Adria
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Adria (Àdria in veneto[4]) è un comune italiano di abitanti 18 823 della provincia di Rovigo nel Veneto.
Adria comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Provincia | Rovigo |
Amministrazione | |
Sindaco | Massimo Barbujani (centro-destra) dal 29-5-2023 |
Territorio | |
Coordinate | 45°03′N 12°03′E |
Altitudine | 4 m s.l.m. |
Superficie | 113,39 km² |
Abitanti | 18 823[1] (31-5-2024) |
Densità | 166 ab./km² |
Frazioni | Baricetta, Bellombra, Bottrighe, Ca' Emo, Cavanella Po, Fasana, Mazzorno, Valliera, Treponti, Mezzana, Canton Basso, Don Minzoni, Cicese, Ramostorto, Ca' Matte, Case sparse |
Comuni confinanti | Cavarzere (VE), Ceregnano, Corbola, Gavello, Loreo, Papozze, Pettorazza Grimani, San Martino di Venezze, Taglio di Po, Villadose, Villanova Marchesana |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 45011 |
Prefisso | 0426 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 029001 |
Cod. catastale | A059 |
Targa | RO |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 466 GG[3] |
Nome abitanti | adriesi |
Patrono | San Bellino |
Giorno festivo | 26 novembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Adria nella provincia di Rovigo | |
Sito istituzionale | |
I primi insediamenti costruiti nella zona sono di origine venetica, tra il XII e il IX secolo a.C., costituiti da case su palafitte nelle zone umide, allora ancora vicine al mare. A quell'epoca il principale corso d'acqua del Po, il canale d'Adria, sfociava in mare in questa zona. La cultura villanoviana, che prende il nome da un sito archeologico presso il villaggio di Villanova, vicino a Bologna (l'etrusca Felsina), fiorì in quest'area dal X fino al VI secolo a.C.
All'inizio del VI secolo a.C. Adria era un insediamento etrusco posto sul fiume Adrias (Atriano in lingua latina), che all'epoca sfociava nel mare e seguiva quello che oggi è il corso del Canal Bianco. Gli Etruschi costruirono il porto e l'insediamento di Adria dopo che il canale iniziò gradualmente a prosciugarsi. Durante l'ultimo periodo del VI secolo a.C. il porto continuò a prosperare. L'area padana controllata dagli Etruschi era generalmente nota come Etruria padana, in contrapposizione alla loro principale concentrazione lungo la costa tirrenica a sud dell'Arno.
Il nome Adria deriverebbe dall'etrusco atrium, ossia "giorno/luce/est", ad indicare la posizione ad oriente del mare e della città di Adria, abitata dagli Atriates Tusci (etruschi orientali - civiltà post-villanoviana con centro a Felsina), rispetto all'Etruria.[5] Secondo alcune fonti il nome fu poi utilizzato dai greci per denominare la parte superiore del mare Adriatico Adrias Kolpos (golfo di Adria); il nome venne poi esteso all'intero mare Adriatico[6] Altre ricostruzioni fanno risalire l'origine del nome Adriatico alla città di Atri, in provincia di Teramo.[7]
Per la sua posizione strategica, Adria venne rifondata dai Sicelioti (Greci di Sicilia) con il nome di "Adrìa" (Αδρὶα) nel 385 a.C. come colonia della potente Siracusa, nel quadro dell'espansione commerciale in Adriatico promossa dal re siceliota Dionisio I. Insieme ad Adria vennero fondate Ankón (l'attuale Ancona), Issa (l'attuale Lissa) e Lissos (l'attuale Alessio).[8]
Adria era allora terminale di importanti vie carovaniere che scendevano dal Baltico, attraverso il Brennero, e dal Mar Nero attraverso il Danubio e la Drava, mettendo in comunicazione commerciale l'area mediterranea con tali regioni e permettendo gli scambi di ambra, stagno e argento. Un canale artificiale (la Filistina) collegava già allora Adria con la serie di lagune presenti anticamente lungo tutta la costa settentrionale, dalle foci del Po fino a Grado, e da lì permetteva di risalire tramite protetta navigazione endo-lagunare fino alle risorgive del Timavo (caput Adriae).[6] In tal modo Adria era terminale commerciale tra l'Europa centrale e il Mediterraneo, incluso l'oriente ellenistico e Alessandria d'Egitto; di tali relazioni commerciali permangono resti di ceramiche e vetri lavorati.[9]
Dal III secolo a.C. Adria fu occupata dai Galli, come testimoniato dalle tombe a inumazione galliche. Inglobata nell'Impero romano, nei secoli successivi Adria andò perdendo importanza, per via dell'interramento del porto, e dell'allontanamento dal mare. Già nel I secolo d.C. era necessario percorrere un canale artificiale per raggiungerla. Dal V secolo Adria fu sede di giurisdizione ecclesiastica.[9]
Il progressivo interramento del delta del Po dalla Rotta di Sermide (VIII secolo a.C.), che modificò il corso del Po che allora arrivava fino all'attuale Ficarolo e poi piegava verso sud, allontanò la città dal mare rendendo sempre più problematica la prosecuzione dell'attività portuale.
