Ostia (città antica)
antica città romana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Ostia fu una città del Latium vetus, porto della città di Roma, che attualmente si trova nelle vicinanze della foce del fiume Tevere.
Ostia | |
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Vista panoramica del teatro. | |
Civiltà | Roma antica |
Utilizzo | Colonia romana centro abitato porto |
Epoca | VII secolo a.C.-Alto medioevo |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Roma |
Altitudine | 0 m s.l.m. |
Dimensioni | |
Superficie | 1 500 000[1] m² |
Amministrazione | |
Ente | Parco Archeologico di Ostia Antica |
Responsabile | Alessandro D'Alessio |
Visitabile | Sì |
Sito web | www.ostiaantica.beniculturali.it/ |
Mappa di localizzazione | |
Prima colonia romana fondata nel VII secolo a.C. dal re di Roma Anco Marzio,[2][3][4][5] si sviluppò particolarmente in epoca imperiale come centro commerciale e portuale, strettamente legato all'annona (approvvigionamento di grano per la capitale). Rimase centro residenziale e amministrativo dopo la costruzione dei porti di Claudio e di Traiano, ma decadde rapidamente in epoca tardo-antica, sostituita dal centro portuale di Porto, e fu abbandonata in epoca alto-medievale.
Le rovine della città furono scavate a partire dagli inizi del XIX secolo sotto Pio VII, e proseguirono nel secolo successivo sotto Pio IX: si sono conservate, insieme ai monumenti pubblici, numerose case di abitazione e strutture produttive, che ne fanno un'importante testimonianza della vita quotidiana antica. [6][7]
In latino "Ostium" significa "bocca di fiume", l'antica città di Ostia venne in effetti fondata nel IV secolo a.C. proprio sulla bocca del fiume Tevere, un luogo di importanza strategica, da cui il suo nome.[8]
Il sito, che in origine si trovava sulla costa e oggi è, invece, a 4 km nell'interno,[9] era situato vicino alle saline presenti presso la foce del fiume Tevere, che furono utilizzate probabilmente già dall'epoca protostorica, nell'età del bronzo media e recente.[A 1]
Secondo la tradizione tramandata dalle fonti romane antiche,[10] una città vi sarebbe stata fondata dal re di Roma Anco Marzio[4] nel 620 a.C.: Ennio[11] riporta che fu fortificata e che vi fu creato un porto, Livio[12] riferisce la fondazione alla foce del Tevere in seguito all'estensione del dominio romano fino al mare, e la creazione delle saline nei pressi, e Cicerone[13] parla della fondazione di una colonia alla foce del Tevere.[A 2] Il nome deriva dal latino ostium (pl.: ostia), per bocca o foce, ovvero porta, ingresso.[9]
Di questo originario insediamento non è stata tuttavia rinvenuta alcuna traccia in corrispondenza del sito attuale ed è stato ipotizzato che fosse sorto altrove.[A 3]
La città attualmente visibile sorse come un accampamento fortificato (castrum) nel corso del IV secolo a.C. Sulla data precisa di fondazione le opinioni degli studiosi sono discordanti: la ceramica più antica rinvenuta nell'area del castrum è datata al 390-350 a.C., ma uno scavo del 1971 nell'area delle mura ne daterebbe la costruzione agli inizi del III secolo a.C..[A 4]
La fondazione di questo avamposto militare viene collegata al controllo sulla fascia costiera dopo la conquista di Veio nel 396 a.C.[14] o alle necessità di difesa costiera in seguito alle prime attività marittime.[A 5]
L'accampamento si impiantò al di sopra dell'incrocio tra un antichissimo percorso costiero (ricalcato nella successiva espansione della città dall'allineamento di via della Foce e del tratto meridionale del cardine massimo, obliquo rispetto al tracciato ortogonale interno al castrum, e più tardi tratto della via Severiana) e il tracciato che conduceva dalle saline della foce all'entroterra appenninico lungo la riva sinistra del Tevere (via Salaria), il cui tratto tra Roma e il mare divenne la via Ostiense, tracciata di nuovo probabilmente in contemporanea alla costruzione dell'accampamento.[15]
Si sviluppò in origine probabilmente come base navale e nel 267 a.C., durante la prima guerra punica fu sede di uno dei quaestores classici, incaricati della flotta, che fu detto quaestor Ostiensis. Ebbe un rilevante ruolo commerciale e militare durante la seconda guerra punica, tanto da farle ottenere l'esenzione dal servizio militare per i suoi abitanti.[8]
