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famiglia nobiliare italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La famiglia Alfieri fu una delle principali famiglie della nobiltà astigiana appartenente alle "casane", quel gruppo cioè di famiglie che ottennero la loro ascesa sociale non per discendenza patrizia, ma in seguito al prestito della valuta ed al commercio.
Alfieri | |
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tort ne dure hostili tincta cruore D'oro all'aquila nera armata membrata e coronata di rosso. | |
Stato | Ducato di Savoia Regno di Sardegna Regno d'Italia Italia |
Titoli |
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Fondatore | Arricino Moneta |
Ultimo sovrano | Carlo Alfieri di Sostegno |
Data di fondazione | 1176 |
Data di estinzione | 1897 |
Etnia | italiana |
Stemma della famiglia Alfieri | |
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Blasonatura | |
D'oro all'aquila di nero, armata, membrata e coronata di rosso. |
La casata, che dal 1176 è stata ininterrottamente presente nella vita pubblica astigiana, ha dato i natali al cronista Ogerio Alfieri, credendario e sapiente della città nel 1274, al beato Enrico Alfieri, vicario e Ministro Generale del governo supremo dell'Ordine Francescano nel XIV secolo, al poeta Vittorio Alfieri, e all'architetto di Casa Savoia nel XVIII secolo, Benedetto Alfieri.
«L'adunco rostro, il nerboruto artiglio,
Le poderose rapide sonanti
Alie il fiso nel sole ardito ciglio
Son dell'aquila prodi alteri vanti
Da tal nobile augello il nome piglio...»
Nel Compendio historiale della Città di Asti di Guido Antonio Malabayla, stampato nel 1638, si narra come nella difesa di Roma contro i Goti (537-538), vennero inviati da Asti, circa trecento cavalieri ed ottocento fanti, guidati dal comandante Ferruccio Camillo.
Quasi tutti persero la vita nella strenua resistenza della città eterna; tra questi si rese celebre l'astese Arricino Moneta che durante un'azione di battaglia, riprese l'aquila, insegna di Roma, che durante lo scontro era caduta in mano ai barbari.
Da quel momento, in segno di onorificenza, Arricino e tutta la sua discendenza poté fregiarsi di quel simbolo e gli venne dato l'appellativo di Alfiere.[1]
Il Cibrario e il Gorrini, fecero derivare anche loro il cognome Alfieri dal signifer o vessillifero che nel periodo comunale aveva l'onore di portare le insegne della città in battaglia o durante le cerimonie pubbliche.
Ormai è assodato che molte delle notizie raccolte dal Malabayla furono frutto di invenzioni e mistificazioni create per dare lustro alla città .
Le prime notizie certe della presenza della famiglia Alfieri in Asti risalgono a Uberto Alfieri citato il 12 marzo 1149.[2] Segue Tommaso Alfieri citato tra i superstiti dalla distruzione della città per opera di Federico Barbarossa su richiesta del vescovo Anselmo ed il marchese del Monferrato nel 1174.
Il figlio di Tommaso, Manuel con Alberto Solaro di Govone comandò la leggendaria spedizione alla Crociata del 1214.[3]
Nel 1240, i figli di Manuel, Guglielmo e Alferio, avendo accumulato ricchezze con la creazioni di banchi di pegno in tutta Europa, acquistarono una parte del feudo di Magliano che apparteneva al vescovo di Asti, diventando feudatari.
Il raggio di azione commerciale della famiglia andava dalla Borgogna alla Savoia e a Friburgo. Nel XIV secolo si espansero anche nei Paesi Bassi con banchi di pegno a Lovanio e Bruxelles.[4]
Questa espansione commerciale ed economica, accrebbe l'influenza e l'ascesa della famiglia sul governo della città e sui territori limitrofi: Gualla Alfieri fu console del Comune nel 1176, Guglielmo Alfieri, tra il 1250 e 1256 ricoprì più volte la carica di consigliere e sindaco del comune, così il figlio Enrico divenne podestà di Chieri nel 1263.
In Savoia, un Giovanni Alfieri, in società con la famiglia Bergognini, tenne banco a Belley dal 1343 al 1352.[5]
Il cugino di Guglielmo, Ogerio, redattore della famosa Cronica, fu più volte credendario della città di Asti e sapiente nel 1274, Bertramino divenne uno dei quattordici savi della Società dei Militi e Martino Alfieri venne nominato tesoriere del conte Amedeo V di Savoia nel 1300 come ricompensa del prestito di duemila fiorini concesso al conte in occasione del suo viaggio a Roma per il giubileo.
In seguito ai disordini civili scoppiati in Asti tra guelfi e ghibellini, gli Alfieri si schierarono con il consorzio dei De Castello che comprendeva le principali famiglie nobili ghibelline, ma le continue lotte intestine in città costrinsero il Comune a chiedere aiuto ed intervento ai Signori stranieri.
La città passò prima sotto la denominazione angioina, poi quella orleanese; solamente alla fine del Quattrocento le lotte tra le famiglie si esaurirono, ma ormai la città aveva perso la propria libertà e la floridezza economica.
