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Forcipiger longirostris

specie di pesce Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Forcipiger longirostris
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Il pesce farfalla pinzetta, o pesce farfalla muso lungo (Forcipiger longirostris), è un pesce osseo marino tropicale appartenente alla famiglia Chaetodontidae, diffuso nelle barriere coralline del Mar Rosso, dell'Oceano Indiano e dell'Oceano Pacifico.

Dati rapidi Come leggere il tassoboxPesce farfalla pinzetta, Stato di conservazione ...

Specie molto simile al pesce farfalla Forcipiger flavissimus sia per conformazione, livrea ed areale di appartenenza; la precisa tassonomia ha provocato numerose discussioni per decidere se fossero due varianti dello stessa specie oppure due specie differenti; finalmente si è deciso di considerarli come due specie distinte.[1]

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Distribuzione e habitat

Il pesce farfalla pinzetta è diffuso nelle acque costiere tropicali del Mar Rosso, dell'Oceano Indiano e dell'Oceano Pacifico, in acque calde e poco profonde, soprattutto in prossimità delle barriere coralline.

Questo pesce è largamente presente nell'Oceano Indiano e nell'Oceano Pacifico; Mar Rosso, Madagascar settentrionale, Mozambico; Isole Comore, Isole Seychelles, Isole Mauritius, India occidentale, Sri Lanka, Isole Maldive, Filippine, Giappone, Taiwan, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Australia (soprattutto nella Grande Barriera Corallina), Isole Salomone, Isole Hawaii.[1]

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Descrizione

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Esemplare in una barriera corallina alle Maldive

Presenta un corpo ovoidale, leggermente allungato, molto compresso lateralmente; il peduncolo caudale è piccolo ma ben evidente; la testa è piccola, posta inferiormente nel corpo e raccordata con una fronte fortemente concava; la bocca, piccola, a forma di pinzetta e posta in cima ad un lungo musetto tubolare ricoperto da spesse squame, è dotata di piccoli denti che hanno l'aspetto di spazzolini di setole; la particolare morfologia dell'apparato boccale è un adattamento alimentare che favorisce la cattura delle sue prede.[1]

La pinna dorsale, sorretta da 10 o 11 spine rigide e da 24 / 28 raggi molli, si estende asimmetricamente su tutto il dorso e termina con un lobo posteriore dal margine appena arrotondato; la pinna anale, sorretta a sua volta da 3 spine rigide e da 17 / 20 raggi molli, si estende sulla metà posteriore del ventre e, simmetricamente alla dorsale, termina con un lobo posteriore dal margine molto arrotondato; l'insieme delle due pinne contribuisce a rendere squadrato il posteriore del pesce; le pinne ventrali, dalla forma triangolare, sono relativamente strette e molto allungate; le pinne pettorali sono triangolari con l'apice appuntito; la pinna caudale, dalla forma trapezoidale, ha il margine posteriore dritto o solo leggermente arrotondato. Le prime 10 spine rigide della pinna dorsale non sono unite le une alle altre dalla membrana interradiale e possono essere inarcate a piacere, costituendo la sua unica arma di difesa che può infliggere dolorose punture anche agli esseri umani.[1]

La livrea è molto colorata ed appariscente; la testa è colorata di scuro, grigio scuro o nero, superiormente tutto l'occhio compreso e di bianco inferiormente; la gola, fino alle pinne pettorali è bianca cosparsa da piccoli puntini neri mentre tutto il resto del corpo è di un bel color giallo uovo; la pinna dorsale, la pinna anale e le pinne ventrali sono anch'esse di color giallo uovo, leggermente bordate da un rigo turchese mentre la pinna caudale e le pinne pettorali sono semitrasparenti; una macchia nera è presente sull'apice superiore della pinna anale, nelle vicinanze del peduncolo caudale. Nell'Arcipelago delle Marianne sono stati ritrovati degli esemplari completamente di color marrone scuro, precedentemente classificati come Forcipiger inornatus.[1]

Le differenze con il pesce farfalla Forcipiger flavissimus si notano soprattutto a livello scheletrico; oltre al numero differente di spine il corpo è più allungato e la bocca è posta in cima ad un lungo muso rigido formato dalle due mascelle saldate insieme mentre nel Forcipiger flavissimus il corpo è più rotondo e nella bocca le mascelle sono separate.

