 2: 1014, 1016" del 1882.[5][6]

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Descrizione

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Il portamento
Dasymalla terminalis
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Le foglie
Prostanthera askania
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Infiorescenza
Brachysola coerula
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I fiori
Hemiandra leiantha
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Lachnostachys verbasciflolia
  • Le specie di questa sottofamiglia hanno un portamento arbustivo (o subarbustivo) con cicli biologici perenni, sono presenti anche piccoli alberi. Normalmente non sono piante aromatiche a parte alcune eccezioni. L'indumento spesso è lanoso formato da peli stellati o variamente ramificati, tricomi dendroidi, mentre altre specie sono ricoperte da scaglie peltate oppure semplicemente sono glabre). La sezione dei fusti in genere è arrotondata, ma sono presenti anche fusti con sezione quadrangolare a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici (spesso nelle parti distali della pianta).[3][7][8][9]
  • Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo opposto e ogni verticillo è alternato rispetto al precedente; spesso la disposizione è tipo decussato. I verticilli sono composti da 3 - 6 foglie, picciolate o sessili, a volte decorrenti. La forma della lamina è intera con contorno da ovato a ellittico. La superficie può essere bollosa o rugosa; altre volte le foglie sono pungenti.
  • Le infiorescenze sono delle cime peduncolate di tipo tirsoide o tipo spiga, portate in vari verticilli ascellari sovrapposti lungo il fusto. Ogni verticillo è composto da alcuni fiori sessili (o brevemente pedicellati) poggianti su alcune brattee di tipo fogliaceo. Possono essere presenti delle bratteole (quasi sempre sono 2).
  • I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetrameri (4-ciclici), ossia con quattro verticilli (calicecorolla - androceogineceo) e pentameri (5-meri: la corolla e il calice sono a 5 parti).
X, K (5), [C (2+3), A 2+2] G (2), (supero), drupa, 4 nucule[7][9]
  • Calice: il calice è gamosepalo con base in genere tubulosa (o anche campanulata) e terminante con 5 lobi più o meno regolari (calice attinomorfo). In Mallophora e Physopsis i lobi sono 4 profondamente divisi; mentre in Newcastelia i lobi sono 6 e in Lachnostachys sono 8 (tutti generi della tribù Chloantheae). In altre specie il calice è più o meno bilabiato (calice zigomorfo). La superficie del calice è pelosa; in alcuni casi è densamente lanosa.
  • La corolla gamopetala è un tubo con forme da cilindriche a imbuto o campanulate terminante con 5 lobi più o meno regolari (corolla attinomorfa come in Dicrastylis, tribù Chloantheae), oppure più usualmente è bilabiata (corolla zigomorfa) con struttura 2/3. In Mallophora e Physopsis i lobi sono 4; mentre in Newcastelia i lobi sono 6 e in Lachnostachys sono 8 (tribù Chloantheae). Il labbro posteriore è eretto, proteso in avanti, quello anteriore è usualmente patente con il lobo mediano bifido e più grande. La corolla in genere è pubescente. I colori sono bianco, malva pallido, verde bluastro, verde giallastro, rosso porpora, blu profondo, rosso o rosa, occasionalmente gialla.
  • L'androceo possiede da quattro o otto stami, ridotti a volte a due soli fertili e due staminoidi. In Dicrastylis (tribù Chloantheae) gli stami sono 5; mentre in Newcastelia sono 6; in Lachnostachys gli stami sono 8 (tribù Chloantheae). Gli stami sono adnati alla corolla e possono essere inseriti a metà corolla oppure vicino alla base del tubo della corolla. Gli stami sporgono oppure no dalla corolla. Le antere dorsofisse hanno una-due teche distinte e sono libere nella metà inferiore; a volte una teca è sterile e simile ad un dente. Il tessuto connettivo delle antere è mancante delle appendici basali, oppure il tessuto connettivo è allargato fino all'inserzione con i filamenti (tribù Westringieae ). La deiscenza delle antere è longitudinale. I granuli pollinici sono del tipo tricolpato o esacolpato o anche 8-colpato.
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Biologia

