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Prospettiva
Stachys officinalis
specie di pianta della famiglia Lamiaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Betonica comune (Betonica officinalis L. syn. Stachys officinalis (L.) Trevis., 1842) è una piccola ma vivace pianta perenne, eretta, pelosa e dai delicati fiori colorati di rosa profumati di citrato, appartenente alla famiglia delle Lamiacee.[1]
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Etimologia
Il nome generico (stachys) deriva dal greco e significa "simile alla spiga di grano".[2][3] L'epiteto specifico officinalis è applicato alle erbe con proprietà medicinali (vere o presunte).[4]
Il nome scientifico di questa specie è stato definito inizialmente da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 2: 573." nel 1753, perfezionato successivamente dal botanico e naturalista italiano Vittore Benedetto Antonio Trevisan (Padova, 5 giugno 1818 – Padova, 8 aprile 1897) nella pubblicazione "Prospetto della Flora Euganea. Padova - Prosp. Fl. Eugan. 26." del 1842.[5]
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Descrizione
Riepilogo
Prospettiva




È una pianta che arriva a un'altezza di 20–40 cm (massimo 70 cm). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. L'indumento è formato da peli semplici (raramente sono ramificati).[6][7][8][9][10][11]
Radici
Le radici sono secondarie da un piccolo rizoma con portamento più o meno obliquo.
Fusto
La parte aerea del fusto è gracile, pubescente (irsuta) a sezione quadrata (o tetragona a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici). Il fusto è semplice, raramente è ramificato.
Foglie
In generale le foglie sono intere, strettamente ovate, cuoriformi alla base ed ellittiche all'apice; la lamina è carenata con marcate nervature; i bordi sono dentati grossolanamente; la superficie è pelosa (rugosa sulla pagina superiore).
- Foglie basali: sono disposte in una rosetta basale sterile (senza fusti fioriferi); le foglie sono persistenti e lungamente picciolate. Dimensioni: lunghezza del picciolo 8–12 cm; la lamina misura 2 - 2,5 cm di larghezza e 6 – 7 cm di lunghezza.
- Foglie cauline: sono brevemente e progressivamente sempre meno picciolate; quelle superiori sono sessili (sub - sessili) e trasformate quasi in brattee. Dimensione delle foglie cauline: 1 - 1,5 cm di larghezza e 5 – 6 cm di lunghezza. Queste foglie sono inserite nei nodi del fusto a coppie opposte e si trovano anche alla base di ciascun verticillo dell'infiorescenza (foglie bratteali).
Infiorescenza
L'infiorescenza è portata in vari verticilli di tipo tirsoide (o racemo spiciforme) disposti in posizione ascellare e sovrapposti lungo il fusto. I verticilli sono compatti. Ogni verticillo è composto da alcuni fiori disposti circolarmente (glomeruli verticillati) e poggianti su due brattee (o foglie bratteali) a forma lanceolata. Le brattee del verticillo seguente sono disposte in modo alternato.
Fiore
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (il calice è attinomorfo), tetraciclici (con i quattro verticilli fondamentali delle Angiosperme: calice– corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla sono formati da cinque elementi). Lunghezza del fiore: 10 – 15 mm.
- Il calice è gamosepalo, attinomorfo, tubuloso, campanulato (allargato alla base), lungo 3,5 mm, e accompagnato da una breve bratteola ovale - acuminata di 5 – 12 mm (larghezza 0,5 - 1,5 mm), ed è diviso in 5 sepali sottili concresciuti. La superficie del calice è irsuta ed è percorsa da 5 - 10 nervature longitudinali. Lunghezza del calice: minore di 5 mm.
- La corolla gamopetala, zigomorfa, pelosa esternamente, rosata (o anche di colore rosso - violaceo, raramente bianco), lunga 1 - 1,5 cm, ha la forma di un tubo lievemente ricurvo terminante con 5 lobi (i 5 petali). È divisa in 2 labbra ben sviluppate e divergenti ad angolo retto: quello superiore è arcuato verso l'alto, intero e mediamente sviluppato, con la funzione di proteggere gli organi di riproduzione dalle intemperie e dal sole; quello inferiore è diviso in 3 lobi (quello centrale è più grande, dentato e piegato verso il basso per fare da base di "atterraggio" agli insetti pronubi; mentre i due laterali sono arrotondati). Le fauci internamente non sono circondate da un anello di peli (caratteristica comune a molte "labiate" che ha lo scopo di impedire l'accesso ad insetti più piccoli e non adatti all'impollinazione). Lunghezza della corolla: 10 – 12 mm.
