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famiglia nobiliare, principesca e reale di Savoia e d'Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Casa Savoia è una tra le più antiche dinastie d'Europa, attestata sin dalla fine del X secolo nel territorio del Regno di Borgogna. Nel secolo successivo la famiglia venne infeudata della Contea di Savoia, elevata poi a ducato nel XV secolo. A partire dal 1485 la casata impose la propria rivendicazione delle corone dei regni crociati di Cipro, Gerusalemme e Armenia[1] sebbene sul primo di questi regnasse Caterina Corner.
Savoia | |
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fert Di rosso alla croce d'argento. | |
Stato | Contea di Savoia |
Titoli | |
Fondatore | Umberto Biancamano |
Ultimo sovrano | Umberto II |
Attuale capo | disputa dinastica |
Data di fondazione | 1003 |
Data di deposizione | 18 giugno 1946[N 1] |
Etnia | italiana |
Rami cadetti | → vedasi sezione |
Nel XVI secolo i Savoia spostarono i propri interessi territoriali ed economici dalle regioni alpine verso la penisola italiana (come testimoniato dallo spostamento della capitale del ducato da Chambéry a Torino nel 1563). Agli inizi del XVIII secolo, a conclusione della guerra di successione spagnola, ottennero l'effettiva dignità regia, dapprima sul Regno di Sicilia (1713) e poi, a seguito di una permuta, su quello di Sardegna (1720). Secondo la successione giacobita, nel 1807 re Carlo Emanuele IV di Savoia ereditò inoltre dall'ultimo principe Stuart, il cardinale Enrico Benedetto Stuart, i diritti di pretensione ai troni di Inghilterra, Scozia e Irlanda, oltre che di Francia, ma nessun sovrano sabaudo fece uso dei titoli finché restarono nella Casa.
Nel XIX secolo, con Carlo Alberto e soprattutto Vittorio Emanuele II di Savoia, il casato si pose a capo del movimento di unificazione nazionale italiano, che condusse alla proclamazione del Regno d'Italia il 17 marzo 1861. Da questa data e fino al giugno del 1946, quando il referendum sulla forma istituzionale dello Stato sancì l'abolizione della monarchia in favore della repubblica, Casa Savoia fu la famiglia reale d'Italia. Al di fuori della penisola italiana, il duca Amedeo di Savoia-Aosta fu inoltre re di Spagna dal 1870 al 1873, con il nome di Amedeo I di Spagna.
Durante il regime totalitario di Benito Mussolini, la dinastia ottenne formalmente con Vittorio Emanuele III le corone di Etiopia (1936) e di Albania (1939) in unione personale, e nel 1941, col duca Aimone di Savoia-Aosta, anche la corona di Croazia. Questi ultimi titoli cessarono tuttavia nel 1943, in seguito alla caduta del fascismo in Italia e all'armistizio di Cassibile.
Il referendum istituzionale del 2 giugno 1946 sancì l'abolizione della monarchia in Italia, con il conseguente esilio di Umberto II e della sua famiglia in Portogallo. Nel 1947 la XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana dispose l'esilio degli ex re e dei loro discendenti maschi.[2]
Nel 2002, in vista della cancellazione della XIII disposizione, Vittorio Emanuele di Savoia e suo figlio Emanuele Filiberto di Savoia giurarono per iscritto «fedeltà alla Costituzione repubblicana e al nostro presidente della Repubblica».[3] Nel 2003 i discendenti maschi di re Umberto II poterono rientrare in Italia.