Nel corso del II secolo a.C. divenne progressivamente prevalente il suo ruolo come porto commerciale, legato alle importazioni di grano per la città di Roma, e dovette iniziare l'espansione degli edifici al di fuori del castrum, tranne che in un settore lungo il fiume, riservato come terreno pubblico dal pretore urbano di Roma, Gaio Caninio.[senza fonte]
Nell'87 a.C. durante la guerra civile tra Mario e Silla fu saccheggiata da Gaio Mario[8] e nel 69-68 a.C. fu presa dai pirati, che distrussero la flotta nel porto.[16] Nel 63 a.C. Cicerone avviò la costruzione di una nuova e più ampia cinta di mura, terminata da Publio Clodio Pulcro nel 58 a.C.. [17]
In questo periodo la città, che era stata sempre governata direttamente dai magistrati romani, iniziò ad avere i propri magistrati (attestati epigraficamente a partire dal 49 a.C.).[senza fonte] Membri dell'aristocrazia locale furono Publio Lucilio Gamala e Gaio Cartilio Poplicola (sostenitore di Ottaviano), che rivestirono la carica di duoviro, la più alta nelle magistrature locali.[18]
Con l'età augustea Agrippa fece costruire il teatro (18-12 a.C.), fu probabilmente sistemato il foro cittadino e venne costruito un acquedotto. Nel 44 d.C. l'imperatore Claudio sostituì l'antica carica dei questori ostiensi con un procurator annonae, procuratore dell'ordine equestre incaricato dell'approvvigionamento di grano, che dipendeva dal prefetto dell'annona.[senza fonte]
A causa dell'insufficienza del porto fluviale Claudio iniziò nel 42 d.C. la costruzione di un porto artificiale più a nord, collegato al Tevere da un canale artificiale, e un secondo porto esagonale venne costruito tra il 106 e il 113 sotto Traiano.[19] Alle attività portuali venne preposto un procuratore portus utriusque. Lo sviluppo delle attività portuali accrebbe la prosperità di Ostia che, si stima, nel II secolo d.C. contava circa 50.000 abitanti;[20] la città subì importanti interventi edilizi sotto Adriano, che per due volte prese per sé la principale magistratura cittadina di duoviro, e sotto i suoi successori. Gli interventi si succedettero fino alla fine dell'età severiana.[senza fonte]
La crisi del III secolo comportò il calo della popolazione e la scomparsa delle magistrature locali, mentre la città fu posta direttamente sotto l'autorità del prefetto dell'annona. Il centro delle attività economiche si spostò verso Porto, il nucleo sorto presso i bacini portuali. [senza fonte]
Agli inizi del IV secolo, Massenzio fondò la zecca di Ostia trasferendo qui quella di Cartagine (308/309); dopo la sua sconfitta, Costantino I la trasferì a sua volta ad Arelate.[senza fonte] Costantino rese anche indipendente la città di Porto, rinominata Civitas Flavia Constantiniana[21] e costruì a Ostia una basilica, dedicata ai santi Pietro, Paolo e Giovanni Battista[22] sede del vescovo di Ostia. Con l'autonomia concessa a Porto si ebbe un generale peggioramento dell'economia, ma anche una ripresa dell'attività costruttiva, spesso con reimpiego di materiale più antico.[21] A Porto si erano spostate le attività economiche, mentre Ostia si trasformò in un lussuoso centro residenziale, con le antiche aree produttive ormai abbandonate. [senza fonte] Verso la fine del IV secolo l'abitato si era concentrato nella zona extra muraria di Porta Marina, lungo la via Severiana che collegava Porto con Terracina, mentre molti edifici cittadini erano ormai in rovina, tanto che Ostia non fu coinvolta nel sacco di Roma, come invece lo fu Porto.[21]
Nel 387, mentre era in proncinto per tornare in Africa con il figlio Agostino d'Ippona, futuro Sant'Agostino, Monica, in seguito santificata e nota come Santa Monica, morì improvvisamente ad Ostia.[23]
La decadenza e il calo della popolazione proseguirono nel corso del V secolo e alla fine di esso smise di funzionare l'acquedotto.[21] Nel 537, nel corso di un assedio dei Goti fu difesa da Belisario generale dell'impero romano d'Oriente e i pochi abitanti si asserragliarono nel teatro, trasformato in fortezza. [senza fonte]