Riproduzione

Le specie di questa sottofamiglia si riproducono per impollinazione tramite insetti tipo ditteri e imenotteri (impollinazione entomogama).[9][11]

La dispersione dei semi avviene inizialmente a causa del vento (dispersione anemocora); una volta caduti a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (mirmecoria).[12] I semi hanno una appendice oleosa ricca di grassi, proteine e zuccheri (elaiosoma) che attrae le formiche durante i loro spostamenti alla ricerca di cibo.[13]

Distribuzione e habitat

La sottofamiglia è endemica dell'Australia. L'habitat, prevalentemente in ambienti asciutti, è relativo (almeno per alcuni generi) alle zone costiere dell'Australia Occidentale (tropicale nella zona costiera settentrionale e temperato a sud-ovest), del Queensland, e del Nuovo Galles del Sud. (Victoria e Tasmania per Westringia).[14][15]

Tassonomia

Riepilogo
Prospettiva

La famiglia delle Lamiaceaecomprende circa 220 generi e quasi 7000 specie[7]. La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie; la sottofamiglia Prostantheroideae è una di queste.[2][3]

Composizione della sottofamiglia

La sottofamiglia comprende 2 tribù, 16 generi e circa 280 specie.[1][2][3]

Tribù Chloantheae Benth. & Hook.f., 1876

  • Apatelantha T.C.Wilson & Henwood, 2021 (5 spp.)
  • Brachysola (F. Muell.) Rye, 2000 (2 spp.)
  • Chloanthes R. Br., 1810 (4 spp.)
  • Cyanostegia Turcz., 1849 (5 spp.)
  • Dasymalla Endl., 1839 (5 spp.)
  • Dicrastylis J.L. Drumm. ex Harv., 1855 (31 spp.)
  • Hemiphora F. Muell., 1882 (5 spp.)
  • Lachnostachys Hook., 1842 (5 spp.)
  • Muniria N.Streiber & B.J.Conn, 2011 (4 spp.)
  • Newcastelia F. Muell., 1856 (9 spp.)
  • Physopsis Turcz., 1849 (2 spp.)
  • Pityrodia R. Br., 1810 (20 spp.)
  • Quoya Quoya Gaudich., 1829 (8 spp.)


Tribù Westringieae Bartl., 1830

  • Hemiandra R. Br., 1810 (9 spp.)
  • Hemigenia R. Br., 1810 (56 spp.)
  • Microcorys R. Br., 1810 (21 spp.)
  • Prostanthera Labill., 1806 (111 spp.)
  • Westringia Sm., 1797 (32 spp.)

Filogenesi

Entrambe le tribù di questa sottofamiglia sono monofiletiche. Nella tribù Chloantheae il genere Pityrodia è parafiletico e alcuni Autori propongono di suddividerlo in più generi (Dasymalla Endl., 1839, Quoya Gaudich., 1828 e Muniria N.Streiber & B.J.Conn, 2011).[16] Anche i generi Hemigenia e Microcorys della tribù Westringieae sono parafiletici.[17] All'interno della famiglia, sempre da un punto di vista filogenetico, la sottofamiglia Prostantheroideae occupa una posizione intermedia tra le sottofamiglie Ajugioideae e Nepetoideae.[1]

Chiave per le tribù

Per meglio comprendere ed individuare le 2 tribù l'elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue una tribù dall'altra).[3]

  • Tribù Chloantheae: lo stilo è derivato dall'ovario non lobato; gli stami sono 4 - 8 o 2 fertili e 2 staminoidi (in Hemiphora); l'indumento normalmente è formato da peli stellati, ramificati, oppure da scaglie peltate (in Pityrodia ) ma anche può essere assente e il calice (alla fruttificazione) è allargato e dentato (in Cyanostegia).
  • Tribù Westringieae: lo stilo è derivato tra i 4 lobi dell'ovario; gli stami sono 4 o 2 fertili e 2 staminoidi; l'indumento normalmente è formato da peli semplici, raramente sono ramificati, oppure le piante sono glabre.

Alcune specie

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Note

Bibliografia

Altri progetti

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