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San Giorgio Monferrato

comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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San Giorgio Monferrato (San Giòrs Monfrà in piemontese) è un comune italiano di 1 214 abitanti[1] della provincia di Alessandria in Piemonte.

Fatti in breve San Giorgio Monferrato comune, Localizzazione ...

Paese del Monferrato Casalese situato a 281 metri di altezza sul livello del mare, si sviluppa su una superficie di 710 ettari.

L'abitato si concentra attorno al castello che da una piccola altura domina la strada di collegamento Asti-Casale. Il maniero è inserito nel sistema dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte.

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Storia

Riepilogo
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Il castello alle pendici del borgo

Il territorio di San Giorgio fece parte fin dai tempi più remoti del cosiddetto "distretto" di Sant'Evasio. L'omonimo castello, sotto il profilo documentale, è pure da ritenersi, secondo valenti storici, il più antico fra i castelli del Monferrato.

La prima attestazione riferibile comunque alla presenza di San Giorgio è quella contenuta nel diploma di Ottone III del 7 maggio 999, che confermava a Leone, vescovo di Vercelli, "districtus S. Evasi a Pado usque in Sturam, in Fraxaneto, Paxiliano, Ticinesse, Sarmaza et Sancto Georgio et in Ozano ultra tria miliara".

Federico Barbarossa con diploma del 1152 da Vitzemburg confermava al vescovo vercellese Ugozione la proprietà del castello e del nascente borgo.

Nel corso delle guerre fra i comuni di Alessandria, Asti e Vercelli da una parte e Bonifacio I dall'altra, che resero convulse le vicende di questo territorio, comparvero i Signori di San Giorgio. Da quel momento la storia del castello e del borgo fu strettamente legata alle famiglie nobiliari che si succedettero nel possesso del feudo.

Nel 1216 il castello passò a Roberto Avogadro di Collobiano. È comunque probabile che già all'inizio del Trecento gli uomini di San Giorgio fossero organizzati in libero Comune, anche se non conosciamo, per la scarsità di documenti, il grado di autonomia rispetto al potere signorile locale. Per certo, il castello viene confermato ai marchesi di Monferrato con i diplomi dell'imperatore Carlo IV, re di Boemia, del 17 marzo 1355 e dell'8 marzo 1359.

A dimostrare l'esistenza di una comunità organizzata ai piedi del castello, contribuiscono certamente la stesura, nel 1393, delle regole di comportamento, i cosiddetti "Statuti". Suddivisi in 94 capitoli, essi contengono regole di diritto civile e penale.

Successivamente il castello figura fra la dote di Lucrezia, figlia naturale del Marchese Guglielmo VIII, la quale aveva sposato Bartolomeo del Carretto nel 1464. Il marchese Gian Giorgio donava il feudo, nel 1532, al figlio naturale Flaminio Paleologo, morto in carcere nel 1571, accusato di aver fatto parte dei rivoltosi di Oliviero Capello, colpevoli di aver attentato alla vita del duca Guglielmo Gonzaga.

Il maniero fu inoltre sede del Tribunale dell'Inquisizione. Durante l'epidemia di peste del 1530, la città di Casale e il suo circondario vissero per un decennio sotto l'incubo della malattia. Molte persone vennero denunciate con l'accusa di essere untori e processati da un tribunale del marchesato, presieduto dall'integerrimo Commissario Necco. Il tribunale si riunì nel castello di San Giorgio il 17 giugno del 1530 per giudicare una quarantina di persone accusate di aver sparso il contagio. La macchina della tortura riuscì a strappare negli interrogatori confessioni delittuose, complicità e delazioni. Il processo si protrasse per un mese e si chiuse con la condanna a morte di trenta persone colpevoli di aver perpetrato crimini per ben sette anni, dal 1522 al 1529, un primato mai più eguagliato nelle storia delle unzioni in Italia.

Nel 1600 le vicende di San Giorgio furono strettamente collegate con la lotta per la conquista di Casale tra le potenze che si contendevano il predominio sulla penisola: Savoia, Gonzaga, Francia e Spagna. Chiunque volesse assediare la città dovette, giocoforza, assicurarsi il controllo della collina e la conquista del castello di San Giorgio divenne un'operazione strategica necessaria e determinante.

Sempre nel Seicento e nel secolo successivo un contributo importante alla vita sociale del paese fu portato dalle confraternite religiose, molto vitali e rissose. Queste associazioni di fedeli, organizzate per esercitare opere di carità, possedevano rendite proprie (chiese e terreni), frutto dei legati cui erano beneficiarie.

Verso la metà del sec. XVII il castello, già di proprietà di Gaspare Maria Galeazzi Salvati, passò a Giovanni Gozani che l'aveva comprato per 2.100 doppie d'oro (21.000 testoni), poi ai conti Cavalli d'Olivola. Negli anni '50 venne acquistato dall'industriale Angelo Ricaldone che fece apporre sulla porta d'entrata il motto: "Tutto fu d'altri e tutto tornerà ad altri". Ancora oggi il maniero è ricordato come castello San Giorgio o Ricaldone [4].

Simboli

Stemma

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«D'azzurro, al S. Giorgio a cavallo, rivolto, in atto di trafiggere un drago sopra una pianura erbosa, il tutto al naturale.»
Gonfalone
«Drappo di bianco.»

Onorificenze

Con deliberazione del Consiglio Comunale del 7 dicembre 1918 San Giorgio Monferrato conferì la cittadinanza onoraria al presidente degli Stati Uniti d'America Thomas Woodrow Wilson "per i meriti eccezionali acquisiti nella Grande Guerra combattuta per la libertà e la giustizia del mondo".

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Monumenti e luoghi d'interesse

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[5]

Amministrazione

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Ulteriori informazioni Periodo, Primo cittadino ...

Gemellaggi

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Infrastrutture e trasporti

La fermata di San Giorgio Casale è posta lungo la ferrovia Castagnole-Asti-Mortara, il cui traffico è sospeso dal 2012.

Galleria d'immagini

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

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