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attore e doppiatore italiano (1924-2015) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giacomo Matteo Furia (Arienzo, 2 gennaio 1925 – Roma, 5 giugno 2015) è stato un attore italiano.
Furia nacque ad Arienzo, nell'allora provincia di Terra di Lavoro (oggi parte dell'odierna provincia di Caserta), il 28 dicembre del 1924, ma fu registrato all’anagrafe quale nato il 2 gennaio del 1925, cosa che gli consentì di eludere il servizio di leva durante la seconda guerra mondiale, in quanto risultante minorenne al momento della chiamata. Fin da ragazzo frequentò l'ambiente teatrale dilettantistico napoletano. Dopo il diploma in ragioneria presso l'istituto Armando Diaz di Napoli, un vecchio amico gli offrì un lavoro di doposcuola estivo di matematica: l'allievo era Luigi De Filippo, figlio di Peppino De Filippo e nipote di Eduardo De Filippo e Titina De Filippo. Cominciò così a frequentare casa De Filippo in via Vittoria Colonna. Eduardo apprezzerà presto le sue qualità di attore e lo vorrà in compagnia.
Debuttò a teatro il 7 dicembre del 1945 con la compagnia di Eduardo De Filippo. Al teatro napoletano Santa Lucia era in scena Napoli milionaria!; Giacomo Furia interpretava il ruolo di Peppe 'o cricco. Eduardo gli offrì questo ruolo, importante per un esordiente, a seguito del forfait dell'interprete titolare.
Esordì al cinema nel 1947 sotto la regia di Mario Mattoli in Assunta Spina. Si impose nel ruolo di Tifariello al fianco di una sanguigna Anna Magnani nella parte della protagonista.
Divenne in seguito efficace caratterista in numerose pellicole di Totò, insieme al quale recitò in 17 film. Tra i moltissimi ruoli secondari, avrà il ruolo di protagonista solo in due film: L'oro di Napoli (1954), nel segmento Pizze a credito, in cui interpreta il personaggio di Rosario, ingenuo marito della bella pizzaiola Sophia Loren, e La banda degli onesti (1956) di Camillo Mastrocinque, con Totò e Peppino De Filippo, dove interpreta il pittore Cardone.
Altre interpretazioni memorabili sono quelle ne Il medico dei pazzi (1954) di Mario Mattoli, L'arte di arrangiarsi di Luigi Zampa (1954) e Totò, Eva e il pennello proibito (1959) di Steno.
Per lunghissimo tempo testimonial televisivo in Carosello di una famosa azienda di latticini. Partecipò a più di cento film, spaziando dalla commedia all'italiana al film in costume, dal musicarello al film d'autore, prestando il suo viso tondo e la sua figura inconfondibile a personaggi sempre tratteggiati con gustosa ironia. Lavora anche in un film del filone del personaggio Girardi, accanto a Tomas Milian nel film Delitto al ristorante cinese, dove interpreta il ruolo del giudice Arducci.
Nel 1997 uscì la sua biografia Le maggiorate, il principe e l'ultimo degli onesti, trenta storie inedite su Totò, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, i fratelli De Filippo, Vittorio De Sica e Tina Pica, scritte dal giornalista Michele Avitabile e raccontate da Giacomo Furia, con la prefazione di Sophia Loren e interventi di Maurizio Costanzo, Marcello D'Orta e Antonio Lubrano.
Come interprete televisivo, fece parte del cast del primo sceneggiato televisivo trasmesso dalla Rai nel 1954: Il dottor Antonio, e dello sceneggiato Il cappello del prete di Sandro Bolchi, trasmesso nel 1970.
Saltuariamente fu attivo anche come doppiatore, prestando la sua voce in alcuni film ad attori che necessitavano di un timbro vocale a cadenza napoletana o comunque meridionale.
Morì il 5 giugno del 2015 presso la clinica Villaverde di Roma all'età di 90 anni.[1] Il funerale si celebrò presso la chiesa di San Saturnino.[2] Riposa nella cappella di famiglia nel cimitero di Arienzo.[3]
L'11 maggio 2019, nella sua città natale alla presenza del figlio Filippo, gli viene dedicato il museo-cineteca.[4]
Da attore è stato doppiato da:
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