I pochi documenti che riguardano le origini di Casa Savoia sono soggetti a varie interpretazioni e dall'epoca di Amedeo VIII (XV secolo), fino al XIX secolo vennero sempre escogitati criteri di giustificazione di tipo politico, con l'avallo di genealogisti compiacenti:
Tra il XIX e il XX secolo storici e genealogisti produssero nuove teorie:
Molti dei più importanti studiosi[4] ritengono queste ipotesi non verificabili. Infatti le ricorrenti distruzioni degli archivi da parte di armate nemiche o ad opera di incendi[5] non permettono di accertare la paternità di Umberto Biancamano. Ciononostante, tramite alcuni atti, per lo più di donazione, è possibile ricostruire un'ipotesi per la famiglia acquisita del primo conte di Savoia[6]
Carolingi | Guelfi[7] | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
concubinato | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Matilde di Francia *943 †981~992 | Corrado III di Borgogna *925 †993 | Aldiude fl. 1019 | Anselmo ? *? †? | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
parentela | Burcardo II *~965 †1031[8] | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Rodolfo III di Borgogna *970 †1032 | Ermengarda *? † post ago. 1057 | Umberto I Biancamano *970~980 †1047~1048[9] | Ausilia X-XI secolo | Anselmo I *? †1026[10] | Beato Burchard *? †1029~1030[11] | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
nessuna discendenza | Conti di Savoia | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Punto sicuro di partenza della dinastia è il conte Umberto I Biancamano (†1048), che, già signore delle contee di Savoia (1003), di Belley, Sion e Aosta, al disgregarsi del regno di Borgogna (1032) si schierò dalla parte di Corrado II ottenendone in premio la contea di Moriana in Val d'Isère e il Chiablese (ca. 1034).
A lui succedettero i figli Amedeo I (†~1051) e Oddone (†1060) che, sposando Adelaide di Susa, figlia ed erede di Olderico Manfredi II, signore di Torino, Susa, Ivrea, Pinerolo e Caraglio, espanse notevolmente i suoi domini in Piemonte. Da lui nacquero Berta (*1051 †1087) e Adelaide (†1079), future mogli rispettivamente di Enrico IV e di Rodolfo di Svevia, e i successori Pietro I (*~1048 †1078) e Amedeo II (†1080) che esercitarono però un potere più che altro nominale, giacché l'effettivo governo della contea rimase nelle salde mani di Adelaide fino alla sua morte.
La Corona passò quindi in linea diretta maschile a:
Alla morte di Tommaso I gli antagonismi da tempo serpeggianti tra i membri della famiglia portarono (1233) alla divisione dei possedimenti tra Amedeo IV (*~1197 †1253) - che mantenne, oltre al dominio diretto sui beni d'Oltralpe, la superiorità feudale e il titolo di conte di Savoia - e Tommaso II, suo fratello, che ricevette dal primo le terre d'Italia da Avigliana in giù e assunse il titolo di signore di Piemonte.
Ad Amedeo IV, la cui figlia primogenita Beatrice (* ante 1259) aveva sposato nel 1247 Manfredi di Hohenstaufen poi re di Sicilia, succedette Bonifacio (*1244 †1263), sotto reggenza della madre Cecilia del Balzo sino al 1259; alla sua morte gli subentrò (contro la volontà del padre che aveva stabilito gli succedessero Tommaso II, figlio primogenito di Tommaso I) prima lo zio Pietro II detto il Piccolo Carlo Magno (*1203 †1268) e poi Filippo I (*1207 †1285), fratello del precedente.
Dopo di lui salì al trono nel 1285 Amedeo V il Grande, (*1252/53 †1323), figlio secondogenito di Tommaso II, ma le opposizioni dei parenti a lui contrari vennero sopite soltanto in seguito a una decisione arbitrale del 1285 che portò a un'ulteriore divisione dei beni della casa. In base a essa ad Amedeo V e ai suoi discendenti maschi venne infatti riconosciuta la contea di Savoia e la superiorità feudale su ogni ramo della famiglia; il paese di Vaud venne assegnato al fratello di Amedeo, Ludovico I (*1250 †1302), che diede in tal modo origine alla linea dei Savoia-Vaud - estintasi poi nel 1359 quando Caterina (m. 1373), figlia di Ludovico II (+~1269 †1348), cedette per denaro i suoi possessi ad Amedeo VI -, e una parte del Piemonte (gli altri due terzi rimasero nominalmente ad Amedeo V) venne confermata al nipote di Tommaso II, Filippo I (*1274 †1334), iniziatore della linea che fu detta dei Savoia-Acaia in seguito al suo matrimonio (*1301) con Isabella di Villehardouin erede del Principato d'Acaia.
Ad Amedeo V succedettero i due figli maschi: prima Edoardo il Liberale (*1284 †1329) e poi Aimone il Pacifico (*1291 †1343), mentre una delle loro sorelle, Anna, nel 1326 andò in moglie ad Andronico III Paleologo imperatore bizantino.
