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Alfonso Gonzaga

nobile e condottiero italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Alfonso Gonzaga
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Alfonso Gonzaga (Alfonso di Castel Goffredo) (Castel Goffredo, novembre 1541Gambaredolo, 7 maggio 1592) è stato un condottiero italiano, secondo marchese di Castel Goffredo.

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Biografia

Riepilogo
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Figlio primogenito di Aloisio Gonzaga, nacque a Castel Goffredo nel novembre 1541.[1] Alla morte del padre, Alfonso aveva solo nove anni e il marchesato fu governato, fino alla maggiore età, dalla madre Caterina Anguissola (m. 1550), tramite il cognato Giovanni Anguissola, fino al 1558.[2] Alfonso fu inviato alla corte di Madrid (nel 1557 combatté valorosamente per gli spagnoli nella battaglia di San Quintino[3]), dove rimase fino al 1564.

Il 20 marzo 1559 ottenne, tramite il nunzio Alessandro Pomello, l'investitura da parte dell'imperatore Ferdinando I d'Asburgo[4] per il feudo di Castel Goffredo,[5] dove si adoperò per incrementare i commerci, dare impulso all'agricoltura e assistenza alla Congregazione dei poveri. Con tutta probabilità il duca Guglielmo concesse anche ad Alfonso, come fece per Ferrante di Castiglione nel 1567, la possibilità di aprire una zecca a Castel Goffredo.[6]

Si trasferì quindi a Milano. Nel 1568 a Vanzaghello[7] sposò la contessa Ippolita Maggi (o Madia), dalla quale ebbe otto figli: tre morirono prematuramente, quattro femmine andarono monache e rimase con lui la figlia Caterina, sposa del nobile Carlo Emanuele Teodoro Trivulzio (Teodoro VIII), conte di Melzo († 1605). Si trasferì a Castel Goffredo nel 1586 malato di gotta e costretto a vivere alla poltrona a rotelle per infermità agli arti inferiori. Ricevette la visita del cardinale Carlo Borromeo in qualità di delegato apostolico.[8]

Durante le sue lunghe assenze, il feudo di Castel Goffredo venne amministrato dal fratello Ferrante. Fece dono alla città di Asola della fontana di Ercole, anticamente posta nella piazza dell'Olmo (l'attuale piazza Mazzini a Castel Goffredo), in segno di ringraziamento per avere concesso al marchese un prestito di trecento fiorini d'oro.[9] Venne a risiedere stabilmente a Castel Goffredo solo nel 1586, già malato di gotta e costretto alla sedia a rotelle. Tra il 1588 e il 1590 fece ricostruire, ad opera di Bernardino Facciotto, la chiesa prepositurale di Sant'Erasmo.

L'assassinio a Gambaredolo

Il 7 maggio 1592, festa dell'Ascensione, il marchese venne portato in lettiga a Corte Gambaredolo da due servitori e sistemato su una sedia a rotelle sul ponte della peschiera.[10] Mentre era intento a gettare del pane in pasto ai pesci, venne assalito alle spalle da otto sicari,[3][11][12] mandati per motivi ereditari dal nipote Rodolfo di Castiglione, fratello di san Luigi, che aveva rinunciato al marchesato per farsi gesuita. Un colpo di archibugio, esploso da Giacomo Pedercini, centrò alla schiena Alfonso, colpito poi a pugnalate da altri uomini del gruppo e gettato in acqua, dove morì.[13] Gli sgherri fecero ritorno a Castiglione, da dove erano venuti, attraverso le campagne.

Portato inizialmente nella chiesa dei Disciplini,[14] venne sepolto nella cappella della chiesa di Santa Maria del Consorzio, mausoleo di Gonzaga. In seguito la moglie Ippolita Maggi fece riesumare e tumulare la salma nel santuario della Madonna delle Grazie presso Mantova: una lapide in marmo bianco all'interno ne ricorda l'evento.[15]

Successore fu il nipote Rodolfo, ucciso a colpi di archibugio sulla porta della chiesa prepositurale di Sant'Erasmo di Castel Goffredo il 3 gennaio 1593.

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Discendenza

Alfonso ed Ippolita ebbero otto figli:

  • Ferdinando, morto infante;
  • Caterina (1574-1615), sposa del nobile Carlo Emanuele Teodoro Trivulzio (Teodoro VIII), conte di Melzo;
  • Giulia-Giuseppa (18 agosto 1576[16]-?), morta infante;
  • Ginevra (1º giugno 1578[16]-?), morta infante;
  • Giovanna-Gabriele, monaca;
  • Maria, monaca;
  • Angela, monaca[16];
  • Luigia, monaca.

Alfonso ebbe anche un figlio naturale, Luigi, avuto da Isabella Caravazale (o Isabel Caravajal) mentre si trovava in Spagna; costui nel 1559 raggiunse il padre a Castel Goffredo ma fu da questi respinto.[3] Morì forse a Roma.

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Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Ludovico II Gonzaga Gianfrancesco I Gonzaga  
 
Paola Malatesta  
Rodolfo Gonzaga  
Barbara di Brandeburgo Giovanni l'Alchimista  
 
Barbara di Sassonia-Wittenberg  
Aloisio Gonzaga  
Gianfrancesco I Pico Giovanni I Pico  
 
Caterina Bevilacqua  
Caterina Pico  
Giulia Boiardo Feltrino Boiardo  
 
Guiduccia da Correggio  
Alfonso Gonzaga  
Giovanni Anguissola Bernardo Anguissola  
 
Sveva Sanseverino  
Gian Giacomo Anguissola  
Caterina Torelli Cristoforo II Torelli  
 
Ippolita Sanseverino d'Aragona  
Caterina Anguissola  
Daniele II Radini Tedeschi Lazzaro Radini Tedeschi  
 
Ermellina Grassi  
Angela Radini Tedeschi  
Caterina Panichi ..  
 
...  
 

Genealogia

 Rodolfo
(1452-1495)
 
  
 Gianfrancesco
(1488-1525)
 Aloisio
(1494-1549)
  
    
 Ramo di Luzzara
Alfonso
(1541-1592)
 Orazio
(1545-1587)
 Ferrante
(1544-1586)
   
           
Ferdinando
Caterina 1 sp. Carlo Trivulzio
(1574-1615?)
Giulia
(1576-?)
Ginevra
(1578-?)
Giovanna
Maria
Luigia
Luigi
(naturale)
Ramo di Solferino
Rodolfo
(1569-1593)
Francesco
(1577-1616)
  
  
 Ramo di Castel Goffredo
(estinto)
Ramo di Castiglione
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Galleria d'immagini

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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