Al passaggio delle invasioni barbariche, il porto di Adria aveva già perso la gran parte della sua importanza, ma assunse il nuovo ruolo di importante bastione militare, difeso dalla laguna e dai fiumi Adige e Po, all'interno dei territori amministrati dalla Chiesa di Roma. Il definitivo declino del porto di Adria avvenne in seguito alla rotta della Cucca del 589, che sconvolse l'intera idrografia del territorio circostante, isolando Adria tra paludi malsane. Anche la trama delle strade romane si andò presto perdendo; l'unica a sopravvivere fu la via Popilia, presto ribattezzata Romea in quanto percorsa dai pellegrini diretti a Roma.[9]
Tra il VII e l'VIII secolo Adria divenne un feudo vescovile indipendente da quello di Ravenna, ma l'autorità del vescovo fu lentamente soppiantata da quella del Comune, che mantenne l'autonomia locale fino a circa il 1250, quando la signoria degli Este pose ad Adria un proprio rappresentante ("giudice" e poi "visconte"). La visconteria di Adria rimase indipendente rispetto all'espansione dello stato da tera veneziano, fino ad entrare sotto il controllo di Venezia all'inizio del XVI secolo, quando Adria era ormai un piccolo villaggio in mezzo a una palude malarica.[9] Nel 1482, in occasione della guerra di Ferrara, Adria fu attaccata dalla flotta schierata sul Po dai veneziani, che saccheggiarono la città.[10]
Quando nel XVII secolo iniziò l'opera di bonifica della valle polesana da parte dei veneziani, incluso il taglio di Porto Viro, Adria cominciò ad assumere nuovamente importanza.[9]
L'invasione di Napoleone Bonaparte del 1796 portò tra l'altro Adria a far parte del Distretto di Padova. Il 13 maggio 1797 il generale Giambattista Rusca, designato al comando del territorio polesano e adriese, si impadroniva con la forza del potere municipale; veniva istituita una guardia civica ed eletta una nuova municipalità, tra i cui membri spiccava anche la figura di Carlo Bocchi. Gli adriesi restarono comunque ostili alle idee rivoluzionarie, per timore delle principali famiglie cittadine di perder quei titoli nobiliari recentemente ottenuti da Venezia. Gli stessi accolsero invece con favore l'assegnazione di Adria all'Impero austriaco con il trattato di Campoformio del 1797. Con un decreto del 27 febbraio 1798 gli austriaci restituirono i diritti in precedenza avuti dalla Serenissima e istituirono la Provincia di Adria, indipendente da Padova.[9]
Dopo la vittoria di Marengo del 14 giugno 1800 i francesi tornarono nel Polesine. La città fu inclusa nel governo provvisorio e poi nella Repubblica Cisalpina, quindi della Repubblica Italiana (1802-1805), trasformata nel 1805 in Regno d'Italia, amministrativamente incorporata come vice-prefettura nel Dipartimento dell'Adriatico con capoluogo Venezia.[9]
Nel 1809 anche Adria partecipò agli atti di brigantaggio contro i francesi che scoppiarono in tutto il Veneto. La rivolta fu capeggiata dal sacerdote Carolo Giocoli, con base a Bellombra. Nella notte tra l'8 e il 9 luglio numerosi rivoltosi aprirono le carceri, si impadronirono delle armi della guardia nazionale e operarono incendi e saccheggi. La repressione francese non si fece attendere, coinvolgendo anche molti innocenti, vittime di odii privati. Giocoli, catturato presso Ferrara, venne condannato ai ferri a vita.[9]
Il periodo napoleonico introdusse anche ad Adria importanti e positive novità: scuole popolari pubbliche e gratuite, soppressione di istituzioni confessionali pagate dal bilancio pubblico, emanazione di provvedimenti umanitari e igienici, introduzione del nuovo codice civile.[9]
Sconfitto Napoleone, in conseguenza della restaurazione operata dal Congresso di Vienna, Adria dal 1815 fu inclusa nel Regno Lombardo-Veneto, sotto la Prefettura di Rovigo. Gli austriaci, pur non essendo sempre benvoluti dagli adriesi, migliorarono notevolmente le infrastrutture, lo sviluppo e la qualità della città, ma spesso sostituirono nelle posizioni gestionali di importanza gli italiani con amministratori austriaci. Durante il periodo austriaco vengono eliminate pressoché completamente le abitazioni in canna (erano ancora 200 nel 1817), chiusi alcuni fossati urbani, consolidati i ponti interni, migliorate le comunicazioni stradali. Vengono inoltre aperti il teatro (1816), l'ospedale (1844), la casa di riposo (1852), e il ginnasio vescovile.[9]
