Alpi
catena montuosa europea / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Le Alpi sono la catena montuosa più importante d'Europa[2], situata a cavallo dei confini di Italia, Francia, Svizzera, Liechtenstein, Germania, Austria, Slovenia e, sia pure in modo del tutto marginale, Ungheria[1]. Separano l'Europa centrale da quella meridionale e racchiudono la regione geografica italiana, comprendendo al loro interno le vette più alte del continente europeo, tra cui il Monte Bianco, che con i suoi 4807 m d'altezza è la montagna più alta della catena, d'Italia, di Francia e in generale del continente[3].
Alpi | |
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Alpi innevate viste dal satellite, marzo 2007 | |
Continente | Europa |
Stati | Austria Francia Monaco Germania Italia Liechtenstein Croazia Slovenia Svizzera Ungheria[1] |
Cima più elevata | Monte Bianco (4 810 m s.l.m.) |
Lunghezza | 1 200 km |
Larghezza | da 100 a 400 km |
Superficie | 190 600 km² |
Massicci principali | Monte Bianco |
Età della catena | Oligocene |
Tipi di rocce | Rocce metamorfiche, rocce sedimentarie |
Nell'ambito europeo questa catena montuosa assume notevole importanza, sotto numerosi aspetti: geografici, storici, culturali e naturalistici; in particolare la natura alpina è contraddistinta da molti ambienti incontaminati, perché protetti da condizioni geografiche particolari e da una precoce attenzione alla loro conservazione; non è un caso che il primo parco nazionale d'Europa sia stato istituito nelle Alpi svizzere nel 1914[4] e che l'Italia e la Francia abbiano i loro più antichi parchi nazionali situati proprio nelle Alpi[5]; significativo inoltre è il fatto che ben diciassette siti alpini appartengono al patrimonio dell'umanità, quattro per criteri naturalistici e tredici per criteri culturali.
La regione alpina ha una popolazione di 14 milioni di persone nell'intera area[6] e possiede una forte identità culturale, che spesso supera i confini nazionali; si può infatti parlare di "civiltà alpina"[7], di "cultura alpina" e di "folclore alpino"[8]. Anche a livello economico le Alpi presentano molti elementi di omogeneità; infatti nei villaggi alpini di ogni nazione è fiorente la cultura tradizionale dell'agricoltura di montagna, della produzione di latte e formaggio e della lavorazione del legno[9], sebbene l'industria turistica, che cominciò a svilupparsi all'inizio del XX secolo, si espanse notevolmente dopo la seconda guerra mondiale, fino a diventare l'attività economica dominante in gran parte del territorio alpino. Le attrattive naturali delle Alpi sono infatti meta di un considerevole flusso turistico[10]: ogni anno vi si recano 120 milioni di visitatori[11]
Anche per ciò che riguarda gli sport invernali, le Alpi rivestono un'importanza notevole; a riprova di ciò, dieci edizioni dei giochi olimpici invernali, sulle ventitré in tutto disputate, sono state ospitate nelle Alpi svizzere, francesi, italiane, austriache e tedesche[12].
La storia della colonizzazione delle Alpi ebbe inizio con la fine dell'ultima glaciazione (circa 15 000 anni fa), quando la fusione dei ghiacci incominciò a rendere abitabili vaste zone vergini. Nella tarda preistoria i laghi prealpini ospitavano villaggi palafitticoli. Il testimone più famoso di quest'epoca è l'uomo di Similaun (detto anche "Oetzi").
Nell'età del ferro (circa 1200 a.C. a 1000 d.C.), dai Reti e Camuni (Alpi Retiche), dai Veneti e Illiri (le Alpi Orientali), dai Celti delle culture di Hallstatt e di La Tène (il versante settentrionale). Intorno alla metà del primo millennio i Celti irruppero a sud delle Alpi e invasero buona parte del versante meridionale e occidentale, prima abitati da Liguri.