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Alimentazione

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Esemplare in cerca di cibo in una barriera corallina in Indonesia

Il pesce farfalla pinzetta è un predatore corallivoro, si nutre di invertebrati marini bentonici come coralli, anemoni di mare, briozoi, policheti, ascidie, che cerca attivamente nella barriera corallina. La particolare morfologia 'a pinzetta' dell'apparato boccale è un adattamento evolutivo che consente a questo pesce di catturare i piccoli polipi dei coralli.[1]

Acquariofila

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Pesce relativamente difficile da allevare in acquario, è consigliato per una vasca di un esperto acquariofilo piuttosto che per l'acquario di un neofita.

Pesce molto vivace e pacifico è molto adatto ad una coabitazione con pochi pesci di piccola o media dimensione e rocce vive, che sbocconcella continuamente, tollera gli altri Chaetodontidae ma non può convivere con invertebrati importanti e costosi che finirebbe col danneggiare; necessita di una vasca molto grande, in quanto nuota volentieri nella colonna d'acqua al di sopra della barriera corallina, ma anche con molti rifugi e nascondigli in quanto di notte o in caso di pericolo si rintana nei meandri delle madrepore.

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Esemplare in acquario

Poco resistente alle malattie, soffre spesso per attacchi di Oodinium, dinoflagellati parassiti dei pesci; per questo motivo, se possibile, conviene allevarlo ad una temperatura più alta della norma: 28°ed anche 30°; molto sensibile anche alle piccole variazioni del pH e per concentrazioni di nitrati e fosfati appena superiori al minimo.

Per il suo ottimale mantenimento in acquario e per mantenere i suoi splendidi colori è indispensabile che l'acquario in cui è ospitato sia dotato di un potente sistema di filtraggio, meglio se realizzato tramite un filtro esterno pressurizzato con la portata oraria di almeno 4 volte la capacità dell'acquario; sono anche molto importanti frequenti ed abbondanti cambi di acqua, preceduti da un'accurata sifonatura del fondo, e regolari aggiunte di oligoelementi e bioelementi.

Insieme all'ottima qualità dell'acqua, ottenuta con l'uso di sali marini sintetici di ottima qualità ed il cui costo superiore verrà ammortizzato in poco tempo, è molto consigliabile che all'interno dell'acquario ci sia un forte flusso d'acqua, meglio se variabile nel tempo e proveniente da diverse direzioni, ottenuto con l'uso delle apposite pompe di movimento e di un programmatore.

Per mantenere questo nostro ospite in perfetta salute è meglio effettuare regolari trattamenti con un ozonizzatore di adeguata portata, meglio se effettuati all'interno di un apposito schiumatoio, che aiuta anche a ridurre la naturale produzione di fosfati e nitrati effettuata dai batteri aerobici del filtro biologico.

Abbastanza difficile da ambientare in quanto i primi giorni è molto timido e pauroso; soffre, inoltre, della presenza di altri pesci voraci che gli rubano il cibo; sarebbe meglio acquistare esemplari già perfettamente acclimatati da un negoziante esperto; una volta ben ambientato è prettamente carnivoro; predilige il mangime surgelato, in particolar modo Chironomus, ma non disdegna Artemia salina e Mysis; disdegna il mangime liofilizzato ed anche i mangime secco, in fiocchi o in granuli; comunque anche se ben ambientato rimane sempre molto lento nell'alimentarsi per cui è consigliabile somministrare il cibo più volte al giorno; a volte è particolarmente ghiotto della polpa di bivalvi freschi, cozze o vongole, presentatagli ancora nelle conchiglie.

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Note

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