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Salix × fragilis
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Il salice fragile (Salix × fragilis L., 1753) è un piccolo albero dioico e deciduo appartenente alla famiglia delle Salicaceae. È un ibrido naturale di Salix alba e Salix euxina[1].
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Descrizione
Portamento
La pianta può raggiungere altezze comprese tra i 2 ed i 15 metri. Il fusto è ricoperto da una corteccia screpolata e di colore grigio-nero. I rami giovani sono piuttosto fragili e di colore variabile dal giallo chiaro al rosso chiaro.
Foglie
Le foglie sono lunghe 12-16 centimetri, lanceolate e con margine seghettato. La faccia inferiore è di colore grigio-verde mentre quella superiore è lucida e di colore verde chiaro.
Fiori
I fiori sono raggruppati in amenti unisessuali. Essendo una specie dioica i fiori maschili e femminili si sviluppano su individui separati.
Frutti
Il frutto è una capsula dotata di peduncolo entro la quale si trova il seme. La fioritura avviene tipicamente tra febbraio ed aprile, prima della comparsa delle nuove foglie.
- Foglie
- Esemplare presso il Neuer Botanischer Garten, Marburgo
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Distribuzione e habitat
L'ibrido è originario della Turchia ed è stato introdotto in diversi paesi dell'Europa, Asia, Africa, America e Oceania[1].
Il suo habitat naturale è rappresentato dalle aree di bosco umido e dal greto di fiumi, torrenti e ruscelli. Vegeta a quote comprese tra 0 e 1.000 metri.
Tassonomia
La denominazione Salix fragilis fu utilizzata inizialmente da Linneo nel 1753 per indicare una specie di salice originaria della Turchia.[2]. Nel tempo risultò chiaro che la denominazione utilizzata originariamente da Linneo era riferibile sia ad una entità specifica che ad un ibrido tra questa e Salix alba.[3] Nel 2005, fu proposto di riservare la denominazione Salix fragilis alla specie originaria, mentre per l'ibrido fu proposta la denominazione di Salix × rubens[3]. Nel 2009, dopo approfondita discussione, il Nomenclature Committee for Vascular Plants decise di respingere tale proposta e di mantenere la denominazione di Salix fragilis per l'ibrido.[4] Successivamente Irina V. Belyaeva descrisse formalmente la specie genitrice come Salix euxina,[5][6] e designò un lectotipo per l'ibrido, la cui denominazione è pertanto Salix × fragilis[1].
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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