A tali quattro gruppi etnici appartenevano i popoli, politicamente organizzati in piccoli Stati o confederazioni tribali, esistenti all'arrivo dei Cartaginesi e dei Romani. Durante la seconda guerra punica avvenne il passaggio delle Alpi forse attraverso il colle del Moncenisio in val di Susa da parte dell'esercito di Annibale con gli elefanti. Alla fine della seconda guerra punica l'Italia settentrionale divenne la provincia romana della Gallia Cisalpina. Tuttavia, le Alpi rimanevano in buona parte autonome.
Una quarantina di popoli delle Alpi Occidentali furono combattuti e vinti dai Romani nel 15 a.C. A commemorare la vittoria fu costruito il Trofeo di Augusto, che si può vedere a La Turbie: rappresenta, per i francesi, la porta d'ingresso alla catena alpina. Alcuni popoli mantennero una certa autonomia sotto l'Impero romano e non furono inglobati in alcuna delle province, bensì mantennero un'amministrazione particolare: si tratta dei regni di Cozio e dei Graii. A ricordo di tale trattamento privilegiato rimangono gli archi di Augusto eretti nelle rispettive capitali, Susa e Aosta.
Da quanto descritto, si capisce che nell'antichità le Alpi Occidentali erano le Alpi per antonomasia, attraversate da Annibale e da Giulio Cesare. Anche il nome "Alpes", che è utilizzato nel senso moderno per la prima volta in latino, è preso in prestito da una lingua parlata nelle Alpi Occidentali, probabilmente ligure, in cui significava semplicemente "montagne".
Durante il Medioevo, le Alpi furono una delle aree dell'Europa occidentale meno toccate dal feudalesimo, in quanto il territorio non produceva abbastanza, oltre a quanto necessario alla famiglia del contadino o del pastore, per permettere di dare una parte del raccolto al feudatario. In effetti, i territori alpini non erano di alcun interesse economico per gli Stati della pianura, ma erano strategici su un piano militare.
Cosicché, ci furono due tendenze, spesso riscontrabili nello stesso territorio: da un lato, parecchi territori alpini godevano di una sostanziale autonomia interna, pur appartenendo a uno Stato confinante, che aveva diritto di tenervi guarnigione. Dall'altro lato, molti di essi erano organizzati come comuni rustici, piccole repubbliche di montanari o di piccoli nobili locali.
Il caso estremo di queste due tendenze è la Confederazione, pienamente indipendente, dei cantoni svizzeri. Tuttavia, godevano di autonomia all'interno dei rispettivi Stati anche gli Escartons delle Alpi francesi e dell'alta Val di Susa, le comunità delle valli valdostane e i tre "terzi" della Valtellina, nonché le contee di Bormio e Chiavenna, le Magnifiche Comunità di Fiemme e di Fassa e la Magnifica Comunità di Cadore, che si autogovernava attraverso i propri statuti.
Tutte queste autonomie locali cessarono con l'occupazione napoleonica dei vari Stati e l'Ottocento vide l'affermarsi delle amministrazioni centralizzate in tutti gli Stati alpini, forse esclusa la Svizzera. A partire dalla seconda guerra mondiale questa tendenza si è invertita e, sia pure per motivi questa volta linguistici, territori come la Valle d'Aosta e le province di Bolzano e Trento hanno riottenuto un'autonomia che ricorda per certi versi quella di cui avevano goduto i territori alpini prima di Napoleone.
Toponimo
Il toponimo deriva dal latino Alpes, che può significare "pietra", "collina", "montagna", "bianco". Si chiamano in francese Alpes, in occitano Aups/Alps, in tedesco Alpen, in romancio Alps, in sloveno Alpe, in friulano Alps. Sesto Pompeo Festo nel suo Primo Libro attesta che il nome deriva da albus (bianco), che i Sabini pronunciavano alpus, e indicava il colore sempre bianco della catena innevata anche durante la stagione estiva[13].