- L'androceo possiede quattro stami didinami e parzialmente inclusi nella corolla e posizionati sotto il labbro superiore. I filamenti sono adnati alla corolla. Le antere (colorate di bruno-viola) sono biloculari. Le teche sono più o meno distinte e divaricate (raramente sono parallele); la deiscenza è logitudinale. Gli stami dopo la fecondazione divergono e si attorcigliano. I granuli pollinici sono del tipo tricolpato o esacolpato. Il nettario è ricco di sostanze zuccherine.
- Gineceo: l'ovario, profondamente quadri-lobato, è supero formato da due carpelli saldati (ovario bicarpellare) ed è 4-loculare per la presenza di falsi setti. La placentazione è assile. L'ovario è arrotondato all'apice. Gli ovuli sono 4 (uno per ogni presunto loculo), hanno un tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[12] Lo stilo inserito alla base dell'ovario (stilo ginobasico) è del tipo filiforme ed è incluso nella corolla. Lo stigma è bifido con due lacinie uguali.
- Fioritura: da giugno a ottobre.
Frutti
Il frutto è una nucula acheniforme (schizocarpo); più precisamente è una drupa (ossia una noce) con quattro semi (uno per ovulo derivato dai due carpelli divisi a metà). Questo frutto nel caso delle Lamiacee viene chiamato "clausa". Le quattro (o a volte tre) parti in cui si divide il frutto principale, sono ancora dei frutti (parziali) ma monospermici (un solo seme) e privi di endosperma. La forma è da obovoide a oblunga arrotondata all'apice.
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Riproduzione
- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama): ditteri, imenotteri e più raramente lepidotteri.[13][14]
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).[15] Per questo scopo i semi hanno un'appendice oleosa (elaisomi, sostanze ricche di grassi, proteine e zuccheri) che attrae le formiche durante i loro spostamenti alla ricerca di cibo.[16]
- Propagazione: tramite divisione dei cespi (in febbraio - aprile).[11]
Tassonomia
Riepilogo
Prospettiva
La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie, ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Il genere Stachys comprende più di 300 specie[10][17] con una distribuzione cosmopolita (ad eccezione dell'Australia e Nuova Zelanda), due dozzine delle quali vivono spontaneamente in Italia. Nell'ambito della famiglia il genere Stachys è descritto all'interno della tribù Stachydeae Dumort., 1827[17] (sottofamiglia Lamioideae Harley, 2003[18]). Nelle classificazioni meno recenti la famiglia Lamiaceae viene chiamata Labiatae.[7][8]
Il numero cromosomico di Stachys officinalis è: 2n = 16.[19]
Sottospecie
Per questa specie sono riconosciute le seguenti sottospecie (e varietà):[1][6][20]
Sottospecie officinalis

(Distribuzione regionale[21] – Distribuzione alpina[22])
- Nome scientifico: Stachys officinalis (L.) Trevis. subsp. officinalis.
- Basionimo: il basionimo per questa sottospecie è Betonica officinalis L., 1753.
- Descrizione: il fusto è subglabro (o ricoperto da sparsi peli); le foglie inferiori sono cordate alla base ed hanno la lamina a forma lanceolata con bordi paralleli; l'infiorescenza è una densa spiga di 1,5 – 2 cm di diametro; i verticilli floreali inferiori sono poco o nulla distanziati.
- Fioritura: da giugno a agosto.
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Europeo - Caucasico o anche Ovest Europeo / Mediterraneo.
- Distribuzione: è il tipo più diffuso in Italia ma è assente nella Pianura Padana e nelle isole. Nelle Alpi è comune in tutti gli areali. Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei e Carpazi.[22] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo la presente sottospecie si trova dalla Penisola Iberica fino alla Russia compresa l'Anatolia e la Transcaucasia.[20]
- Habitat: questa sottospecie si trova nei prati poveri (aridi), nei pascoli, nei nardeti, nei boschi radi (boschi montani di latifoglie). Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[22]
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1800 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
- Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico la sottospecie officinalis appartiene alla seguente comunità vegetale:[22]
- Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
- Classe: Molinio-Arrhenatheretea
- Ordine: Molinietalia caeruleae
- Alleanza: Molinion
Sottospecie serotina

(Distribuzione regionale[6] – Distribuzione alpina[22])
- Nome scientifico: Stachys officinalis (L.) Trevis. subsp. serotina (Host) Murb.