Un'identità polesana si sviluppò in questo estremo lembo sud-orientale dell'impero austriaco, manifestandosi nel desiderio di riunificazione al resto dei territori italiani. Nel gennaio 1819 venne scoperto a Fratta un covo di carbonari, cui partecipavano anche alcuni adriesi. Tutto rimase comunque tranquillo fino al 1848, quando alla rivolta anti-austriaca seguirono alcuni mesi di autonomia amministrativa, fino al 26 maggio, sotto la guida di un Comitato distrettuale composto da un presidente e da una giunta. Al termine della prima guerra d'indipendenza la repressione austriaca si fece sentire in tutto il Polesine con processi e condanne politiche. Anche ad Adria le tendenze politiche del periodo si distinguevano tra il movimento mazziniano, rivoluzionario e repubblicano, e quello cavouriano, che disapprovava i mezzi rivoluzionari facendo affidamento sulle arti della diplomazia. Vari cittadini adriesi attraversarono il Po per unirsi all'esercito piemontese e alla spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi (furono tre gli adriesi tra i Mille). All'indomani dell'annessione del Veneto all'Italia nel 1866 questi assumeranno importanti cariche cittadine.[9]
A partire dal Risorgimento, la popolazione di Adria aumenta progressivamente fino agli oltre 34 000 abitanti del 1951, anche per via dell'annessione di comuni circonvicini già autonomi negli anni '20 (Bottrighe e Ca' Emo).
Negli anni della seconda guerra mondiale, tra il 1940 e il 1943, Adria è uno dei comuni del Veneto adibiti dalle autorità fasciste a luogo di internamento civile.[11] Vi sono confinati anche 17 profughi ebrei stranieri, giunti in Italia dalla Slovenia. A due di essi sarà concesso permesso di emigrazione dall'Italia nel marzo 1942. Gli altri resteranno a Adria fino all'estate del 1943 per disperdersi quindi dopo l'8 settembre per sfuggire alle deportazioni, trovando rifugio in Svizzera o nei territori già liberati dell'Italia meridionale o sopravvivendo in clandestinità.[12] Solo uno degli ex-internati ad Adria, risulta incluso negli elenchi dei deportati; arrestato a Fiume nel novembre 1943, muore ad Auschwitz.[13]
Nel novembre 1951 Adria rimase sommersa dalla tracimazione del Po. Molte famiglie persero tutto. Successivamente parte della popolazione si spostò verso le zone più interne del Polesine non colpite dall'alluvione, oppure emigrò nei distretti industriali della Lombardia e del Piemonte. Numerosi adriesi si trasferirono all'estero, anche in Paesi lontani come il Canada e l'Australia.[14]
Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 22 maggio 1931.[15]
«D'azzurro, al castello torricellato di tre, al naturale, le torri merlate alla ghibellina, la centrale più alta e troncata sopra di rosso, aperto, finestrato e murato di nero, fondato su pianura erbosa di verde. Ornamenti esteriori da Città.»
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 28 agosto 1930,[15] è un drappo di azzurro.
Abitanti censiti[24]
Adria è il secondo comune più popolato della provincia. Come si può notare dal grafico, la città contava sino al 1951 oltre 34 000 abitanti, poi, dopo l'alluvione nel novembre di quell'anno, parte della popolazione si spostò verso le zone più interne del Polesine non colpite dall'alluvione, oppure emigrò prevalentemente nei distretti industriali della Lombardia e del Piemonte. Numerosi furono anche gli adriesi che scelsero Paesi stranieri, come il Canada e l'Australia.
Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera era di 1 427 persone, pari al 7,75 % dei residenti.[25]
Adria è una delle sedi del corso di laurea in scienze infermieristiche dell'Università di Ferrara, attivato a partire dal A.A. 2021/2022 di concerto con l'Azienda ULSS 5 "Polesana".[26]
Il Comune fa parte della zona climatica E.
Adria è lambita dalla SS 309 Romea, è raggiunta dalla SR 443 per Rovigo, la SR 516 Piovese per Padova, la SP 45 per Rosolina, e la SR 495 per Ariano nel Polesine.