Limiti ed estensione
Secondo tutte le più diffuse convenzioni, il limite occidentale delle Alpi è la Bocchetta di Altare o colle di Cadibona; il confine geologico è situato più a est, nei pressi del passo dei Giovi[14], lungo una discontinuità tettonica denominata linea Sestri-Voltaggio.[15]
Il limite orientale, invece, è identificato diversamente, a seconda delle varie convenzioni. Secondo la Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino, il limite orientale si distende tra Vienna, Graz, Maribor, Lubiana e la Sella di Godovici[16]. Secondo la Partizione delle Alpi, invece, il limite orientale delle Alpi è il Passo di Vrata, dove iniziano le Alpi Dinariche[16]. La suddivisione didattica tradizionale italiana segue, come limiti della catena alpina, il criterio della "Partizione delle Alpi"[17].
L'intero sistema montuoso si distende per circa 1300 km, formando un arco tra l'Italia settentrionale, la Francia sudorientale, la Svizzera meridionale, il Liechtenstein, la Germania meridionale, l'Austria e la Slovenia occidentale, raggiungendo con le sue estreme propaggini l'Ungheria occidentale[18]. Tra Verona e Monaco di Baviera, le Alpi raggiungono la larghezza massima (circa 250 km), mentre nella parte sud-occidentale si arriva a quella minima (la catena tra Saluzzo e Grenoble è larga circa 120 km)[19]. L'arco alpino italiano presenta tre grandi archi concavi presso Cuneo, Varese e Udine e una parte convessa presso Verona. Le Alpi settentrionali sono più lineari, con un unico arco presso Ginevra.
Prealpi
Alcuni tratti della catena alpina sono detti "Prealpi"; si tratta dei rilievi montuosi periferici, tipicamente meno alti e posti a contorno della fascia mediana e più elevata delle Alpi. Si estendono sia sul versante esterno, sia su quello interno o italiano. Tutti i criteri più comuni di suddivisione della catena, di là dalle differenti denominazioni e di piccole variazioni di estensione, concordano nell'identificare questi settori prealpini: Prealpi di Provenza, Prealpi del Delfinato, Prealpi di Savoia, Prealpi Lombarde, Prealpi Venete, Prealpi Carniche e Prealpi Giulie. Sono a volte definiti prealpini anche altri settori, ma su essi non c'è concordanza di vedute[20].
Ripartizione montagne
Paese | 2000 m+ | 2500 m+ | 3000 m+ | 3500 m+ | 4000 m+ | Totale |
---|---|---|---|---|---|---|
Austria | 206 | 150 | 93 | 14 | 0 | 463 |
Francia | 71 | 95 | 75 | 40 | 4 | 285 |
Germania | 14 | 11 | 0 | 0 | 0 | 25 |
Italia | 149 | 197 | 169 | 48 | 7 | 570 |
Liechtenstein | 4 | 1 | 0 | 0 | 0 | 5 |
Slovenia | 22 | 9 | 0 | 0 | 0 | 31 |
Svizzera | 66 | 114 | 147 | 44 | 24 | 395 |
Totale | 507 | 530 | 416 | 117 | 29 | 1 599 |
Montagne più alte
La montagna più alta è il Monte Bianco, posto al confine tra Italia e Francia, che con i suoi 4808 m è il più alto d'Europa[21]. Si fornisce di seguito un elenco non esaustivo delle montagne più alte della catena.
- Monti che superano i 4000 m
- Monte Bianco (4808 m)
- Monte Rosa (4634 m)
- Dom (4545 m);
- Weisshorn (4505 m);
- Cervino (4478 m);
- Grand Combin (4314 m);
- Finsteraarhorn (4274 m);
- Grandes Jorasses (4208 m);
- Aletschhorn (4193 m);
- Dent d'Hérens (4171 m);
- Jungfrau (4158 m);
- Barre des Écrins (4102 m);
- Gran Paradiso (4061 m);
- Bernina (4049 m).
