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Caprigliola

frazione del comune italiano di Aulla Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Caprigliola (pronuncia: Caprìgliola) è una frazione di Aulla in provincia di Massa-Carrara, in Toscana.

Dati rapidi Caprigliola frazione, Localizzazione ...
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Geografia fisica

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Territorio

La frazioen è situata in Lunigiana su un colle di roccia arenaria a 164 m s.l.m., all’estremità occidentale delle Alpi Apuane. Il borgo si trova sulla sponda sinistra del fiume Magra e confina con il comune ligure di Santo Stefano di Magra, nei pressi di Albiano Magra.[2]

Il colle su cui sorge il paese è caratterizzato da un versante settentrionale particolarmente scosceso, ai cui piedi scorre un torrente localmente chiamato r' canalo o “valle dei mulini”. Lungo le sue sponde si trovano i resti di numerosi mulini ad acqua, un tempo impiegati per la macinazione di grano e castagne, rimasti in funzione fino ai primi anni 1970. Il versante meridionale, più dolce, ospita invece campi coltivati, vigneti e uliveti, ed è attraversato da un altro corso d’acqua che separa il colle di Caprigliola da quello della Costa Lavacchia.[2]

Alle spalle del borgo si eleva il Monte Grosso (667 m s.l.m.), un tempo sede di pascoli e boschi appartenenti a famiglie caprigliolesi. Le località comprese nella parrocchia di Caprigliola e nella relativa circoscrizione amministrativa includono il Santuario della Madonna del Ponte, Isola, Bettola, Canal del Ri, la Costa Lavacchia e Chiamici.

Collegamenti

Caprigliola è raggiungibile dal casello autostradale di Aulla, lungo l’autostrada A15, percorrendo la Strada Statale 62 della Cisa in direzione Santo Stefano di Magra, oppure dal casello di La Spezia-Santo Stefano Magra in direzione Aulla.[2] La principale via di accesso al borgo è la Via Nuova, che si dirama dalla statale presso la località Bettola. Un’altra strada collega il paese con l’abitato di Ponzano Superiore.

Clima

Il clima è di tipo temperato mediterraneo-tirrenico, caratterizzato da inverni miti, estati calde e moderatamente umide, e stagioni intermedie generalmente piovose.

L’influenza del vicino Golfo di La Spezia mitiga le temperature e riduce fenomeni come nebbie e brinate, frequenti invece nella media e alta valle del Magra. Una peculiarità climatica locale è rappresentata dal vento del portelo, una tramontana che, incanalandosi nella stretta valle a nord dell’abitato, soffia con maggiore intensità rispetto al resto del territorio comunale.

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Storia

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Le prime attestazioni del toponimo Castrum Caprigliola risalgono al XII secolo. Nel 1185 l’imperatore Federico I concesse Caprigliola in feudo al vescovo di Luni, Pietro IV. In quel periodo il borgo risultava già fortificato e utilizzato come residenza estiva dei vescovi lunensi.[2]

Il complesso vescovile, situato nella parte sommitale del colle su cui sorge la frazione, è oggi affiancato dalla chiesa di San Nicolò, edificata nel XVIII secolo. La costruzione dell’edificio religioso, di notevoli dimensioni, probabilmente inglobò parte del primitivo nucleo fortificato medievale.[3]

Nel 1401 Caprigliola, insieme ad Albiano Magra e Stadano, entrò a far parte dei domini della Repubblica di Firenze. Successivamente, nel 1556, per disposizione di Cosimo I de' Medici, il borgo fu dotato di nuove mura difensive, testimonianza dell’importanza strategica che rivestiva nell’area della Lunigiana.[3]

Il patrimonio artistico e architettonico comprende, oltre alla chiesa di San Nicolò, le mura medicee ben conservate, stemmi marmorei, una maestà in marmo di Carrara e diversi portali decorati. Con l’Unità d’Italia, Caprigliola fece parte del comune di Albiano fino al 1870, anno della sua soppressione e dell’annessione al comune di Aulla.[4]

Durante la seconda guerra mondiale, la zona fu inoltre interessata da attività partigiane.

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Economia

Il territorio circostante è caratterizzato da coltivazioni di olivo e vite, dalle quali si ottengono prodotti di qualità riconosciuti a livello nazionale. L’area rientra nella zona di produzione a denominazione di origine controllata (DOC) dei Colli di Luni, riconosciuta ufficialmente nel 1947.[2]

Cultura

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Dialetto caprigliolese

Dati rapidi Dialetto Caprigliolese Caprighjoleso, Parlato in ...

Dal punto di vista linguistico, la Lunigiana può essere suddivisa in cinque principali aree dialettali:

Nell’Alta Lunigiana prevalgono tratti emiliani, sebbene nello zerasco siano presenti elementi di origine ligure, dovuti alla prossimità con la Val di Vara. Nella Media e Bassa Lunigiana, invece, i dialetti locali presentano una maggiore complessità, caratterizzata dalla commistione di elementi emiliani, liguri e toscani. Nella Lunigiana di transizione a levante tali influenze si fondono ulteriormente, dando origine al dialetto carrarino-massese, che combina tratti emiliani con la parlata cacuminale tipica dell’area carrarese.