- Basionimo: il basionimo per questa sottospecie è Betonica serotina Host, 1831.
- Descrizione: il fusto è ispido con peli riflessi; le foglie inferiori hanno una base ristretta e una lamina a forma triangolare-subastata; l'infiorescenza è una spiga lassa e interrotta alla base.
- Fioritura: da agosto a ottobre.
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Est Alpico / Illirico.
- Distribuzione: sostituisce la subsp. officinalis sul carso triestino (segnalata anche nelle province di Bolzano e Torino). Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa sottospecie si trova in Svizzera (cantone Ticino).[22] Si trova anche nella Penisola Balcanica (ex Jugoslavia).
- Habitat: preferisce terreni a matrice calcarea nelle praterie rase subalpine, si trova anche nelle lande e popolamenti a lavanda e negli arbusteti meso-termofili. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[22]
- Distribuzione altitudinale: nelle Alpi queste piante frequentano i seguenti piani vegetazionali: montano e subalpino.
- Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico la sottospecie serotina appartiene alla seguente comunità vegetale:[22]
- Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
- Classe: Trifolio-Geranietea sanguinei
- Ordine: Origanetalia vulgaris
- Alleanza: Geranion sanguinei
Varietà algeriensis
- Nome scientifico: Stachys officinalis (L.) Trevis. var. algeriensis (Noë) Cout., 1907
- Distribuzione: Magreb e Penisola Iberica.
Sottospecie haussknechtii
- Nome scientifico: Stachys officinalis (L.) Trevis. subsp. haussknechtii (Nyman) Greuter & Burdet, 1985
- Distribuzione: Penisola Balcanica meridionale e Anatolia.
Sottospecie velebitica
- Nome scientifico: Stachys officinalis (L.) Trevis. subsp. velebitica (A.Kern.) Hayek, 1929
Sottospecie skipetarum
- Nome scientifico: Stachys officinalis (L.) Trevis. subsp. skipetarum Jáv., 1921
- Distribuzione: Albania.
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]
Sinonimi della sottospecie officinalis
- Betonica affinis Wender.
- Betonica alpigena Schur
- Betonica angustifolia Jord. & Fourr.
- Betonica bjelorussica Kossko ex Klokov
- Betonica bjelorussica Kossko ex Klok.
- Betonica brachydonta Klokov
- Betonica brachystachya Jord. & Fourr.
- Betonica bulgarica Degen & Nejceff
- Betonica clementei Pérez Lara
- Betonica danica Mill.
- Betonica densiflora Schur
- Betonica drymophila Jord. & Fourr.
- Betonica foliosa C.Presl
- Betonica fusca Klokov
- Betonica glabrata K.Koch
- Betonica glabriflora Borbás
- Betonica grandifolia Jord. & Fourr.
- Betonica hirta Leyss.
- Betonica hylebium Jord. & Fourr.
- Betonica incana Mill.
- Betonica laxata Jord. & Fourr.
- Betonica legitima Link
- Betonica leiocalyx Jord. & Fourr.
- Betonica monieri Gouan
- Betonica montana Lej.
- Betonica monticola Jord. & Fourr.
- Betonica nemorosa Jord. & Fourr.
- Betonica nutans Kit. ex Schult.
- Betonica occitana Jord. & Fourr.
- Betonica officinalis L.
- Betonica officinalis subsp. alpigena (Schur) Nyman
- Betonica officinalis var. angustifolia K.Koch
- Betonica officinalis var. glabrata K.Koch
- Betonica officinalis var. hirta (W.D.J.Koch) K.Koch
- Betonica officinalis var. incarnata K.Koch
- Betonica officinalis f. laxata (Jord. & Fourr.) Pérard
- Betonica officinalis var. polyclada (Jord. & Fourr.) Nyman
- Betonica officinalis f. rusticana (Jord. & Fourr.) Pérard
- Betonica officinalis subsp. skipetarum Jáv.
- Betonica officinalis var. stricta K.Koch
- Betonica parvula Jord. & Fourr.
- Betonica peraucta Klokov
- Betonica polyclada Jord. & Fourr.
- Betonica pratensis Jord. & Fourr.
- Betonica psilostachys Jord. & Fourr.
