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Indice di percezione della corruzione
indicatore statistico sulla corruzione Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'indice di percezione della corruzione (noto anche con l'acronimo CPI, dall'inglese Corruption Perception Index) è un indicatore statistico pubblicato da Transparency International, a partire dal 1995, con cadenza annuale.

Metodologia
L'indice viene utilizzato per creare graduatoria dei paesi del mondo ordinata sulla base "dei loro livelli di corruzione percepita, come determinati da valutazioni di esperti e da sondaggi d'opinione". L'organizzazione definisce la corruzione come "l'abuso di pubblici uffici per il guadagno privato".
Grazie all'utilizzo di strumenti statistici molto sofisticati, il CPI è una stima di grande rilievo per le scienze economiche e sociali, tanto da essere utilizzato o replicato anche da istituzioni pubbliche[1].
Sono però state evidenziate alcune insufficienze[2]: in particolare la valenza scientifica della corruzione percepita[3] è stata criticata, nel quadro della controversia[4] sulla praticabilità stessa della misurazione qualitativa della governance[5]. Per converso, si replica che "la consapevolezza dei livelli preoccupanti della corruzione reale è uno degli elementi che può concorrere a farla diminuire. Se è vero che sarebbe autolesionistico sopravvalutare il fenomeno, è ancora più vero che sarebbe un grave errore sottovalutarlo: tra corruzione percepita e corruzione reale occorre, insomma, che le distanze siano minime"[6].
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Classifiche CPI
2012–2020
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Note
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