- Monti che superano i 3500 m
- Eiger (3970 m);
- Grivola (3969 m);
- Monte Pelvoux (3946 m);
- Ortles (3905 m);
- Grande Casse (3855 m);
- Monviso (3841 m);
- Großglockner (3797 m);
- Cevedale (3769 m);
- Aiguille de la Grande Sassière (3751 m);
- Palla Bianca (3738 m);
- Punta Roncia (3612 m);
- Monte Emilius (3559 m);
- Presanella (3558 m);
- Adamello (3554 m);
- Monte Leone (3552 m);
- Rocciamelone (3537 m);
Suddivisione
Anzitutto, si suole distinguere una catena alpina principale, che corre lungo la linea spartiacque tra Europa centrale ed Europa meridionale. Essa inizia dalla congiunzione con gli Appennini e arriva al Picco dei Tre Signori, per poi dividersi in due; da una parte prosegue verso nord-est e con le sue ultime propaggini giunge in prossimità di Vienna, mentre dall'altra parte prosegue verso sud-est giungendo sino al punto in cui si unisce alle Alpi Dinariche.
Inoltre, come richiamato sopra, le sezioni della catena poste a contorno della zona mediana, tipicamente meno elevate, sono chiamate Prealpi. Per quanto riguarda la suddivisione del territorio alpino in sezioni, non esiste un unico criterio, universalmente accettato da tutti. Vengono pertanto riportati nei capitoli seguenti i punti di vista dei più diffusi criteri di suddivisione.
Partizione delle Alpi
A seguito del IX Congresso geografico italiano, svoltosi nel 1924, vennero ufficializzate nel 1926 le suddivisioni del sistema alpino sulla base del documento "Nomi e limiti delle grandi parti del Sistema Alpino". La Partizione delle Alpi è alla base di numerosissimi testi sulle Alpi; alcuni testi (2006-2007), la aggiornano, pur mantenendone i criteri fondamentali[22]. Anche la suddivisione didattica tradizionale italiana segue la Partizione delle Alpi, a volte con alcune varianti.
La ripartizione principale individua tre grandi parti: Alpi Occidentali, Alpi Centrali e Alpi Orientali, suddivise a loro volta in 26 sezioni e 112 gruppi[23]. Le Alpi Occidentali vanno dal colle di Cadibona al col Ferret; le Alpi Centrali dal col Ferret al passo del Brennero; le Alpi Orientali dal passo del Brennero al Passo di Vrata. Queste tre grandi parti sono suddivise ulteriormente:
- Alpi Occidentali: Alpi Marittime, Alpi Cozie, Alpi di Provenza, Prealpi di Provenza, Alpi del Delfinato, Prealpi del Delfinato, Prealpi di Savoia, Alpi Graie;
- Alpi Centrali: Alpi Pennine, Alpi Lepontine, Alpi Retiche, Alpi Bernesi, Alpi Glaronesi, Prealpi Svizzere, Alpi Bavaresi, Prealpi lombarde;
- Alpi Orientali: Alpi Noriche, Dolomiti, Alpi Carniche, Alpi Giulie, Caravanche, Alpi Salisburghesi, Alpi austriache, Prealpi di Stiria, Prealpi Venete, Carso.
SOIUSA
Nel 2005 è stata presentata ufficialmente la classificazione SOIUSA, acronimo di Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino, allo scopo di uniformare le denominazioni utilizzate negli Stati dell'area alpina. Questa classificazione prevede due grandi parti (Alpi Occidentali e Alpi Orientali) anziché le tre della Partizione delle Alpi e della suddivisione didattica tradizionale italiana, in accordo con le classificazioni in uso in Austria, e un'ulteriore suddivisione in cinque settori, 36 sezioni e 132 sottosezioni[24].
