Al fine di perfezionare un già buon organico — seppur limitato alla zona Uefa nel recente biennio —[5][6] durante l'estate 1979 la società procedeva agli acquisti dell'ex granataRoberto Mozzini e dell'ala Domenico Caso[7][8], calati rispettivamente al centro della difesa e in fascia destra[5]: all'interno di una rosa che le normative imposte dalla Federazione contribuivano a rendere «autoctona»[9][10], il portiere Bordon e il mediano Oriali figurarono quali unici reduci dello Scudetto vinto nel 1971.[11]
L'Inter scattava in testa al campionato già dalla prima domenica[5][12], regolando tra le mura amiche il Pescara per una vetta solitaria assente proprio dal 23 maggio 1971[13]: lasciandosi addietro le torinesi in poche gare[14], la squadra allenata da Eugenio Bersellini fece peraltro suo il derby del 28 ottobre 1979 segnando un ideale passaggio di consegne al vertice.[5][15] Domenica 11 novembre 1979 era quindi la Juventus a gettare la spugna contro i nerazzurri[5], cadendo nella ripresa sotto i colpi di Altobelli e Muraro[16]: in 12 giornate furono conquistati 19 punti[17], assicurando un lieve margine in classifica sulle storiche opponenti.[5]
Solamente tra dicembre e gennaio si denunciava un leggero calo[5][18], che pure non inficiò la vittoria del titolo d'inverno col +2 in graduatoria nei confronti della rivale meneghina[19]: deludente risultava invece la partecipazione alla coppa nazionale[20], con il sedicenne Giuseppe Bergomi a compiere comunque l'esordio professionistico in occasione del derby d'Italia svoltosi il 30 gennaio 1980.[21][22] Spartiacque fondamentale per il campionato la stracittadina del 2 marzo 1980[23], giorno nel quale l'impianto di San Siro veniva dedicato alla memoria di un Giuseppe Meazza scomparso nell'agosto 1979[24]: uomo-partita era "Lele" Oriali[5][5][25], con un gol in mischia che precipitava a 8 lunghezze l'inseguitrice di Massimo Giacomini.[26]
Pur uscendo battuta dal campo dei summenzionati sabaudi[27][28], la Beneamata coglieva il 27 aprile 1980 i frutti di una stagione vissuta pressoché interamente al comando[29]: risultato decisivo un pareggio contro la Roma[5], per il punto necessario a far archiviare la matematica certezza del tricolore.[30] Un successo, questo, festeggiato da Bersellini e dal preparatore atletico Armando Onesti compiendo una traversata a piedi da Milano a Fontanellato (località natale del tecnico e sita nel parmense[31]): la distanza totale di 111 chilometri veniva percorsa in 18 ore e 30'.[32]
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Lo sponsor tecnico per la stagione 1979-1980 fu la Puma.[1]
Incontro disputato a Piacenza per l'indisponibilità dello stadio San Siro a causa di lavori in corso; cfr. Giorgio Gandolfi, Il Milan stasera emigra a Piacenza, in La Stampa, 22 agosto 1979, p.15.
Incontro disputato a Como per l'indisponibilità dello stadio San Siro a causa di lavori in corso; cfr. Pronti 46.000 posti allo stadio di S. Siro, in La Stampa, 30 agosto 1979, p.16.
Incontro originariamente in programma il 16 gennaio 1980 ma rinviato per impraticabilità di campo dovuta alla neve; cfr. Bruno Bernardi, Juventus-Inter rinviata per neve, in La Stampa, 16 gennaio 1980, p.18.
Filippo Grassia e Gianpiero Lotito, INTER - Dalla nascita allo scudetto del centenario, Antonio Vallardi Editore, 2008, pp.239, ISBN978-88-95684-11-6.
Almanacco illustrato del calcio 1981, Modena, Panini Editore, 1980, pp.536, ISBN9771129338008.