Nell'846 fu saccheggiata dai Saraceni[A 6] e definitivamente abbandonata a favore della nuova città di Gregoriopoli, costruita poco più a est nel luogo dell'attuale Borgo in corrispondenza di un'ampia ansa del Tevere per volere di papa Gregorio IV (827-844),[24], in maniera molto contenuta col fine di dare rifugio ai pochi lavoratori rimasti in zona. E in questo periodo che risalgono le spoliazioni dei monumenti dell'antica città, utilizzati per l'edificazione di nuovi edifici. [21]
Da questo momento l'abitato venne citato più volte in relazione alle azioni piratesteche che miravano a saccheggiare Roma e il sui circondario, come anche alle azioni navali poste a contrasto di queste, che da Ostia partivano o facevano base.[21]
La conoscenza dell'antica città non venno mai meno, sia per la sua vicinanza al Tevere, utilizzato per i traffici commerciali di Roma, sia per le spoliazioni cui erano soggetti i monumenti destinate alla costruzione di nuovi edifici; tra queste iniziano anche quelle finalizzate alla costituzione delle prime collezioni storico-artistiche, tra le quali è nota quella di Cosimo de' Medici, che portò a Firenze alcune statue e gioielli.[21] [A 7] che comunque restava poco popolato a causa della malaria, mentre tra il 1461 e il 1483 fu ripristinato l'intero circuito murario.[24]
Agli inizia del XV secolo Papa Martino V (1417-1431) fece costruire una torre a difesa del Tevere, a dimostrazione della ritrovata importanza del sito per il controllo dei traffici commerciali, cui erano legate le tasse doganali,[A 8] che comunque restava poco popolato a causa della malaria, mentre tra il 1461 e il 1483 fu ripristinato l'intero circuito murario.[24]
Che il borgo avvesse ritrovato l'antica vocazione marittima, lo dimostra anche la celebre fuga di Papa Eugenio IV che, nel 1434 travestito da monaco, discese il Tevere per imbarcarsi da Ostia alla volta di Pisa.[25]
Tra il 1483-87 a Gregoriopoli venne costruito, su progetto Baccio Pontelli[26] commissionato dal cardinale Giuliano della Rovere (futuro Papa Giulio II) l'attuale castello, con lo scopo di proteggere l'accesso a Roma via fiume.[21] Nel 1557 una grande alluvione deviò il corso del Tevere[9] e il castello perse il suo scopo.
A fine XVII secolo si ha notizia di scavi realizzati dall'abasciatore portoghese presso il Vaticano, che riportarono alla luce diverse statue, busti ed anche mosaici pavimentali, poi tasferiti in Portogallo; alcuni di questi ritrovamenti furono acquistati dal principe Chigi, che li usò per abbellire il piazzale della villa di Castel Fusano e la Villa Borghese a Roma. Da questo momento l'area fu interessa da scavi tesi a recuperare reperti archeologici da destinare dalla vendita, successivamente confluiti in diversi musei europei, fino al divieto di papa Pio VII di inizio XIX secolo.[21]
I primi scavi furono condotti da Giuseppe Petrini negli anni 1801-1805, sotto papa Pio VII, e successivamente, con più mezzi e più moderne tecniche di indagine da Pietro Ercole e Carlo Ludovico Visconti nel 1855 sotto il pontificato di papa Pio IX. Al Papa si deve la decisione di lasciare, per quanto possibile, in loco le opere e monumenti ritrovati, come la costituzione del primo museo ospitato nell’antico Casone del Sale.[21]
Passata allo stato italiano nel 1870 gli scavi vi furono continuati da Pietro Rosa e Rodolfo Lanciani e più sistematicamente a partire dal 1907 con Dante Vaglieri e poi con Guido Calza. Scavi estensivi si ebbero tra il 1938 e il 1942,[27] con il proposito di presentare il nuovo sito archeologico all'Esposizione universale di Roma prevista per il 1942. Dopo un momento di fermo nel dopoguerra, gli scavi, e i relativi restauri, iniziarono negli anni sessanta, continuati almeno fino al 2003.[21]
Il castrum repubblicano, secondo la tipica pianta ortogonale, era impiantato su due vie principali che si incrociavano ad angolo retto al centro: il cardine e il decumano massimi, quest'ultimo impostato sul tracciato della via Ostiense proveniente da Roma. Cardine e decumano uscivano dalle mura del castrum per mezzo di quattro porte.
