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maestro di palazzo d'Austrasia dal 623 al 633 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Pipino di Landen, detto anche Pipino il Vecchio o Pipino I (... – Landen, 640/647[1][2]), è stato un funzionario franco, maggiordomo di palazzo del regno merovingio di Austrasia dal 623 al 633 e dal 639 al 640. Fu il capostipite della dinastia dei Pipinidi, che si legò a quella degli Arnolfingi dando vita a quella dei Carolingi. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Pipino I di Landen era figlio di Carlomanno, maggiordomo di palazzo in Neustria per il re Clotario II[2]; la madre potrebbe essere stata una figlia di Garibaldo I di Baviera[3]. Dopo la morte del re dei franchi d'Austrasia e di Burgundia, Teodorico II, insieme al consuocero, Arnolfo di Metz, Pipino fu a capo della rivolta dell'aristocrazia e del clero di Austrasia che, nel 613, prima facilitarono l'ingresso in Austrasia del re di Neustria, Clotario II[4] e poi si rifiutarono di combattere agli ordini del re d'Austrasia e Burgundia, Sigeberto II, nello scontro con le truppe del re di Neustria, Clotario II avvenuto sul fiume Aisne[5], mettendo così fine al governo autoritario della reggente dei regni d'Austrasia e Burgundia, la bisavola di Sigeberto II, Brunechilde e consegnando, in tal modo, i regni a Clotario II, che lo ricompensò con la nomina a maggiordomo di palazzo del regno d'Austrasia; il maggiordomo (dal latino Maior Domus) era l'amministrazione della domus reale, cioè del patrimonio del sovrano, che coincideva con il regno stesso, avendo i Franchi tale concezione del potere centrale, quale proprietà privata del re.
Nel 622, su pressione dei potentati austrasiani, Clotario II fu costretto a proclamare re d'Austrasia suo figlio Dagoberto[6], che era stato educato ed era ancora sotto la tutela di Arnolfo di Metz e Pipino.
Comunque Pipino conservò la carica di maggiordomo del palazzo d'Austrasia anche sotto i successori di Clotario, Dagoberto I e Sigeberto III.
Governò con grandi poteri l'Austrasia in collaborazione, prima con Arnolfo di Metz e, dopo, con Cuniberto, arcivescovo di Colonia[1].
Secondo il cronista del VII secolo Fredegario, Pipino morì nel suo castello di Landen il 21 febbraio 640[1], mentre, secondo gli Annales Xantenses, morì, nel 647[2]. Il suo corpo, dopo una prima sepoltura, vicino a Landen, in un secondo tempo, venne traslato nel monastero di Nivelles.
È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e la sua memoria liturgica ricorre il 21 febbraio
Pipino aveva sposato Itta di Nivelles che gli diede tre figli[2]:
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