Nella Lunigiana di transizione a ponente, situata oltre il fiume Magra, la parlata assume caratteristiche più marcatamente liguri, riconducibili alla varietà spezzina.

Il dialetto di Caprigliola si colloca nell’area di transizione tra la Media e la Bassa Lunigiana. Esso presenta caratteristiche in gran parte affini al dialetto sarzanese, con alcune influenze minori provenienti dall’area aullese. Le differenze rispetto ai centri vicini riguardano soprattutto l’accentazione, alcuni vocaboli e specifiche variazioni fonetico-fonologiche, ma nel complesso la parlata locale risulta abbastanza omogenea rispetto al contesto linguistico lunigianese.

In termini più specifici, il dialetto caprigliolese rappresenta un'ibridazione, risultato dell’interazione tra componenti emiliane, liguri e toscane. L’influenza toscana si manifesta principalmente sul piano lessicale, filtrata attraverso la vicina area apuana.

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Monumenti e luoghi d'interesse

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Torre di Caprigliola e ipotetica Riscostruzione storica.

Torre rotonda

Tra le architetture più rappresentative della Lunigiana figurano le torri di avvistamento, diffuse negli insediamenti medievali tra l’XI e il XV secolo. A Caprigliola si conserva uno degli esempi più significativi di torre a pianta circolare, tipologia rara nel territorio, costruita in pietra arenaria locale.

La torre, alta circa 29 metri, si erge al centro del borgo e poggia su una base rettangolare scavata nella roccia. L’accesso originario, posto a circa sette metri d’altezza, era probabilmente raggiungibile tramite una scala o un ballatoio ligneo. Nel XVIII secolo fu ristrutturata e dotata di cella campanaria in concomitanza con la trasformazione del palazzo vescovile nell’attuale chiesa di San Niccolò.[5]

Il coronamento ad archetti pensili la distingue nel panorama architettonico lunigianese; per analogia con la torre del castello di Lerici, la sua costruzione è databile alla prima metà del XIII secolo. La torre, di proprietà della Curia vescovile, non è aperta al pubblico ma può essere visitata su richiesta.

Il cassero di Enrico da Fucecchio

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Il cassero di Enrico da Fucecchio e ipotetica ricostruzione storica

Enrico da Fucecchio († ca. 1279), ultimo dei vescovi-conti di Luni, restaurò il potere temporale della diocesi e promosse numerosi interventi edilizi nei suoi possedimenti, tra cui Caprigliola. A lui si deve l’ampliamento del borgo, con la costruzione di nuove abitazioni, una possibile nuova cinta muraria e un cassero tuttora esistente, situato sul versante orientale e collegato al nucleo principale da un camminamento.

Il cassero, destinato a ospitare una guarnigione e a proteggere il nuovo abitato, è una torre rettangolare in pietra arenaria di 5,45 × 8,18 m e circa 14 m d’altezza. La sua struttura è analoga alla “Turris magna” di Castelnuovo Magra, edificata anch’essa per volontà del vescovo Enrico, sebbene di dimensioni minori. Secondo alcune ipotesi, la torre potrebbe essere stata progettata in origine con un’altezza maggiore o parzialmente abbassata in epoca rinascimentale durante i lavori di fortificazione medicei.

L’interno si articola in tre ambienti: uno al piano terra coperto da volta a botte, accessibile tramite botola interna e da una porta aperta successivamente, e due vani superiori un tempo separati da solai lignei oggi scomparsi.

Chiesa di San Nicolò ex palazzo vescovile

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Chiesa di San Nicolò ex palazzo vescovile

Il primo documento che menziona Caprigliola risale al 29 luglio 1185, quando l’imperatore Federico Barbarossa ne confermò il possesso ai vescovi-conti di Luni, citando il “Castrum de Capriliola cum curte et pertinentiis et piscatione”. Tale riferimento indica che a quella data il borgo era già sviluppato, comprendendo la torre, il cassero vescovile e un nucleo di abitazioni nel borgo soprano. La fondazione dell’insediamento è quindi da collocare tra il IX e il X secolo, con un primo fortilizio eretto sulla sommità del colle, attorno al quale sorsero progressivamente le abitazioni, secondo una tipica configurazione altomedievale.[3]

Nel XIII secolo un documento del vescovo Guglielmo menziona esplicitamente il palazzo vescovile come residenza estiva. Tracce architettoniche di questa struttura sono ancora visibili nella parete orientale dell’attuale chiesa parrocchiale di San Nicolò, dove si notano resti di aperture e finestre che attestano il collegamento originario con la torre cilindrica. Parte dell’antico edificio fu successivamente smantellata per ricavarne materiale da costruzione e un passaggio verso la piazza della chiesa.

L’attuale chiesa, edificata a partire dal XVII secolo[6], sostituisce dunque l’antico palazzo vescovile. L’interno, di gusto tardo barocco, presenta un’unica navata coperta da volta a botte, due transetti e un’abside semicircolare; l’esterno, di forme semplici, è caratterizzato solo da un portale in marmo finemente decorato.

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Note

Voci correlate

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