Subito fuori dalla porta meridionale del castrum il cardine deviava verso sud-ovest, riprendendo il tracciato dell'antica via costiera verso Laurentum (più tardi divenuto tratto della via Severiana). A sua volta, subito dopo la porta occidentale, il decumano deviava verso sud-est, dirigendosi direttamente verso la spiaggia, allora poco distante. Da questo punto si dipartiva anche verso nord ovest la via della Foce, altro tratto del percorso costiero al quale si era sovrapposto il castrum, diretto verso la foce del fiume.
La successiva espansione delle costruzioni fuori dalle mura del castrum seguì questi percorsi preesistenti, dando un aspetto disordinato all'urbanistica cittadina. Anche le vie che costeggiavano in origine il percorso delle mura del castrum (vie pomeriali) rimasero in parte nella topografia successiva. Le nuove mura del I secolo a.C. racchiusero la città così come si era formata con un percorso irregolare: la porta Romana si trovava all'estremità orientale del decumano massimo, in direzione di Roma, la porta Laurentina al termine del tratto meridionale obliquo del cardine massimo, verso sud, in direzione di Laurentum, e infine la porta Marina era collocata verso la spiaggia, al termine del tratto obliquo del decumano massimo. Racchiudevano un'area di circa 69 ha.
All'interno della città un'altra via importante era la Semita dei Cippi, che collegava direttamente il decumano massimo alla porta Laurentina (la sua prosecuzione sul lato opposto del decumano verso il fiume ha il nome moderno di via dei Molini).[28]
Analogamente alla suddivisione di Roma in 14 regioni, anche Ostia era stata divisa in regioni, in numero di almeno cinque, delle quali non conosciamo l'estensione o i confini. Con la ripresa degli scavi nel dopoguerra, con la pubblicazione della serie degli Scavi di Ostia a partire dal 1953, l'area archeologica della città è stata suddivisa in 5 regioni moderne, limitate dalle strade principali:
All'interno delle regioni gli isolati sono indicati da un numero progressivo in cifre romane e i singoli edifici all'interno degli isolati da un numero progressivo in cifre arabe.
Le mura del castrum di IV secolo a.C.,[A 9] di spessore di poco superiore a 1,50 m, sono costruite in opera quadrata di blocchi di tufo di Fidene, sistemati irregolarmente di testa e di taglio. Un tratto delle mura sul lato orientale è stato riutilizzato come muro di spina di un caseggiato di taberne (I,I,4) e si è dunque conservato. Altri tratti del muro si conservano all'interno del Piccolo mercato (I,VIII,1), degli Horrea epagathiana (I,VIII,3) del caseggiato a taberne I,VIII,10 e dell'officina degli Stuppatores (I,X,3).
La porta orientale, conservata per un'altezza di pochi filari, lasciati visibili ad un livello inferiore rispetto a quello di epoca imperiale, presentava verso l'interno due ambienti divisi da un tramezzo con ampio passaggio, probabilmente arcuato, e doveva essere a forma di torre. Simile struttura doveva avere anche la porta occidentale, anch'essa parzialmente conservata.
