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Niobio

Nb - Elemento chimico con numero atomico 41 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Niobio
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Il niobio è l'elemento chimico con simbolo Nb.[1]

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Storia

Il niobio, chiamato così in onore di Niobe, una figlia di Tantalo, e precedentemente noto come columbio (Cb), in riferimento alla Columbia americana, fu scoperto nel 1801 da Hatchett in un minerale inviato in Inghilterra dal Massachusetts.[3] Il nome niobio fu ufficialmente adottato dalla IUPAC nel 1950.[4]

Per molto tempo fu difficile distinguerlo dal tantalio, fino a quando Heinrich Rose e Jean Charles Galissard de Marignac lo riscoprirono nel 1846. Dato che Rose non era al corrente del precedente lavoro di Hatchett, diede all'elemento il nuovo nome di niobio. Le differenze tra tantalio e niobio furono inequivocabilmente dimostrate nel 1864 da Christian Blomstrand,[5] che fu il primo a ottenere il metallo in forma pura scaldando il suo cloruro in atmosfera di idrogeno, Henri Sainte-Claire Deville e Louis Joseph Troost, che determinarono le formule di alcuni composti nel 1865.[5][6]

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Chimica nucleare

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Isotopi

Il niobio naturale (Nb) è composto da un isotopo stabile (Nb-93). I radioisotopi più stabili sono Nb-92 con una vita media di 34,7 milioni di anni, Nb-94 (vita media: 20.300 anni) e Nb-91 con una vita media di 680 anni. Esiste anche un isomero nucleare a 31 keV la cui vita media è di 16,13 anni.

Sono stati caratterizzati anche altri ventitré radioisotopi. La maggior parte di questi ha una vita media inferiore a due ore, ad eccezione di Nb-95 (35 giorni), Nb-96 (23,4 ore) e Nb-90 (14,6 ore). Gli isotopi prima Nb-93 decadono principalmente attraverso cattura elettronica, mentre quelli dopo tramite decadimento β con alcuni casi di emissione di neutroni (Nb-104, Nb-109 ed Nb-110).[8]

Solo Nb-95 (35 giorni), Nb-97 (72 minuti) e gli isotopi più pesanti con emivite di pochi secondi vengono prodotti in quantità significative per fissione, poiché gli altri isotopi sono oscurati da isotopi stabili o a lunghissima emivita (Zr-93) dell'elemento precedente, lo zirconio, derivanti dalla produzione tramite decadimento beta dei frammenti di fissione ricchi di neutroni.

Nb-95 è il prodotto di decadimento dello Zr-95 (64 giorni), quindi la scomparsa del Nb-95 nel combustibile nucleare esausto è più lenta di quanto ci si aspetterebbe dalla sola sua emivita di 35 giorni. Minuscole quantità degli altri isotopi possono essere prodotte come prodotti diretti della fissione.[8]

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Abbondanza e disponibilità

Il niobio non si trova mai allo stato nativo. I minerali in cui compare sono la niobite (Fe, Mn) (Nb, Ta)2O6, la niobite-tantalite (Fe, Mn) (Ta, Nb)2O6, il pirocloro NaCaNb2O6F e l'euxenite (Y, Ca, Ce, U, Th) (Nb, Ta, Ti)2O6.[9] I principali paesi produttori di niobio sono il Brasile, che rappresenta circa il 60% della produzione totale, il Canada, la Nigeria e lo Zaire.[4]

Caratteristiche atomiche

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Il niobio appartiene alla serie dei metalli di transizione, nello specifico al gruppo 5 del vanadio.[7]

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Caratteristiche chimico-fisiche

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Il niobio è un metallo pesante polveroso[16] duttile grigio lucente che assume una sfumatura bluastra quando rimane esposto all'aria a temperatura ambiente per tempi prolungati. Anche a temperature non elevate, viene lavorato in atmosfera inerte, dato che già a 200 °C tende a subire ossidazione.[17]

Caratteristiche elettroniche

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Il niobio è leggermente meno elettropositivo e più piccolo rispetto al suo predecessore nella tavola periodica, mentre è praticamente identico in dimensioni al più pesante tantalio, a causa della contrazione dei lantanidi. L'elettrone d extra sembra contribuire a un legame metallo-metallo più forte nei metalli allo stato solido, portando a un punto di fusione, un punto di ebollizione e un'entalpia di atomizzazione più alti man mano che si procede dai metalli del gruppo IV(A) ai metalli del gruppo VI(A).[18]

Sebbene il niobio presenti tutti i numeri di ossidazione formali dal +5 fino a -1, il suo stato più stabile è il +5. Lo stato di ossidazione +4 è presente negli alogenuri, mentre gli stati +2 e +3 si trovano in composti a cluster basati su unità M6X12 ottaedriche.[9]

Caratteristiche termodinamiche

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Stato gassoso

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Stato solido

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Nel 1955, Kouzmenko e Kazakova descrissero un minerale, la nenadkevichite, proveniente da Lovazero (Russia), con la composizione (Nb,Ti)Si2O7·2H2O. Rocha e altri ricercatori prepararono e caratterizzarono una serie di analoghi microporosi sintetici della nenadkevichite provenienti da Saint Hilaire, Quebec (Canada), con rapporti molari Ti/Nb che variavano da 0,8 a 17,1. I loro studi suggerirono che il niobio e il titanio sono coordinati in ottaedri distorti.[4]

Proprietà di trasporto

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Caratteristiche chimiche

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Il niobio, che appartiene al gruppo V(A), è per molti aspetti simile ai suoi predecessori del gruppo IV(A). Reagisce con la maggior parte dei non metalli ad alte temperature (il fluoro reagisce con il niobio a temperatura ambiente, il cloro e l'idrogeno a 473 K e l'azoto a 673 K), producendo composti che sono frequentemente interstiziali e non stechiometrici. Il niobio è resistente alla maggior parte dei composti aggressivi e, di conseguenza, alla corrosione.[4]

È resistente agli acidi, compresi: l'aqua regia, HCl, H2SO4, HNO3 e H3PO4, nonché a molti composti organici e inorganici. Il niobio è attaccato da acidi minerali concentrati e caldi, come miscele di HF e HF/HNO3, ma è resistente agli alcali fusi.[4]

Reazioni

Le reazioni conosciute del composto sono:[21][22]

ΔrH° = 569 kJ/mol

ΔrH° = 489,9 kJ/mol

ΔrH° = 589,9 kJ/mol

ΔrH° = 556,9 kJ/mol

ΔrH° = 568,2 kJ/mol

ΔrH° = 650,2 kJ/mol

ΔrH° = 592 kJ/mol

ΔrH° = 578,2 kJ/mol

ΔrH° = 604,2 kJ/mol

Il niobio reagisce inoltre con l'etilene, l'azoto, l'esafluoruro di zolfo, il propilene, l'1-butene, l'isobutano, il propano, il metano e il monossido d'azoto.[23]

Precauzioni

I composti del niobio sono abbastanza rari da incontrare nella quotidianità; sono tuttavia tossici e dovrebbero essere maneggiati con la necessaria cautela. La polvere di niobio metallico irrita la pelle e gli occhi e può incendiarsi. La tossicità per ingestione risulta lenta.[17]

Composti

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Applicazioni

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Medicina

Il niobio è stato utilizzato in studi clinici sul trattamento dell'obesità e del sovrappeso.[24] La sua completa inerzia ai fluidi corporei lo rende un componente ideale per gli impianti ossei e può anche essere utilizzato per suturazioni interne.[9]

Metallurgia

Viene utilizzato come additivo in molte leghe e agisce anche come rifinitore dei grani negli acciai strutturali, dove migliora la resistenza agli shock termici, la duttilità a caldo e la resistenza alla trazione.[4] Il niobio e alcune delle sue leghe presentano superconduttività, rendendoli di interesse per la realizzazione degli avvolgimenti di magneti ad alta potenza.[25]

Industria nucleare

A causa della piccola sezione d'urto dei neutroni termici e della buona resistenza a diversi refrigeranti a base di metallo liquido come sodio, litio, ecc., il niobio è di grande interesse nella tecnologia nucleare.[4]

Industria chimica

Sebbene la sua resistenza alla corrosione non sia così eccezionale come quella del tantalio, il suo prezzo inferiore e la maggiore disponibilità rendono il niobio attraente per usi meno specifici, come rivestimenti negli impianti chimici.[9]

Elettronica

Il niobio è anche ampiamente utilizzato dall'industria elettronica nella produzione di condensatori, dove il suo film ossidato funge da isolante efficiente, e come filamento o supporto per filamenti.[9] Il niobio è stato incorporato nelle termocoppie per aumentarne la stabilità a temperature elevate.[25]

Altre applicazioni

Tra gli altri usi rientrano:

Per le sue proprietà di superconduttore, il niobio è stato utilizzato nel progetto della NASA Gravity Probe B, che ha misurato per la prima volta gli effetti previsti dalla teoria della relatività generale di Einstein per la Terra.[28]

I catalizzatori contenenti niobio sono promettenti per la scissione dell'acqua[29] in idrogeno, l'ossidazione selettiva di alcani e olefine[29][30][31], l'epossidazione[29] e la conversione della cellulosa in sostanze chimiche preziose[32][33].

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Legislazione

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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