Il sistema del trasporto pubblico della città è servito da una linea extraurbana gestita da Busitalia che la collega con il capoluogo Rovigo e con le principali località sulla direttiva ovest-est verso il delta del Po e nord-sud verso la provincia di Venezia e di Ferrara; inoltre vi sono dei collegamenti con Cavarzere gestiti dall'Actv.
Ad Adria è presente una stazione ferroviaria a 5 binari collegata alle linee ferroviarie non elettrificate Rovigo-Chioggia e Adria-Mestre.
In città è presente un porto turistico, e ospita il "Cantiere Navale Vittoria S.p.A.", gestita dalla famiglia Duò, un'attività cantieristica di altissimo rilievo, specializzata dal 1927 nella costruzione di navi da carico, draghe, rimorchiatori, motopescherecci, imbarcazioni militari, pattugliatori veloci e imbarcazioni per interventi anti incendio e S.A.R..
Il comune di Adria confina a sud con il fiume Po, ed è attraversato da ovest ad est dal Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, entrambi navigabili. Il Canalbianco è un canale artificiale, tratto intermedio del Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, via navigabile lunga 135 km che collega Mantova con il mare, attraversando tutta la provincia di Rovigo. Il tratto iniziale, della lunghezza di 52 km, è naturale e prende il nome di "Tartaro"; il tratto intermedio, lungo 78 km, è il canale artificiale che prende il nome di "Canalbianco" e arriva fino alla conca di Volta Grimana; il tratto finale, di 17 km, arriva fino alla foce e prende il nome di "Po di Levante". La lunghezza totale del fiume dalle sorgenti al mare è di 147 km. Il Canalbianco, infine, si collega alla linea navigabile "Po-Brondolo", che dalla laguna di Chioggia permette di raggiungere Venezia. Attualmente si sta concludendo l'adeguamento dell'intera asta navigabile, permettendo così il passaggio di bettoline "Classe V Europea". A corredo di questi imponenti lavori è già attivo l'interporto di Rovigo, area di scambio per il trasporto fluviale-gomma-ferro, che si propone in virtù della sua equidistanza tra Padova e Ferrara, l'adiacenza alla S.S. Transpolesana e all'autostrada A13.
Sindaco|}}
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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Aurelio Ballotta | (PSI) | Sindaco | |||
26 aprile 1945 | 29 maggio 1946 | Cesare Zen | (CLN-PRI) | Sindaco | [28] |
Sante Tugnolo | (PSI) | Sindaco | |||
Guido Cester | Democrazia Cristiana | Sindaco | |||
Commissario Straordinario | |||||
1960 | 1973 | Leo Mario Badio | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1973 | 1976 | Renzo Rossi | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1976 | 1985 | Valerio Cavallari | PSI | Sindaco | |
1985 | 1991 | Franco Grotto | PSI | Sindaco | |
1991 | 1995 | Sandro Gino Spinello | PDS | Sindaco | |
1995 | 1999 | Sandro Gino Spinello | PDS | Sindaco | |
1999 | 2004 | Sandro Gino Spinello | Liste Civiche (Centro-sinistra) | Sindaco | |
2004 | 2009 | Antonio Lodo | Liste Civiche (Centro-sinistra) | Sindaco | |
2009 | 2010 | Massimo Barbujani | Liste Civiche (Centro-destra) | Sindaco | |
2010 | 2011 | Carmine Fruncillo | Commissario prefettizio | ||
Sindaco | |||||
2011 | 2016 | Massimo Barbujani | PdL; Lega Nord | Sindaco | |
2016 | 2018 | Massimo Barbujani | Lega Nord; FdI; FI; Lista Civica "Bobo Sindaco"; Lista Civica "Adria Frazioni" |
Sindaco | |
2018 | 2018 | Carmine Fruncillo | Commissario prefettizio | ||
2018 | 2023 | Omar Barbierato | Lista Civica "Siamo Adria"; Lista Civica "Impegno per il Bene Comune"; Lista Civica "Adria Civica"; |
Sindaco | |
2023 | in carica | Massimo Barbujani | LSP; FdI; FI; Lista Civica "Bobo Sindaco"; Lista Civica "Il Cantiere Adria" |
Sindaco |
Le società di calcio con sede nel comune sono: U.S.D. Adriese 1906, A.C. San Vigilio Adria, A.S.D. Baricetta Calcio e A.S.D. Ca' Emo Calcio, che militano in campionati di livello regionale.
Ad Adria si svolge la manifestazione automobilistica storica "Rally città di Adria" e nella frazione di Cavanella Po si trova il complesso multifunzionale Adria International Raceway.
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