Si elencano i cinque settori, con la loro suddivisione nelle 36 sezioni:
- Alpi Sud-occidentali: Alpi Liguri; Alpi Marittime e Prealpi di Nizza; Alpi e Prealpi di Provenza; Alpi Cozie; Alpi del Delfinato; Prealpi del Delfinato.
- Alpi Nord-occidentali: Alpi Graie; Prealpi di Savoia; Alpi Pennine; Alpi Lepontine; Prealpi Luganesi; Alpi Bernesi; Alpi Glaronesi; Prealpi Svizzere.
- Alpi Centro-orientali: Alpi Retiche occidentali; Alpi Retiche orientali; Alpi dei Tauri occidentali; Alpi dei Tauri orientali; Alpi di Stiria e Carinzia; Prealpi di Stiria.
- Alpi Nord-orientali: Alpi Calcaree Nordtirolesi; Alpi Bavaresi; Alpi Scistose Tirolesi; Alpi Settentrionali Salisburghesi; Alpi del Salzkammergut e dell'Alta Austria; Alpi Settentrionali di Stiria; Alpi della Bassa Austria.
- Alpi Sud-orientali: Alpi Retiche meridionali; Alpi e Prealpi Bergamasche; Prealpi Bresciane e Gardesane; Dolomiti; Prealpi Venete; Alpi Carniche e della Gail; Alpi e Prealpi Giulie; Alpi di Carinzia e di Slovenia; Prealpi Slovene.
Suddivisioni nazionali
Sono diffuse anche le tradizionali classificazioni nazionali, che considerano soltanto la parte del sistema alpino ricadente nei vari territori nazionali e, a volte, le zone confinanti:
- suddivisione didattica tradizionale delle Alpi italiane;
- suddivisione delle Alpi italiane proposta dal Club Alpino Italiano e dal Touring Club Italiano;
- suddivisione delle Alpi francesi proposta dal Club alpino francese;
- suddivisione delle Alpi svizzere proposta dal Club alpino svizzero;
- suddivisione delle Alpi austriache e delle Alpi bavaresi proposta dalla "Suddivisione geografica del territorio austriaco" (Geographische Raumgliederug Österreich);
- suddivisione delle Alpi Orientali proposta dai Club alpini austro-tedeschi (Deutscher und Österreichischer Alpenverein); questa classificazione è conosciuta con la sigla "AVE";
- suddivisione delle Alpi slovene proposta dalla "Suddivisione geografica naturale della Slovenia" (Naravnogeografska regionalizacija Slovenije).
Idrologia
Dalle Alpi nascono importanti fiumi europei, che vanno a lambire importanti città europee nelle loro rispettive pianure. Lungo le creste più elevate poste in genere lungo i confini geografici delle nazioni interessate passa lo spartiacque alpino che delimita quattro bacini idrografici principali:
- a sud il bacino del Mare Adriatico, costituito prevalentemente dalla Pianura Padana; in questo bacino si ricordano il Po e molti suoi affluenti (Adda, Ticino, ecc.), l'Adige, il Brenta, il Piave, il Tagliamento, l'Isonzo;
- a ovest il bacino del Mar Mediterraneo (costa francese e ligure), quasi interamente occupato dal bacino del Rodano con l'Isère e altri suoi affluenti (assai secondari sono il Varo e altri fiumi minori);
- a nordovest il bacino del Mare del Nord, che viene raggiunto dalle acque del Reno e dei suoi affluenti (tra cui va ricordato l'Aar);
- a nord, nordest ed est il bacino del Mar Nero, mare raggiunto dalle acque di vari affluenti del Danubio, tra cui i più importanti sono il Lech, l'Inn, la Drava e la Sava.
Numerosi sono i laghi, quasi tutti di origine glaciale.