Dopo Aimone, la cui secondogenita Bianca nel 1350 sposò Galeazzo II Visconti, salì al potere nel 1343 Amedeo VI detto il Conte Verde (*1334 †1383), marito di Bona di Borbone e abile politico che nel 1359 riuscì a riannettere alla Corona le terre di Vaud.
A lui succedettero in linea diretta Amedeo VII detto il Conte Rosso (*1360 †1391), la cui tragica morte determinò violente lotte tra la madre e la moglie Bona di Berry; Amedeo VIII detto il Pacifico (*1383 †1451), che ottenne dall'Imperatore Sigismondo la promozione da Conte a Duca di Savoia (*1416), e che dopo l'estinzione del ramo di Acaia (*1418) annesse definitivamente il Piemonte al ducato; Ludovico (*1413 †1465), luogotenente per conto del padre dal 1434 e vano pretendente alla successione di Filippo Maria Visconti che nel 1428 aveva sposato sua sorella Maria (*1411 †1469); Amedeo IX il Beato (*1435 †1472), una sorella del quale, Carlotta (*1445 †1483), sposò nel 1451 il delfino di Francia, il futuro re Luigi XI; e infine Filiberto I il Cacciatore (*1465 †1482) sotto reggenza della madre Iolanda di Valois, sorella di Luigi XI; questi fu continuamente insidiato dai parenti che si impadronirono a più riprese delle sue terre.
A Filiberto subentrò il fratello Carlo I il Guerriero (*1468 †1490) che nel 1485 assunse anche il titolo di re di Cipro, re di Gerusalemme e di Armenia cedutogli in cambio di una pensione di 4 300 fiorini annui[12] da Carlotta di Lusignano moglie del fratello di Amedeo IX, Luigi di Savoia, che si considerava ancora regina nonostante avesse perso tali titoli nel 1464, quando fu spodestata dal fratellastro Giacomo II di Cipro.
A lui succedette Carlo Giovanni Amedeo (*1489 †1496) che, morto ancora bambino, lasciò il ducato al prozio, conte di Bresse, Filippo II il Senza Terra (*1443 †1497), cui seguirono i figli Filiberto II il Bello (*1480 †1504) che lasciò l'amministrazione dello Stato al fratellastro Renato detto il Gran Bastardo e Carlo II di Savoia detto il Buono (*1486 †1553) che perse quasi tutti i suoi possessi durante le guerre tra Francia e Spagna.
Uno dei fratelli di quest'ultimo, Filippo di Savoia-Nemours (*1490 †1533), venne investito da Francesco I di Francia del ducato di Nemours (*1528) e diede inizio al ramo dei Savoia-Nemours, che fu reso illustre da Giacomo e da Enrico e che si estinse nel 1659 con suo nipote Enrico (*1625 †1659).
A Carlo II succedette il figlio Emanuele Filiberto di Savoia, detto Testa di Ferro (*1528 †1580), marito di Margherita di Valois e restauratore dello Stato sabaudo. Dopo la sua morte ebbe il ducato dal 1580 il figlio Carlo Emanuele I (*1562 †1630) da cui nacquero, tra gli altri, Emanuele Filippo (*1586 †1605), morto precocemente; Vittorio Amedeo I (*1587 †1637), suo successore dal 1630; Filiberto (*1588 †1624), valoroso generale al servizio della Spagna, che nel 1614 sventò il tentativo di sbarco in Sicilia dei Turchi; Maurizio, cardinale; e Tommaso Francesco, capostipite delle linee Savoia-Carignano e Savoia-Soissons.
Alla morte di Vittorio Amedeo I, che lasciò lo Stato praticamente vassallo di Luigi XIII, tenne la reggenza la vedova Cristina di Borbone-Francia detta Madama reale, che dovette combattere accanitamente con Maurizio e Tommaso Francesco per conservare la Corona ai figli Francesco Giacinto (*1632 †1638) e Carlo Emanuele II (*1634 †1675).