Le mura del I secolo a.C.[29] furono costruite su incarico del Senato romano durante il consolato di Cicerone nel 63 a.C. e concluse da Publio Clodio Pulcro, tribuno della plebe nel 58 a.C.[A 10]
Le nuove mura furono realizzate in opera quasi reticolata, con tufelli in tufo di Monteverde. Alla base sono spesse circa 2 m e sono costituite da fasce rientranti dell'altezza di circa 2 piedi; sul lato interno del muro, dove manca il paramento, dovevano essere appoggiate ad un terrapieno. Ne sono conservati solo scarsi tratti e non è noto se proseguissero anche sul lato lungo il fiume, dove avrebbero ostacolato tuttavia le operazioni portuali. È possibile che terminassero con due torri quadrate in prossimità del fiume, di cui si conservano i resti fuori dell'area archeologica attuale: ad una di esse si addossò in seguito il mitreo Aldobrandini (I,I,3).
Gli edifici della città cominciarono ad addossarsi alle nuove mura già a partire dall'età augustea e con Vespasiano il percorso fu riutilizzato per sostenere un acquedotto. La funzione difensiva non venne ripristinata neppure in epoca tardo-antica, quando la città fu nuovamente soggetta ad attacchi esterni, ma era ormai di importanza ridotta, avendo perso le funzioni commerciali ed economiche a favore di Porto e in caso di necessità venne usato come fortezza il teatro.
Nelle nuove mura si aprivano tre porte, conosciute con nomi moderni:
Nella regione I si trova la piazza del Foro, all'incrocio tra cardine massimo e decumano massimo, al centro dell'antico castrum. La piazza venne sistemata in età augustea e trasformata sotto Adriano ed è di forma stretta e allungata, fiancheggiata da portici. Ad una estremità è dominata dal Capitolium adrianeo, mentre sul lato opposto si trova il tempio di Roma e Augusto eretto sotto Tiberio. Sul foro si affaccia inoltre la Basilica e sul lato opposto del decumano massimo la Curia, sede dei decurioni.
Lungo il lato sud del decumano massimo che attraversa il castrum si aprono anche altri edifici monumentali, tra cui la piazza porticata detta "Foro della statua eroica", della metà del IV secolo e il cosiddetto Tempio rotondo, con il cortile antistante, del III secolo. A sud-est del Foro sorge il grande complesso pubblico delle terme del Foro, erette sotto Antonino Pio.
Subito fuori dalla porta occidentale del castrum si trova l'area sacra dell'antico tempio di Ercole.
La regione II comprende diversi edifici pubblici costruiti nell'area presso il fiume delimitata ad uso pubblico dal pretore urbano di Roma Gaio Caninio. Un'area sacra con quattro tempietti repubblicani vi sorse agli inizi del II secolo a.C. Vi si trovano la caserma dei Vigili, il teatro con il piazzale delle Corporazioni, e il complesso termale delle terme di Nettuno. Sul luogo dove era stato martirizzato il vescovo Ciriaco, presso il teatro, sorse un oratorio cristiano, frequentato anche in epoca altomedioevale.
La regione III, tra la via della Foce, il tratto orientale del decumano massimo e l'antica spiaggia, comprende prevalentemente complessi abitativi di diverse tipologie (Case a giardino, caseggiati degli Aurighi e del Serapide, Casette tipo). Fuori le mura, presso la spiaggia, è presente un lussuoso edificio tardo-antico mai terminato, con un ambiente decorato da un ricchissimo opus sectile parietale.
La regione IV, tra il tratto orientale del decumano massimo e il tratto meridionale del cardine massimo, fino alla spiaggia, comprende il santuario della Magna Mater, presso porta Laurentina e numerose domus e stabilimenti termali. Lungo il decumano si aprono un macellum (mercato) e la sede collegiale della schola del Traiano. Presso Porta Marina è il tardo foro di Porta Marina.
La regione V, a sud del decumano massimo, ospita horrea, strutture abitative e commerciali, alcune domus e stabilimenti termali. Sono presenti portici lungo il decumano massimo.
Il Parco archeologico di Ostia Antica, che al suo interno ospita 4 sedi museali, con i suoi 150 ettari, ricompresi nel territori comunali di Roma e Fiumicino, è uno dei siti archeologici più grandi d'Europa.[1]; nel 2019 ha ricevuto il Marchio del patrimonio europeo[30]
Nel 2023 il sito archeologico è stato visitato da 273.638 persone, generando un introito di 1.677.916,00 euro,[31] risultando nel 2023 il 25° istituto museale (comprese le aree archeologiche e monumenti) più visitato d'Italia (tra quelli a pagamento).[32]
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