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Lablab purpureus
specie di pianta della famiglia Fabaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il lablab (Lablab purpureus (L.) Sweet), chiamata anche dolico egiziano, è una pianta erbacea della famiglia delle Fabacee. È l'unica specie nota del genere Lablab.[2]
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Questa pianta ha origini africane, ma è poco conosciuta nella stessa Africa ed ha una interessante prospettiva per migliorare la nutrizione dei paesi poveri e per la sicurezza alimentare e favorire lo sviluppo rurale nonché la gestione corretta del territorio.[3]
Il lablab è coltivata anche come foraggio[4] e pianta ornamentale.[5] Inoltre, questa specie è citata come pianta medicinale e tossica.[6][7]
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Descrizione

La pianta è variabile a seconda delle condizioni di coltivazione, ma in generale si tratta di piante annuali o perenni. La specie selvatica è perenne. Gli steli spessi possono arrivare fino a 6 m di lunghezza. Le foglie sono costituite da tre foglioline appuntite, ciascuna lunga fino a 15 cm. L'infiorescenza è costituita da racemi di numerosi fiori. Alcune cultivar hanno fiori bianchi, mentre altre possono avere fiori violacei o blu.[8]
Il frutto è un legume di forma, dimensione e colore variabili. Di solito è lungo diversi centimetri e ha un colore dal viola brillante al verde pallido.[9] Contiene fino a quattro semi. A seconda della cultivar, i semi sono bianchi, marroni, rossi o neri, talvolta con ilo bianco. Le piante selvatiche hanno semi screziati. Il seme è lungo circa un centimetro.
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Usi

Il lablab è un antico legume domestico e una coltura multiuso.[10]
A causa della disponibilità di semi di una cultivar foraggera, viene spesso coltivata come foraggio per il bestiame[11] e come pianta ornamentale.[12] Inoltre, è citata sia come pianta medicinale che come pianta velenosa.[13]
I semi sono commestibili se bolliti bene con diversi cambi d'acqua,[14][15] altrimenti sono tossici a causa della presenza di glicosidi cianogenici, che vengono convertiti in acido cianidrico quando consumati. I segni di avvelenamento includono debolezza, vomito, mancanza di respiro, spasmi, stupor e convulsioni.[14] È stato dimostrato che esiste un’ampia gamma di potenziale cianogenico tra le varietà.
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Note
Voci correlate
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