I Savoia agognavano da tempo al titolo regio. Anche se dalla fine del XV secolo rivendicavano la Corona di Cipro, Gerusalemme e Armenia, avendo formalmente ereditato questi domini dalla Casa di Lusignano, l'effettiva occasione per trasformare il Ducato in Regno si presentò soltanto con Vittorio Amedeo II (*1666 †1732), figlio e successore di Carlo Emanuele II, il quale, attraverso la partecipazione alla guerra di successione spagnola rafforzò i suoi domini. Nel 1713 così Filippo V di Spagna (Filippo IV di Sicilia) cedette il regno di Sicilia al duca di Savoia Vittorio Amedeo II. Il 27 luglio, Vittorio Amedeo II, in procinto di partire per la Sicilia, nominò suo figlio Carlo Emanuele, principe del Piemonte, luogotenente degli Stati di terraferma; ma il ragazzo non aveva che sedici anni e fu dunque assistito da un Consiglio di Reggenza. Il 23 ottobre il nuovo re arrivò a Palermo, e il 24 dicembre, dopo una sontuosa cerimonia nella Cattedrale di Palermo, Vittorio Amedeo II e la moglie Anna Maria di Borbone-Orléans ricevettero la corona di re di Sicilia. Restarono in Sicilia fino al 7 settembre 1714 e poi tornarono a Torino. Da Vienna intanto arrivò la proposta di aderire alla ormai siglata Quadruplice Alleanza in cambio del titolo di Re di Sardegna. Con il Trattato dell'Aia del 1720 scambiò così la Sicilia con la Sardegna.
Nel 1720 i Savoia poterono finalmente prendere possesso dell'isola e Vittorio Amedeo II venne incoronato Re di Sardegna. Tuttavia la capitale rimase Torino[13] e il baricentro dello stato in Piemonte.
Nel 1730, in seguito all'abdicazione di Vittorio Amedeo II, ascese al trono Carlo Emanuele III (*1701 †1773), il quale allargò i confini dello Stato sino al Ticino e le cui sorelle Adelaide (*1685 †1712) e Maria Luisa Gabriella (*1688 †1714) sposarono rispettivamente nel 1697 Luigi di Borbone-Francia e, nel 1701, Filippo V re di Spagna.
Dal 1773 fu Re Vittorio Amedeo III (*1726 †1796), che venne sconfitto da Napoleone e dovette assoggettarsi all'umiliante Armistizio di Cherasco; salirono poi al trono l'uno dopo l'altro i figli Carlo Emanuele IV (*1751 †1819), privato di tutti i possessi eccetto la Sardegna, Vittorio Emanuele I (*1759 †1824), costretto ad abdicare dai moti rivoluzionari liberali nel 1821, e Carlo Felice (*1756 †1831) regnante dal 1821, ultimo sovrano del ramo diretto.
Le principesse di questo periodo, invece, si segnalarono per illustri matrimoni. Tra le figlie di Vittorio Amedeo III, infatti, Maria Giuseppina (*1753 †1810) sposò nel 1771 il conte di Provenza, poi re di Francia col nome di Luigi XVIII, e Maria Teresa (*1756 †1805) andò in moglie nel 1773 al conte di Artois poi Carlo X; mentre le figlie di Vittorio Emanuele I, Maria Beatrice Vittoria (*1792 †1840), Maria Anna (*1803 †1884) e Maria Cristina (*1812 †1836) sposarono rispettivamente nel 1821 Francesco IV duca di Modena, nel 1831 Ferdinando I Imperatore d'Austria e, nel 1832, Ferdinando II di Borbone re delle due Sicilie. L'ultimogenita, Maria Teresa, sposò Carlo II duca di Lucca e poi di Parma.
Dopo la morte di Carlo Felice che, come s'è accennato, non lasciò discendenza, la successione al trono passò alla linea laterale più prossima e cioè a quella dei Savoia-Carignano rappresentata da Carlo Alberto (*1798 †1849) che abdicò dopo la prima guerra d'indipendenza contro l'Austria, mentre sua sorella Maria Elisabetta (*1800 †1856) aveva sposato nel 1820 l'arciduca Ranieri Giuseppe d'Asburgo-Lorena viceré del Lombardo-Veneto.
A Carlo Alberto di Savoia, esponente del ramo Savoia-Carignano (originatosi dal citato Tommaso Francesco (*1596 †1656), figlio di Carlo Emanuele I e fratello di Vittorio Amedeo I), succedettero: