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Quercus pubescens

specie di pianta della famiglia Fagaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Quercus pubescens
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La roverella (Quercus pubescens Willd., 1805) è la specie di quercia più diffusa in Italia, tanto che in molte località è chiamata semplicemente quercia. Appartiene alla famiglia delle Fagaceae[2] ed è un albero a crescita lenta.

Disambiguazione – "Roverella" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Roverella (disambigua).
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Descrizione

Riepilogo
Prospettiva

Resistente all'aridità, è capace di adattarsi anche a climi relativamente freddi. È facilmente riconoscibile d'inverno in quanto mantiene le foglie secche attaccate ai rami, a differenza delle altre specie di querce. Il principale carattere diagnostico per identificare la specie è quello di osservare le foglie o le gemme: sono ricoperte da una fine peluria (pubescenza) che si può facilmente apprezzare al tatto. Le doti di rusticità e plasticità di questa pianta, grazie soprattutto all'enorme vitalità della ceppaia, hanno permesso alla roverella, attraverso i secoli, di resistere agli interventi distruttivi dell'uomo.

Portamento

La roverella è un albero che di rado arriva a raggiungere i 20–25 m di altezza, di aspetto tozzo, con chioma ampia, rada e irregolare. Presenta un fusto corto, ramificato a breve altezza in grosse branche, e spesso contorto.

Gemme

Le gemme sono grigie, lunghe 8–12 mm, ovali-appuntite e molto pelose (pubescenti). Queste gemme sono molto simili a quelle dell'ippocastano.

Corteccia

La corteccia è di colore grigio-scura poi nerastra, fessurata sin da giovane in piccole scaglie dure a profilo quadrangolare rilevate e rugose. A maturità è nerastra, più fine.

Foglie

Le foglie sono tardivamente caduche, alterne, molto variabili nella forma e dimensioni; in genere ovato-allungate, presentano una lamina cuneata a margine lobato. La pagina fogliare inferiore è densamente pubescente (pelosa), con picciolo fogliare di circa 8–12 mm. In autunno assumono una colorazione gialla anche molto intensa in base alle condizioni pedoclimatiche di crescita.

Frutto

Il frutto è un achenio di forma ovoidale, con striature scure allo stato fresco, portato da un peduncolo molto spesso e peloso. La cupola è emisferica e ricopre la ghianda per 1/3 - 1/2 della sua lunghezza.

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Distribuzione e habitat

La roverella è distribuita nel bacino del Mediterraneo; in Italia è presente con esclusione delle zone più interne e più elevate. Si trova principalmente nelle località più assolate, nei versanti esposti a sud ad un'altitudine compresa tra il livello del mare e i 1000 m s.l.m. Non ha preferenze per il terreno, potendo vegetare su suoli di diverso tipo, rifuggendo solo da quelli puramente argillosi, anche se spesso domina sulle formazioni calcaree. Forma boschi puri o misti, d'alto fusto o cedui. Nell’Appennino umbro-marchigiano e in Toscana i querceti misti di roverella sono fonte del pregiato tartufo bianco (Tuber magnatum).

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Tassonomia

Ne sono riconosciute tre sottospecie:[2]

  • Quercus pubescens subsp. crispata (Steven) Greuter & Burdet
  • Quercus pubescens subsp. pubescens
  • Quercus pubescens subsp. subpyrenaica (Villar) Rivas Mart. & C.Saenz

Avversità

Può subire gravi attacchi da parte delle larve di alcuni lepidotteri defogliatori, come Lymantria dispar e la processionaria delle querce. I giovani germogli possono essere danneggiati dalla Lachnaia italica.

Usi

Il legno è apprezzato ed utilizzato come legna da ardere; fa parte della categoria delle essenze dure, ovvero quei legni che hanno ottimo valore calorifico e lenta combustione. Il legno, anche se simile a quello della Rovere, presenta fibre meno dritte, per cui è di più difficile lavorazione, inoltre tende ad imbarcarsi. Le travi che se ne ottengono vengono usate in edilizia, costruzioni navali e una volta traversine ferroviarie.
Le ghiande sono dolci e venivano utilizzate non solo per l'alimentazione dei maiali ma anche, nei periodi di carestia, per fare una specie di pane o piadina di ghianda.

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Esemplari notevoli

Riepilogo
Prospettiva

A Capannori, in località Gragnano si trova la Quercia delle Streghe, una roverella datata approssimativamente 600 anni. La pianta è alta 24 metri, il tronco ha una circonferenza di 4,5 metri e la chioma presenta un diametro di 40 metri.

A Rocchetta a Volturno, località Rocchetta Bassa, in provincia di Isernia, è presente un esemplare di quercus pubescens (roverella): circonferenza del tronco 6,50 m, altezza 25 m, età anni 250-300.[3]

A Tricarico, in provincia di Matera, in località Grottone, vegeta una roverella dell'età stimata di 612 anni che ha un tronco di 6,43 metri di circonferenza e un'altezza di circa 20 metri. È inserita nell'elenco degli "alberi padri", riconosciuti dalla regione Basilicata come monumenti naturali.[4]

Un altro esemplare era la Quercia di Santajusta alla Melara, situata nell'agro di Lucera. La roverella aveva un'età stimata di 900 anni, era alta 30 m e aveva una circonferenza del tronco misurata ad un metro da terra di 6,30 m[5]. Il 16 dicembre 2011, dopo un periodo di deperimento a causa di parassiti e malattie e anche all'incuria umana, la quercia è stata abbattuta da fortissime raffiche di vento.

Di 750 anni è l'età stimata per la Quercia di Donato, vegetante a Scurcola Marsicana in località Convento dei Cappuccini. La circonferenza del tronco è di circa 6 metri, l'altezza è di circa 23 metri.[6][7]

A Barete (AQ) si trova la quercia "La Cacatora" di 500 anni, 10 metri di altezza e 650 cm di diametro.

A Corruccioni (Cagnano Amiterno) in provincia dell'Aquila si trova la "Quercia de Zi' Co" di 700 anni, 20 metri d'altezza e 7 metri di diametro.

La più grande sembra comunque essere in Sardegna a Illorai (in località Sa Melabrina): le sue dimensioni sono di 8,80 metri di circonferenza e 24 di altezza, con un'età plurimillenaria, inserita in un bosco ad evoluzione naturale gestito dall'Ente Foreste della Sardegna[8].

Generalmente nell'Italia centro-meridionale venivano lasciati degli esemplari di roverella lungo i confini di proprietà, così che è possibile in certi casi ricostruire detti confini esaminando la presenza dei grossi esemplari della specie.[senza fonte]

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Note

Voci correlate

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