- Betonica purpurea Gilib.
- Betonica purpurea Bubani
- Betonica pyrenaica Jord. & Fourr.
- Betonica recurva Jord. & Fourr.
- Betonica recurvidens Peterm.
- Betonica rigida Jord. & Fourr.
- Betonica rusticana Jord. & Fourr.
- Betonica sabauda Jord. & Fourr.
- Betonica stricta Aiton
- Betonica stricticaulis Jord. & Fourr.
- Betonica subcarnea Jord. & Fourr.
- Betonica valdepubens Jord. & Fourr.
- Betonica validula Jord. & Fourr.
- Betonica virescens Jord. & Fourr.
- Betonica virgultorum Jord. & Fourr.
- Betonica vulgaris Rota
- Stachys betonica Benth.
- Stachys bulgarica (Degen & Nejceff) Hayek
- Stachys danica (Mill.) Schinz & Thell.
- Stachys densiflora Benth.
- Stachys glabriflora (Borbás) Rossi
- Stachys monieri (Gouan) P.W.Ball
- Stachys officinalis (L.) Trevis. ex Briq.
- Stachys officinalis var. hirta W.D.J.Koch
- Stachys officinalis var. incana Lej. & Courtois
- Stachys officinalis var. montana (Lej.) Dumort.
- Stachys officinalis subsp. peredae M.Laínz
- Stachys officinalis f. stricta (Sol.) Boza & Vasic
- Stachys officinalis var. stricta Lej. & Courtois
- Stachys stricta (Sol.) Dalla Torre & Sarnth.
Sinonimi della varietà algeriensis
- Betonica algeriensis Noë
- Stachys algeriensis (Noë) Rothm.
- Stachys officinalis subsp. algeriensis (Noë) Franco
- Stachys officinalis var. tangerina Pau
Sinonimi della sottospecie haussknechtii
- Betonica haussknechtii (Nyman) Hausskn.
- Betonica officinalis subsp. haussknechtii Nyman
- Stachys balcanica P.W.Ball
- Stachys haussknechtii (Nyman) Hayek
- Stachys officinalis subsp. balcanica (P.W.Ball) R.Bhattacharjee
Sinonimi della sottospecie serotina
- Betonica officinalis var. serotina (Host) Nyman
- Betonica serotina Host
- Stachys serotina (Host) Rouy
- Stachys serotina Fritsch
Sinonimi della sottospecie velebitica
- Betonica officinalis subsp. velebetica (A.Kern.) Nyman
- Betonica officinalis var. velebitica (A.Kern.) Bjelcic
- Betonica velebetica A.Kern.
- Stachys velebitica (A.Kern.) Fritsch
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Usi
Farmacia
Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà medicinali: astringenti, digestive, anticefaliche, vulnerarie e sedative in generale. Si prepara come infuso o estratto fluido ed è utile per raffreddori di testa (la polvere di betonica se aspirata fa starnutire). Ha un'azione specifica nelle cefalee. Inoltre è cicatrizzante. È valido anche per chi ha problemi di eliminazione degli acidi urici.[23]
Le sostanze presenti in questa pianta sono: tannino, stachidrina, colina, betaina, betonicina.
Cucina
La radice non è da usare in cucina: il rizoma può provocare facilmente vomito e diarrea. Le foglie vengono a volte usate per aromatizzare il tabacco, ma anche per preparare bevande e tè.[11][23]
La betonica è una pianta mellifera e si può ottenere un miele quando è bottinata dalle api, ma poiché la sua diffusione non è molto abbondante, la produzione è scarsa e si ha solo in alcune zone.
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Altre notizie
La betonica comune in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
- (DE) Echte Betonie, Heilziest
- (FR) Épiaire officinale
- (EN) Wood Betony
I nomi comuni (Betonica e Vettonica) potrebbero derivare (secondo Plinio) dalla tribù dei Vettoni (di origine Iberica). Nel Medioevo, e prima ancora in Egitto, si attribuivano alla pianta poteri magici e la si usava per curare qualunque male. La pianta (data la sua popolarità) ha originato nel tempo diversi modi di dire; nel Veneto, ad esempio si usa la frase "Conosciuti come la betonica" per indicare qualcosa che è sulla bocca di tutti. Oppure il proverbio "Utile come l'erba betonica" per indicare qualcosa impiegabile per parecchi usi.[11]
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Note
Bibliografia
Altri progetti
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