Sul versante meridionale il più grande è il lago di Garda (o Benaco) mentre il più profondo è il lago di Como (o Lario); altri laghi notevoli sono il lago Maggiore (o Verbano), il lago d'Orta (o Cusio), il lago di Lugano (o Ceresio), il lago d'Iseo (o Sebino) e altri più piccoli.
Sul versante settentrionale sono particolarmente importanti i laghi posti in territorio svizzero o sui suoi confini: il lago Lemano (o di Ginevra), che con i suoi 580 km² è il più grande tra tutti i laghi alpini, il lago di Costanza, il lago di Neuchâtel, il lago dei Quattro Cantoni (o di Lucerna), il lago di Zurigo, il lago di Thun e molti altri più piccoli. Fuori della Svizzera vanno ricordati il lago di Annecy e il lago del Bourget in Francia, il lago Atter in Austria, il lago dell'Ammer, il lago di Starnberg e il lago di Chiem in Germania.
Le Alpi costituiscono anche un serbatoio di acqua dolce, grazie alla presenza dei numerosi ghiacciai.
Le Alpi formano una parte della cintura orogenetica terziaria, chiamata catena Alpino-Himalayana, che si estende quasi ininterrottamente dall'Europa sud-occidentale fino all'Asia, formatasi come risultato della collisione tra la placca africana e la placca euroasiatica, evento in cui si è chiuso l'oceano della Tetide. Durante l'Oligocene e il Miocene enormi sforzi tettonici hanno premuto i sedimenti marini della Tetide, spingendoli contro la placca di Eurasia formando quindi le Alpi. All'interno della catena è quindi possibile ritrovare porzioni del vecchio basamento cristallino, che costituisce il substrato dei depositi marini, affiorante in superficie.
Il clima delle Alpi è il tipico clima delle zone montuose elevate. All'aumentare della quota diminuisce proporzionalmente la temperatura. A circa 3 000 metri di altitudine c'è il limite delle nevi perenni[25], che a questa altitudine il calore non riesce a fondere completamente. Gli inverni sono lunghi e con abbondanti nevicate, le estati sono fresche e piovose e quindi si formano ghiacciai anche di notevoli dimensioni.
All'aumentare dell'altitudine, diminuisce la pressione atmosferica e l'aria contiene minori quantità di umidità e di anidride carbonica[26]. Anche le piante risentono di questo fenomeno: infatti, l'acqua viene sottratta loro più rapidamente, mentre il loro livello di anidride carbonica diminuisce.
Il versante meridionale italiano delle Alpi gode in genere di un clima più mite rispetto ai versanti settentrionali e orientali grazie, oltre alla latitudine, anche all'azione schermante della catena montuosa rispetto ai venti provenienti da nord (tramontana), che, in caduta sottovento, possono provocare il tipico effetto föhn (o favonio)[27]. A parità di altitudine, Alpi Orientali e Centrali tendono ad essere più fredde rispetto a quelle Occidentali per allontanamento dall'Atlantico e avvicinamento al blocco euroasiatico, risentendo a volte delle correnti meridionali (scirocco e libeccio) schermate invece dall'Appennino settentrionale nel caso delle Alpi Occidentali.
La piovosità è più elevata rispetto alle zone di pianura circostanti (es. Pianura Padana) e con essa anche la nevosità per effetto dell'altitudine. La stagione più piovosa è l'autunno, seguita dalla primavera; l'inverno è rigido e moderatamente nevoso, mentre l'estate è fresca e umida, non mancando di frequenti rovesci e temporali. Il clima tende ad essere di tipo continentale o steppico, cioè freddo d'inverno e caldo e asciutto d'estate, nelle parti interne e a bassa quota delle valli alpine più sviluppate in lunghezza, come, ad esempio, la Valle d'Aosta e l'Alto Adige[28].
Il clima e l'idrologia delle Alpi sono soggette a cambiamenti sia di origine naturale sia antropica[29][30][31]. Le località più nevose dell'arco alpino italiano risultano essere Limone Piemonte, Madesimo e Sella Nevea.