Nel 1531, con il passaggio della città sotto il dominio dei Savoia di conseguenza anche la famiglia ebbe un periodo di decadenza, evidente anche dalla quasi totale scomparsa degli Alfieri nelle cariche del governo cittadino.
Nel XVII secolo Carlo Emanuele I di Savoia investì Urbano Alfieri suo "colonnello di cavalleria" del feudo di San Martino per i notevoli servigi a lui resi durante le campagne di guerra.
La famiglia venne così divisa in tre rami principali:
Da Antonio capostipite del ramo di Cortemilia discendettero i seguenti famigliari degni di nota:
La linea si estinse con la morte del poeta nel 1803, ma ebbe discendenti da membri femminili, tramite la sorella Giulia, coniugata Canalis, e quindi da sua figlia Marianna, coniugata Colli Ricci di Felizzano.
Direttamente dal cronista Ogerio Alfieri sono degni di nota:
Da Carlo Giacinto Alfieri nacquero diversi figli (Anna Maria Giuseppina Barbara, Giuseppina Francesca, Pietro Lodovico Antonio, Giuseppe Francesco Agostino e Francesco Maria Giovanni), ma in seguito la linea maschile si estinguerà.
Da Guglielmo, primogenito di Manuele discesero:
La possibilità che gli Alfieri del Piemonte abbiano stirpe comune con quelli presenti nel mezzogiorno d'Italia è una questione che è stata dibattuta da più parti.
In un libro di Fabrizio Palma, intitolato "Historia della famiglia Alfieri compendiata e nuovamente data in luce" del 1698, l'autore asserisce che il capostipite della famiglia sia il conte longobardo Dauferio detto il Muto discendente dai Duchi di Benevento.[6]
Da lì il nome della discendenza mutò in Auferii, Offeri, Alferis ed infine Alfieri.
Da Benevento la famiglia si diramò nei rami di Crema, Piemonte, Milano, Firenze, Cortona, Arezzo e Sicilia.
Di queste notizie però non ne fanno cenno né il Sella né il Vayra né tantomeno il Merkel, che furono gli storici che evidenziarono i collegamenti per molte famiglie "Lombarde" in meridione.[7]
Nel medioevo la contrada degli Alfieri in Asti, si estendeva nella zona della città denominata "Contrada del Fè o de Feys" (l'attuale via Garetti); probabilmente uno dei palazzi principali era rappresentato dal palazzo dei Leoni o dei Parati, una bellissima "domus" ancora oggi presente con il classico fondaco medievale.[8]
Nella zona di via XX Settembre, a poche centinaia di metri dalla contrada "Alferiorum" era presente la abbattuta chiesa di San Francesco che fungeva anche da sepolcreto della famiglia.
A metà del XVII secolo, gli Alfieri si trasferirono nella zona di piazza Cairoli (o del "Cavallo") sull'odierno Palazzo Alfieri, casa natale di Vittorio ed oggi sede del Centro Studi Alfieriani.
In Castagnole delle Lanze possedevano un palazzo, ancora esistente, sita nel centro storico del paese. Catalano Alfieri la utilizzò come dimora e come tribunale.
Ecco nei tratti principali la discendenza della famiglia Alfieri[9]
Oberto 1149 | Tommaso 1152 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gualla 1176-06 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Manuel 1214 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Alferio 1228 -1248 | Martino de Muta | Guglielmo 1236 - 1284 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gioanni 1259-99 | Uberto 1250 | Ogerio 1230-94 | Tommaso 1259-80 | Anselmo 1242 | Alferino 1246-48 | Ruffineto 1269-06 | Enrico 1263-90 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Paganino | Antonio 1277 | Enrico 1317 | Manuel 1327 | Guglielmo 1308 | Giorgio 1289-05 | Francesco 1289-02 | Martino 1289-27 | Ozano | Federico 1307-33 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tommaso | Rolandino 1277-07 | Aleramo 1307 | Ludovico 1327 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bartolomeo | Giorgio 1317 | Gandolfino | Franceschino | Antonio | Bonino | Secondo | Raffaele | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bartolomeo 1288-92 | Emanuele | Quaglieta | Rolandino | Gioanni | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Lorenzo | Agliano | Simonino | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Galvagno 1317 | Ogerio II 1317 | Enrico 1315-09 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Antonio | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Benentone | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Emanuele | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Conti di Magliano | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Antonio 1520 | Ludovico 1554 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Benedetto 1700-77 | Conti di Cortemilia | Conti di San Martino Alfieri | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Carlo Giacinto(1797) linea estinta | Monica Maillard de Tournon | Antonio Amedeo †1750 | Conti di San Martino Marchesi di Sostegno | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giulia | Vittorio 1749-03 | Giuseppe Maria | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Luigi Colli Ricci conte di Solbrito marchese di Felizzano | Marianna Cristina | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L'aquila è una figura araldica naturale femminile. Originata dall'aquila romana venne ripristinata da Carlo Magno e divenne il simbolo dell'impero.
L'aquila venne adottata come simbolo da molti nobili che parteggiarono per l'imperatore; non a caso gli Alfieri nel periodo di maggior scontro tra guelfi e ghibellini per il potere civile della città, si trovarono a sostenere il consorzio dei ghibellini De Castello.
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